Martedì, 18 Luglio 2023 07:16

L’estetica dentale è una “ossessione moderna” o può migliorare la vita? Ne parliamo con Simone Vaccari, esperto di estetica dentale a Modena In evidenza

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Avere un bel sorriso luminoso e regolare sta acquisendo una rilevanza sempre maggiore per le persone.

Forse anche influenzati dalle tante serie tv americane, in cui gli attori sfoderano dentature smaglianti, molti di noi si rendono conto dell’importanza che il sorriso ha nella vita di relazione, soprattutto nel primo impatto con le persone: è innegabile!

L’estetica dentale ha preso piede in Italia, ma oltreoceano ha una lunghissima tradizione. Indubbiamente, i social e la sovraesposizione di questi ultimi anni hanno dato una enorme risonanza al fattore estetico e all’apparenza, e non sempre con esempi edificanti, purtroppo.

La domanda è: stiamo tutti diventando ossessionati dall’estetica (dentale, ma non solo) oppure il discorso è più complesso? Ne parliamo con chi ha un’esperienza ventennale nel settore della cosmetica dentale ed è riuscito a costruire una brillante carriera in questo ambito, poco frequentato in Italia fino a non molti anni fa.

Stiamo parlando del Dottor Simone Vaccari, che ha aperto il proprio studio odontoiatrico a Modena, nel cuore dell’Emilia-Romagna, dopo numerose esperienze professionali in tutto il mondo, vincendo una grossa scommessa con sé stesso e con un orizzonte culturale locale non ancora aperto alla sperimentazione e alla novità.

Possiamo parlare di una vera e propria ossessione moderna per l’estetica?

Io non direi che si possa definirla una “ossessione moderna”, perché mi farebbe pensare che anni fa non fosse così. In realtà, secondo canoni, paradigmi e pattern differenti, l’esteriorità ha sempre rivestito un ruolo centrale nel corso della Storia, già dai tempi antichi.

Basti pensare che la stessa Cleopatra era solita fare il bagno nel latte d’asina, il suo elisir di bellezza, per avere la pelle più luminosa e vellutata.

Gli anni ’80, poi, hanno esasperato un sistema di vita edonistico e “godereccio”, esaltando la forma fisica (erano famosissime le video lezioni di aerobica di Jane Fonda, oggi sarebbero virali sui social), l’interesse per l’aspetto estetico (è tipico di questi anni il boom della chirurgia estetica), il benessere materiale in senso lato.

Oggi come oggi, l’importanza dell’esteriorità ha conosciuto differenti e ulteriori canali di fruizione, con l’avvento dei social: siamo costantemente esposti, anche per mostrare le nostre attività quotidiane.

Avvertiamo sempre più l’esigenza di apparire non solo socialmente accettati, ma anche esteticamente attraenti, per foto, selfie, video, reel e tutto ciò che può esporre la nostra persona allo sguardo degli altri.

Perciò, se oggi sentiamo parlare di estetica in maniera così pervasiva è per i vari canali di comunicazione e per le diverse modalità di accesso alla bellezza.

Che consigli dai ai pazienti che vorrebbero migliorare la propria estetica dentale?

Qui è necessario ribadire alcuni aspetti fondamentali. Tutti si meritano un bel sorriso: spesso ricevo pazienti che addirittura rinunciano a uscire e a coltivare una vita sociale perché il loro sorriso non proprio armonico crea in loro un senso di disagio e imbarazzo, talvolta addirittura vergogna.

Tuttavia, mi preme affermare che non bisogna affidarsi a improvvisati o soluzioni discutibili e low cost: l’estetica del proprio sorriso e la salute orale in generale sono preziose e fondamentali per il proprio benessere.

Infatti, occupandomi di estetica dentale, posso confermare che agire sul proprio sorriso per migliorarlo è necessario per avere riscontri tangibili nel miglioramento della propria autostima, nel rafforzamento della fiducia in sé, nelle relazioni interpersonali.

Proprio per questo motivo, è meglio evitare di inseguire i trend del momento e tutte quelle pratiche non professionali che rischierebbero di creare danni irreversibili.

Ciò è fondamentale anche perché una vera figura professionale può accertare il quadro clinico del/della paziente e capire se ci siano problematiche odontoiatriche da trattare e risolvere, prima di intervenire sull’estetica dentale tout court.

A mio avviso, ci sono alcuni criteri non negoziabili per la scelta dei professionisti dell’odontoiatria:

  • competenza ed esperienza;
  • aggiornamento costante;
  • team di collaboratori affidabili,
  • attrezzature all’avanguardia;
  • materiali di elevata qualità;
  • prevenzione e sensibilizzazione ai pazienti;
  • qualità umane, empatia, dialogo;
  • onestà e trasparenza economica.

