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Coercizione, censura e passaporto vaccinale: ecco il nuovo piano pandemico In evidenza

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di Gloria Callarelli Fahrenheit2022.it 23 gennaio 2024 -

La paura (e l’indottrinamento basato su questa) ha avuto e avrà il suo enorme peso in quella che è stata e sarà la gestione delle cosiddette emergenze.

Un nuovo metodo di governo in pratica che, a partire dal timore del contagio e della morte, spinto all’ennesima potenza da media, governi e governanti, evolve in una serie di restrizioni delle libertà funzionali all’imposizione di tutti quei meccanismi di controllo dell’agenda 2030 e di quel mondo distopico e diabolico fatto di grilli e cavallette nel piatto, robot e intelligenza artificiale al posto degli uomini e persone lasciate a morire in casa con mascherina e vigile attesa pur di salvare il pianeta.

Il nuovo piano pandemico, che è in lavorazione anche dal governo italiano, (domani scade quello vecchio) è terrificante: si spinge ancora per i vaccini e per tutta una serie di restrizioni che già abbiamo potuto conoscere. Il tutto potrà passare solo con una buona dose di paura, appunto. E già in queste ore si parla di malattia “X”, Davos insegna. Una malattia misteriosa, ma sanno già che esiste e come controllarla. Pensa. Giorni, mesi di notizie funeste e di allarmismi, portano le persone a impaurirsi, diffidare da chi non rispetta gli ordini “per il bene di tutti”, denunciare perfino parenti e vicini di casa per non aver messo una lurida pezza in faccia anche in mezzo alla strada. A pochi importa di controllo sociale, malgoverno, personaggi dal fare criminale, sanità al collasso, protocolli sbagliati, vaccini dannosi. La comunicazione a senso unico di testate giornalistiche prone al sistema Covid ha impedito alla gente di ragionare, instillando insicurezza e paura.

Nel piano nazionale di comunicazione del rischio pandemico, ma è la stessa Ue e la stessa OMS a insistere, si parla di mezzi efficaci utili “alle persone più a rischio di capire e adottare comportamenti protettivi” o a far si che “autorità ed esperti ascoltino e si occupino delle preoccupazioni e dei bisogni della popolazione, così che le indicazioni che forniscono siano efficaci, credibili e accettabili durante le epidemie e le pandemie, così come nelle crisi umanitarie e nei disastri naturali“.

Lo dicono loro: “Secondo un recente documento dell’ufficio europeo dell’Oms (30), inoltre, “progettare interventi efficaci nella comunicazione del rischio e nel coinvolgimento della comunità … può determinare il successo di un’intera risposta ad una emergenza per la salute”. In altre parole coinvolgere la popolazione: questo il diktat perché  è il solo modo di realizzare l’agenda. E via dunque a webinar, corsi di formazione, controllo dell’intelligenza artificiale, “sviluppo di strumenti efficaci per identificare tempestivamente e contrastare la cattiva informazione e la disinformazione“. Ma chi può stabilire che cos’è disinformazione? L’OMS? il governo? Qualche esperto? A casa nostra si chiama censura, altro che.

Tutto questo mentre il piano pandemico messo appunto dal governo è un concentrato di misure distopiche e coercitive che già conosciamo. Da rabbrividire. Vi prego di leggere e rileggere: lockdownrestrizione delle interazioni socialiquarantenelimitazione degli spostamentilimitazione degli assembramenti, mascherine, tracciamento contatti, vaccinidistanziamenticertificato vaccinale, fino alle misure specifiche per disciplinare l’uso dei mezzi pubblici o incentivando differenti forme sostenibili di trasporto sul luogo di lavoro. Perchè mai dimenticare il bene della dea Natura. Perfino la gestione dei rifiuti urbani potrebbe cambiare se provengono da abitazioni con soggetti infetti. Si prevede inoltre anche l’attivazione della sanità militare, qualora la situazione lo richieda, e naturalmente la riorganizzazione dei reparti ospedalieri (con buona pace di chi soffre di qualche altra malattia e che magari verrà sacrificato sull’altare delle scienza emergenziale).

Nei piani, da realizzare nel giro di due anni, anche da un punto di vista legislativo la “definizione dell’ambito giuridico della tutela della privacy in chiave programmatoria per le finalità di sanità pubblica” oltre che il potenziamento di centri di ricerca e altre attività intrusive. Come dire addio dunque alla privacy, se occorre, e soldi ai laboratori. La speranza quindi resta il popolo. Lo stesso popolo su cui vogliono fare presa a suon di minacce e timori. Tutto dipende dal popolo e lo sanno. Prendete coscienza, prendete coraggio: dipende solo da noi.