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In occasione della prima Bologna Marathon che ha visto domenica 31 ottobre 2021 circa 4000 runners correre per le strade della città, sono state messe in atto una serie di azioni volte a rendere più eco-sostenibile la manifestazione, in un'ottica di corretto riciclo ed economia circolare.

Pubblicato in Ambiente Emilia
Domenica, 15 Dicembre 2019 06:36

Basta con i furti di simboli!

Non c’è che dire, sull’esempio delle “Sardine” è tutto un rifiorire di manifestazioni. Una storia di simboli pensionati e di altri impunemente saccheggiati.
 
Di Lamberto Colla 15 dicembre 2019 -

Le piazze tornano a riempirsi, alle volte d’acqua come a Venezia, altre volte di aria fritta condita con la demagogia più alta e soprattutto senza vessilli dei partiti.

Quegli stessi stendardi e bandiere color rosso sangue, che un tempo uscivano da ogni dove, ora sono messe silenziosamente al bando, o forse in pensione perché comunisti si è per sempre, e al loro posto il vuoto assoluto incartato da buona demagogia.

Le “sardine”, ad esempio, che scendono in opposizione dell’opposizione. Un paradosso assurdo ma che sono perfino riuscite addirittura a legalizzare il fascismo di sinistra, quello universalmente accettato dalla reale minoranza attuale: “Perché grazie ai nostri padri e madri, nonni e nonne, avete il diritto di parola, ma non avete il diritto di avere qualcuno che vi stia ad ascoltare“.

Questo è quanto è stato diffuso nei giorni scorsi dai vertici delle Sardine nell’euforia dei successi numerici. Una conferma che non sanno cosa dicono e sono ben consci che dal loro presuntuoso piedistallo di sinistra nessuno li può contestare.

Non è stato sufficiente mettere sotto scorta la senatrice Liliana Segre per gli insulti antisemiti di qualche inqualificabile idiota da tastiera. Una azione di prevenzione e sicurezza indiscutibile ma di cui si sta esagerando sul tasso di pericolosità e sbandierato come simbolo rappresentativo di un antisemitismo galoppante.

Ma siccome è importante riempire le piazze di demagogia ecco che addirittura 600 sindaci, che probabilmente non sapevano cosa fare, si sono ritrovati a Milano a manifestare contro l’odio.

Ma sanno cosa voglia dire odio?

Le piazze piene e stracolme sono comunque tutte ordinate e, anche quelle di destra, non sono farcite d’odio come vogliono farci intendere.

Qualcuno si ricorda come erano le manifestazioni degli anni ’70 e primissimi anni ’80? All’epoca non c’era la certezza di tornare indenni dalla manifestazione. Gli scontri erano violentissimi e l’odio palpabile.

I confronti ideologici erano veri e propri scontri, anche fisici.

Ad ascoltare gli attuali discorsi dei portatori di “pace” c’è da rabbrividire per la banalizzazione delle argomentazioni e non stupisce che una “Greta” qualsiasi trovi terreno fertile per raccogliere proseliti, allineati e coperti a sostegno della ipotesi che il clima ha bisogno di cura. Peccato però che a loro non si siano affiancati i giovani indiani e cinesi che rappresenterebbero i veri paesi inquinanti.

Almeno, questi disgraziati di occidentali hanno, ormai da tempo, iniziato a investire sulla riduzione degli inquinanti e, tanto per dare un indice nazionale, il Grande Fiume (il PO) è ormai prossimo a essere nuovamente balneabile.

Ciononostante ancora tantissimo c’é da fare e a livello globale sono i paesi ex emergenti che ora devono adeguarsi.

Che la Greta e i sindacalisti d’acqua dolce vadano a convincere nuovi accoliti a Pechino o a Nuova Delhi se riescono!

Non voglio essere etichettato come fascista o razzista solo perché penso con la mia testa e non mi allineo al vuoto pneumatico che sta esprimendo orgogliosamente certa sinistra centrista che, per accaparrarsi una manciate di voti, non si vergogna delle banalizzazioni assunte a teoremi scientifici, accontentandosi della demagogia e facendo proprio ogni elemento positivo che raccolgono per strada.

Adesso è ora di smetterla di taccheggiare i simboli.

Dall’arcobaleno che vorrei “toccare” senza pensare a un movimento specifico di cui posso aderire o meno alle ideologie, all’odio che voglio essere libero di considerare come un sentimento umano alla pari dell’amore e soprattutto pretendo che l’antifascismo e l’antirazzismo escano dalla esclusiva gestione di questa nuova sinistra, falsamente buonista, dalle nemmeno tanto velate sfumature fasciste.

 

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