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Ieri, martedì 5 maggio, l’Assistenza Pubblica di Parma ha ricevuto un’importante donazione dalla Cooperativa Multiservice di Parma, da oltre 35 anni specializzata nel settore delle pulizie professionali e industriali.

Alla consegna dell’assegno, avvenuta presso la sede dello storico ente di volontariato in Viale Gorizia 2/A, erano presenti il Presidente dell’Assistenza Pubblica Parma, Luca Bellingeri, il Comandante del corpo militi volontari, Filippo Mordacci, il Presidente della Coop Multiservice, Salvatore Arena e il Vice Presidente della Coop Multiservice, Vincenzo Arena.

Di Guido Zaccarelli 2 maggio 2020 - Il Covid-19 ha interrotto bruscamente il sistema delle relazioni umane sulle quali l’economia, e la finanza, avevano fissato nel tempo i loro quartieri generali, dove decidevano le sorti del mondo intero, condizionando con le loro decisioni il comportamento delle persone in ogni direzione di marcia. Una delle finalità principali è sempre stata rivolta alla produzione e, come conseguenza diretta, l’impegno a generare nuove fonti di ricchezza, in parte da riservare in esclusiva a pochi pretendenti e, il restante, da distribuire in parti sempre più ridotte ad una vasta platea di persone. 

Coronavirus. Da domani, lunedì 27, possono ripartire imprese e distretti la cui attività guardi prevalentemente all'export e i cantieri per opere pubbliche. Dal 4 maggio, poi, toccherà a tutte le manifatture, le costruzioni e l'edilizia. Il presidente Bonaccini: "Accolta la nostra proposta, condivisa con tutte le parti sociali nel Patto per il Lavoro. Fare squadra continua a pagare"

Dovranno essere in grado di rispettare a pieno i protocolli per la sicurezza nei luoghi di lavoro e darne comunicazione al Prefetto. Il presidente della Regione: "Nessun via libera generalizzato, l'azione di contrasto al contagio prosegue ma intanto creiamo le condizioni per poter ripartire garantendo la sicurezza di lavoratrici e lavoratori". Fa eccezione la provincia di Piacenza, dove restano in vigore le misure ulteriormente restrittive. Dal 4 maggio via anche al commercio all'ingrosso legato ai due comparti che ripartono

Bologna 26 aprile 2020 – Da domani, lunedì 27 aprile, in Emilia-Romagna (fatta eccezione per Piacenza), così come in tutto il Paese, potranno ripartire le imprese e i distretti del settore manifatturiero la cui attività sia rivolta prevalentemente all’export e le aziende del comparto costruzioni per i soli cantieri di opere pubbliche su dissesto idrogeologico, edilizia scolastica, edilizia residenziale pubblica e penitenziaria. Lo potranno fare solo se in condizioni di rispettare i protocolli sulla sicurezza nei luoghi di lavoro firmati dal Governo e da tutte le parti sociali sui due settori tre giorni fa, il 24 aprile, inviando una comunicazione ai Prefetti.

Ciò, però, non potrà accadere nella provincia di Piacenza, dove sono tuttora in vigore le misure regionali ulteriormente restrittive, anche per le attività economiche.

La possibilità di partire da domani è prevista in una comunicazione inviata oggi dai ministri Roberto Speranza (Sanità), Stefano Patuanelli (Sviluppo economico) e Paola De Micheli (Trasporti) alla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, nella quale forniscono l’interpretazione autentica su quali siano le attività di rilevanza strategica per l’economia nazionale da autorizzare fin da subito se in grado di ripartire rispettando a pieno le misure anti-coronavirus previste nei protocolli di sicurezza.

A darne notizia, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella riunione della Cabina di regia nazionale nel pomeriggio, nella quale il premier ha descritto le modalità di ripartenza dell’intero comparto produttivo manifatturiero e di quello delle costruzioni dal 4 maggio, compreso il commercio all’ingrosso funzionale ai due settori. Nuove norme, sempre dal 4 maggio, anche per la mobilità delle persone: ad esempio, potrà ripartire l’attività sportiva individuale.

