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Coronavirus. L'aggiornamento in Emilia-Romagna: su oltre 17.600 tamponi effettuati 2.143 nuovi positivi, di cui 1.017 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing. 2.258 i guariti, calano i casi attivi (-178). L'indice Rt regionale scende sotto l'1. Eseguiti anche 1.509 test sierologici e 2.061 tamponi rapidi. Il 95,8% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L'età media nei nuovi positivi è di 46,5 anni. 63 i decessi

Coronavirus. L'aggiornamento in Emilia-Romagna: su quasi 18mila tamponi effettuati 1.766 nuovi positivi (la percentuale è del 9,8%), di cui 931 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing. Giù i casi attivi (-1.062), ricoveri in ulteriore calo. 2.743 i guariti. Eseguiti anche 1.362 test sierologici. Il 95,9% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L'età media nei nuovi positivi è di 44,6 anni. 85 i decessi

Coronavirus. L'aggiornamento in Emilia-Romagna: su quasi 20mila tamponi effettuati 1.569 nuovi positivi (la percentuale scende all'8%), di cui 838 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing. Ricoveri in calo, 2.037 i guariti. Eseguiti anche 1.728 test sierologici. Scendono i casi attivi (-537), il 95,9% è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L'età media nei nuovi positivi è di 44,7 anni. 69 i decessi

Coronavirus. L'aggiornamento in Emilia-Romagna: su quasi 17mila tamponi effettuati 1.471 nuovi positivi (la percentuale scende all'8,7%), di cui 712 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing. Ricoveri in calo, 1.308 i guariti. Eseguiti anche 1.679 test sierologici. Il 95,8 % dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L'età media nei nuovi positivi è di 46,7 anni. 52 i decessi

Coronavirus. L'aggiornamento in Emilia-Romagna: su quasi 11mila tamponi effettuati 2.041 nuovi positivi, di cui 1.189 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing; +497 i guariti. Eseguiti anche 1.123 test sierologici. Il 95,8% dei casi attivi è in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. L'età media nei nuovi positivi è di 48 anni. 39 i decessi

Coronavirus. L'aggiornamento in Emilia-Romagna: su oltre 13.400 tamponi effettuati 1.850 nuovi positivi, di cui 1.067 asintomatici da screening regionali e attività di contact tracing. Guariti ancora in aumento (+1.372). Il 95,9% dei casi attivi in isolamento a casa, senza sintomi o con sintomi lievi. Stabili i ricoverati in terapia intensiva, in calo quelli negli altri reparti Covid (-5). Effettuati anche 1.058 test sierologici. L'età media nei nuovi positivi è di 45,3 anni. 30 i decessi

La campagna di sensibilizzazione sanitaria "Post Lockdown", messa in campo  dalla Regione Emilia Romagna, si conclude con l’invito a “Non fare finta di niente” ma contribuire a combattere la l'illegalità perché “La criminalità non va in lockdown e approfitta dell’emergenza covid”.

Giovedì, 07 Novembre 2019 16:09

L’“eroe” Antoci chiude Noicontrolemafie 2019

Sabato a Unimore il promotore del protocollo nominato ufficiale al merito da Mattarella "per la sua coraggiosa determinazione nella difesa della legalità e nel contrasto alla mafia".

Sarà Giuseppe Antoci - promotore in Sicilia nel Parco dei Nebrodi del protocollo di legalità che prende il suo nome, dal 2017 recepito dal nuovo Codice antimafia ed applicato in tutta Italia – il protagonista della consueta chiusura “invernale” di Noicontrolemafie, il Festival della legalità promosso per il nono anno dalla Provincia di Reggio Emilia, con la direzione scientifica di Antonio Nicaso, insieme a 18 Comuni e Regione.

Dalle 10.30 di sabato 9 novembre, nell’aula D2.2 della sede dell’Università in viale Allegri, Antoci parlerà agli studenti delle scuole superiori reggiane sul tema “A schiena diritta contro la mafia”, prendendo spunto dal libro-testimonianza scritto con Nuccio Anselmo “La mafia dei pascoli” che racconta la sua, anche drammatica, esperienza. Il 18 maggio 2016 Antoci è stato infatti vittima di un attentato mafioso, dal quale è uscito illeso grazie all'auto blindata e all'intervento armato del vice questore Daniele Manganaro e degli uomini della sua scorta.

