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Un mondo sempre più interconnesso offre il fianco a sempre maggiori rischi di cyber attacchi. Secondo la relazione dei servizi nel corso del 2018 le aggressioni cibernetiche sono quintuplicate

di Lamberto Colla Parma 3 marzo 2019 -

Erano i primi giorni di novembre 2017 quando mezza europa andò in "Down". Il più grande server europeo "OVH", ufficialmente a causa di una serie di guasti in contemporanea ma non in relazioni tra essi, andò in crisi spegnendo milioni di siti, anche molto importanti, e caselle mail in tutto il mondo, Italia compresa. Il nostro giornale venne risparmiato ma non altrettanto bene andò la scorsa settimana quando un attacco hacker prese di mira Host.it (probabilmente il più grande host nazionale) e questa volta mettendo in crisi anche la nostra testata per diversi giorni.

Non passa giorno che la Polizia Postale non metta un avviso di porre attenzione a certi inviti commerciali di assoluta convenienza che invece nascondono frodi telematiche, dai furti di identità a ricatti telematici.

Ma la sicurezza nazionale, internazionale e la democrazia, quella con la "D" maiuscola e non ovviamente quella a stelle e strisce "esportata" dai "Bush", sono e saranno sempre più sottoposti a attacchi di qualsiasi natura: terrorismo, furti e brevetti industriali e tecnologici.

Insomma quello che pareva essere la soluzione di tutti i nostri problemi, che avrebbe messo in sicurezza i nostri più reconditi segreti, l'elettronica che nella declinazione "domotica" avrebbe consentito di accendere il forno di casa mentre stiamo ancora rientrando in treno, piuttosto che agevolare i contatti con il resto del mondo senza dover lasciare il salotto di casa, si sta rivelando molto più vulnerabile dell'immaginazione.

Ormai la sfida tra le super potenze si confrontano, oltre che sul nucleare, anche sulle telecomunicazioni, i veri contenitori dei dati di tutto il mondo e si sa, l'informazione è potere.

Se si analizzano nello specifico i campi d'azione dell'intelligence, secondo il rapporto presentato lo scorso 28 febbraio, in relazione alla minaccia cyber, lo sforzo più significativo posto in essere, "ha riguardato il contrasto di campagne di spionaggio digitale, gran parte delle quali verosimilmente riconducibili a gruppi ostili strutturati, contigui ad apparati governativi o che da questi ultimi hanno ricevuto linee di indirizzo strategico e supporto finanziario".
Gli attacchi, spiega ancora il documento "hanno mirato, da un lato, a sottrarre informazioni relative ai principali dossier di sicurezza internazionale, e, dall'altro, a danneggiare i sistemi informatici di operatori, anche nazionali, attivi nello Oil&Gas, nonché quelli di esponenti del mondo accademico italiano, nell'ambito di una campagna globale mirante a profilare settori d'eccellenza di università e centri di ricerca". E "benché marginali in termini numerici (12%), le finalità di spionaggio hanno fatto registrare un considerevole aumento, specie in danno di assetti istituzionali ed industriali".

Benché il cyberterrorismo jhiadista sia limitato al 5% , con la sconfitta sul campo dell'ISIS i tanti foreign fighters (138 sono italiani) potrebbero trovare nuove occasioni d'aggressione attraverso la rete, sia per riorganizzarsi ma anche per sferrare attacchi ben più cruenti a istituzioni, imprese e impianti tecnologici, anche d'avanguardia.

La Cattura in Canada, su ordine degli USA, della vicepresidente di Huawei e figlia del fondatore del colosso delle telecomunicazioni cinesi, altro non è che la punta dell'iceberg della guerra che si sta consumando sull'alta velocità e la rete 5G di cui i cinesi sono all'avanguardia anche nella "colonizzazione territoriale mondiale".

I fronti di conflitto si moltiplicano e nel frattempo le economie sono tutte in declino, prossie alla recessione.

(Video intervento Presidente Conte e Direttore DIS Vecchione - https://youtu.be/WOsKkxUR6OA  ) Roma, 28/02/2019 - Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ed il Direttore Generale del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS), Gennaro Vecchione, intervengono alla presentazione pubblica della "Relazione sulla politica dell'informazione per la sicurezza".