“Mentre si profilano le linee guida nazionali e il quadro complessivo che permetteranno una prima, importante fase di ripartenza dal prossimo 4 maggio- afferma il presidente della Regione, Stefano Bonaccini- viene accolta la nostra proposta, che qui avevamo condiviso con tutte le parti sociali nel Patto per il lavoro regionale, e che come Emilia-Romagna avevamo poi avanzato al Governo, anche a nome delle altre Regioni. Cioè la possibilità di far ripartire anche prima due settori – le filiere a maggior valenza internazionale e le costruzioni, riferite alle opere pubbliche – e di farlo attraverso comunicazioni alle Prefetture. Sia chiaro- prosegue Bonaccini- non siamo in presenza di alcun via libera generalizzato e incondizionato. L’azione di contrasto al contagio prosegue e deve proseguire, ma nel frattempo creiamo le condizioni sicure per ripartire gradualmente, con l’intero sistema socioeconomico regionale che si fa garante del rispetto delle condizioni di sicurezza a tutela di lavoratrici e lavoratori. Certo- conclude il presidente della Regione- siamo di fronte a un passo avanti importante, al quale siamo arrivati facendo gioco di squadra”.

 

Pubblicato in Economia Emilia
Giovedì, 23 Aprile 2020 12:52

L’uomo al lavoro: il tempo in uno “slot”

L’uomo vive da tempo inserito in uno “slot", un connettore tecnologico utilizzato nei computer per contenere una scheda elettronica.

Di Guido Zaccarelli Mirandola 23 aprile 2020 - La parola che corre fluente nelle aziende tra i diversi comparti è “slot” per indicare il tempo che una persona può dedicare all’altra in una conversazione telefonica, o sul luogo di lavoro.

Al mattino il monitor si sveglia mettendo in bella mostra una moltitudine di rettangoli di differenti colori, simili alle celle di un foglio di calcolo, corrispondenti al tempo che una persona ha programmato di dedicare all’altra in una conversazione telefonica, o sul luogo stesso di lavoro. Purtroppo, come spesso accade, la conversazione in atto non esaurisce tutto l’orizzonte che rimane tra: ” il detto e il non detto, tra quello che si voleva, o poteva dire, ma che non è stato detto.”.

Si viene “estratti” dallo “slot” per essere “inseriti” in un altro “slot” dove condividere il tempo con persone anche loro “infilate” in altri “slot”. Viene da pensare che la scrivania sia diventata una vera e propria “scheda madre” di un computer, la cui architettura obblighi l’uomo a comportarsi come una macchina digitale che dialoga con i diversi componenti digitali (persone) che entra ed esce dagli “slot” al pari di una scheda elettronica. Non sarà che il “mondo” abbia addestrato l’uomo a vedere il lavoro come una scheda madre di un computer e il tempo delle persone come una scheda elettronica da inserire al bisogno ed estrarla quando ha esaurito la sua funzione, come una parte di un componente alla catena di montaggio?

La scrivania del computer si chiama “desk-top”, scrivania principale. Nel mondo analogico, quando l’organizzazione del lavoro dipendeva dall’orologio a lancette le persone traevano dalla loro posizione il ritmo per pianificare la giornata di lavoro. Ora i ritmi hanno superato il display dell’orologio digitale e sono scanditi dalle celle colorate che indicano in quale “slot” il lavoratore si deve inserire all’ora x: «mi sono inserito in una conversazione». Questi comportamenti condizionano la vita delle persone che si muovono alla velocita dei bit come un computer, quando deve elaborare una elevata quantità di informazioni in breve tempo.
Cos’è quindi il tempo? Il tempo è uno spazio cosmico che si muove nella dimensione infinita dell'esistenza umana. Intervalli precedenti seguono a ruota istanti successivi che definiscono gli accadimenti vissuti nella sensazione, e nella percezione, del vivere quotidiano. Il tempo nasce con il cosmo, da una pulsione di energia che si è diffusa nel tempo fino a raggiungere la dimensione infinita nel quale l’uomo proietta la sua presenza terrena.

