Lunedì, 14 Agosto 2023 14:44

Alfonso, ispettore danneggiato dal vaccino antiCovid: “Mi hanno rovinato la vita” In evidenza

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Di Giulia Bertotto Roma, 14 agosto 2023 - Alfonso Ferraro è un ispettore della Polizia Municipale, ha 56 anni e vive e lavora in provincia di Enna, con la sua famiglia.

A proposito della vaccinazione antiCovid ci ha detto: “Mi hanno rovinato la vita e la hanno rovinata a chi ama me e mio figlio. Non riesco più a gioire, nessuno intorno a noi è più sereno”. Quella di Alfonso è l’ennesima storia, diversa da tutte e simile a tante, che non vorremmo raccontare, ma che non possiamo non portare alla luce.

Ispettore Alfonso, lei oggi ha scelto di raccontarci la sua storia di cittadino, a dir poco deluso dalle istituzioni.

Sì, mi sento tradito e furioso. Tutto è cominciato il 7 febbraio del 2021, quando ho fatto la prima dose di vaccino contro il Covid, marchio Astrazeneca. Noi forze dell’ordine siamo stati infatti tra le prime categorie di lavoratori ad essere inoculate. Dopo la prima dose ho accusato una lieve febbre e dolori articolari, che lì per lì sono scemati presto. Il medico mi ha detto che non dovevo preoccuparmi, e che questi effetti rientravano nella norma. Ma dopo 15 giorni i dolori muscolari e articolari c’erano ancora, diventavano più forti, avevo anche sbalzi di pressione, bruciore sulla pelle, frequenti mal di testa e un senso di spossatezza mai provato. Sono stato da diversi specialisti per venirne a capo ma ero sempre più confuso e debilitato.

Solo dopo diverso tempo ho scoperto che la fiala che mi è stata iniettata faceva parte di un lotto che è stato ritirato, il lotto ABV2856 (https://www.aifa.gov.it/-/aifa-ribadisce-divieto-di-utilizzo-per-il-solo-lotto-abv2856-di-astrazeneca Link N.d.R) che ha falciato la vita di due militari a Catania. Il codice del lotto è indicato sul mio documento vaccinale.

Così ha cercato di ottenere l’esenzione per evitare di sottoporsi alla seconda dose.

Dopo 12 settimane di stanchezza costante, pressione altalenante e dolori diffusi sono andato all’hub vaccinale di Enna per chiedere un’esenzione per la seconda dose. Ho spiegato quale fosse il mio stato di salute e ho mostrato le cartelle cliniche degli esami svolti. Il responsabile dell’hub, il dottor Franco Belbruno, ha respinto la mia richiesta dicendo che i miei sintomi non rappresentavano un problema e non rientravano nei criteri per ottenere l’esenzione. Così ho fatto la seconda dose, altrimenti mi avrebbero sospeso.

Dopo questa seconda iniezione i dolori articolari erano arrivati in tutte le giunture delle mani, polsi, ginocchia, alla schiena, sono diventati quasi insopportabili, ho perso peso vertiginosamente e non avevo appetito, le forze mi avevano totalmente abbandonato. Ho girato tanti medici senza mai una diagnosi definitiva. Parlavano di allergie diffuse, fibromialgia (che neppure sapevo cosa fosse), un altro reumatologo ha però escluso questa patologia...il medico di base ha pensato che potesse essere un problema neuromuscolare e mi ha ricoverato in un centro neurologico in provincia di Enna. La solita confusione: diagnosi che sembravano determinate e invece brancolavo nel buio.

Uscito di lì senza una diagnosi sono andato da un altro reumatologo che mi ha prescritto una risonanza magnetica alle mani e polsi e lì sono emerse delle micro erosioni. Mi ha detto che la mia era una artrite siero negativa, ossia la cui positività non emerge dalle analisi. Le analisi per malattie autoimmuni le ho fatte in tutto quattro volte e mai sono risultato positivo. Mi è stato prescritto il Reumaflex, un farmaco molto pesante, per questo il medico di base mi ha consigliato di sentire il parere di un altro medico reumatologo, e così ho fatto: questa terapia mi è stata sconsigliata e scartata. Ero di nuovo dolorante e nel pallone. Sono stato ricoverato al centro reumatologico di Messina da una dottoressa, e con i trattamenti oggi il danno è contenuto ma i dolori vanno e vengono.

Siamo arrivati al 2023, sono passati due anni da quella seconda dose e lei viene ancora inviato da uno specialista all’altro, senza trovare una diagnosi accurata e una terapia efficace.

Sto assumendo cortisone, vado al lavoro, ma spesso devo prendere giorni di malattia perché i dolori e la fiacca mi costringono a restare a casa. In tutto questo una diagnosi definitiva non c’è, i dottori parlano di poliartropatia, ovvero una condizione di infiammazione e sofferenza delle articolazioni, ma la causa resta sfuggente. Non mi è stato detto se questo stato è degnerativo. Il cortisone sta funzionando ma per quanto potrò assumerlo? Dipenderò sempre dai medicinali?

Ha provato a farsi ascoltare dalle istituzioni e dagli enti preposti?

Io sono un membro del “Comitato Ascoltami”, dal quale ho ricevuto aiuto e consigli importanti, mi hanno suggerito di fare la segnalazione all’AIFA, ma purtroppo secondo me tutto questo è inutile. Nessuno mi ha mai risposto. Spero che almeno raccontare la mia storia possa servire da avvertimento per qualcun altro se ricomincerà.

Lei è al servizio dello Stato, dell’ordine cittadino e della comunità da 25 anni. Lo stesso Stato che la ha messa alle strette imponendole questo trattamento sanitario. Come vede oggi questa vicenda personale e collettiva?

Quello che è stato commesso è un crimine mondiale, coloro che hanno messo in piedi questo scandalo sono delle belve senza coscienza, non sono umani. Hanno massacrato la gente sapendo quello che facevano. Mio figlio minore di 16 anni era sano come un pesce, è stato vaccinato perché altrimenti non poteva andare a scuola. Dopo la vaccinazione ha iniziato ad accusare frequenti orticarie e ancora deve prendere cortisone e antistaminico. E’ stato anche ricoverato al Policlinico di Catania per dieci giorni. E mia madre di 90 anni è collassata appena ha ricevuto la seconda dose di vaccino, non sappiamo come si sia salvata.

I grandi produttori di farmaci e chi gli ha offerto la nostra pelle non hanno fatto errori in buona fede, hanno eseguito un piano di epurazione delle persone. Mi hanno rovinato la vita e la hanno rovinata a chi ama me e mio figlio. Non riesco più a gioire e nessuno intorno a noi è più sereno. Ma le confesso che potrei anche accettare che la mia bellissima vita, fatta di lavoro e di affetti, sia finita qui. Quello che non potrei mai accettare è che mio figlio subisca altre conseguenze. Non lascerò passare impunito questo delitto, a costo di pagare un conto sulla mia pelle. La scienza deve migliorare la vita, mentre individui senza dignità ne hanno approfittato per compiere un orrore che non si era mai visto prima.

I medici complici, i ministri che hanno deciso e avallato tutto questo, e quelle personalità internazionali che hanno deciso di torturarci così -per quanto mi riguarda- non devono passarla liscia.