Giovedì, 20 Luglio 2023 05:51

Andrea, dopo il vaccino la sedia a rotelle: “Mi preferivano morto, ma sono una testimonianza vivente” In evidenza

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Di Giulia Bertotto Roma, 19 luglio 2023 (Quotidianoweb.it) - Andrea Sillo ha 45 anni, vive a Thiene, in provincia di Vicenza, con la sua compagna Paola, operatrice sociosanitaria; un temperamento dinamico, è sempre stato sportivo e atletico, giocava a calcio e aspirava ad una promozione nell’azienda dove lavorava. Dopo il divorzio, finalmente con Paola voleva avere il suo primo figlio. Poi è arrivata la pandemia e la campagna vaccinale ed è cambiato tutto.

La sua è una di quelle storie in cui il senso dell’ingiusto è insopportabile, in cui chi avrebbe avuto il dovere di credergli lo ha deriso e umiliato e chi avrebbe avuto il compito di tutelarlo, si è invece accanito contro di lui.

Ma Andrea ha davanti a sé anche un orizzonte che si illumina alla luce della sua nuova missione per la verità.

Abbiamo raccolto le sue parole.

Andrea, ci racconti come mai ha deciso o si è sentito costretto alla vaccinazione.

Devo fare una premessa. Mentre è arrivato il Covid e poi la campagna vaccinale, io e la mia compagna Paola desideravamo allargare la famiglia, per questo ci stavamo sottoponendo ad alcuni trattamenti ormonali per poi intraprendere un’inseminazione assistita. Specifico che avevamo già fatto un primo tentativo di concepimento a maggio 2021 e io non avevo alcun problema, mentre le difficoltà provenivano dalla mia compagna, in seguito al suo ultimo parto. Ci avevano detto che il secondo tentativo di concepimento sarebbe stato ad ottobre. Inoltre, avendo uno stile di vita sportivo, ogni anno eseguivo diversi controlli cardiologici anche sotto sforzo e risultavo sempre sano e in ottima salute.

Non avevo nessun pregiudizio contro la vaccinazione antiCovid, sono stato vaccinato con tutti quelli obbligatori nel nostro paese. Però, dato che di queste sostanze si sapeva ben poco, per prudenza volevamo evitare o rimandare la vaccinazione antiCovid, non sapendo che tipo di effetti potesse avere sulle sostanze che stavamo assumendo. La mia compagna, sanitaria, aveva infatti ottenuto l’esenzione per via di questo percorso verso la gravidanza.

Poi però la situazione professionale, politica e sociale è cambiata.

Sì, le pressioni sul lavoro sono diventate insopportabili, il direttore mi diceva che mi avrebbe negato la carriera promessa. In azienda, durante la pausa davanti alla macchina del caffè, ero diventato l’untore da sfottere e ingiuriare perché non vaccinato. Anche gli amici mi davani del “no-vax” perché non avendo il Green Pass non potevo andare a cena con loro. Temevo di perdere il posto di lavoro e restare senza stipendio, magari con un bimbo in arrivo. Oltretutto ogni puntura ormonale costava 500 euro, così ho detto “basta, mi vaccino”.

Ho eseguito la prima dose, alle ore 9:30 il 14 settembre 2021, con Moderna, in una farmacia del mio paese e intorno alle 12:30 ho iniziato a sentirmi frastornato, non lucido, quasi ubriaco e senza forze. La sera ho misurato la temperatura perché mi sentivo scottare e febbricitante, avevo infatti 38 di febbre. Non mi sono allarmato, so che con i vaccini possono esserci queste blande e passeggere reazioni.

La mattina dopo però non avevo più alcuna sensibilità al braccio dove mi era stata fatta l’inoculazione. Mai avrei immaginato il calvario che stava iniziando. La febbre era arrivata a 39 e la pressione saliva e scendeva velocemente. Sono arrivate anche le scariche, piedi e braccia si agitavano senza la mia volontà, convulsioni direi. La testa era annebbiata, sentivo solo il bisogno di dormire. Così ho chiamato il medico di base il quale mi ha detto di stare a casa per una settimana a riposo e di assumere tachipirina.

Senza visitarla e senza suggerirle di comunicare che poteva trattarsi di un effetto collaterale da vaccino.

Esatto. Al lavoro ho spiegato che stavo avendo problemi dopo il vaccino e mi hanno riso in faccia. Dopo una settimana dalla vaccinazione, che io vivo senza ricordare in modo vivido, ho accusato una crisi fortissima di dolori, convulsioni e incoscienza, così la mia compagna mi ha portato all’ospedale ULS del mio comune di residenza (Non possiamo nominare l’ospedale perché c’è una causa legale in corso, NdR); solo dopo ho scoperto di aver avuto un ictus. La mia compagna era preoccupata, io fiducioso, pensavo che i medici avrebbero capito cosa mi stava succedendo e mi avrebbero aiutato.

Io non credevo molto alla mia compagna, eppure lei mi raccontava di quello che accadeva in ospedale: persone colpite da malesseri improvvisi apparentemente senza spiegazioni. Quanto vorrei averle creduto, questo vaccino stava facendo una strage.

