Lunedì, 05 Febbraio 2024 10:25

Archiviazione: l’unica “reazione avversa” per i morti covid In evidenza

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Di Andrea Caldart Cagliari, 5 febbraio 2024 (Quotidianoweb.it) - Il dolore per la perdita degli affetti più cari, la sofferenza di una vita che finisce abbandonata, sola dentro un sacco come fosse spazzatura, la forza e il coraggio di denunciare, ma vedi morire una seconda volta tuo padre, per mano di una giustizia che non vuole dare risposte, e torni a “godere di quel panorama” che continuerà a farti male, molto male.

Questo è il dolore che leggiamo negli occhi di Cristina e Federica Pirazzoli mentre raccontano l’ultimo giorno di vita del papà Francesco, il quale una volta entrato in ospedale, in sole 12 ore è stato inghiottito in quell’oscurità per la quale nessuno vuole fare chiarezza.

Purtroppo, la storia del Sig. Francesco Pirazzoli ci racconta, ancora una volta e disgraziatamente non sarà l’ultima, cosa è diventata la sanità in Italia, dove la politica stabilisce “regole” con lo “spirito del tempo”, anziché tutelare la persona e la sua vita.

Cristina e Federica assistite dall’Avvocato Simona Vivaldi e con il prezioso lavoro della Dr.ssa Barbara Balanzoni, stanno cercando coraggiosamente di togliere quella nebbia che è calata sul decesso del padre anche perché, se da una parte c’è la richiesta d’archiviazione, dall’altra invece la perizia della dottoressa evidenzia dei “buchi neri” che, in un’aula di Tribunale, dovranno essere chiariti.

È difficile dover accettare un sistema giustizia che tende ad archiviare una vita in due righe senza andare a cercare la verità fino in fondo, rimandando nell’angoscia più sconfortante ogni forza che combatte contro la paura, i timori e i sensi di colpa.

Esplodi dentro perché con l’archiviazione si tenta di ignorare le evidenze cliniche per non far risaltare le criticità di quel “fattore rilevante”, in modo da evitare di trovare le responsabilità individuali.

È un verdetto crudele quello della Legge che ricolloca al suo posto ogni cosa come se nulla fosse accaduto, mentre tu esci dall’aula sconfitto e ti aspetta anche il sapore amaro del giudizio popolare.

La coscienza collettiva appare colpita dalla sindrome del congelamento, ma questi fatti, man mano che arriva la “primavera” si decongelano, e cambiano la semantica della deviata narrativa, che ha volutamente inceppato il sistema giuridico dello stato di diritto.

Abbiamo voluto approfondire questa situazione con la Dottoressa Barbara Balanzoni, alla quale abbiamo rivolto alcune domande.

Dottoressa Balanzoni nella sua consulenza tecnica leggiamo che il diario infermieristico del Sig. Francesco, durante la notte tra il 5 e il 6 marzo 2021 dalle 22,20 alle 6,15 cioè per otto ore circa, non riporta nulla sulle condizioni del paziente tranne che un controllo alle ore 3 della saturazione dell’ossigeno; quindi, possiamo supporre sia stato abbandonato a sé stesso e quindi non abbia ricevuto tutte le giuste cure da parte del personale che era in turno quella notte?

Dalle carte non risulta essere stato valutato. Questo è quanto emerge dall’analisi della cartella.

Dottoressa nella sua perizia ci sono dei passaggi molto chiari riferiti alla somministrazione dei farmaci, ma soprattutto ci colpisce questo: “E’ stato somministrato in infusione continua un mix mortale di morfina e propofol al 2% (il propofol è un anestetico generale). Tale mix, fuori da qualsiasi indicazione, ha determinato dopo alcune ore la prevedibile soppressione del centro respiratorio e della FUNZIONE cardio-vascolare”, ma allora potremmo dire che probabilmente siamo difronte ad un nuovo “caso Cazzaniga”?

Le modalità sono similari. Soprattutto FRANCESCO era del tutto IGNARO e non aveva mai espresso alcun consenso alla sedazione profonda (e mortale).

Quale sarà ora il passo successivo?

Il Giudice per le indagini preliminari aveva disposto l'incidente probatorio non accogliendo la richiesta di archiviazione della procura.

Da mesi stiamo attendendo che i periti nominati dal giudice, ci avvisino dell'inizio delle operazioni peritali la prossima udienza sarà il 19 e oggi è il 2 febbraio… Non riesco a capire cosa stia andando storto. Di solito le operazioni peritali vengono fissate a distanza di pochissimo tempo (alcuni giorni, per intenderci). Non so di cosa si potrebbe discutere il 19 marzo in mancanza dell’esito dell’incidente probatorio. Ogni giorno si scoprono “nuove frontiere” anche nelle dinamiche processuali

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Link utili:

https://milano.repubblica.it/cronaca/2022/09/30/news/leomardo_cazzaniga_ergastolo_viceprimario_ospedale_saronno_farmaci_letali_ai_pazienti-368062322/