Ogni parola, o azione, è istante zero, ma è immediatamente istante precedente e istante successivo, che trascende. krónos e Kairós sono le due dimensioni temporali, fondamentali, per condensare, o dilatare, nel tempo ogni singolo accadimento in relazione al contesto della vita. krónos è il tempo che assume le sembianze della persona che muove i sui passi sulla linea della vita ben rappresentata dalle lancette dell’orologio. Tutto ciò che appare è misurabile, diventando un punto di riferimento, unico e imprescindibile, per valutarle all’interno di una dimensione singola e prospettica. Kairós rappresenta l’emozione episodica che ha un inizio, un presente e un dopo; è in grado di assegnare un valore all’azione e condiziona l’insorgere dello stato emotigeno che si manifesta nell’istante esperienziale in grado di condizionare l’opportunità e le scelte.

L’uomo nel suo agire quotidiano oscilla tra krónos e Kairós, alla ricerca di uno “slot” in cui trovare la sua vera identità, ma soprattutto deve raggiungere gli obiettivi economici che il potere gli ha ordinato, fatto individualismo”, che si comporta come un attore teatrale che vuole sempre essere il protagonista assoluto della scena, e non semplice comparsa.
Il Covid-19 ha introdotto una variabile imprevista in un paradigma che il tempo ha cercato di proteggere mostrando, in ogni circostanza, l’immagine di una fortezza inespugnabile, al cui interno l’organizzazione funzionava in termini di rapporto, e non di relazione tra le persone: «abbiamo sempre fatto così», è da sempre la frase ricorrente che il potere conferisce ai subalterni per godere del privilegio assunto dalla posizione di controllo.

La tecnologia ha reso evidente quanto la fragilità delle mura che al primo sobbalzo si sono sgretolate dimostrando che le persone anche fuori dagli “slot” sono in grado di manifestare la professionalità e incrementare la produttività. Questo porta a considerare che un sistema rigido “vincola” le persone al fare senza ricevere in cambio il necessario coinvolgimento emotivo fondamentale per governare percorsi di crescita economica e di scambi relazionali.

L’etica e i talenti sono alcune delle virtù principali che l’uomo deve possedere e posto nelle condizioni di essere portati alla luce per raggiungere il bene comune. La critica che viene qui mossa intende riportare l’uomo al valore del tempo e come questo deve essere inteso da chi esercita il controllo. Dobbiamo tutti ricercare la strada per incamminarci verso un nuovo umanesimo, prendendo come riferimento “questo tempo” per iniziare a tracciare il sentiero di un universo capace di colmare lo spazio vuoto che si è creato quando, privato della libertà personale, l’uomo ha compreso il verso senso della vita fuori dallo “slot”.

 

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CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)

 

Domenica, 19 Aprile 2020 09:36

Il futuro? La filosofia entra in azienda.

Ogni interesse della mia ragione si concentra nelle tre domande seguenti:
Che cosa posso sapere? Che cosa devo fare? Che cosa ho diritto di sperare?
Emmanuel Kant

Le imprese sono luoghi di lavoro dinamici dove le persone, e le cose, interagiscono tra di loro allo scopo di trasformare la materia in prodotti di differente natura per soddisfare i bisogni e i desideri provenienti dal mondo economico.

Di Guido Zaccarelli Mirandola 18 aprile 2020 - Sale il livello di necessità e la richiesta da parte delle persone di accedere a nuovi servizi a cui le aziende devono corrispondere con tempestività per non perdere le opportunità offerte dai mercati di riferimento. In un momento storico come questo, dove il Covid-19 ha bloccato le economie di tutto il globo, le aziende stanno mettendo in atto strategie difensive, per tutelare la salute dei dipendenti ed espansive per vincere le sfide operate dai concorrenti presenti nei mercati di riferimento.