Nel 2014, da presidente del Parco dei Nebrodi, Antoci aveva infatti introdotto un protocollo per l'assegnazione degli affitti dei terreni, che prevedeva la presentazione del certificato antimafia anche per quelli di valore inferiore a 150.000 euro. Un provvedimento - poi esteso prima a tutta la Sicilia, quindi a tutta Italia – che aveva fatto saltare il business illegale di Cosa Nostra, stimato in circa 3 miliardi di euro in dieci anni, legato ai contributi dell’Unione europea. Agli studenti Antoci – che lo scrittore Andrea Camilleri, in un'intervista a Rai Uno, definì "un eroe dei nostri tempi" – racconterà la sua esperienza e il coraggio di tanti altri servitori dello Stato che gli hanno consentito di andare avanti nella sua battaglia.

Il 12 novembre 2016 il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di sua iniziativa, ha concesso a Giuseppe Antoci l'onorificenza di "Ufficiale al Merito della Repubblica Italiana", consegnata al Quirinale il 2 febbraio 2017 con la seguente motivazione: "Per la sua coraggiosa determinazione nella difesa della legalità e nel contrasto ai fenomeni mafiosi". L’appuntamento di sabato concluderà la nona edizione di Noicontrolemafie, a cui hanno collaborato Corte Ospitale e Caracò per la parte organizzativa e quella educational, insieme a Emilbanca, Ordine dei Dottori commercialisti e degli Esperti contabili di Reggio Emilia, Credem, Associazione e Collegio dei Geometri di Reggio Emilia, Consorzio Oscar Romero, cooperativa L’Ovile e Radio Bruno.

Al via la campagna 2019: l'impegno di Princes per il futuro del pomodoro pugliese tra innovazione, legalità e trasparenza.

- L'Azienda incontra i propri partner agricoli: anche quest'anno saranno lavorate più di 300.000 tonnellate di pomodoro.
- La collaborazione con l'Università di Foggia, Sevi: "Princes dà fiducia ai nostri neolaureati"
- Il messaggio dell'Arcivescovo Pelvi contro lo sfruttamento nelle campagne: "Il pomodoro è un dono di Dio"

Foggia, 18 luglio 2019 – Alla vigilia nuova campagna del pomodoro, Princes Industrie Alimentari, società che gestisce a Foggia il più grande stabilimento in Europa per la trasformazione del pomodoro, ha invitato i propri partner agricoli a un momento di confronto reciproco sui temi che vedono direttamente impegnata l'azienda: innovazione, legalità e trasparenza lungo tutta la filiera.

"Riteniamo sia molto importante incontrare periodicamente tutti i nostri partner e confrontarci in maniera diretta e trasparente con loro. Princes lavora costantemente per rafforzare la propria presenza nel Sud Italia e per garantire un futuro sostenibile nel lungo termine per tutta la filiera del pomodoro - commenta Gianmarco Laviola, Amministratore Delegato di Princes Industrie Alimentari - Siamo convinti che ciò sia possibile solo attraverso il rispetto della legalità, l'innovazione e una politica di piena collaborazione con la parte agricola, che permetta di guardare al futuro puntando alla crescita del settore e allo sviluppo del territorio."

Azienda di rilievo per l'economia della Capitanata, Princes Industrie Alimentari assume ogni anno durante la campagna circa 1000 operai, che vanno ad aggiungersi ai circa 500 lavoratori fissi.
Si prevede, inoltre, che da fine luglio fino alla fine di settembre saranno lavorate più di 300.000 tonnellate di pomodori.

"Siamo soddisfatti dei risultati ottenuti in questi ultimi anni, ma continuiamo a guardare avanti per raggiungere sempre nuovi traguardi – sottolinea Laviola – dal 2012 ad oggi sono stati investiti circa 60 milioni di euro in innovazione, sicurezza degli impianti ed adeguamento della capacità produttiva".

Con l'occasione, Princes ha presentato i nuovi uffici, risultato di un ampliamento dello stabilimento di Foggia come testimonianza della volontà del Gruppo ad investire nel Sud Italia e contribuire allo sviluppo del territorio.

Princes ha illustrato inoltre le soluzioni innovative messe a disposizione della parte agricola. Fondamentale sarà per quest'anno l'accesso a nuove tecnologie digitali, presentato da Princes, per proiettare l'intera filiera del pomodoro pugliese nel panorama competitivo internazionale e migliorare la qualità del prodotto.

Grazie alla collaborazione con l'Università di Foggia, ad esempio, il gruppo ha implementato una serie di sistemi per contrastare i parassiti del pomodoro e ridurre drasticamente i trattamenti con fitofarmaci. L'85% della produzione 2018 di Princes è stata totalmente priva di residui chimici, ed il restante 15% con valori ampiamente al di sotto degli standard fissati dalla legge.

