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Giovedì, 14 Dicembre 2017 10:35

Salmonella nel pepe nero macinato

Salmonella nel pepe nero macinato: il Ministero della salute lancia l'allerta per "Rischio microbiologico".

Il dicastero ha bollato il lotto EU 17823 della ditta VERKA sas come "contaminato dalla "Salmonella spp".
Lo Sportello dei diritti: "Non consumare e riportare al punto vendita"

Il Ministero della salute ha pubblicato oggi il richiamo di un lotto di pepe nero macinato "Cucina e Sapori" prodotto da VERKA SAS, un'azienda di Verona con sede dello stabilimento in via Archimede, 18 Negar loc. Arbizzano, per la presenza di salmonella spp nel prodotto. Il pepe nero bollato dal provvedimento riguarda quello riconoscibile dal numero di lotto EU 17823 venduto nella confezione da 35 gr circa con scadenza minima del 10.10.2020 e commercializzato dal Consorzio DIAS.

Il prodotto è da riportare al punto vendita per motivi di sicurezza alimentare. Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", non esclude che l'ingerimento del prodotto possa provocare un pericolo per la salute, e mette perciò in guardia la popolazione. L'avviso di richiamo è stato pubblicato sul nuovo portale dedicato alle allerta alimentari del Ministero della salute nella sezione "Avvisi di sicurezza".

Martedì, 12 Dicembre 2017 06:56

Penny Market richiama trance di verdesca congelate

Rischio contaminazione chimica: Penny Market richiama trance di verdesca congelate "Gran Mare". L'annuncio a titolo precauzionale

Penny Market ha diffuso anche sul web, il richiamo a scopo precauzionale di un lotto di trance di verdesca congelate a marchio "Gran Mare" per una possibile contaminazione chimica. Le trance di verdesca sono prodotte dall'azienda Effegi Service Spa di Mantova nello stabilimento di via Spallanzani n 2. Penny Market, scusandosi per il disagio, precisa che il richiamo riguarda tutti i punti vendita.

La catena di discount invita i consumatori che hanno acquistato il prodotto a restituirlo al punto vendita entro il 22/12/2017 dove si provvederà alla sostituzione o al rimborso.

Il provvedimento riguarda, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", esclusivamente le confezioni con scadenza al 12/2019 codice 8026146080296. Il prodotto è venduto in confezioni da 400 grammi. L'azienda precisa che il richiamo interessa solo la scadenza sopra indicata.

Mercoledì, 22 Novembre 2017 11:59

Ancora allarmi alimentari per prodotti contaminati.

RASFF (Rapid Food and Feed Safety Alerts - Commissione Europea) ha segnalato la presenza di larve di parassiti Anisakis negli sgombri provenienti dalla Francia e venduti in Italia. Il Ministero della Salute ha invece emanato un avviso per il richiamo di un lotto di Porcetta di Ariccia IGP per presenza di Listeria Monocytogenes.

20171122-Larve-viveRASFF: allarme larve vive negli sgombri dalla Francia e venduti in Italia.
Ordinato il ritiro. Larve di parassiti Anisakis sono state trovate nel pesce. Il Ministero della salute italiano è stato già informato. L'anisakidosi può portare a dolore addominale, nausea, vomito, distensione addominale, diarrea, sangue e muco nelle feci, febbre lieve.
Larve vive di parassiti Anisakis sono state scoperte in grosse quantità all'interno di una partita di sgombri refrigerati provenienti dalla Francia e venduti in tutta Italia. Per questo motivo il Sistema rapido di allerta europeo per alimenti (RASFF) ha già informato con la notifica 1994.2017 del 20.11.2017 il Ministero della salute italiano.

La scoperta è arrivata dai controlli effettuati dal dipartimento di sanità pubblica e sicurezza alimentare nazionale. L'anisakis è un verme parassita del pesce crudo che è capace di annidarsi nelle pareti dello stomaco e che può essere ingerito semplicemente mangiando del pesce crudo o, comunque, poco cotto, marinato o in salamoia. L'anisakidosi è una malattia diffusa soprattutto in quei Paesi del mondo in cui si consuma maggiormente il pesce crudo: come il Giappone, ma anche in Europa e USA da quando è impazzata la passione per il sushi, che può essere anche causa della sindrome sgombroide.