Come rispondere a questa emergenza pandemica? Le aziende sono un insieme di micro cosmi produttivi, dove la scienza e la tecnica camminano insieme in sentieri già battuti, e altri ancora da percorrere, tenuti in guida dalla presenza dell’uomo che ne legittima i movimenti all’interno dei confini indicati dal sistema. Ognuna di esse si muove seguendo un proprio stile di vita, che cerca di diffondere attraverso la cultura e il senso etico, per mantenere ben saldo il legame con il proprio territorio e con le persone con le quali ha costruito la fiducia, fatta di incontri, di strette di mano, di parole che risuonano nell’aria in ogni circostanza.

Questo per tutelare il patrimonio costruito nel tempo volto a reggere i cambiamenti repentini che, come il coronavirus, arriva senza preavviso, indebolendo le strutture organizzative fino a raggiungere l’uomo e la sua identità, facendo emergere il vero volto della fragilità, tenuta in ombra dalla luce della quotidianità. L’uomo diventa un luogo di lavoro fertile dove la fragilità dell’anima si trasforma in materia per essere osservata nella sua totalità. Il dialogo assume un ruolo fondamentale per accedere all’esistenza dell’Essere.

La filosofia, che è nata per amare il sapere e nel dialogo trova la sua sede naturale e la sua primordiale identità, che il tempo non è riuscito a scalfire, torna a brillare di luce propria e assumere quella posizione di rilievo nel contesto lavorativo alla ricerca dell’essenzialità umana raggiungile con il colloquio messo in atto con la prassi filosofica. Il mondo digitale sta offrendo in dote alle aziende, e alle persone, una nuova modalità per continuare a lavorare a distanza, delineando possibili scenari di come sarà il lavoro dell’uomo nel futuro, e, come spesso accade, essere smentito dai fatti alla prima circostanza. Sarà come viene ampiamente preannunciato? Non tutto sarà come ci viene detto. Molto andrà nella direzione dettata dal tempo e dalla ricerca scientifica, che forniranno le risposte adeguate per ristabilire l’equilibrio sociale e relazionale sul quale l’uomo ha fondato il suo essere sociale.

Questo è un tempo che deve essere vissuto nella consapevolezza che terminerà, che alcune cose subiranno dei cambiamenti ma che non tutto cambierà, incidendo in termini assoluti sulla vita delle persone. Rimane da affrontare la cura dell’anima, a cui le imprese non possono sottrarsi in un momento importante e fondamentale dell’esistenza umana. La filosofia deve entrare di diritto nelle imprese e iniziare ad assumere un ruolo di riferimento per iniziare un dialogo con le umane virtù, per accompagnare le persone alla ricerca del sé profondo, in un mondo digitale dove l’uomo è ancora il valore assoluto delle nostre aziende.

Il filosofo 4.0 è quella figura in grado di interpretare i segnali del disagio derivato anche dalle nuove tecnologie digitali e grazie alla prassi filosofica, costruire il dialogo che consenta all’altro di setacciare quello che deve rimanere in superficie rispetto a quello che deve sfumare, per concentrarsi sulla Persona e sulla sua esistenza per ritornare ad “essere” sé stesso partendo da nuove prospettive e nuove opportunità. È una necessità universale da cogliere e acconsentire, per superare i rigidi rapporti che vincolano le cose del mondo al quale apparteniamo. È lì che ognuno di noi ritroverà la bellezza del mondo e del suo vivere quotidiano a stretto contatto con gli altri.

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CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)

 

Dalla donazione di farina alle famiglie in difficoltà alle pizze per gli operatori sanitari dell’Ospedale di Cento, la Holding di Renazzo scende in campo a supporto del proprio territorio.

In questi giorni di straordinaria complessità e di enormi sacrifici che coinvolgono l’intera popolazione si moltiplicano i gesti di solidarietà a sostegno della comunità. La famiglia Pivetti, proprietaria da cinque generazioni della storica azienda Molini Pivetti di Renazzo (Fe) specializzata nella produzione di sfarinati, non poteva essere da meno e ha deciso di mobilitarsi di fronte all’emergenza Covid-19 con tre iniziative solidali rivolte al proprio territorio.