"Sono estremamente compiaciuto del fatto che Princes abbia avviato una serie di collaborazioni con il nostro Dipartimento per partecipare a progetti in corso e per farsi promotrice, anche con risorse finanziarie dedicate, di altri progetti con il duplice obiettivo di investire sulla formazione di giovani laureati e dottori di ricerca, valorizzare con spirito innovativo ciò che oggi viene ritenuto scarto dell'industria attraverso un approccio di economia circolare – fa sapere Agostino Sevi, direttore del dipartimento di Agraria dell'Università degli Studi di Foggia - Questo potrebbe avere importanti ricadute non solo per il Dipartimento SAFE (Scienze Agrarie, degli Alimenti e dell'Ambiente) e la Princes, ma anche e soprattutto per il territorio". Il Professore ha poi sottolineato l'importanza di dare una prima possibilità lavorativa ai giovani laureati, investendo su di loro: "L'azienda ha ospitato presso la sua sede 9 studenti tra agronomi tecnologi ed ingegneri tutti provenienti dal Dipartimento SAFE, che hanno condotto per sei mesi uno stage retribuito post-lauream, per loro estremamente formativo, dando così prova di fiducia nella nostra Università e soprattutto nei nostri progetti formativi." – conclude il Direttore Sevi. Princes ha anche attivamente partecipato al Salone del lavoro e della creatività ed in quella sede ha stipulato 77 contratti con giovani laureati dell'Università di Foggia.

A inizio anno, Princes e Coldiretti hanno siglato un rivoluzionario Accordo Nazionale di Filiera che garantisce produzioni eccellenti e sostenibilità economica ambientale e sociale. Infatti, grazie all'accordo, i coltivatori si vedranno riconosciuto un prezzo di acquisto "equo", basato sugli effettivi costi sostenuti e su una equa pianificazione degli investimenti. Un impegno che Princes ha assunto già da tempo con tutti i propri partner agricoli. Nel contesto dell'Accordo, PIA e Coldiretti svilupperanno inoltre un'innovativa piattaforma digitale basata sulla tecnologia blockchain che garantirà la tracciabilità del prodotto lungo tutta la filiera con forti benefici in termini di sicurezza, efficienza e automazione delle transazioni interaziendali.

Princes riconosce l'eccellenza del territorio della Capitanata lavorando esclusivamente pomodoro pugliese coltivato da fornitori che hanno ottenuto le più alte certificazioni internazionali in tema di lavoro etico - "Global G.A.P. GRASP" o "SA8000". Questi standard garantiscono l'adozione delle migliori pratiche del settore agricolo e a livello sociale, in termini di salute, sicurezza e welfare, contratti, salari e libertà di rappresentanza per i lavoratori. L'azienda è concretamente impegnata a migliorare le condizioni lavorative di coloro che potrebbero finire nella rete di chi sfrutta la manodopera a basso costo, compreso il caporalato.

A tal proposito è toccante il messaggio augurale inviato dall'Arcivescovo di Foggia, Mons. Vincenzo Pelvi: "Inizia la campagna del pomodoro 2019 e desidero ringraziare il Signore per il dono della terra e per le donne e gli uomini che si impegnano a coltivarla. Il mio pensiero augurale di ammirazione e congratulazione va a Princes Industrie Alimentari, azienda orientata allo sviluppo di un'agricoltura più sostenibile e un'alimentazione più responsabile, unitamente ad una efficace politica contro il caporalato, attraverso il progetto "Lavoro senza frontiere". Sua eccellenza ha paragonato il pomodoro alla carezza di Dio: "Il pomodoro invita a riflettere sulla nostra esistenza, perché alimento semplice e utile, che non va privatizzato ma offerto a tutti coloro che possono accedere al suo uso. Anche il pomodoro è carezza di Dio per tutti, nessuno escluso. Ne deriva che un vero approccio ecologico incorpora un riferimento alla giusta distribuzione dei beni della creazione e ai diritti fondamentali della persona. Prospettiva ambientale e prospettiva sociale risultano in relazione di complementarietà. Il mio auspicio è che Princes e i vari partener agricoli contribuiscano insieme e sempre più concretamente perché il nostro meraviglioso territorio possa fruire di questa risorsa naturale che allieta le tavole delle famiglie".

Princes Industrie Alimentari
Princes Industrie Alimentari (PIA) è una società italiana leader in Europa nella lavorazione del pomodoro, costituita nel 2012 e con sede a Foggia. PIA impiega oltre 500 lavoratori durante tutto l'anno; il personale coinvolto nelle attività supera le 1600 unità al culmine della campagna del pomodoro. PIA fa parte del gruppo internazionale Princes, leader europeo nel settore del food&beverage. In Princes lavorano 7.000 persone distribuite in 14 siti produttivi distribuiti principalmente in Europa.

