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“La Morte Negata”: altro importante appuntamento con il docufilm rivelazione In evidenza

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l film documentario “La Morte Negata” arriva a Rieti il 25 febbraio nella sala provinciale di Palazzo d’Oltre Velino.

Di Redazione Cagliari, 1 febbraio 2024 (Quotidianoweb.it) - Il regista Alessandro Amori racconta uno degli aspetti più drammatici dell’emergenza Covid: la morte in solitudine di centinaia di persone, senza il conforto dei propri cari.

Storie di umanità persa e ritrovata. Al termine della proiezione seguirà un dibattito alla presenza di medici, psicologi, avvocati e familiari. La proiezione gratuita è stata promossa dal gruppo civico Rieti Consapevole guidato da Simona Cardella.

Sarà proiettato domenica 25 febbraio alle ore 16 a Rieti presso la sala provinciale di Palazzo D’Oltre Velino, il film documentario “La Morte Negata” di Alessandro Amori regista e produttore della Playmastermovie, una società benefit nata per diffondere contenuti di informazione indipendente promuovendo spazi di libera espressione, per fornire chiavi interpretative della realtà che possano creare consapevolezza e favorire l’evoluzione etica della nostra società.

Dopo il successo del docu-film Invisibili, la PlayMasterMovie, torna con il film denuncia dedicato da uno degli aspetti più drammatici dell’emergenza Covid, ovvero la morte in solitudine di centinaia di persone, senza il conforto dei propri cari, avvolti in lenzuola imbevute di candeggina e sepolti in bare sigillate senza che nessuno potesse vederli un’ultima volta.

Quelle persone hanno lasciato dietro di sé familiari distrutti, a cui è stato negato anche il conforto di una carezza. Pochi fortunati hanno potuto beneficiare della tecnologia, di quelle famose videochiamate che per i media mainstream rappresentavano il massimo dell’umanità in quel frangente. Altri hanno saputo da un giorno all’altro della morte del familiare da una breve e gelida telefonata.

È stata negata la possibilità di assistere i propri cari in ospedale, persone ricoverate per l’infezione o anche inizialmente per cause più banali, e letteralmente ingoiate dall’istituzione per essere restituite nei casi più fortunati come cadaveri e in tanti altri come cenere. Storie di umanità persa.

Il film induce a riflettere e a porsi domande non solo sull’operato degli ospedali che in alcuni casi sono diventati trappole mortali per pazienti entrati sani e usciti dentro un feretro, ma anche sulla negazione di diritti delle famiglie nell’estremo saluto ai propri cari.

“Abbiamo voluto portare questa proiezione a Rieti per due motivi – dichiara la consigliera di Castel di Tora, Simona Cardella, alla guida del gruppo civico Rieti Consapevole, promotore dell’evento - non dimenticare gli abusi commessi durante quel tragico periodo di dittatura sanitaria ed evitare in futuro la negazione totale dei diritti umani, inalienabili anche in emergenza. Dobbiamo capire cosa sia successo negli ospedali e attivarci tutto per non ripetere gli stessi errori. Ricordo che i Padri della nostra civiltà hanno sempre dato un valore immenso al passaggio tra la vita e la morte e il saluto ultimo ai propri familiari, un saluto che dà pace ai vivi e ai morti.”

Nel documentario sono state raccolte le testimonianze dei familiari i cui morti, durante la pandemia, non hanno avuto diritto né ad un saluto né ad una degna sepoltura che li accompagnasse con tutta la ritualità sacra di questo delicato passaggio.

Al termine della proiezione seguirà un dibattito, il pubblico potrà rivolgere domande ai medici ed esperti per creare uno spazio di confronto nel quale tutte le idee potranno essere espresse nel rispetto di tutte le posizioni.

Al tavolo dei relatori: Erich Grimaldi, fondatore del Gruppo delle Terapie Domiciliari, il sindaco-medico Riccardo Szumski, la psicoterapeuta Tiziana Franceschini, l’avvocato Gianluca Gismondi, la farmacista Dott.ssa Luz Donninelli, l’editore Andrea Caldart, il regista Alessandro Amori, il dott. Daniele Giovanardi. Saranno presenti anche i familiari delle vittime per rilasciare una testimonianza.

Infine, l’invito a partecipare alla giornata-evento è stato rivolto anche alle massime autorità locali.

 

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