Sabato, 12 Agosto 2023 06:14

Anna Lisa, paralizzata dal vaccino: “Sto guarendo, ma è stato un calvario” In evidenza

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Anna Lisa Abate, di Eboli, ha quasi 32 anni e oggi ha scelto di raccontarci quello che le è successo quando ha deciso di vaccinarsi contro il Covid-19.

Di Giulia Bertotto Roma, 10 agosto 2023 (Quotidianoweb.it) - Quotidianoweb sta raccogliendo quella che è purtroppo una lunga lista di testimonianze drammatiche sui danni da vaccino antiCovid; ma in questo panorama tragico, la storia di Anna Lisa, ci restituisce un’esperienza di luce e un invito alla speranza.

Anna Lisa, siamo orgogliosi e lieti di poter ospitare la sua storia, un incubo che si apre ad un nuovo luminoso inizio. La ascolto.

Quando tutto è cominciato stavo per compiere trent’anni e laurearmi in lingue straniere, un periodo di grande fermento ed entusiasmo. Ho deciso di vaccinarmi perché avevo paura del Covid-19: in televisione si parlava solo della pericolosità di questo virus, erano state persino chiuse le scuole, interdetta la circolazione e vietati gli spostamenti. Pensavo che la situazione doveva essere davvero seria. Ho eseguito due dosi di Pfizer nei giorni 5 giugno e 10 luglio 2021.

Dal 17 luglio 2021 ho iniziato ad accusare i primi sintomi: vertigini e perdita di equilibrio, crampi agli arti inferiori, lividi alle gambe, dolore alla gamba sinistra, debolezza muscolare, stanchezza diffusa, vista offuscata all’occhio destro, scotomi agli occhi, nevralgia del trigemino che mi causava scosse alla testa (soprattutto alla fronte) mal di testa e intorpidimento alla testa e infiammazione cervicale. Un mese dopo, ad agosto 2021, si sono aggiunte le parestesie e si sono aggravati i sintomi di cui sopra, come la cefalea tensiva. Anche quando sono svenuta mi è stato detto che ero solo ansiosa.

A settembre al male si è aggiunta la disperazione. Per tre settimane sono stata incapace di camminare da sola, dovevo essere accompagnata dai miei famigliari anche in bagno. Effettuavo accessi in pronto soccorso sulla sedia a rotelle o distesa in ambulanza.

Cosa emergeva dalle diagnosi mediche?

Inizialmente sono stata liquidata con la diagnosi di ansia, e mi prescrivevano Alprazolam, un farmaco che si usa per trattare gravi disturbi di tipo psicosomatico. Anche con le carte che attestavano i disturbi neurologici mi è stato negato il ricovero all’ospedale San Leonardo di Salerno.

Insomma mi trovavo all’improvviso incapace di deambulare, con la vista offuscata e dolori ovunque, e mi si dava della pazza. Non sono mai stata così angosciata in vita mia. Io sapevo che il vaccino c’entrava eccome. E il mio medico di base fin da subito diceva che erano state le due dosi a causare questi invalidanti e spaventosi malesseri: una reazione avversa al vaccino. Tuttora mi segue. Anche mio padre e le mie sorelle mi credevano, ma molti parenti, conoscenti e persone che ormai non fanno più parte della mia vita, mi dicevano “Non ti fissare con questa storia del vaccino”.

Il danno da vaccino è stato poi diagnosticato da un immunologo che mi ha fatto fare una serie di accertamenti per eventuali malattie autoimmuni. Essendo negativa a tutti i test mi ha inviata ad un otorino del Gemelli a Roma. Continuavano a mandarmi a casa con ansiolitici e tranquillanti.

Solo dopo 11 mesi dopo la reazione avversa (a giugno 2022), sono riuscita a rivolgermi ad un centro in Molise che pratica medicina omeopatica, la Domus Medica di Bagnoli del Trigno. Mi è stata diagnosticata una neuroinfiammazione al sistema nervoso centrale, encefalomielite e neurite ottica. Queste diagnosi spiegavano tutti i miei sintomi, comprese quelle terribili settimane di paralisi. Il medico che mi aveva in cura voleva ricoverarmi perché la fase acuta delle mie infiammazioni era grave, rischiavo malattie neurodegenerative e tumori. Ma è stato possibile evitarlo.

Le cure sono state efficaci e il sollievo è stato immenso. A settembre 2022 sono riuscita anche a laurearmi.

Ad aprile 2023 i test hanno dato tutti esito negativo, le infiammazioni neurologiche si sono ritirate, il danno neurologico si è riparato. Sono consapevole di quanto il mio caso sia raro, di quanto sono stata fortunata, forse miracolata.

Anna-Lisa-Abate_1.jpegCome sta adesso?

Sto molto meglio, posso camminare, ma è dura e faticosa convivere con la vertigini che non ti abbandonano mai. Gli altri sintomi come quelli legati alla testa e ai dolori vanno e vengono, sono strascichi di quel danno neurologico. I miglioramenti sono lenti ma costanti.

Il suo primo nome, Anna, significa “Grazia”.

E’ vero. Adesso voglio lasciarmi il passato alle spalle, voglio dare valore alla mia laurea e coltivare il mio futuro. Ma voglio anche raccontare la mia storia, perché possa dare speranza. Si può attraversare l’inferno e se ne può anche uscire.

Che qualcosa non abbia funzionato in questi anni pandemici è pacifico. Ma che idea si è fatta personalmente su quello che è successo in Italia durante la campagna vaccinale? Una catena di errori e di goffe risposte ad un virus sconosciuto o anche delle cattive volontà di fare del male alla popolazione?

Secondo me c’è stato l’errore umano, perché molti medici non si sono resi conto che stavano somministrando un’arma di distrazione di massa. Ma quindi, a monte, c’è stato soprattutto il piano lucido e mirato di eliminare in un colpo solo tante persone. E ancora peggiore la volontà criminale di nascondere tutti questi danni da quello che chiamiamo “vaccino anti Covid”. Il Covid può essere curato, molti di questi effetti collaterali forse no. Cosa dobbiamo dedurre anche da questo?

Conosco tante persone danneggiate gravemente da questi sieri maledetti e ho visto con quale ferocia si vuole tenere nascosta questa opera di decimazione della popolazione. Auguro con tutto il cuore, a chi sta peggio di me, di guarire.