Questo parassita è visibile a occhio nudo: si tratta, infatti, di vermi lunghi e somiglianti a capelli bianchi. I sintomi dell'anisakidosi includono dolori addominali, diarrea, sangue e muco nelle feci, nausea, vomito, meteorismo, distensione addominale e febbre. Nei casi più gravi, possono, poi, verificarsi forti mal di pancia, ostruzione dell'intestino tenue e perforazioni intestinali e dello stomaco. Consumare pesce crudo o poco cotto è quindi, in tal senso, molto rischioso: la cottura del pesce deve avvenire almeno a una temperatura di 63 °C per poter uccidere eventuali parassiti; mentre, il congelamento dovrebbe avvenire almeno a meno 18 °C per 24 ore: sia le alte che le basse temperature sono nemiche di questo verme.

Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, consiglia alle ditte di prodotti ittici e ai titolari delle rivendite all'ingrosso di prodotti alimentari di bloccare la vendita di questo lotto. La segnalazione diffusa dal Sistema rapido di allerta europeo, classificata come decisione di rischio non serio, è stata inviata dal Ministero della salute italiano ma non pubblicata sul sito del nuovo portale dedicato alle allerte alimentari del nostro dicastero.
- 20 novembre 2017


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Listeria monocytogenes in Porchetta di Ariccia I.G.P. a marchio FA.LU.CIOLI.

RaAvviso alimentare del Ministero della Salute per il richiamo di un lotto. Lo "Sportello dei Diritti": non consumare il prodotto del lotto indicato in caso di acquisto e restituirlo presso il punto vendita per ricevere la restituzione del prezzo
In data odierna il Ministero della Salute ha dato comunicazione del richiamo di un lotto di Porchetta di Ariccia I.G.P. a marchio FA.LU.CIOLI. della FA.LU.CIOLI S.r.l. con sede in Ariccia (Rm) alla via della Cerquette 50-63. In particolare, il lotto interessato è il "021017" relativo alla confezione sottovuoto di peso medio pari a 150 grammi e con data di scadenza o termine minimo di conservazione 31.12.2017.

Il motivo del richiamo espressamente indicato nell'apposito modulo è: "Presenza di Listeria monocytogenes su campione di Porchetta IGP di Ariccia Lotto di Produzione 02102017 scadenza 31/12/2017".

Il richiamo, si legge nell'avviso pubblicato dal Ministero della Salute, è stato trasmesso alle aziende per la divulgazione ai consumatori mediante affissione.

È bene, quindi, ricordare per una corretta informazione dei consumatori, di non sottovalutare mai gli avvisi ufficiali pubblicati dagli enti che tutelano la salute.

La listeria, infatti, può avere ripercussioni sulla salute. In alcuni casi, il consumo di prodotti contaminati da questo batterio, può scatenare sintomi analoghi a quelli dell'influenza (febbre, emicrania, nausea). Qualora si presentassero tali sintomi, si consiglia alle donne incinte e alle persone affette da un'immunodeficienza di rivolgersi a un medico. Dato il rischio per la salute che si corre in seguito alla contaminazione del batterio particolarmente patogeno, Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" raccomanda di. Nel caso si fosse acquistato prima del richiamo e non consumato, i clienti possono riportare il prodotto indicato presso il punto d'acquisto e ricevere il rimborso del prezzo di vendita.

- 21 novembre 2017

"Rischio grave per la salute dei consumatori per pericolo di tossicità acuta da Fipronil " Le uova provengono dalla Calabria

Tracce rilevanti dell'insetticida Fipronil sono state trovate nel corso di un controllo in un campione di uova fresche proveniente dalla Calabria e commercializzate sul territorio nazionale con marchio UOVA ROSSE Az. Agricola Tomaino Rosina.

Per questo il Ministero della salute ha diffuso il richiamo del lotto di uova di varie categorie provenienti dall'allevamento AZIENDA AGRICOLA TOMAINO ROSINA - Serrastretta(CZ) loc. San Nicola n. 5, per presenza di fipronil.

Le uova richiamate appartengono dal lotto che riporta sul guscio il codice allevamento cod. 3IT129 in confezioni da 30 uova.

Il provvedimento è stato disposto dai Servizi veterinari delle AASSPP Calabria perché in alcuni campioni di uova proveniente da questo lotto è stato riscontrato un livello di fipronil superiore al limite di tossicità acuta di 0.72 mg/kg.