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Domenica, 24 Febbraio 2019 05:46

Con il cerino in mano e pochi spazi di manovra.

Lo spettro della recessione si fa sempre più concreto anche in forza dell'indebolimento di tutta l'area economica europea e dei mutati scenari globali.

di Lamberto Colla Parma 24 febbraio 2019 -

Ormai è consolidato. Tutta l'area "euro" verrà investita da una nuova ondata di crisi che non risparmierà nemmeno gli USA e la Cina sta già mostrando segnali di indebolimento.

Per certi versi sembra di tornare indietro all'incubo del 2008 con una sostanziale e assai preoccupante differenza: la solidarietà internazionale che a 11 anni di distanza non v'è più!

Da un lato dell'oceano la politica economica di Trump alla sfida del mondo intero, dall'altra parte una (Dis)Unione Europea alla vigilia del rinnovo delle cariche, sempre più spaccata tra populisti e sovranisti, in preda agli spasmi di una Brexit più complicata del previsto da realizzarsi e una polarizzazione sociale che ha già manifestato i suoi primi effetti: democratici con la consegna della guida statale ai giallo verdi in Italia e molto meno tolleranti con la sfida, che settimanalmente si rinnova, da ormai 4 mesi, dei "Gilet Gialli" alla politica economica e sociale di Emmanuel Macron e della UE.

In uno scenario di così bassa cooperazione internazionale la nuova crisi che avanza potrebbe avere risultati ancor più catastrofici di quella del 2008 che in Italia non è ancora stata digerita.

L'Italia, infatti, ha cominciato solo nel 2014-2015 a rialzarsi dalla batosta dei mutui Subprime, l'origine di tutti i mali del 2008, molto più tardi rispetto le altre nazioni occidentali e dell'UE, e per di più con una reazione molto più debole non avendo, i Governi tecnici e "Dem", optato per alcuna azione di contrasto salvo adottare una politica difensiva tutta basata sull'Austerity e sugli effetti benefici di riflesso dalla politica finanziaria di Mario Draghi (Quantitative Easing QE), scaduta proprio quest'anno, e favoriti da una congiuntura economica molto positiva che aveva visto il prezzo del petrolio e dell'energia ai minimi storici (anche sotti i 45$/bar per il WTI).

Ebbene, in uno scenario così positivo l'Italia dei Governi Monti, Letta, Renzi & C. è stata capace solo di traguardare di poco l'1% del PIL contro il 3% bene o male ottenuto dagli altri Paesi con i quali dobbiamo confrontarci nell'olimpo dell'economia mondiale.

Era perciò inevitabile che, al primo soffio di crisi, la recessione si sarebbe ripresentata ancora una volta alla porta. A maggior ragione, e bussando con insistenza, se a essere colpiti sono anche Germania (il cui indice di fiducia del comparto industriale è crollato al 50%), gli stessi Stati Uniti (prevista una recessione entro due anni) e con la spada di Damocle derivante dagli effetti della Brexit.

In un quadro economico e sociale così "astratto" e di difficile interpretazione, le opposizioni, quelle stesse forze politiche che in 10 anni non sono state in grado di ottenere un punto percentuale meritato di PIL, imputano al Governo Lega-M5S, la responsabilità di una probabile recessione che, almeno a livello temporale, non può essere a loro assegnata.

Un becco di ferro impressionante a dimostrazione di un tasso di reputazione tendente al segno "meno".

Un atteggiamento che favorisce solo gli avvoltoi che stanno svolazzando sull'europa e che in Italia hanno già banchettato abbastanza ma pronti a fare un altro giretto in mensa.

Quindi loro, i puri "dem", sono gli artefici di una ripresa molto tardiva, molto limitata negli effetti e soprattutto responsabili della mancata messa in sicurezza del Paese, contribuendo a offrire il fianco a una nuova crisi e al peggior incubo recessivo..

