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Bindocci (Consorzio Brunello): USA partner naturale del nostro Brunello, bene diplomazia italiana

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Serve concertazione per piano nazionale di promozione. 3 settembre (ore 11), conferenza stampa on line presentazione dati ufficiali con Ministro Bellanova. 

Un compleanno speciale è quello che festeggia in questo 2020 l'associazione, nata nel 1970, allo scopo di promuovere e valorizzare le eccellenze vitivinicole regionali nel mondo

Pubblicato in Cronaca Emilia

Arrivano dalla Francia e dal Giappone gli ultimi riconoscimenti internazionali per la Cantina Settecani di Castelvetro.

La cooperativa vitivinicola aderente a Confcooperative Modena ha ottenuto la medaglia d’oro al concorso enologico internazionale organizzato da Gilbert & Gaillard, la guida francese dei vini pubblicata in nove lingue e considerata punto di riferimento per professionisti e appassionati di tutto il mondo.

Pubblicato in Agroalimentare Modena

I dati elaborati da IRI per Vinitaly nel periodo tra il 1° gennaio e il 19 aprile 2020 – Le vendite crescono del 7,9% a volume e del 6,9% a valore - L’analisi tiene conto del fatto che i primi due mesi dell’anno non sono stati toccati dall’emergenza Covid19, a differenza di marzo e aprile - Il confronto con i dati del 2019

I vini dell’Emilia Romagna si caratterizzano per una notevole eterogeneità che è il risultato della varietà delle caratteristiche del territorio. Nella maggior parte dei casi è nelle zone collinari che è possibile ottenere i risultati più interessanti, non solo per la qualità dei terreni più vocati, ma anche per le condizioni climatiche favorevoli: il riferimento è, in particolare, alle escursioni termiche e alla ventilazione. Per quel che riguarda la pianura, invece, non sono rare le produzioni industriali che non mirano tanto alla qualità quanto alla quantità. Ciò non vuol dire, comunque, che nelle zone pianeggianti non ci siano vini di qualità, magari basati sui principi biodinamici.

Conoscere i vini dell’Emilia Romagna con un corso wset

Un corso wset può offrire la giusta occasione per conoscere e scoprire da vicino i vini dell’Emilia Romagna: le proposte formative di Degustibuss sono, in tal senso, il meglio che si possa desiderare. Il primo livello del corso permette di esplorare, in una giornata di lezione della durata di 7 ore, i più importanti stili di vino e le relative tipologie tramite la vista, il senso dell’olfatto e il gusto. I corsisti possono contare su otto bottiglie di vino per la pratica, ma anche su attrezzature ad hoc e schede di degustazione specifiche.

Bonarda e Barbera

Bonarda e Barbera sono le due coltivazioni caratteristiche della zona dei Colli Piacentini: si tratta di uve a bacca rossa a partire dalle quali è possibile ottenere degli ottimi vini fermi da invecchiamento e dei vini rossi frizzanti. È il caso, per esempio, del Gutturnio, che tra l’altro merita di essere menzionato come una delle prime Doc del nostro Paese. La Malvasia aromatica di Candia è una delle uve a bacca bianca, in comune con i Colli di Scandiano e di Canossa e i Colli di Parma; un altro Doc è l’Ortrugo.

I vini delle province di Modena, Reggio Emilia e Parma

Chiaramente quando si parla di vini emiliani non si può fare a meno di citare il Lambrusco: con questo termine, per altro, si fa riferimento a vari vitigni che presentano caratteristiche piuttosto differenti tra loro. Il Salamino di Santa Croce, il Grasparossa di Castelvetro e il Lambrusco di Sorbara sono i vini Doc che ne derivano. Non molto tempo fa, inoltre, alcuni lambruschi sono stati inseriti nella graduatoria degli spumanti migliori del mondo.