Sono stati donati ieri (martedì 14 aprile) alla Protezione Civile di Cento, 140 sacchetti da 1 kg di farina per Pasta Fresca della linea Every Day Molini Pivetti, che verranno distribuiti nei prossimi giorni a cittadini anziani e alle famiglie bisognose del territorio comunale.

La generosità non si ferma qui. Nei giorni precedenti l’azienda ha donato 880 kg di farina, in collaborazione con l’azienda Smurfit Kappa, ai volontari della Croce Rossa di Finale Emilia (Mo) impegnati nella distribuzione di generi alimentari alle famiglie del territorio in difficoltà. Infine, nel giorno di Pasqua, insieme al Ristorante Pizzeria La Pergola di Renazzo, la Molini Pivetti ha regalato a sei reparti dell’Ospedale SS. Annunziata di Cento, 45 pizze destinate al personale sanitario ospedaliero. Un piccolo gesto per ringraziare tutti coloro che quotidianamente lavorano in prima linea nel contrastare il Coronavirus.

Gianluca Pivetti, AD della Molini Pivetti, esprime così il senso di queste iniziative: “La farina è da sempre un bene rifugio in tempi difficili, lo abbiamo visto con l’assalto agli scaffali. In questi giorni che ci vedono tutti sospesi ci sono persone e famiglie più fragili a cui dobbiamo pensare. Per questo abbiamo deciso, grazie allo straordinario lavoro dei volontari di Protezione Civile e Croce Rossa, di agire concretamente donando la nostra farina alle persone più bisognose e fragili. Ci sembra importante dare testimonianza viva della nostra vicinanza alle comunità, coerentemente con l’impegno quotidiano della nostra azienda, da sempre vicina ai bisogni e alle necessità del nostro territorio. Con la farina si possono realizzare diversi prodotti essenziali, dal pane alla pasta, speriamo che questo piccolo gesto aiuti le persone a sentirsi meno sole. Distanti ma vicini, ce la faremo.

La holding, che ha adottato misure di contenimento del virus fra i suoi lavoratori già a inizio marzo, porta avanti quotidianamente il proprio lavoro dando continuità nel rifornimento del cereale e nella distribuzione di farine, nonostante le difficoltà riscontrate a causa di blocchi e dei provvedimenti messi in atto dagli stati confinanti e in Italia.

Mercoledì, 15 Aprile 2020 16:17

Covid19, Autobrennero vicina all’AOU di Modena

Due ecografi donati agli ospedali cittadini.

Ancora solidarietà nei confronti degli ospedali dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena.

Autostrada del Brennero S.p.A. ha donato infatti due ecografi di alta fascia della GE Healthcare con elevate performance, uno per il percorso nascita e uno per la terapia intensiva dell’Ospedale Civile. Le apparecchiature sono state consegnate nei giorni scorsi.

L’ecografo destinato al percorso nascita – ha spiegato il prof. Fabio Facchinetti, Direttore della Struttura Complessa di Ostetricia e Ginecologia – ci consente di potenziare la dotazione diagnostica per le donne in gestazione con sintomi riconducibili al virus oppure già note come infette. Dall’inizio della crisi infatti abbiamo separato tali donne rispetto a tutte le altre, creando un percorso differenziato per cui la disponibilità di un ecografo dedicato si è rivelata utilissima”.

L’ecografo destinato al nostro reparto – ha aggiunto la dottoressa Elisabetta Bertellini, Direttore dell’Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva dell’Ospedale Civile – ci consente di effettuare in tutta sicurezza l’ecografia polmonare, fondamentale accertamento diagnostico e di controllo di evoluzione della malattia, al fine di poter modulare continuamente trattamento terapeutico, nei pazienti con polmonite , talvolta insufficienza multiorgano, da Coronavirus, ricoverati, in condizioni critiche, in Terapia Intensiva".

L’assistenza sanitaria integrativa rappresenta una forma di tutela aggiuntiva a disposizione dei lavoratori e dei cittadini che intendono integrare i servizi messi a disposizione dal Sistema Sanitario Nazionale e accedere, a condizioni agevolate, a prestazioni sanitarie erogate dalle strutture private sia nell’ambito della prevenzione sia della cura di determinate patologie.