Ebbene, da costoro meglio stare lontani per sempre. Meglio lasciarsi guidare da degli incapaci di buona volontà che presto o tardi ci azzeccheranno piuttosto che da dei "killer seriali" dell'economia, come lo sono stati i loro predecessori

Purtroppo ora il cerino acceso è rimasto in mano ai giallo verdi e a noi l'onere di bruciarci le dita.

Ricordiamoci che quel poco di buono che si è realizzato in questi ultimi anni lo si deve prevalentemente alla caparbietà e coraggio dei nostri piccoli e medi imprenditori e ai sacrifici dei loro collaboratori.

Costoro sono stati i veri eroi di questa "guerra mondiale" combattuta a tavolino con generali dai colletti bianchi ma con morti, tantissimi, veri e spesso suicidi.

Meditate, gente, meditate!

 

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Dalla Conferenza Unificata 40 milioni di euro sull'associazionismo comunale. Dalla UE 1,5 miliardi di risorse per le aree interne. Dichiarazione di MAURO BIGI, Sindaco di Vezzano sul Crostolo, coordinatore Piccoli Comuni ANCI Emilia-Romagna

Mauro BIGI, Sindaco di Vezzano sul Crostolo (RE) e coordinatore Piccoli Comuni ANCI Emilia-Romagna, commenta la decisione della Conferenza Unificata di dedicare 40 milioni di euro all'associazionismo comunale per il 2019, e lo stanziamento UE di 1.5 miliardi di risorse sul settennato 2021-2027 per le aree interne in difficoltà.

"Questa scelta dell'Europa di non abbandonare al loro destino le aree interne dei nostri paesi, ma di valorizzarne le peculiarità, ha un valore strategico. Non tanto e solo per le ingenti risorse allocate, che porteranno linfa vitale a questi territori, ma proprio come segnale di attenzione verso le comunità che qui vivono. Sul nostro territorio sono 4 le aree interne pilota scelte all'interno del piano nazionale, ma confidiamo che tali risorse possano abbracciare l'intero territorio regionale".
"Valutiamo molto positivamente in tal senso gli stanziamenti nazionali per l'associazionismo, per rendere i comuni, per lo più piccoli in queste aree, attraverso le Unioni, soggetti efficienti ed efficaci di tale valorizzazione e promozione".

In allegato il comunicato stampa di ANCI nazionale

 

Domenica, 17 Febbraio 2019 05:54

Sanremo, dove son finite le canzonette?

Vero che di Sanremo bisogna trovare delle occasioni eclatanti per parlarne, ma stritolarlo tra trappismo, razzismo e satanismo, mi sembra che quest'anno si sia esagerato sull'uso strumentale del cattivo gusto.

di Lamberto Colla Parma 17 febbraio 2019 -

Cosa accadrà quest'anno a Sanremo? E' la domanda che ormai sorge spontanea alla vigilia del festival della Canzone Italiana. Quell'appuntamento annuale che, tra critiche, polemiche e episodi eclatanti, catalizza l'attenzione sul tubo catodico mediamente di 10 milioni di telespettatori, numero sotto il quale l'evento viene archiviato come un "FLOP".

Proprio per la gran capacità attrattiva, il palcoscenico dell'Ariston e del Casinò prima, è stato frequentemente sfruttato per portare alla ribalta i problemi sociali più rilevanti e, non è stato infrequente, il sospetto che qualche "fuori programma" fosse stato costruito a tavolino per riaccendere i riflettori di una manifestazione che "non può e non deve fallire".

E così, l'edizione del 1995, rimase impressa nella memoria di tutti noi per il gesto di "coraggio" del Pippo nazionale, lanciato dal palcoscenico verso la balaustra della galleria, per abbracciare e quindi salvare un telespettatore, per la cronaca un certo Piero Pagano, che tentò il suicidio in diretta.

