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Mercoledì, 29 Luglio 2015 12:03

Al via il Palio Poetico "Ermo Colle"

Un ricco programma dal 4 all'11 agosto e a settembre. La 14esima edizione incentrata su due momenti: sei compagnie teatrali si disputano il Premio della Giuria e del pubblico, e spettacoli nei Musei della provincia per le celebrazioni della settantesimo della Resistenza e del Centenario della Grande guerra. -

Parma, 28 luglio 2015 –

Ad animare Ermo Colle 2015 sono la resistenza e la passione delle arti e del territorio che ospita in luoghi eccezionali gli spettacoli: danza, teatro, poesia, storia e memoria per un'edizione ricca e di ottima qualità stilistica. Ermo Colle è stato presentato in Provincia ieri mattina alla presenza degli organizzatori, di rappresentanti dei Comuni coinvolti, di Fondazione Banca Monte e dell'Istituto Cervi.
Saranno sei spettacoli per sei serate del Palio e il laboratorio teatrale della Scuola secondaria di primo grado di Tizzano: "NOI. Perchè due sono meglio di uno" in scena nel mese di agosto. Dal quattro all'undici il Palio sarà nei Comuni di Collecchio, Corniglio, Langhirano, Lesignano de' Bagni, Montechiarugolo, Neviano degli Arduini e Sala Baganza: il Castello di Torrechiara farà da cornice alla cerimonia finale con l'assegnazione del Premio del Pubblico e del Premio della Critica. Dai sei spettacoli in Palio quest'anno emergono figure di angeli, donne, peccatori, piccoli eroi e dèi attraverso la danza, il teatro, la poesia, la storia, la memoria.

Dopo l'introduzione di Carla Ghirardi, Dirigente del settore Cultura della Provincia di Parma, è stata Silvana Piazza, presidente dell'Associazione culturale Ermo Colle a ribadire l'importanza di un Palio "la cui filosofia è divulgare la poesia, la danza e l'arte in luoghi particolari. Parchi, rocche, castelli, luoghi poco aperti che diventano contenitori di cultura: e come dice Eduardo de Filippo la cultura è un bene comune primario". Molto intensa la collaborazione con l'Istituto Cervi: dal Festival della Resistenza di Gattatico, svoltosi nel mese di luglio, sono stati scelti due spettacoli che si sono aggiudicati il Premio della Critica e del pubblico.

"La memoria nutre la cultura e la vita civile" ha affermato Albertina Soliani, Presidente dell'Istituto Alcide Cervi. "Quando le persone vedono il teatro, assistono a manifestazioni culturali, si produce una buona alchimia e si rinnova la memoria e si scommette sul futuro. Mancano le risorse, ma ci sono idee, esperienze, capacità che si mettono insieme. Dobbiamo continuare a portare avanti la cultura, a disseminare e a diffondere conoscenza".
A settembre, invece, Ermo Colle si presenta con un'iniziativa che coinvolge alcuni Musei della provincia e con una serie di eventi legati alla memoria del settantesimo anniversario della Resistenza e ai cento anni dalla Grande Guerra. Una novità che segna una maturata attività di ricerca e di radicamento nel territorio, nei luoghi della memoria e della rievocazione.

Gualtiero Ghirardi, consigliere di Fondazione Monte Parma, si è detto onorato di sostenere il Palio e di averlo fatto fin dalla sua nascita. "Siamo a fianco della Regione Emilia-Romagna e della Provincia, e di un territorio che vuole esserci e puntare sulla cultura nonostante le difficoltà. Ermo colle, ogni anno, estende la sua attività, s'inventa e reinventa e per questo è sempre più apprezzato".
Il coordinatore artistico della rassegna, Adriano Engelbrecht ha sottolineato che "sono le parole seminare, coltivare e nutrire legate alla terra sono anche profondamente legate a questo progetto culturale e artistico. Attraverso l'arte si nutrono le comunità. Anche Ermo Colle è un giardino che è cresciuto, si è nutrito, e continua a crescere".
Anima dell'iniziativa è l'Associazione Culturale Ermo Colle, impegnata nell'educare al teatro i ragazzi della scuola di Tizzano con percorsi laboratoriali che si tengono a scuola: negli anni la scuola ha ricevuto molti premi nazionali e i ragazzi sono cresciuti con il piacere e la passione di apprezzare il teatro, il rigore e la capacità interpretativa che la disciplina sa offrire. Alcuni di essi, ora giovani adulti, seguono e condividono il lavoro di Ermo Colle.