Al pronto soccorso mi hanno visitato per ore ma sentendo qualche colpo di tosse mi hanno mandato via dicendomi che ho una bronchite atipica. Quando stavamo per uscire un’infermiera si avvicina alla mia compagna e le dice che io ho una reazione avversa al vaccino. Paola le chiede di scriverlo formalmente, così che poi possano curarmi in base a tale diagnosi, ma la sua collega le risponde che non possono scriverlo e solo il medico di base può farlo. Così torno a casa e contatto il medico di base.

Da non crederci, ha iniziato a colpevolizzarmi del fatto che mi sono vaccinato! Mi dice che avrei dovuto leggere il foglio illustrativo del siero, che lui si è vaccinato per quel pezzo di carta appeso al muro, ma che io non ero obbligato a farlo. Aggiunge anche che a lui con il vaccino “era andata bene”.

Mi ha detto “sei uno sfigato che rientra nello 0,005% dei danneggiati e anche ignorante” dopo avermi mostrato che mal di testa, parestesie, e tutti i miei disturbi erano scritti nel bugiardino. Era tutto assurdo, stavo malissimo, nessuno mi credeva e chi mi credeva diceva che era colpa mia. Mi ha somministrato una decina di farmaci e mi ha mandato a casa.

Poi il suo quadro clinico è gravemente peggiorato.

Sì, nei giorni successivi i mal di testa si fanno fortissimi, le gambe avevano ripreso a muoversi da sole e il mio corpo prendeva fuoco, scottava da dentro, come avessi un fuoco che mi ustionava internamente, poi passavo ai brividi al freddo. Il dolore era atroce. Questi dolori ci sono ancora, infatti tutt’oggi, due anni dopo, uso la morfina.

La mia compagna richiama il medico di base, il quale le dice che non vuole avere rogne in fatto di danni da vaccino e così al telefono ci scarica, ci dice che non siamo più suoi assistiti. Per un mese siamo stati senza medico. Ci hanno inviato una lista di altri medici e io senza pensarci, quasi come un’intuizione, ho scelto uno dei nomi della lista. E’ stata la mia salvezza.

Da subito il nuovo medico di base mi ha detto che ero stato danneggiato dal vaccino e mi ha preso in carico. Stavo rischiando di morire e nessuno se non lui mi aveva aiutato. Mi ha prescritto visite mirate e ha iniziato a studiare me, con me, il mio caso. Spesso i medici da cui andavo per le visite mi dicevano che quello che mi stava accadendo non era grave, che si trattava di malesseri temporanei, che stavo esagerando. E perfino che dovevo farmi la seconda dose! “seconda dose consigliata in struttura protetta” c’era scritto sul mio referto e per un mese hanno chiamato la mia compagna per spingerla a farmi vaccinare.

Perché crede che insistessero così tanto per convincerla a sottoporsi alla seconda dose?

Sinceramente adesso penso che volessero togliermi di mezzo perché ero la prova vivente che questi vaccini possono essere pericolosissimi.

Ci sono associazioni o comitati che le sono stati accanto?

Sì. Le risonanze e gli esami specialistici costavano moltissimo, oltre a sentirmi dare del matto mentre stavo male dovevo sborsare un sacco di soldi! Non potevo certo aspettare sei mesi o un anno. Sono arrivato a spendere ventimila euro. Questi soldi neppure li avevo, me li hanno donati associazioni e comitati fuori regione. Il gruppo No Green Pass di Schio, La gente come noi di Stefano Puzzer, Danni collaterali di cui sono socio onorario, Comitato Fortitudo.

Mentre stringevo nuove amicizie in questi comitati, grandi famiglie, i miei amici mi abbandonavano tutti, anche quelli della squadra, una delusione immensa. Ho pianto molto, non riconoscevo più il mio corpo, non potevo accettare che la mia vita non fosse più quella di prima. Ho passato alcuni giorni dell’inverno del 2021 nudo in giardino, perché mi sentivo prendere fuoco!

Poi sono arrivati anche i dolori al cuore.

Ho eseguito 5 accessi al pronto soccorso perché avevo male al cuore, fitte di un dolore lancinante in petto. Mi dicevano che non era il cuore, che dovevo stare tranquillo, anche se non potevo neppure più camminare con la gamba sinistra. “E’ un’ernia, è una sciatalgia”, mi rassicuravano. Il neurochirurgo a cui mi sono poi rivolto mi ha consigliato la sedia a rotelle. Pensavo fosse una cosa temporanea invece aveva capito cosa mi stesse succedendo, ma nessuno parlava di danni da vaccino e nessuno mi diceva come stessero davvero le cose. Con la diagnosi del cardiologo mi è caduto il mondo addosso: perimiocardite già cicatrizzata. Avevo una cicatrice di sette millimetri nel cuore. Ho già avuto tre pericarditi. In seguito, nella primavera 2022 sono stato ricoverato. Mi hanno diagnosticato problemi di deambulazione per danni neurologici.

Qual è la sua diagnosi attuale?