Pippo Baudo e la RAI hanno sempre negato che l'episodio fosse stato costruito a tavolino, fatto sta che l'edizione numero 50 verrà ricordata per questo "fuori programma" piuttosto che per Giorgia che con il brano "Come Vorrei" vinse sia il festival che il premio della critica e altri due riconoscimenti (Premio Radio/TV e premio autori), mentre nei giovani trionfarono i Neri per Caso con "le ragazze".
Un'edizione che vide anche il caso di Lorella Cuccarini, chiamata a ripetere l'esibizione per un black-out che aveva coinvolto diverse regioni. Di riffa e di raffa, l'edizione del tentato suicidio diventò la seconda più vista (66,5% di share) e la finale raggiunse il 75,2% risultando la quarta più seguita.

Insomma, gli "aiutini " al festival sono sempre stati tollerati e anch'essi sono diventati parte integrante dello spettacolo tant'è che il "fuori programma" è diventato un appuntamento atteso.

Nell'edizione n° 69, II dell'era Baglioni, invece la sorpresa è stata la "rigidità e la goffaggine" di due talenti comici e maestri dell'improvvisazione come Virginia Raffaele e Claudio Bisio, rinchiusi nella rigidità imposta dagli autori, e soprattutto dalla massa di polemiche che hanno coinvolto i partiti di maggioranza, di opposizione e persino la Chiesa.

La proclamazione del vincitore, Mahmood, portato alle stelle dalle giurie di qualità sconfessando il giudizio popolare che aveva scelto Ultimo con oltre il 46% di voti (il vincitore solo il 14%, un tasso ben inferiore anche alle preferenze dei terzi classificati "Il Volo") è stata presa come un "dispetto" a Salvini mentre uno sketch della bella e brava Virginia Raffaele è stato interpretato come l'evocazione di Satana e da alcuni rappresentanti della Chiesa è stato chiesto alla stessa di scusarsi. Infine, ma non da ultimo, sin dalla sua prima esibizione, il trapper Achille Lauro venne accusato di promuovere l'ecstasy e le turbo droghe attraverso il suo tormentone "Rolls Royce" .

ROLLS-ROYCE-2-turbodroghe-ecstasy.jpgA una settimana di distanza Sanremo fa ancora parlare prendendo ampi spazi dei media convenzionali ma soprattutto del web, il vero obiettivo commerciale del festival n° 69. Quel web in cui i padroni sono i trapper (cantanti new dark che evolvono dal Rap e dall'Hip Hop estremizzando i contenuti e inneggiando al sesso estremo e al piacere degli effetti delle droghe. Trapper sono anche chiamati, negli USA, i "cavallini" della droga.).

Insomma, pur di fare ascolti e conquistare un mercato "giovanissimo" ma discutibile, Sanremo si è spinto quasi alle soglie del Dark Web, mortificando il Buongusto, e sdoganando un genere musicale (trap) ben poco educativo soprattutto perché apprezzatissimo dai giovanissimi, come la tragedia di Corinaldo di dicembre scorso ha insegnato e prepotentemente portato alla ribalta delle cronache.

Al di là delle "coincidenze" evidenziate da "Striscia la Notizia", la manifestazione canora nazionale per eccellenza, a mio parere, è stato il Festival del Cattivo Gusto e la gran massa di pareri favorevoli pervenuti dai critici esperti non fa che confermare la discutibile qualità della categoria degli opinionisti.

Il peccato originale: la scelta dei cantanti e di un genere musicale, trap, troppo rappresentato.

Discutibili infine gli interventi della politica e della Chiesa. Quest'ultima, nel sottolineare che da Sanremo si è invocato Satana, attraverso l'esorcista Don Antonio Mattatelli ha colto l'occasione per dichiarare "Noi cattolici ci sentiamo sotto attacco. Si rispettano tutti tranne i cattolici. Si rispetta la sensibilità di tutti tranne che la nostra. C'è bullismo nei nostri confronti. Per troppo tempo anche noi siamo stati un po' in pantofole. Dobbiamo riprendere a combattere. Ci deridono, ci attaccano, ci umiliano. Ci considerano una sottospecie."

Sanremo si è quindi confermato il Festival dello share ma tomba del buongusto.