Gli altri vini emiliani

Il Pignoletto è un pezzo di storia dei Colli Bolognesi: si tratta di un bianco vinificato frizzante o fermo. Non ha nulla da invidiargli la Barbera, particolarmente coltivata fra i rossi, mentre in provincia di Ferrara – e più precisamente nella zona costiera – spicca la Doc Bosco Eliceo. La zona dei Vini delle Sabbie richiede una particolare attenzione, con il Fortana che costituisce il vitigno più rappresentativo: viene nominato anche Uva d’Oro, e deve tale denominazione da una località della Borgogna, Cote d’Or, da dove il vino sarebbero stato portato in dote da Renata di Francia al Duca d’Este.

La tradizione enologica in Romagna

Per quel che concerne la Romagna, il Trebbiano Romagnolo e l’Albana sono i protagonisti fra le uve a bacca bianca, con il secondo che in genere permette di ottenere vini più robusti, basati su una macerazione lunga sulle bucce. Il Sangiovese, invece, è il principe dei rossi, e può essere declinato in tante versioni differenti: per esempio affinato in legno per qualche anno o imbottigliato giovane dopo essere stato vinificato in acciaio, ma c’è perfino lo spumante metodo classico come novità degli ultimi tempi. Il rosso Centesimino e il bianco Famoso, infine, sono due vitigni romagnoli autoctoni.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Giovedì, 26 Marzo 2020 06:33

Scenari nel mondo del vino dopo il corona virus

da L'Equilibrista @lequilibrista27 Reggio Emilia 27 marzo 2020 - Il Mondo dei numeri è oggettivo perché travalica i discorsi e si contrappone maledettamente al mondo del vino che oggi più che mai è collegato alle soggettività, l'unica vera forma d'arte a tutti i livelli che si impone da sempre quale altra faccia dell'oggettività.

Cosa dire dopo questa affermazione mi chiedo annuendo ed osservando attraverso il video il mio ospite.
D'altronde è quello che mi aspettavo nell'intervistare una persona così complessa, poliedrica ed operativa come Alessandro Rossi, un uomo del vino da più di vent'anni, che pensa strategie, le realizza e nel contempo osserva le persone, i loro stili di vita, facendoli propri per capire il futuro ed anticiparlo.

L'Equilibrista intervista Alessandro Rossi @lozingarodilusso

In tempi di quarantena forzata, ammirare il sole primaverile ed il suo tepore fuori le finestre, irrompe nel gelo immobile dei pronto soccorsi o delle strade deserte fatte di pertugi, dove il calore vibrante non arriverà mai.
Una visione che lascia spazio a mille riflessioni ma centrale negli occhi di Alessandro Rossi, persona attenta e colta che ha fatto della sua passione per il vino uno stile di vita, iconico, dinoccolato e mascalzone, riprendendo il suo pseudonimo “lo zingaro di lusso”, ha raccolto oggettività, gestendo enoteche, degustando territori, scritto e letto tantissimo sulle persone del vino e sulla gente conosciuta per caso osservando il loro modo di essere.

Inevitabile parlare quindi di pianificazione ed Alessandro racconta di aspettarsi un'Italia che avrà due aperture una volta risolta la crisi, la prima più prevedibile, nella quale il privato comprerà in futuro non direttamente in cantina ma attraverso i canali on-line e delivery, alternativa possibile e futura per un'Italia ancora poco incline su questo fronte. Questo processo di distribuzione per il consumatore “casalingo” sta guadagnando spazi ovunque, basti solo pensare ad Amazon, quindi inevitabilmente questo canale avrà un grande orizzonte ed una sua strategia.
Alcuni consumatori maturi che amano i vini estremamente pregiati, da collezione per capirci, continueranno a comprare il prodotto direttamente in cantina facendoselo spedire, anche se oggi non funziona molto ve lo garantisco, tanto che sono gli stessi per altro a frequentare le enoteche, qualora queste non fossero chiuse del tutto da qui a breve.

