Mercoledì, 22 Novembre 2023 06:31

Commissione inchiesta Covid: vietato indagare per la verità In evidenza

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Finalmente, si fa per dire, parte nel 2024 la Commissione d’inchiesta sulla gestione della pandemia, ma il perimetro nel quale gli addetti, 15 senatori e 15 deputati dovranno muoversi, ha già innescato dei conflitti istituzionali.

Di Andrea Caldart Cagliari, 21 novembre 2023 (Quotidianoweb.it)  - La scintilla che ha generato il cortocircuito riguarda la mancanza di possibilità di indagare a tutto campo, soprattutto in riferimento alla strategia politico-sociale attuata dai governi Conte e Draghi.

Tutti i giorni aumentano le persone che si ritrovano danneggiate e che rimangono quasi sempre senza diagnosi e cure, per non parlare dell’assurdo incremento delle morti improvvise, incomprensibili soprattutto nei giovani e giovanissimi; un’amara verità che, sebbene sia sotto gli occhi di tutti, viene negato a questa Commissione di indagare.

Per come oggi è impostata la creazione di questa Commissioni d’inchiesta, non ha l’obiettivo di andare a cercare tutta la verità, ma servirà solo ai deputati e ai senatori per “esibire” al proprio elettorato di riferimento, quell’impegno che ha tutto il sapore dell’oppofinzione rispetto alle promesse elettorali.

Una sceneggiatura ben collaudata dove la politica di allora, avvalendosi di una percezione preconfezionata di un “pericolo mortale per i cittadini”, fece un vero e proprio tentativo di guidare il popolo verso il futuro distopico del transumanesimo.

Oggi quella stessa classe dirigente di allora, funzionale “all’ingranaggio globalista”, non teme il risultato “scontato” della Commissione perché la stessa, funzionale al sistema, rappresenta solo l’ennesimo specchietto per boccaloni, mentre il mondo prosegue il suo deumanesimo creando nuove categorie sociali che si combatteranno nel post-commissione.

Sebbene la Commissione d’inchiesta ha le stesse prerogative della magistratura, ovvero secondo l’Art 82 della Costituzione ha: «gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell’autorità giudiziaria» in questo specifico caso è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, in un intervento pubblico, ha “mormorato” di «iniziative di inchieste con cui si intende sovrapporre l’attività del parlamento ai giudizi della magistratura», affermando che queste «si collocano al di fuori del recinto della Costituzione e non possono essere praticate».

Ma quando si cerca la verità, non ci dovrebbe essere nessun recinto!!!

Perché ostinarsi a volerla occultare, non depone molto positivamente verso chi è tenuto a garantire la nostra Costituzione.

Veniamo sempre più spesso a conoscenza, grazie alle ricerche di numerosi laboratori indipendenti, ricercatori, giudici e avvocati, associazioni in varie parti del mondo e da giornali liberi come il nostro, che emergono dati e fatti che riguardano più gli aspetti dei profitti finanziari delle aziende c.d. Big Pharma, che invece dei benefici sanitari dei cittadini.

Ma la politica quella che vuole il “recinto costituzionale” che ha imposto la sperimentazione dei “vaccini” potenzialmente dannosi o letali, potrà mai accusare sé stessa?

La Commissione d’inchiesta tanto funzionale al sistema quanto al mondo della narrazione pandemica, vorrebbe essere l’ultimo atto di un copione che punta a convincere sulla buona fede delle istituzioni, ma il vero scopo sarà quello di risvegliare il complottismo nazionale verso quelli che impropriamente sono stati definiti “no-vax”, il trionfo della narrazione (anti) scientifica dei televirologi a gettone, per legittimare il pregiudizio contro quei medici fedeli al giuramento in scienza e coscienza ufficiale.

Abdicare ai giuramenti costituzionali mantenendo una narrazione acritica e senza logica, porterà in dote la completa perdita della verità e della democrazia e porterà le persone a continuare a guardare tutto quello che passa, senza umanità e senza pensiero critico.