 

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Editoriale: -Il termometro del dolore. - Lattiero caseari. Stabilità diffusa - Cereali e dintorni. Mercati sulle montagne russe -Bonifica Parmense, riqualificato l'impianto di Casino a Colorno - Agugiaro & Figna presenta la nuova linea retail -Il post piena di Enza e Secchia causa danni ingenti - Listeria nella Gorgonzola dolce -

1.1 editoriale
Il termometro del dolore.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Stabilità diffusa.
2.1 Bis lattiero caseario. Stabilità diffusa. Grafici tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati sulle montagne russe.
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni - tendenze
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in leggero rialzo.
7.1 bonifica parma Bonifica Parmense, riqualificato l'impianto di Casino a Colorno
7.2 Maltempo e fiumi Il post piena di Enza e Secchia causa danni ingenti
8.1 bonifica e difesa idraulica Sifone del torrente Recchio, intervento strutturale della Bonifica Parmense
8.2 farine e retail - novità Agugiaro & Figna presenta la nuova linea retail
9.1 eventi wino Pesaro Wine Festival 2019 - un evento di vignaioli e di persone
10.1 sicurezza alimentare Listeria nella Gorgonzola dolce
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners

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Editoriale: -Blocco navale e ordine di sparare. Andreotti e Prodi applauditi... -Lattiero caseari. Grana Padano e Parmigiano Reggiano si prendono una pausa - Cereali e dintorni. Prezzi in flessione negativa - Polonia, inchiesta giornalistica svela possibile scandalo della carne - Torrente Enza: presentazione a Vetto della tabella di marcia - Lactalis-Parmalat-Galbani, la preoccupazione dei sindacati.-

SOMMARIO Anno 18 - n° 05 03 febbraio 2019
1.1 editoriale
Blocco navale e ordine di sparare. Andreotti e Prodi applauditi...
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Grana Padano e Parmigiano Reggiano si prendono una pausa
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. Grana Padano e Parmigiano Reggiano grafici tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Prezzi in flessione negativa
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni - tendenze
6.1 bonifica parma Corsetto, riqualificato l'impianto a servizio di un territorio di 700 ettari
6.2 scandalo carne polacca? Polonia, inchiesta giornalistica svela possibile scandalo della carne
7.1 bonifica e difesa idraulica Bonifica Parmense, impianti in funzione e maestranze a lavoro
7.2 formaggi DOP ONAF – Un movimento che cresce e porta alto un patrimonio italiano
8.1 ambiente Torrente Enza: presentazione a Vetto della tabella di marcia.
8.2 caseifici aperti 13 e 14 aprile Caseifici Aperti: un week-end alla scoperta del Parmigiano Reggiano DOP
9.1 ceta e export CETA e la Guerra dei Dazi. Claudio Guidetti, Mulino Formaggi srl, a Presa Diretta al minuto 38 circa.
10.1 parmalat Lactalis-Parmalat-Galbani, la preoccupazione dei sindacati.
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners

 

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Blocco navale e ordine di sparare vennero ottimamente accolti da tutti, opinione pubblica compresa, quando nel 1991 e nel 1997 si dovette affrontare l'ondata migratoria albanese. Da rabbrividire i commenti riportati dai quotidiani dell'epoca

Di Lamberto Colla

 

Nei giorni della disputa sulla nave Sea Watch 3 battente bandiera olandese con 47 ospiti africani all'ancora davanti a Siracusa e un patetico barchino con tre deputati che hanno sfidato le intemperie per vedere di persona i migranti, è riesumata la questione della nave Diciotti e la richiesta di giudicare il Ministro dell'Interno, Matteo Savini.

Tutta la politica italiana di quest'inizio d'anno sembra imperniata solo su questa vicenda. L'opposizione sembra una classe di catechisti, limpidi e puri che, invece di contribuire a trovare una soluzione per i migranti e per il rispetto dei nostri confini e soprattutto dei nostri diritti, non trovano altro da fare che buttare benzina sul fuoco e cercare di incenerire Salvini.

Ovviamente tutte le testate giornalistiche sono al seguito di questa ennesima ondata di moralizzazione.

Ben diversa era stato invece il comportamento negli anni della fase migratoria albanese (1991 Governo Andreotti e 1997 Governo Prodi).