Poi la successiva analisi, che tocca velocemente tanti punti di carattere sociologico e comportamentale e qui la discussione si amplia molto perché se pensiamo all'Italia come detentrice di un patrimonio artistico che neppure gli italiani, da esterofili quali sono di natura apprezzano a pieno, dall'estero questa risorse naturale subirà certamente un pesante rallentamento, ma il tutto potrebbe essere compensato dagli stessi italiani che restando nel Bel Paese, potrebbero con la loro propensione di amanti del gusto e della vita, rendere meno lancinante.
Il turismo romagnolo per citare quello più famoso che per numeri e densità è secondo solo a quello di Las Vegas per capirci, riprende Alessandro, è fatto di famiglie proprietarie di esercizi balneari, ristoranti ed alberghi. Persone concrete che poggiano su basi solide di anni di fortunate gestioni e di parsimonia, ma ovviamente, mancando il tempo necessario per preparare la stagione estiva, che ormai sarebbe alle porte, potrebbe dover far fronte ad un limite enorme ma comunque più gestibile se paragonato alle vicine Francia e Spagna che invece hanno storicità differenti e soprattutto imprese vitivinicole con limitata caratterizzazione a confronto dell'Italia.

Mi ricorda Alessandro, che la nostra nazione è una delle poche che ancora si avvale di agenti per gestire i mandati in ambito vitivinicolo e questo è ancora un limite per affrontare un mercato frammentato culturalmente ma soprattutto geograficamente come l’Italia. Nonostante tutto, l’uomo e chi rappresenta il tessuto vinicolo è fondante nel suo genere perché veicola valori e certezze, merce rara al nostro tempo.

La fiducia dell'enotecario a livello locale, la capacità del distributore a livello nazionale ed estero, o dell’agente diretto hanno un’unica tradizione per altro tutta italiana, che è quella di poter raccontare storie di successo delle nostre cantine vinicole, veicolando i valori di impegno, cuore, coraggio nelle scelte stilistiche prese dai nonni prima di loro, completando un ventaglio di personalizzazione che non ha eguali e che per altro fanno da traino su mercati non solo italiani. Un esempio su tutti è forse quello americano, così affamato di storie, racconti e successi nei quali riconoscersi attraverso una tradizione che a loro non appartiene.
Ci concentriamo su altri canali allora e arriviamo al mercato HO.RE.CA. che sarà – come raccontavamo prima - una certezza per il mercato di questo segmento ma che, almeno per il prossimo futuro, vedrà nella distribuzione tradizionale, l'unica ad essere riconosciuta come sicura e sinonimo di qualità certa.
Questo se non altro perché la ristorazione poggia su elementi gestionali agili, magazzini leggeri, ordini al pronto o sul venduto, accostando sempre più il servizio come centrale in ottica di sviluppo della relazione finale con il cliente e quindi con il consumatore finale, elementi essenziali per poter approcciare a nuovi mercati e nuove cantine.

Il coronavirus – continuando la sua cavalcata – può minare le piccole realtà vinicole che adesso si troveranno in pericolo, troppo piccole per avere un ruolo centrale per l’esportazione a causa dell’esiguo numero di bottiglie prodotte, ma altrettanto limitate per soddisfare le esigenze di carte di vini esteri che vogliono esclusive o numeri da capogiro per le loro dimensioni, troppo locali per far fronte a crescite che possano metterle al riparo e possano garantirle un punto di pareggio definito e programmabile.
Alessandro in questo è concreto, diretto, spietato forse, ma giusto nella sua analisi ed è per questo che ascoltandolo deve maturare l'idea di sperare in un apporto senza precedenti da parte del governo che possa sostenere queste realtà che oggi hanno bisogno di strumenti finanziari diretti per poter andare oltre l'ostacolo.

Mentre ci congediamo e la nostra conversazione volge alla speranza più che alla condanna, Alessandro mi rammenta come l'Italia sia stata capace di diventare baluardo e produttore di eccellenze enogastronomiche a livello universale dopo essere stata demolita dalla guerra, dalla fame e dalla carestia. Non a caso dando una risposta, proprio in questa direzione, creando una catena del valore unica al Mondo per qualità e biodiversità.