Ci sono studi scientifici che corroborano l’importanza estetica del sorriso?

Eccome! Ci sono numerosi e differenti studi scientifici che dimostrano l’impatto estetico del sorriso, come per esempio uno studio del World Journal of Advanced Research and Reviews, nel quale leggiamo che “The aesthetics of the smile has a great influence on the psychology of a person, so it can affect their personality, temperament and even their way of relating to their environment.” (>>anche questa è una mia aggiunta)

Da qui, vediamo proprio come il sorriso di una persona ne influenzi il benessere psicologico, addirittura la personalità, sino al modo di relazionarsi con l’ambiente circostante.

La riprova sociale della centralità del sorriso è stata oggetto di studio da parte del fisiologo russo Alfred Yarbus, intorno agli anni Sessanta del ‘900. Yarbus fece il dottorato di ricerca a Londra per approfondire gli studi sui muscoli oculo- motori.

La sua ricerca scientifica sulla natura attiva del sistema visivo ebbe un notevole riscontro non solo nel campo dell’oculistica, ma in ambito di estetica del viso.

Yarbus osservò che lo sguardo umano era costantemente attirato dagli occhi e dal sorriso delle persone. Inoltre, Yarbus scoprì che, quando le labbra rimangono chiuse, lo sguardo di una persona è catturato dagli occhi, mentre quando una persona sorride, lo sguardo è attratto dai denti.

Infatti, dal punto di vista neurologico, la visione umana è attirata dalle concavità a sfondo bianco: la sclera degli occhi è di colore biancastro, e anche la bocca è una concavità con elementi dentali bianchi.

Da questa scoperta rivoluzionaria, molti altri scienziati hanno condotto ulteriori ricerche: oggi abbiamo la certezza che, osservando una persona, il nostro sguardo si concentra sugli occhi e sul sorriso. Negli studi successivi, è stato accertato che l’estetica del sorriso incide per il 70% sull’estetica generale del volto.

Ecco perché mi piace pensare all’estetica dentale come a una soluzione d’eccellenza che possa migliorare la vita di relazione e l’autostima dei miei pazienti. Le stesse storie personali dei miei pazienti lo dimostrano.

Possiamo perciò affermare che le tecniche di estetica dentale non rispondono a richieste di pazienti frivoli, ossessionati dall’estetica, ma siano il frutto di anni di studio, ricerche, sperimentazioni ed esperienza.

Perché, a tuo avviso, sempre più persone desiderano il sorriso "perfetto"?

Perché, anche alla luce degli studi scientifici di cui parlavamo poco fa, finalmente le persone hanno avuto modo di comprendere l’importanza di un bel sorriso nell’estetica del volto.

A proposito di ciò, vorrei portare un esempio pratico e significativo. Recentemente, negli Stati Uniti, è stato realizzato il programma (diventato famoso anche qui da noi) Extreme makeover.

In questo programma, alcune persone venivano affidate a professionisti di vari settori della bellezza, per rispondere a svariate problematiche ed esigenze estetiche (per esempio dimagrimento, chirurgia estetica, outfit e abbigliamento), per fare proprio un makeover, ossia un cambio di immagine.

Ebbene, si è scoperto che, malgrado i numerosi e vari trattamenti estetici, il sorriso di alcune persone non era armonico; dunque è stato chiamato il celebre dentista William (Bill) Dorfman per occuparsi nello specifico del sorriso dei partecipanti.

Quindi, possiamo proprio dire che non c’è altro makeover che tenga: il sorriso è protagonista indiscusso. È dagli anni 2000 in avanti che si è definitivamente compresa la centralità dell’estetica dentale.

Anche professionalmente, soprattutto per chi lavora a contatto con le persone, e in qualunque situazione pubblica, essere accolti da un bel sorriso è sempre piacevole, promuove l’interazione e la socialità.

Veniamo alla tua esperienza personale: come ti sei avvicinato all'estetica dentale?

La mia nota passione per l’estetica dentale è nata molto presto: sin da bambino, e poi da ragazzo, ho sempre avuto le idee molto chiare sul mio percorso. Certo, non è stato facile fare una scelta definitiva, perché amo l’odontoiatria in generale.

La scelta della cosmetica dentale è arrivata anche un po’ per fortuna. Infatti, ho avuto la possibilità di formarmi e migliorare le mie conoscenze in California, in particolare a Los Angeles, che potremmo proprio definire la patria mondiale dell’estetica dentale. Lì ho avuto modo di conoscere tecniche e modalità di lavoro ben diverse da tutto quello che avevo studiato e dalla realtà in cui vivevo.