Un'esodo suddiviso in tre fasi principali, la prima nel marzo del 1991 alla quale ne seguì una seconda ondata nell'agosto del medesimo anno e infine una terza avvenne nel 1997.

Addirittura all'epoca si arrivò a disporre il blocco navale con l'ordine di sparare pur di non far attraccare le navi dei disperati alle nostre coste. Ancora è stampata nella memoria quella nave (Vlora) carica a livello nemmeno immaginabile, pare fossero 12.000 (forse 20.000) persone, che intercettata nel tentativo di approdare a Brindisi riuscì invece a attraccare a Bari l'8 agosto 1991 (Governo Andreotti).

A questi 12.000 non venne concesso di scendere salvo poi accatastarli per 8 giorni all'interno dello stadio, da dove in molti tentarono di fuggire. Imbrogliati con la promessa di poter tornare e essere ridistribuiti in varie città italiane, alla fine vennero rispediti in Albania.

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Corvetta Sibilla - Marina Militare Italiana - 1997

E che dire dell'incidente marittimo accaduto, nella giornata del venerdi santo (28 marzo) del 1997 (Governo Prodi e Ministro dell'Interno Giorgio Napolitano), che vide coinvolto un nostro pattugliatore, la corvetta Sibilla, e la Katër i Radës con il suo carico di 120 disperati. Uno scontro che portò all'affondamento della nave albanese a seguito del quale morirono 81 persone.

Ebbene all'epoca nessun magistrato pensò di mandare sotto processo Napolitano o Prodi o Andreotti, la Corte di Giustizia di Bruxelles non venne chiamata in causa e le organizzazioni umanitarie internazionali non batterono ciglio. Anzi a rileggere le cronache del tempo vien da rabbrividire.

"Non possiamo accoglierli tutti," "Fuori tutti e subito, sono clandestini", sono alcuni titoli che apparivano in prima pagina e all'interno degli articoli si riferiva di riunioni tra amministratori locali, preoccupati per la stagione balneare, che mettevano sullo stesso piano i profughi con le mucillaggini e le calamità naturali:

"[...] Ieri i sindaci delle aree turistiche lo hanno ricordato in una riunione in prefettura. C'è il proposito di chiedere lo stato di «calamità naturale». I danni provocati dagli albanesi — sostengono — vanno considerati come la siccità o la mucillagine in Romagna.
Corriere della Sera, 18 giugno 1991"

E ancora, "È necessario – afferma la Boniver (ministro dell'Immigrazione, ndr) – impedire ogni tentativo illegale di ingresso in territorio italiano: per questo a nessun albanese sarà permesso di scendere dalle navi
Corriere della Sera, 14 giugno 1991"

Una posizione di intransigenza adottata sin dal 1990 sulla base della legge Martelli di quello stesso anno che distingueva nettamente tra rifugiati politici e semplici migranti "economici"

Ebbene che c'è di nuovo e di diverso dalla posizione presa dal governo giallo verde? Rispetto a quasi 30 anni fa non c'è blocco navale e nemmeno l'ordine di sparare. Forse è questo il motivo per il quale è richiesto a Salvini di presentarsi in Tribunale?

Così procedendo non ce ne usciremo vivi da questa crisi, economica ma sopratutto morale e intellettuale.

Vergogna!

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Video: https://www.youtube.com/watch?v=1HldIdHX7_o&feature=youtu.be 

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Mercoledì, 30 Gennaio 2019 09:04

Polonia, possibile scandalo della carne?

Animali malati in un mattatoio polacco. Una squadra di giornalisti polacchi ha pubblicato le foto di un macello che potrebbe causare un nuovo scandalo della "carne" in tutta Europa. Le mucche malate verrebbero segretamente macellate e dichiarate in salute

Un nuovo scandalo "a base di carne" potrebbe coinvolgere l'intera Europa: in Polonia un giornalista investigativo sotto copertura della rivista "Superwizjer" ha fotografato diverse mucche malate in un macello polacco. Le immagini messe in onda dal canale polacco TVN24, mostrano il bestiame, che non si mantiene sulle proprie zampe poco prima di essere appeso ad un verricello del mattatoio.