Ed ancora torna prepotente la simbologia dell'oggettività dei fatti e la soggettività per gestirli, due visioni che di concerto una persona come Alessandro ha imparato a plasmare e fare proprie.
Ci salutiamo con la promessa che la prossima volta sarà davanti ad una bottiglia di vino.

Contatti ed info:
http://www.www.deepredstories.com
@lozingarodilusso

 

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Scegliere un vino, orientarsi fra le tante proposte è sempre stato un compito delegato all'enotecario di fiducia o all'amico che consigliava una cantina vicino a casa.

da L'Equilibrista Parma, 18-03-2020 - @lequilibrista27 -

Oggi il vino sta vivendo un momento davvero delicato, perché come tutti, sta affrontando qualcosa di sconosciuto ed al quale nessuno è mai stato preparato prima d'ora, in più la complicata situazione economica ci porterà ad utilizzare strumenti nuovi ancora poco collaudati dalla maggior parte di noi.
I vignaioli hanno la costanza e la competenza tecnica ma solitamente manca loro la strategia comunicativa e questa deve essere sviluppata al meglio per poter esprimersi e portare avanti le loro aziende, le loro famiglie ed il loro lavoro. Ed ecco l'approccio di una azienda che lavora nel campo della comunicazione del vino.

L'Equilibrista intervista Massimo Rendinelli @Happywiners

Spesso mi chiedono di far parte di panel di degustazione per dare un parere oppure di dare spazio a vignaioli che lo meritano e come sempre, sentito il vino e la loro storia, giudichiamo il progetto e se valido lo portiamo avanti.
E' per questo che con Massimo Rendinelli di Happywiners, ho scambiato una chiacchierata e ci siamo confrontati su diversi temi. Fra le tracce che sono emerse ne ho selezionate alcune che penso possano essere interessanti per approfondire un'epoca in grande evoluzione e dove i social la faranno da padrone.

Nella tua operatività quotidiana, come si pongono le aziende a proposito delle nuove forme di comunicazione del vino ?
"Il mondo del vino sta cambiando perché anche in questo settore è iniziata l’era social, dopotutto in ritardo rispetto ad altri campi. Oggi in un periodo in cui abbiamo a disposizione migliaia di vini da tutto il Mondo acquistabili con un clic, è fondamentale saperlo comunicare. Le nuove forme di comunicazione devono essere gestite a pieno dalle Aziende e devono far parte della loro strategia come ogni altra catena del loro valore. Ma poche lo sanno fare e quindi si affidano sempre di più a professionisti dedicati perché loro giustamente devono fare il vino e curare le vendite o magari gli approvvigionamenti.

Cosa credi possa fare la differenza al tempo del Corona Virus e come vedi il nuovo cliente che una azienda vitivinicola si troverà a servire nel futuro prossimo?
Le persone, le storie, l’empatia. La gente non compra solo un prodotto ma la storia che questo vino rappresenta.
HappyWiners ad esempio è un progetto che nasce con l’obiettivo di raccontare il vino alla gente. Siamo degustatori appassionati e professionisti dei nuovi media ma ad oggi non basta, bisogna poter viaggiare, visitare le cantine, incontrare i produttori e conoscere le loro storie. È proprio questa la parte del vino che ci piace: aiutare un mondo fatto di persone, di luoghi e di emozioni, a poter essere conosciute dal grande pubblico che li possa apprezzare e dare valore. A tal proposito, nell'attuale momento storico dove tutto questo è proibito, alle aziende che ci contatteranno, vogliamo offrire gratuitamente la nostra competenza per tutta la durata della crisi fino al mese di Aprile, creando una pagina dedicata ai loro vini, mantenendo quindi una sorta di memoria storica attraverso una vetrina che rimane sul sito a disposizione di tutti. Ci sono anche cantine che ci inviano i loro vini dandoci la possibilità di commentare e degustare i loro prodotti attraverso degli interventi on-line. Iniziative che spero servano a superare il momento attuale dando uno strumento veloce ed intuitivo alle aziende vinicole.