Il programma con le date di agosto (quelle di settembre saranno comunicate in seguito).

4 agosto

SALA BAGANZA - Cortile della Rocca Sanvitale, ore 21.15
C.P.E.M. Teatro
NARCISO
Racconto tragicomico di un mito
di Stefano Dell'Accio e Monica Bonetto
con Stefano Dell'Accio
musiche eseguite dal vivo da Davide Sgorlon
in caso di maltempo interno Rocca Sanvitale

5 agosto

TIZZANO - Arena Sunshine, ore 22
Laboratorio teatrale
Scuola secondaria di primo grado di Tizzano
NOI. Perché due sono meglio di uno
lo spettacolo si svolgerà anche in caso di maltempo

6 agosto

COLLECCHIO - Parco Nevicati, ore 21.15
Claudia Rossi Valli e Tommaso Monza
MARY'S BATH [site-specific]
di e con Claudia Rossi Valli e Tommaso Monza
disegno luci Andrea Gentili, voce Fabio Pagano
produzione Compagnia Abbondanza/Bertoni
in caso di maltempo Auditorium Casa "I Prati" – Collecchio

7 agosto

CORNIGLIO - Castello, ore 21.15
Teatro del Tempo
AL FORESTÉR
di Matteo Bacchini da un'idea di Savino Paparella
con Savino Paparella, regia Savino Paparella
in caso di maltempo Palestra Comunale – Corniglio

8 agosto

LESIGNANO DE' BAGNI - Rivalta, Parco dei Barboj, ore 21.15
Il teatro delle quisquilie
GUERRA E PANE
Se questi sono uomini
di e con Massimo Lazzeri
scene Andrea Coppi, luci Stefano Mazzanti
video Diego Monfredini, Lucia Scipioni, Antonio De Cia
arrangiamenti Chiarastella Calconi, Diego Moser,
Massimo Lazzeri e Adele Pardi
in caso di maltempo Centro Civico - Lesignano De' Bagni

9 agosto

NEVIANO DEGLI ARDUINI - Bazzano, Piazza, ore 21.15
Associazione Culturale FC@PIN.D'OC
REFUGIUM PECCATORUM Coreografia per due peccatori
con Fabio Ciccalè e Chiara Pacioni
di Fabio Ciccalè
testi Chiara Pacioni, disegno luci Danila Blasi
lo spettacolo si svolgerà anche in caso di maltempo

10 agosto

MONTECHIARUGOLO - Castello, ore 21.15
Roberta Biagiarelli
FIGLIE DELL'EPOCA
Storia di (alcune) donne nella grande guerra
di e con Roberta Biagiarelli
drammaturgia Simona Gonella
consulenza storica Gemma Bigi
produzione La Corte Ospitale – Rubiera (RE), Babelia&C
in caso di maltempo Teatro Pasolini - Monticelli Terme

11 agosto

LANGHIRANO - Castello di Torrechiara, ore 21.15 Assegnazione del Premio del Pubblico, Premio della Critica, rappresentazione degli spettacoli vincitori.
In caso di maltempo Teatro Aurora - Langhirano

Settembre 2015

COLLECCHIO - Museo Guatelli (Ozzano Taro), NEVIANO DEGLI ARDUINI - Museo dei lucchetti (Cedogno), CORNIGLIO - Madoi Museo all'aperto (Sesta Inferiore), FONTEVIVO - Museo delle Fisarmoniche
Ermo Colle - Musei e Memorie della Resistenza- Spettacoli, letture, film e iniziative in occasione del 70esimo anniversario della Liberazione.