L’adesione ai piani di sanità integrativa può rientrare tra i diritti previsti dai CCNL, dagli albi professionali oppure da specifici accordi integrativi stipulati dalle aziende. In questi casi, le prestazioni previste rientrano nel cosiddetto welfare aziendale e sono da considerare tra i benefit offerti dal datore di lavoro ai propri dipendenti. Sono sempre di più le aziende che sottoscrivono accordi di tutela della salute migliorativi rispetto ai fondi previsti dai contratti collettivi di lavoro, considerando l’accesso a prestazioni socio-sanitarie complementari un elemento imprescindibile del benessere della persona.

I possibili ambiti di copertura dell’assistenza sanitaria integrativa sono definiti per legge; tuttavia, ogni forma di assistenza può variare le tipologie di prestazioni offerte. Gli iscritti possono accedere in modo “semplificato” a visite specialistiche e diagnostiche o ad attività riabilitative anche in strutture private e con tempi di attesa ridotti, possono ottenere tariffe agevolate o un rimborso (totale o parziale) del costo sostenuto, possono avere diritto ad una diaria in caso di ricovero, oppure possono ricevere il rimborso dei ticket sanitari per sé e per i propri familiari. A fronte di questa variabilità, è importante controllare le prestazioni effettivamente garantite e le condizioni di erogazione offerte dal piano sanitario integrativo aziendale prima di accedere al servizio.

L’emergenza Covid-19 ha spinto le aziende ad una verifica delle coperture previste dai fondi di sanità integrativa per questa specifica patologia. Molte di loro, soprattutto le imprese che hanno lavoratori direttamente impegnati in prima linea come accade per gli operatori delle pulizie, gli OSS, i manutentori degli impianti, i barellieri, le guardie giurate e il personale di sicurezza che erogano il servizio negli ospedali e nelle strutture sanitarie, hanno sottoscritto polizze assicurative ad hoc per offrire una tutela specifica in caso di ricovero a causa del coronavirus.

Il caso Coopservice
Coopservice ha stipulato la polizza assicurativa #AndràTuttoBene di Unisalute per tutti gli oltre 16.000 dipendenti, compreso gli OSS che essendo considerati affini agli operatori della sanità sono spesso esclusi da questo genere di coperture ma che Coopservice ha voluto fortemente includere. Un segno importante e tangiibile di attenzione alla salute dei propri dipendenti chiamati a svolgere un ruolo essenziale nella gestione della crisi sanitaria che sta vivendo il nostro Paese.

Le coperture previste sono finalizzate ad assistere il dipendente nell’iter di cura da infezione Covid-19 (con una diaria giornaliera di ricovero e un rimborso a seguito di dimissioni) e supportarlo nel percorso di recupero post-ricovero attraverso un’assistenza infermieristica specializzata domiciliare, il trasporto in ambulanza dall’ospedale al domicilio e la prenotazione di prestazioni sanitarie nella forma di assistenza diretta nelle strutture sanitarie convenzionate.

(Di Coopservice 1 Aprile 2020)

Villa Pineta (MO) in prima linea nell’emergenza Coronavirus: aperto un reparto dedicato per curare i pazienti COVID

Nel divenire dell’emergenza l’Ospedale Privato Accreditato Villa Pineta (MO) ha destinato un reparto della propria struttura di Pavullo ai pazienti positivi al COVID19, contribuendo attraverso l’impegno degli operatori sanitari nella lotta al Coronavirus, al fianco del Sistema Sanitario Regionale e dell’ASL di Modena.
Il reparto COVID19 di Villa Pineta ospita ad oggi pazienti provenienti dagli Ospedali di Sassuolo e Pavullo, inviati dall’ASL di Modena e pazienti di Villa Pineta stessa che sono risultati positivi al virus nelle ultime settimane.