Presumibilmente gli animali in questione sarebbero stati macellati segretamente e preparati per la vendita. La macellazione di animali malati e pompati da farmaci accadrebbe senza supervisione veterinaria secondo la stampa.

Senza ulteriori indagini, la carne viene timbrata come pronta per il consumo e confezionata secondo quanto rilevato dal giornalista d'inchiesta. Secondo "Superwizjer" i lavoratori sezionerebbero il bestiame, rimuoverebbero tumori e malattie dalla carne e quindi le mischierebbero e imballerebbero con quelli sani.

Secondo l'inchiesta, queste macellazioni segrete sarebbero fatte regolarmente. Il veterinario competente aveva appena firmato i documenti necessari il mattino successivo in modo che la carne potesse essere rivenduta, sostiene l'informatore. Come scrive Euronews, gli animali malati rappresentano un doppio onere finanziario per gli agricoltori. Ufficialmente, non sono in vendita e devono essere prima smaltiti a proprie spese. Secondo la ricerca, in Polonia ci sono fino a 300 commercianti che commercerebbero animali malati ai macelli. Nel gusto, la carne malata si differenzia difficilmente da quella proveniente da bestiame sano. Il quotidiano britannico Guardian cita esperti che temono danni alla salute per i consumatori.

Il governo polacco è stato informato degli incidenti. Se ci fossero indicazioni che la carne avesse lasciato la Polonia, ciò potrebbe portare a avvertenze di sicurezza a livello UE.

Se la carne bovina colpita risultasse esportata dalla Polonia, questo paese dovrebbe informare gli altri stati interessati attraverso il sistema di allarme rapido RASFF, ricorda Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", che evidenzia come al momento non vi sia alcuna allerta in tal senso.

 

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(29 gennaio 2019)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Editoriale: -Aquisgrana, come ti dissolvo l'UE in un minuto. -Lattiero caseari. Burro sempre stabile. - Cereali e dintorni. Mercati in stallo. - Un Reggiano al vertice CGIL - Pomodoro da Industria, Rancan e Rainieri chiedono l'aumento del prezzo della materia prima -

SOMMARIO Anno 18 - n° 04 27 gennaio 2019

1.1 editoriale
Aquisgrana, come ti dissolvo l'UE in un minuto. Splendidi alleati (6)
2.1 lattiero caseario Lattiero caseari. Burro sempre stabile.
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. Burro sempre stabile. - Grafici di Tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati protetti e in rialzo.
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. GRAFICI di TENDENZA
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in stallo.
7.1 sindacato lavoratori Un Reggiano al vertice CGIL
7.2 bonifica Amministrazioni e Consorzio insieme per la lotta al dissesto idrogeologico
8.1 Vino e estro GIANLUCA – il vino, il suo estro, la sua anima clandestina
9.1 pomodoro Pomodoro da Industria, Rancan e Rainieri chiedono l'aumento del prezzo della materia prima
9.2 destinazione turistica Emilia l'Emilia in un Touch Wall
10.1 bacini idrici - Enza Fabbisogni idrici nell'area dell'Enza.
11.1promozioni "vino" e partners
12.1 promozioni "birra" e partners

 

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Macron e Merkel in preda a deliri collettivi di onnipotenza, e mentre uno è sotto assedio dai Gilet Gialli e l'altra è prossima alla pensione, e a soli 4 mesi dalle elezioni europee, firmano un accordo bilaterale dai contenuti pericolosissimi per la stabilità dell'UE. Un chiarissimo attacco all'Italia che non dovrà rimanere inascoltato come già accadde troppe volte in passato recente, come gli sconfinamenti di Bardonecchia ad esempio e non solo.

di Lamberto Colla Parma 27 gennaio 2019 -

Ben più di un atto ostile nei confronti dell'Italia e dell'Europa stessa. L'accordo bilaterale tra Parigi e Berlino, sottoscritto a Aquisgrana lo scorso 22 gennaio, può quasi considerarsi una dichiarazione di guerra. Dell'arroganza franco-tedesca avevamo già notizie da tempo e che il confine di Bardonecchia per i transalpini non fosse un problema già lo avevamo recepito e fatto finta di non vedere per lungo tempo per non inasprire i rapporti già tesi tra Roma e Parigi, ma ora sono stati superati tutti gli ostacoli etici e di convivenza comune.