Il Palio Poetico Musicale Ermo Colle è organizzato da Associazione Culturale Ermo Colle con il contributo di Regione Emilia Romagna, Provincia di Parma, Fondazione Monte Parma, Parco dei Cento Laghi, Parchi del Ducato, con i Comuni di: Collecchio, Corniglio, Langhirano, Lesignano De' Bagni, Montechiarugolo, Neviano Degli Arduini, Sala Baganza.
Con il contributo di, Conad Monticelli e con Arena Sunshine, Radio Circuito 29, Puliteknica, Macelleria F.lli Orsi Lagrimone.
In collaborazione con FESTIVAL CERVI, Rassegna Teatrale LE VOCI DELL'ANIMA, Associazione Culturale EUROPA TEATRI., Circolo Culturale GRAZIA DELEDDA, Associazione AMICI DI ERMO COLLE, Associazione CORNIGLIO CHIAMA,

Con il patrocinio di UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI PARMA Dipartimento di Antichistica, Lingue, Educazione, Filosofia – L.A.S.S.,

informazioni: www.ermocolle.eu  – ermo.colle@virgilio.it 
info eventi: 342 1370224

Pubblicato in Dove andiamo? Parma

Abbattendo ogni barriera tra palco e pubblico i Morphs nelle loro tutine sfavillanti invitano gli spettatori sul palco dando vita ad uno show dove l'unica regola è: "Mai Smettere Di Ballare". -

Parma, 29 luglio 2015 - di Pietro Razzini - tutte le foto in galleria in fondo al testo -

"In principio era l'uomo. Poi venne la ruota. Sulla ruota, qualcuno mise un disco. Quel giorno, nacque il ballo. Furono anni felici, pieni di gioia primitiva. Poi, inaspettatamente, l'uomo cominciò a pensare, lì nacque la timidezza."
A Milano dovevano proprio arrivare i Morphs, creature dalle tutine sfavillanti, a tagliare inutili freni inibitori e a regalare un po' del loro argento vivo agli spettatori, abbattendo ogni barriera tra palco e pubblico.

Nato da un'idea (vincente) di Gianmarco Pozzoli e di Alice Mangioni, Discoteque Machine é un'esplosione di allegria dove l'unica regola é "Mai Smettere Di Ballare".
Il primo indizio di novità che l'audience capta quando entra in sala é la totale mancanza delle poltroncine da teatro, sostituite con tavoli rotondi da 8 posti e comode sedute.
Poi la luce cala e la voce guida della serata comincia a farsi sentire: it's showtime! Ma questa volta lo show é un'infinita onda musicale che tutti gli spettatori sono invitati a cavalcare. La sala diventa una grande discoteca e in scena inizia la performance dei Morphs, ballerini eccezionali ed eclettici che, nelle loro morphsuits, si scatenano sulle note piú diverse, incitando il pubblico a unirsi a loro sul palco.

DM-4 rid

La struttura dello spettacolo é molto semplice e ben organizzata: nei round musicali da 10 minuti ciascuno, 6 spettatori alla volta salgo spontaneamente sul palco, cogliendo l'opportunità di calcare la scena di uno degli stage storici della città milanese. Ognuno segue le movenze dei Morphs: si alternano momenti di ballo libero, senza limiti di interpretazione, scenette divertenti e piccole coreografie di gruppo. Tutto all'insegna dell'energia positiva che solo la musica e la danza sanno regalare.

Nessuno giudica, tutti si divertono. Questo é l'obiettivo di Discoteque Machine, in scena dal 27 al 29 luglio al Teatro Nuovo di Milano. Prossima tappa: il Fringe Festival di Edimburgo.

E prima di chiudere, il gran finale in cui l'intera sala si sposta sul palcoscenico del teatro per l'ultimo ballo della serata.
Never stop dancing!

DM-6rid

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Premio Museo Cervi-Teatro per la Memoria. Primo Premio a Al Forestér di Matteo Bacchini, diretto ed interpretato da Savino Paparella. Secondo Premio a Francischiello. Un Amleto re di Napoli di e con Carmine Borrino. Menzione speciale a La Tana della Compagnia ZiBa. Premio del Pubblico a Figlie dell'epoca. Storie di (alcune) donne della grande guerra di e con Roberta Biagiarelli. -

Reggio Emilia, 27 luglio 2015 -

Si è conclusa la 14^ edizione del Festival Teatrale di Resistenza, rassegna di teatro civile contemporaneo, ideato e promosso dall'Istituto Alcide Cervi e da Cooperativa Boorea, quest'anno svoltosi dal 7 al 21 luglio al Museo Cervi di Gattatico (Reggio Emilia), sempre registrando una folta e calorosa presenza di pubblico.
Anche quest'anno di qualità eccelsa gli spettacoli che hanno partecipato al concorso, diversi per modalità espressive ma tutti ugualmente mossi da profonde motivazioni estetiche ed etiche. Molteplici le letture trasversali possibili per i temi affrontati, la qualità degli interpreti, la capacità di giocare su più stili.