Cosa pensi possa essere necessario quindi ad una azienda che si relaziona al mercato di oggi?

Le Aziende in generale e quelle vitivinicole nello specifico, hanno bisogno che i propri contenuti siano veicolati e che dalla pura e semplice pagina virtuale che garantiva il sito internet, si vada a raccontare un' emozione fornendo dei significati chiari che vadano veicolati dall'on-line all'off- line e quindi riportino una concretezza ed una dimensione reale.
Per questo in HappyWiners abbiamo deciso di utilizzare un linguaggio più semplice per avvicinare tutti al mondo del vino, compresi i giovani che utilizzano tanto i social ma anche tutti quegli appassionati che vorrebbero imparare qualcosa in più fino rispetto al classico acquisto d'impulso al supermercato.

Che tipo di contenuti pensi che oggi il turista del vino stia cercando ?

Cerca sempre di carpire informazione e di dare importanza al lavoro del vignaiolo che oggi sta riscuotendo finalmente il posto che merita, non ha caso il recente incremento delle scuole zootecniche e delle facoltà di agraria lo ha dimostrato. Nei miei post e negli articoli quindi, cerco sempre di essere piacevole e non risultare pesante anche laddove si parli di temi didattici perché abbiamo riscontrato che il pubblico è interessato alle nozioni ma non ai paroloni ed è spesso allergico ai tecnicismi eccessivi.

Nei prossimi mesi cercheremo di approfondire questi temi che ritengo fondamentali e strategici per un tessuto aziendale che necessita di innovazione nei confronti di un pubblico sempre più connesso e sempre più interessato a queste realtà.

Il vino porta con se una componente materiale imprescindibile che avrà sempre bisogno della componente esperienziale per farsi comprendere al massimo, quindi per quanto la narrazione ed il racconto saranno centrali, gli operatori dovranno portare i clienti in visita nelle cantine, organizzare eventi e degustazioni che possano esaltare al massimo il lavoro di queste persone che ad oggi a causa del Corona Virus non possono per il momento avvenire.

Contatti ed info:
http://www.happywiners.com/about 
https://www.instagram.com/p/B86zby5CWxT

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Mercoledì, 04 Marzo 2020 11:34

Vinitaly, spostata dal 14 al 17 giugno 2020

VINITALY, VERONAFIERE RIPOSIZIONA LA DATA: DAL 14 AL 17 GIUGNO 2020 - IL 13 GIUGNO L’ANTEPRIMA DI OPERAWINE CON WINE SPECTATOR. DECISIONE CONCERTATA CON LE PRINCIPALI ASSOCIAZIONI DI SETTORE, IL PRESIDENTE DELLA REGIONE VENETO E IL SINDACO DI VERONA.

Verona, 3 marzo 2020 – “In considerazione della rapida evoluzione della situazione internazionale che genera evidenti difficoltà a tutte le attività fieristiche a livello continentale, Veronafiere ha deciso di riposizionare le date di Vinitaly, Enolitech e Sol&Agrifood dal 14 al 17 giugno 2020, ovvero nel periodo migliore per assicurare a espositori e visitatori il più elevato standard qualitativo del business”.
Così Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere in chiusura del Consiglio di amministrazione della Spa, riunitosi oggi. “Vinitaly, insieme ad OperaWine – ha proseguito il direttore generale –, si svolgerà quindi in un contesto temporale in cui grandi eccellenze del made in Italy, quali Cosmoprof e Salone del mobile, per esempio, avranno il compito di rilanciare con forza l’attenzione dei mercati internazionali e l’immagine dell’Italia. In questo frangente ringraziamo le aziende per la fiducia che ci stanno dimostrando”.

