Martedì, 09 Gennaio 2024 06:55

Prigionieri del proprio corpo In evidenza

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Di Andrea Caldart Cagliari, 8 gennaio 2024 (Quotidianoweb.it) - Iniziare una giornata e vedersi impotenti nell’affrontarla, non si può immaginare quanta sofferenza attraversi il corpo e la mente di chi è danneggiato irreversibilmente dal “vaccino”.

La ricerca scientifica nel campo della medicina porta a scoprire nuovi trattamenti, farmaci e terapie, migliorando la salute della popolazione e riducendo il carico delle malattie sulla società, invece per la categoria dei danneggiati da vaccino, sembra non esserci una soluzione, ma solo un continuo rincorrere ostacoli e sbattere contro muri di gomma.

Nell’era della psico-pandemia la “velocissima” scoperta scientifica del “vaccino salvifico” con tanto di processione mediatica in diretta tv, a distanza di quel giorno, possiamo dire che ha generato un impatto significativamente negativo non solo su diversi settori della produttività economica, influenzando la qualità della vita, ma ha generato problemi sanitari complessi, e ha aggravato la vita di decine di migliaia di persone, compromettendola spesso in modo irreversibile.

Lo sviluppo scientifico dovrebbe estendersi al miglioramento delle capacità umane, della salute e del benessere complessivo, ma nel caso delle persone colpite da effetti avversi da “vaccino”, pare si voglia utilizzare quell’intelligenza debole per fornire le risposte più banali, lasciando fluttuare nel limbo, il dolore di questi esseri umani.

Per cercare di mantenere il silenzio sui dolori di questi corpi, chi manovra l’informazione e la diffusione mediatica della conoscenza, opera costantemente un’ingerenza attiva nella società, per alimentare l’incomprensione tra generazioni, in particolare tra giovani e anziani.

L’accelerazione dello sviluppo tecnologico comporta un divario tra competenze e conoscenze, progettato e pensato appositamente per generare incomprensione tra generazioni che crescono in contesti culturali differenti.

Assisteremo a cambiamenti nelle dinamiche familiari e nelle strutture sociali che influenzeranno la comprensione reciproca tra generazioni, alimentando diseguaglianze sociali, ingiustizie, abusi di potere o altre problematiche sistemiche difficili da fermare.

Quello che non si fermerà invece è il progredire del dolore umano di chi, credendo a quello Stato del: “Se non ti vaccini, ti ammali e muori”, oggi si trova impotente nel poter vivere degnamente.

Come popolo dobbiamo uscire da quella “complicità governativa” che ha condotto a questo olocausto moderno, imprigionando in un dolore immenso e reso invisibile, decine di migliaia di nostri connazionali.

Non possiamo rimanere insensibili al loro tragico grido di aiuto, perché l’esperimento che è in atto, è il rapimento della coscienza collettiva e del futuro di tutti noi.

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