Il Ministero della salute, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", che avverte di un " Rischio grave per la salute dei consumatori per pericolo di tossicità acuta da Fipronil" invita i consumatori in possesso di uova appartenenti a questo lotto a non consumarle e consegnarle ai Servizi Veterinari delle AASSPP competenti per territorio.

Il fipronil è considerato "moderatamente tossico" per l'uomo dall'Oms e il suo impiego è vietato negli allevamenti avicoli in Europa. Il rischio per i consumatori resta comunque molto basso.
Lecce, 21 settembre 2017

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 13 Agosto 2017 10:50

Sprechi alimentari e agricoltura in crisi.

Lo scempio di tonnellate di ortaggi e verdura piantati, non raccolti e lasciati marcire nei campi in Puglia. Uno schiaffo alla povertà che si ripete ciclicamente e un'altra sconfitta delle politiche italiane sull'agroalimentare. Perché non venga perpetrato il più grande spreco alimentare estivo e perché si dia sostegno alle aziende agricole contro questa calamità intervenga direttamente lo Stato

Ciò che sta accadendo da qualche giorno in Puglia ed in altre regioni d'Italia è una questione che si ripete ciclicamente, ma che sta assumendo proporzioni bibliche: tonnellate e tonnellate di angurie, meloni e pomodori, ma anche altri tipi di ortofrutta, lasciate a marcire nei campi perché i costi di produzione superano di gran lunga i possibili profitti delle aziende agricole per una serie di congiunture verificatesi, ma che anno dopo anno assumono l'aspetto dell'ordinario.

In particolare, «in provincia di Lecce c'è stata una anticipazione della maturazione – per come sostenuto sulla stampa dal presidente di Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - per cui le angurie sono state raccolte e vendute con 2 settimane di anticipo, i primi giorni a prezzi stabili, subito dopo le quotazioni sono crollate. Oggi a Brindisi e Taranto il mercato è al tracollo, con le angurie pagate in campagna a 5/6 centesimi al chilo e i meloni gialli che non superano i 10 centesimi. Agli agricoltori non conviene neppure raccogliere, tanto che stanno interrando il prodotto. Stessa sorte sta toccando al pomodoro piccolo a grappolo che non supera i 18 centesimi al chilogrammo, mentre il pomodoro da mensa ha toccato solo i 22 centesimi al chilo. I prezzi di vendita al dettaglio, invece, subiscono la solita decuplicazione a danno dei consumatori».

E l'immagine che si presenta nelle campagne è tanto preoccupante quanto desolante: ettari ed ettari di campi in cui giacciono al sole e al caldo torrido i tipici prodotti dell'ortofrutta estiva della campagna salentina e pugliese in attesa che la terra sia fresata e che i loro resti la vadano a concimare per preparare la prossima annata che, se non si farà qualcosa, sarà identica a quella in corso. Uno scempio comune ad altre regioni in questo periodo dell'anno che non può essere tollerato, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" - associazione che da anni si batte contro gli sprechi alimentari - e che merita essere denunciato e portato all'attenzione non solo degli assessorati regionali competenti, ma soprattutto del Ministero dell'Agricoltura, perché segna l'ennesimo fallimento delle politiche agroalimentari italiane che non riescono a sfondare con l'export verso altri paesi che potrebbero costituire mercati appetibili, e a questo punto, di sfogo, per la nostra produzione.

Uno Stato che dimostra di non riuscire a salvaguardare la nostra filiera di produzioni tipiche che vengono soppiantate da altre, sovente straniere, che spesso vengono spacciate per nostrane. È evidente, infatti, che la colpa di tutto ciò non debba ricadere sulle nostre imprese agricole la cui unica responsabilità ricade nella volontà di dar corso a ciò che la terra deve fare: produrre per commerciare la propria produzione. Ecco perché a causa di quella che rappresenta una vera e propria calamità, è lo Stato che deve intervenire a sostegno degli agricoltori con più approfonditi controlli sulla filiera e sui mercati contro le pratiche commerciali sleali che fanno crollare il prezzo per il produttore e per l'incentivazione dell'export e dell'utilizzo dell'ortofrutta in esubero per conserve e succhi.

Lecce, 8 agosto 2017
Giovanni D'AGATA

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
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