La diagnosi attuale è neuropatia delle piccole fibre, pericardite, l’emisfero destro del mio cervello è danneggiato da esiti trombotici e ictus, e danni immunologici. Oggi sono invalido al 100%, non riesco a deglutire, faccio flebo perché non riesco a masticare e mangiare, di notte rischio di soffocare e non credo che la mia vita tornerà mai ad essere quella di prima. Ho anche problemi di memoria, concentrazione, oltre alla disperazione che penso tutti possano immaginare. Volevo una vita in più, un figlio, e ora invece ho solo la mia vita rovinata. Ma sento anche di avere un compito molto più grande di me.

Attualmente ricevo dallo Stato un sussidio inferiore a 900 auro al mese e ben 400 euro se ne vanno ogni mese per gli integratori. Avrei diritto alla cannabis a fini teraputici ma sono costretto ad acquistarla. Faccio sedute di ozonoterapia al costo di 400 euro per due sedute al mese, in quanto due volte a settimana non posso permettermelo.

Quale medico la segue?

Non posso dire attualmente il nome del medico che si pende cura di me, perché c’è una causa in corso con il mio avvocato. Devo tutelare me stesso e il medico che mi segue. Posso dirle che il mio sangue è stato esaminato anche in Germania.

Si è rivolto ai giornali e alle Tv per denunciare quello che le è successo?

Sono stato ospite della trasmissione di Rete 4 “Fuori dal coro” e ancora ringrazio Mario Giordano. Ma anche a Canale Italia da Vito lo Monaco, Radio Roma con  Matteo Demicheli, Canale free, e canali social come 9mq, Radio Erre e Tv Lombardia.

Ho organizzato una protesta il 29 novembre 2022 davanti al Parlamento dove ho consegnato un fascicolo di 40mila firme protocollate per la libertà di scelta sul proprio corpo. E poi davanti alla RAI con l’associazione Ri-uniti per la Rinascita e con la Fisi. Il giorno dopo eravamo alla consulta per capire se l'obbligo vaccinale e le morti da esso erano prese in considerazione, ma la polizia ci ha intimato di toglierci le magliette con stampata la frase “reazioni avverse”.

Ha scritto alle istituzioni e alla classe politica?

Il governatore Zaia sa di me, mi ha fatto scrivere da una responsabile dell’ULS che mi ha chiesto di cosa ho bisogno. Dopo avermi pagato alcune risonanze velocemente rispetto ai tempi previsti non si sono più fatti vivi.

Ho scritto alla premier Giorgia Meloni, con mio recapito personale e contatti delle associazioni che si prendono cura dei danneggiati ma che io sappia nessuno ha ricevuto alcuna  risposta. Quello che è successo riguarda tutti, non solo perché così deve essere in un paese civile e di diritto, ma anche perché i contribuienti pagheranno con le proprie tasse le cure ai danneggiati. Le persone malate sono tantissime e lo Stato fa di tutto perché stiano zitte!

Che idea si è fatto: la campagna vaccinale è stata una catena di errori o c’è stata una volontà di fare del male alla popolazione italiana?

Entrambe le cose, credo. Si sono mescolate insieme cattive intenzioni, interessi economici, ostinazione di tanti medici, paura e vigliaccheria dell’Ordine medico. Il vaccino è diventato una fede religiosa, altro che scienza! Molti erano e sono invasati e fanatici di questi vaccini.

Non sono un medico ma l’idea che mi sono fatto è questa: il vaccino può anche aver tutelato alcune persone, ma solo quelle fragili, non quelle forti e sane, il cui sistema immunitario ha invece iper-reagito, come nel mio caso. Non era un prodotto che si poteva sommistrare a tutti indistintamente senza esami preliminari di controllo.

C’è una speranza o un obiettivo che ancora riesce a vedere nel suo futuro?

Voglio mandare un messaggio ai danneggiati dal vaccino: non mollate mai, fate in modo che la verità emerga, raccontate cosa vi è successo, non vergognatevi. Abbiamo il diritto, ma soprattutto il dovere, di farlo. Ed è per questo che ho creato Persone in cammino (vedi intervista Ingrid Busonera).

Alcune notti sto al telefono per ore con persone che stanno vivendo lo stesso inferno e vogliono suicidarsi, io stesso ho fatto un lavoro dentro me stesso per accettare la mia nuova condizione.

Io adesso vedo la gente dal basso verso l'alto dalla mia carrozzina, la mia visione del mondo è cambiata, è difficile non cedere alla disperazione; ero uno sportivo, mi chiamavano “bomber” sul campo di calcio, e ora sono inchiodato su questa sedia.

Io sono una morte mancata e una testimonianza sgradita oltre che un miracolato. Io, con il mio corpo, ricordo ogni giorno alle istituzioni e alla sanità che cosa è stato fatto ai cittadini italiani, con il ricatto e le bugie. Spero con tutto me stesso che la mia testimonianza possa dare sollievo a chi ha vissuto la stessa esperienza, fargli sapere che esistiamo e non siamo pazzi. E soprattutto spero di mettere in guardia quando in autunno riprenderà la campagna vaccinale. E’ importante, se ci si vuole vaccinare, fare almeno degli screening prima di sottoporsi a un farmaco per una malattia diventata ormai endemica.

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