 

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Il presidente delle Provincia di Reggio Emilia ha illustrato al Tribunale le ragioni della costituzione a parte civile nel maxi-processo alla 'ndrangheta.

Reggio Emilia, 19 aprile 2017

Al processo Aemilia ieri è stato il giorno delle istituzioni. Ad uno ad uno, a partire dall'assessore regionale alle Politiche per la legalità Massimo Mezzetti e dal presidente della Provincia di Reggio Emilia Giammaria Manghi, sul banco dei testimoni nell'aula-bunker allestita nel cortile del Palazzo di giustizia hanno iniziato a sfilare i rappresentanti degli enti locali che si sono costituti parte civile. Oltre alla Regione ed alla Provincia, che si è costituita in nome e per conto di tutti i Comuni reggiani, ieri è stato il turno anche dei cinque Comuni che si sono costituiti singolarmente con il patrocinio dell'avvocato Salvatore Tesoriero del Foro di Bologna: Bibbiano, Brescello, Gualtieri, Montecchio e Reggiolo, rappresentati in aula dai rispettivi sindaci (dal commissario prefettizio nel caso di Brescello).

Primo rappresentante delle istituzioni reggiane a deporre, il presidente della Provincia Giammaria Manghi che ha ricordato di essere stato informato dall'allora colonnello provinciale dei carabinieri Zito della maxiretata che era stata da poco compiuta. "L'impatto fu molto forte sulle istituzioni e sui cittadini e all'indomani del blitz decisi di convocare subito per sabato 31 gennaio un'Assemblea dei sindaci, terzo organo previsto dalla legge di riordino delle Province, per una riflessione comune su quanto accaduto e sul danno molto forte che la comunità stava subendo – ha detto dinnanzi ai giudici il presidente Manghi – Fu una riunione estremamente partecipata e sentita, aperta da un saluto del prefetto Ruberto alla presenza di 42 degli allora 45 sindaci reggiani, che si chiuse con un documento approvato all'unanimità nel quale, oltre a ribadire i principi di legalità e di civile convivenza su cui si fonda l'identità del nostro territorio, si decideva di valutare la costituzione di parte civile per il danno ingente che la comunità reggiana stava subendo".
Il presidente Manghi si è quindi soffermato proprio sulla definizione del danno che avrebbe poi spinto la Provincia e cinque Comuni – oltre al Comune capoluogo ed alla Regione – a costituirsi parte civile al processo Aemilia. "Un danno di immagine certamente, penso a titoli come "Qui le mafie hanno trovato l'America" o "Il sacco di Reggio: le mani delle cosche sulla città", oltre ad un diffuso allarme sociale, ricordo che nelle testimonianze che via via si evincevano si parlava anche di bazooka, detonatori, bombe a mano...".

"Ma il vulnus riguardò anche gli strumenti fondativi del nostro tessuto istituzionale, a partire dallo Statuto della Provincia di Reggio Emilia che già nella precedente versione si riconosceva nei valori della Resistenza, della nostra Costituzione e nella lotta contro ogni forma di eversione e che, anche dopo la modifica statutaria del 2015, all'articolo 5 impegna l'ente ad agire all'insegna della trasparenza e della prevenzione della diffusione dei fenomeni corruttivi- ha detto ancora il presidente Manghi - Infine, aspetto altrettanto grave, l'evidente tentativo di codificare uno Stato ombra eversivo avente l'intento di sostituirsi allo Stato democraticamente eletto".

Il presidente Manghi ha poi ricordato l'impegno anche normativo con il quale la Provincia, "anche prima della mia presidenza e dunque ben prima dell'operazione Aemilia", si è sempre impegnata nell'azione di contrasto ai tentativi di infiltrazione mafiosa: "Dai Protocolli per la legalità avviati, in particolare nel settore degli appalti pubblici, già nel 2010 in stretta sinergia con l'allora prefetto De Miro allo schema di parere sulle varianti urbanistiche raccomandato dalla Provincia ai Comuni dal 2012, in cui si richiamavano iniziative analoghe alle informazioni antimafia".
Rispondendo a una domanda del presidente del Tribunale, Francesco Maria Caruso, finalizzata a sapere se e come anche prima dell'operazione Aemilia le istituzioni avessero avuto sentore di tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata, il presidente Manghi ha citato "come primi campanelli d'allarme nel 2011 la lunga e complessa vicenda legata all'interdittiva alla Bacchi, una azienda molto conosciuta nella Bassa, e alcuni casi di incendi, in particolare il maxirogo in un deposito di autocarri a Reggiolo nel 2012".

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