Infatti, negli anni 1999-2000 lo sbiancamento dentale in Italia non era quasi conosciuto e i dentisti che lo consigliavano erano davvero pochi. Invece, in California, tutto questo era normale amministrazione: anche i ragazzi adolescenti chiedevano lo sbiancamento dentale come regalo ai genitori.

Le faccette dentali e altre tecniche di estetica dentale erano pionieristiche e molto diffuse rispetto alla pratica e alla cultura della cosmetica dentale nel nostro Paese.

Tutto questo ha suscitato in me grande curiosità e mi ha fatto coltivare l’idea di trasferire in Italia queste stesse conoscenze avanguardistiche: è questa, la sfida che ho lanciato a me stesso.

È stato facile diffondere in Italia la cultura dell’estetica dentale?

Non è stato facile, all’inizio, ma con il tempo ho raggiunto il mio obiettivo: oggi l’estetica dentale è stata “sdoganata” ed è un tema più alla portata delle persone, più conosciuto e richiesto, e questa è a tutti gli effetti la mia professione.

Oltre ciò, c’è stato anche un fondamentale cambio di passo nella concezione stessa del ruolo del dentista, figura sempre temuta e associata al dolore (soprattutto negli anni Settanta e Ottanta).

Infatti, anni fa, si andava dal dentista solo quando il dolore ai denti era insostenibile o per risolvere situazioni di emergenza, che spesso finivano proprio con l’estrazione del dente. Oggi il dentista non è più il tanto temuto “cavadenti”!

Con l’estetica dentale tutto è cambiato: si occupa di questioni estetiche, ormai di natura psicologica, e mira quindi a lavorare per ottimizzare il sorriso e la vita delle persone, ed è stato per me un fortissimo sprone ad approfondire questo affascinante universo.

Con la tua esperienza all’estero, perché hai deciso di aprire il tuo studio proprio a Modena?

È vero, mi si sono presentate tante possibilità, con proposte di lavoro più che allettanti, in Europa, Stati Uniti, Canada, Medio Oriente.

La scelta si fece difficile quando ricevetti una proposta di lavoro molto interessante negli Stati Uniti, che rifiutai: ancora oggi, ogni tanto mi chiedo come sarebbe la mia vita se avessi accettato.

Ogni volta che mi viene chiesto perché io abbia scelto Modena, mi piace rispondere con un aneddoto: ti invito a cercare su Youtube un’intervista di Enzo Biagi al Maestro Luciano Pavarotti, al quale viene rivolta la medesima domanda.

Maestro, lei possiede un’intera tower a New York, ha casa ai Caraibi, ha amici e conoscenze in tutto il mondo: come mai continua a vivere nella sua piccola città?

Infatti, il Maestro avrebbe avuto molte possibilità di vivere altrove tra agi e comodità, amato da tutti. Eppure, lui risponde: “Modena è la mia città”. Ecco, per me è esattamente la stessa cosa.

La scelta di rimanere a Modena potrebbe sembrare forse un po’ banale. Tuttavia, questa risposta rivela il mio legame affettivo profondo con le tradizioni, con l’esperienza e la storia emotiva legata a questa città. Chi è modenese da generazioni può ben comprendere questa “filiazione dell’anima” con questa terra, che mi fa amare addirittura la nebbia.

In futuro pensi di cambiare città?

Non credo proprio di trasferirmi altrove in futuro, rimarrò fedele alla mia città, non solo per ragioni di cuore, ma perché ritengo che proprio qui ci sia molto lavoro da fare. Purtroppo, in ambito odontoiatrico vedo ancora troppa disinformazione, sia nei pazienti, sia tra gli addetti ai lavori.

Credo sia un problema culturale: l’odontoiatria è una branca relativamente giovane. In un passato non lontano, i “cavadenti” di cui parlavo prima esercitavano l’attività odontoiatrica senza alcun titolo. Era frequente recarsi da persone senza qualifiche per farsi “cavare i denti”.

C’è ancora molto scetticismo tra i pazienti, che non sono adeguatamente informati. Quella che io definisco “educazione sanitaria” dovrebbe fare parte dell’offerta formativa scolastica.

Il nostro è anche un lavoro educativo e di prevenzione: forniamo indicazioni affinché i pazienti possano scegliere con consapevolezza, pubblichiamo blogpost divulgativi e di approfondimento. Anche lato social stiamo promuovendo tanta attività di formazione ai pazienti, per incoraggiare una maggiore conoscenza in ambito odontoiatrico.