La decisione è stata frutto di un’attenta analisi dei dati disponibili oltre che dell’ascolto delle posizioni degli stakeholder del mercato, incluse le principali associazioni di settore: Unione Italiana Vini, Assoenologi, Federvini, Federdoc, Federazione vignaioli indipendenti e Alleanza delle Cooperative settore vitivinicolo.

“Lo spostamento a giugno di Vinitaly e di altre importanti manifestazioni internazionali nelle città di Milano e Bologna – spiega Maurizio Danese, presidente di Veronafiere – è un segnale che il made in Italy scommette su una pronta ripresa economica nei settori chiave del sistema-Paese. Auspichiamo quindi che il nuovo calendario fieristico nazionale possa generare una rinnovata fiducia ed essere strumento con cui capitalizzare la ripartenza del nostro Paese”.

Veronafiere attiverà una task force per assistere i propri clienti in ogni ambito necessario alla riorganizzazione delle manifestazioni posticipate e in stretta collaborazione con le associazioni di riferimento predisporrà tutte le azioni di incoming necessarie a garantire la presenza di buyer e operatori professionali qualificati. Sulle nuove date, inoltre, Confcommercio Verona e Cooperativa Albergatori veronesi hanno espresso massima disponibilità per favorire lo spostamento delle prenotazioni.

Nel 2021 Vinitaly sarà in calendario nelle sue date consuete (18-21 aprile); date che sono frutto dell’accordo con l’Union dei Grandi Cru di Bordeaux (UCGB) col quale dal 2013 c’è un accordo nato per incontrare le esigenze dei protagonisti del mondo del vino, buyer e stampa internazionale in particolare.

TUTTE LE NUOVE DATE DELLE INIZIATIVE DI VINITALY

Vinitaly Design International Packaging Competition 25 marzo 2020
5StarWines / Wine without Walls 15-17 aprile 2020
VIA-Vinitaly International Academy 8-12 giugno 2020
Vinitaly and the City 12-15 giugno 2020
OperaWine 13 giugno 2020
Vinitaly-Sol&Agrifood-Enolitech 14-17 giugno 2020


LE DICHIARAZIONI DELLE ASSOCIAZIONI DI SETTORE

Ernesto Abbona, presidente Unione italiana vini: “Condividiamo in pieno le scelte di Veronafiere, sia per quanto riguarda la decisione presa, sia per la relativa collocazione temporale insieme ad altri grandi eventi come Cosmoprof di Bologna e il Salone del Mobile di Milano, che daranno un segnale importante per la ripresa del Paese”.

Sandro Boscaini, presidente Federvini: “Occorre dare un messaggio forte al Paese. Se agiamo uniti nel contesto dello spostamento di data, non solo di Vinitaly, ma di altri grandi eventi internazionali che si svolgeranno in Italia a giugno, potremo contribuire in modo corale al rilancio dell’immagine positiva che merita il made in Italy”.

Riccardo Cotarella, presidente di Assoneologi: “La decisione assunta da Veronafiere su Vinitaly e supportata dalle associazioni della filiera, deriva da considerazioni intelligenti e imprenditoriali. Non si può immaginare un Vinitaly fiore all’occhiello del settore vitivinicolo italiano, nonché evento che tutto il mondo ci invidia, ridimensionato più o meno fortemente nelle presenze di operatori che al momento danno previsioni non soddisfacenti. Questo significa tutelare l’operatività dei nostri produttori e allo stesso tempo proteggere l’immagine del vino italiano e di Vinitaly nel mondo”.

Matilde Poggi, presidente Federazione italiana vignaioli indipendenti: “Siamo d’accordo con Veronafiere sulla necessità di modificare le date in calendario di Vinitaly. Giugno è l’ultima data utile per un evento sul vino. Come Fivi siamo comunque pronti ad un grande impegno per partecipare, dal momento che questo mese è dedicato tradizionalmente alle lavorazioni in vigna”.