I malati COVID, per la maggior parte anziani con comorbilità importanti, versano ad oggi, nella maggioranza dei casi, in condizioni non critiche.
Il numero dei pazienti potrebbe aumentare ulteriormente nei prossimi giorni. Nel frattempo, a titolo precauzionale, tutto il personale (sanitario, socio-sanitario, amministrativo) di Villa Pineta si è sottoposto a prelievi sierologici, sempre in collaborazione con il Distretto di Pavullo.
Abbiamo programmato, in sintonia con il Distretto di Pavullo e la medicina Territoriale, l’esecuzione di tamponi agli ospiti sintomatici e in questi giorni stiamo concludendo lo screening nei confronti di tutti i ricoverati in CRA.

In ambito CRA abbiamo valutato più volte al giorno, 7 giorni su 7, l’insorgenza di febbre (dai 37°C) e di altri sintomi quali astenia, vomito, diarrea, desaturazione ossiemoglobinica, richiedendo immediatamente esami ematici e radiografie toraciche In attesa dell’esecuzione dei tamponi. Abbiamo altresì intrapreso le adeguate terapie come da linee guida aziendali eseguendo a breve termine ulteriori controlli ematici e strumentali. 

Abbiamo consolidato la collaborazione con il Sistema Sanitario regionale con attività di tutoring da parte dei fisioterapisti della riabilitazione di Villa Pineta verso fisioterapisti di altre strutture sanitarie del modenese. Il focus riguarda il percorso di svezzamento dal ventilatore polmonare, aspetto cruciale della riabilitazione respiratoria (in particolar modo in questa fase dei pazienti COVID) in cui Villa Pineta da sempre eccelle.

L’Emilia-Romagna continua ad essere tra le regioni più colpite dall’emergenza sanitaria e Villa Pineta, recentemente acquisita dal gruppo KOS - Santo Stefano Riabilitazione, sta facendo fronte comune con il SSR per l’emergenza Coronavirus rendendosi disponibile alla riabilitazione dei pazienti Covid rispondendo al contempo alle esigenze riabilitative dei pazienti ordinari no Covid.

 

La donazione, frutto dell’attivazione di un network internazionale Italia-Cina, comprendeva anche 200mila mascherine chirurgiche consegnate nei giorni scorsi.

A distanza di alcuni giorni dalla consegna delle 200mila mascherine chirurgiche, sono arrivati ieri anche i 70 dispositivi medici provenienti dalla Cina facenti parte della donazione che Xiaomi Foundation e Xiaomi Technologies hanno voluto fare all’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia per supportarla nella fase di emergenza epidemica.

La donazione era nata grazie all'appello personale di Marco Bizzarri, Presidente e CEO di Gucci, che ha coinvolto le due realtà cinesi per sostenere il sistema sanitario reggiano.

I dispositivi medici sono utili per il supporto respiratorio ai pazienti più gravi e consistono in 20 ventilatori polmonari, 20 pompe per infusione, 20 ossimetri a impulsi, 10 monitor portatili.

Ad accompagnarli erano frasi di amicizia e incoraggiamento tratte dai classici latini e italiani incollate sulle casse di imballaggio.

Il Direttore generale Fausto Nicolini dichiara “Rinnovo i ringraziamenti a Xiaomi Foundation e Xiaomi Technologies per questa donazione ai nostri ospedali e sono grato a Marco Bizzarri, cittadino reggiano da sempre affezionato al suo territorio che, oltre ad aver fatto una cospicua donazione personale, ha voluto coinvolgere il proprio network internazionale per aiutarci nuovamente”.

L’Azienda USL IRCCS di Reggio Emilia desidera, inoltre, rinnovare il ringraziamento al Professor Ernesto Caffo e a Mr Haisong Tang per i loro fattivi contributi.

L’operazione è stata possibile anche grazie all'applicazione della direttiva dell'Agenzia delle Dogane che sin dall'inizio dell'epidemia offre la possibilità di far entrare nel nostro Paese, gratuitamente e da qualsiasi parte del mondo, le merci donate a sostegno dell’assistenza sanitaria Covid-19.