Un patto tra due nazioni appartenenti alla medesima federazione che, oltre a privilegiare scambi commerciali, cosa già deplorevole, si impegnano a creare un esercito franco-tedesco allo scopo di una "difesa reciproca con tutti i mezzi" è veramente una cosa pazzesca.

Nel momento più critico della storia dell'Unione Europea, invece di preoccuparsi di moderare i toni e proporre un progetto di riallineamento collettivo, viene creato un blocco militare omogeneo nel centro del continente.

Una sfida che non potrà restare inascoltata e porterà conseguenze molto pericolose, anche in ambito di politica extra europea, con la pretesa della Germania di essere inclusa, con l'ausilio di Macron, nel Consiglio di Sicurezza permanente dell'ONU (non concesso alle Nazioni che persero la seconda guerra mondiale) con diritto quindi di "veto".

Le conseguenze di un siffatto accordo per l'Italia sono state immediate.

Guarda caso è scoppiato nuovamente il caso Fincantieri - STX. Nove mesi dopo la firma, l'accordo è tornato in discussione. Comprensibile che possa essere un ostacolo alla collaborazione militare franco tedesca posto che gli ex cantieri STX appartengono a quell'industria bellica che oggi dovrebbe essere sotto il controllo esclusivo di Parigi e Berlino.

Un altro segnale che nel mirino della nuova alleanza, sostenuta dai vetero euroinomani di Bruxelles (presenti al rito di Aquisgrana) ormai prossimi a fare armi e bagagli e tornarsene ai loro villaggi, c'è proprio l'Italia.

Insomma i francesi non sono poi così limpidi nelle loro operazioni, sono invece irreprensibili quando devono chiedere agli altri la corretta applicazione delle regole. Da Moscovici ministro delle finanze gran splafonatore, a Bollorè, il patron di Vivendi che ha tentato una scalata a Mediaset fuori da ogni accordo già sottoscritto, per arrivare appunto al caso dei cantieri navali STX.

... e dell'intervento armato in Libia in compagnia degli inglesi senza il consenso dell'ONU, arrivato poi a cose fatte, cosa ne diciamo?

Diciamo che siamo stufi di questi meschini e "balordi" Uemanoidi.
Costoro che ne fanno più di Bertoldo e poi accusano di razzismo, fascismo e incitazione all'odio i nostri rappresentanti di Governo proprio mentre loro stanno sottoscrivendo un trattato militare bilaterale, grave dal punto di vista formale e gravissimo dal punto di vista politico per una tenuta della tanto decantata Europa. Sì, quell'Europa che è brava con "loro" e rigida con gli altri di turno.

Dal punto di vista formale quindi possiamo gentilmente chiamarla una bella porcata. Da un lato del tavolo di Aquisgrana troviamo un presidente alle prese con gravi problemi di tenuta sociale, assediato dai Gilet Gialli e seduto su una bomba terroristica incalcolabile e dall'altra una Cancelliera pensionanda e già sostituita da AKK, Annegret Kramp-Karrenbauer, alla guida del CDU lo scorso 8 dicembre.

Dal punto di vista politico invece è di una pericolosità inimmaginabile soprattutto alla vigilia della Brexit e alle prese con tensioni geopolitiche internazionali che non dovrebbero confrontarsi con una Europa debole, come invece è e sempre di più!

Alla fine dell'opera toccherà proprio ai "populisti" salvare l'Europa da questa massa di irresponsabili della politica e veri e propri guerrafondai dalla testa ai piedi.

Consigliamo l'ascolto del commento di Nicola Porro: https://www.youtube.com/watch?v=JqKWvlqYqFo

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(Immagini: frame di Askanews - video: http://webcache1.fss.tiscali.com:8080/tmnews/20190122_video_14302438.mp4

(per restare sempre informati sugli editoriali)

 

  

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