Riccardo Ricci Curbastro, presidente Federdoc: “La nostra posizione è di non dare messaggi negativi al mercato, specie in un momento cruciale per il sistema Paese e per il settore. La situazione negli ultimi giorni è stata diversa da quella sperata e per questo ci sentiamo di condividere la scelta di Veronafiere e di stare sulla stessa linea di Vinitaly, pur consapevoli che ci sarà molto da fare”.

Luca Rigotti, coordinatore settore vino di Alleanza Cooperative: “Condividiamo la scelta di Veronafiere per lo spostamento delle date di Vinitaly. Ora lavoriamo assieme alla fiera affinché il mondo del vino possa dare un messaggio positivo all’economia nazionale”.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Mercoledì, 15 Gennaio 2020 15:18

Dazi, Mantovani: Ue dia seguito a lettera Bellanova

MANTOVANI (DIRETTORE GENERALE VERONAFIERE): DIPLOMAZIA SCONGIURI AGGUATO COMMERCIALE, UE DIA SEGUITO A LETTERA BELLANOVA PER FRANCIA È GIÀ CALAMITÀ: VENDITE NEGLI USA A NOVEMBRE -36% SU VINI FERMI
 
Verona, 14 gennaio 2020 - «Ci auguriamo che la missione del Commissario al Commercio, Phil Hogan in programma da oggi negli Stati Uniti, possa scongiurare ciò che riteniamo essere un vero e proprio agguato commerciale ai danni dell’agroalimentare italiano ed europeo. L’eventuale lista allargata espressa dal dipartimento del Commercio americano (Ustr) non sarà infatti esecutiva prima di metà di febbraio: per questo è necessario che l’Unione europea dia riscontro alle istanze contenute nella lettera della ministra alle Politiche agricole alimentari e forestali, Teresa Bellanova, recapitata nei giorni scorsi al Commissario Hogan».

Lo ha detto oggi il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani, a commento della procedura di consultazione dell’Ustr, che minaccia di allargare la lista dei prodotti a potenziale dazio aggiuntivo includendo tra gli altri anche vino, olio e pasta italiani.
«Inutile dire – ha aggiunto Mantovani - come per il comparto vino la preoccupazione sia enorme: basti pensare che, complici anche le scorte accumulate nei mesi precedenti, i vini fermi francesi sottoposti all’extra-dazio del 25% hanno registrato un calo di vendite negli Usa del 36% a valore nel solo mese di novembre rispetto alla stessa mensilità sul pari periodo 2018. Contestualmente, secondo il nostro Osservatorio Vinitaly Nomisma Wine Monitor, l’Italia ha chiuso il mese con una crescita di quasi il 10%. Ora, con la calamità delle possibili imposte aggiuntive la produzione interna non sarà in grado di soddisfare la domanda e l’Europa rischia così di perdere quote di mercato difficilmente recuperabili in futuro, a tutto vantaggio del Nuovo Mondo produttivo. Da parte nostra – ha concluso il direttore generale di Veronafiere – proseguiamo nella nostra attività di supporto del settore nel principale mercato mondiale, anche con una task force operativa in grado di ampliare del 20% la presenza di operatori statunitensi ospiti già a partire dal prossimo Vinitaly e al tempo stesso di accelerare sulle nuove frontiere commerciali di un comparto ancora troppo legato agli sbocchi tradizionali».


Secondo l’Osservatorio Vinitaly Nomisma Wine Monitor (fonte: stime su dati doganali), l’Italia nel 2019 chiuderà le vendite verso gli Usa in crescita di circa il 5%, per un corrispettivo record che sfiorerà 1,8 miliardi di euro. Si tratta di un’incidenza di quasi il 28% sull’export globale di vini made in Italy, molto più del suo competitor francese – che pur è il principale fornitore a valore -, la cui quota non arriva al 20% per effetto di una più ampia e organica scacchiera dei mercati di riferimento. Gli Stati Uniti hanno infine registrato nell’ultimo quinquennio il maggior incremento tra i 5 top mercati mondiali per il vino italiano, con un +38,6% a valore