La Giuria del festival – composta da Lorenzo Belardinelli, Alessandra Belledi, Gigi Dall'Aglio, Giuseppe Romanetti, Patrizia Tamassia e Paola Varesi - ha assegnato, nel corso della Serata della Storica Pastasciutta, il 25 luglio, il Primo Premio allo spettacolo "Al Forestér - Vita accidentale di un anarchico" di Matteo Bacchini, diretto e interpretato da Savino Paparella, direzione tecnica di Rocco Antonio Bucarello, produzione del Teatro del Tempo, con la seguente motivazione: "Savino Paparella dà corpo ed energia in modo mirabile e generoso alla migliore tradizione del teatro civile italiano. La sua presenza è sempre intensa, attiva ed instancabile sul palcoscenico; non "narra" ma incarna, con mezzi attoriali di grande spessore, uno spaccato del Novecento tragico e ricco di utopie. Nella solidissima scrittura di Matteo Bacchini, "Al Forestér" diviene storia privata ed insieme universale di uno "straniero in ogni luogo", che riesce ancora oggi a parlarci con la lingua franca della libertà".

Secondo premio allo spettacolo "Francischiello - Un Amleto re di Napoli" di e con Carmine Borrino, musiche di Lino Cannavacciuolo, produzione CRASC-teatrodiricerca in collaborazione con Artgarage Teatro, con la seguente motivazione: "Carmine Borrino, con una drammaturgia matura e solida ed innegabili qualità d'attore, costruisce un parallelo ricco di suggestioni fra il Principe di Danimarca e Francesco II Borbone, re tradito ed oltraggiato dalla storia. Il tema controverso dello spettacolo, grazie alle qualità della messa in scena, regala allo spettatore materiale vivo per la discussione, e per la riflessione sulle capacità del teatro di aiutare a "rifondare il presente".

Menzione speciale a "La Tana" della Compagnia ZiBa con la seguente motivazione: "Rappresentazione di notevolissima precisione, tanto nelle qualità fisiche ed attoriali dei protagonisti, quanto nell'uso di luci, spazi, suoni e silenzi. L'angoscia e lo squallore dei due "mostri", con riconoscibili rimandi alle avanguardie teatrali del Novecento, arriva a tratti a parlarci di noi, del nostro inumano isolamento; sordi ai suoni fuori dalla "tana", e dunque destinati ad uno spegnimento altrettanto solitario e vuoto di senso".

Premio del Pubblico allo spettacolo "Figlie dell'epoca. Storie di (alcune) donne della grande guerra" di e con Roberta Biagiarelli, drammaturgia Simona Gonella, advisor storico Gemma Bigi, produzione La Corte Ospitale Rubiera, Babelia&C.

Il Festival Teatrale di Resistenza è ideato e promosso dall'Istituto Alcide Cervi e da Cooperativa Boorea, con il patrocinio dell'Istituto per i Beni Culturali della Regione Emilia-Romagna, con il patrocinio del Comune di Reggio Emilia e Comune di Parma, della Provincia di Reggio Emilia e di Parma, dei Comuni di Gattatico, Campegine, Sant'Ilario d'Enza, Castelnovo di Sotto, Fontanellato, Poviglio, in collaborazione con Fondazione I Teatri di Reggio Emilia, Festival ErmoColle, Festival Teatro Civile della Val d'Enza, Quinta Parete, Teatro del Cerchio, Teatro MaMiMO, Arci Parma, Strada dei Vini e dei Sapori Colline di Scandiano e Canossa, Associazione Culturale Dai CampiRossi.

Il Progetto del Festival è a cura di Paola Varesi, Stefano Campani, Mariangela Dosi, Raffaella Ilari e con la collaborazione di William Bigi.

Informazioni e prenotazioni
Museo Cervi, via Fratelli Cervi 9 - Gattatico (Reggio Emilia)
Tel.0522.678356 – Fax 0522.477491
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.  - www.istitutocervi.it 

Pubblicato in Cultura Reggio Emilia

Ospite della rassegna sulla legalità organizzata da "NoveTeatro". Lunedì 27 Sabina Guzzanti presenta "La trattativa". Dopo la proiezione, l'attrice e regista incontrerà il pubblico. -

Novellara, 25 luglio 2015 –

Sabina Guzzanti sarà a Castelnovo di Sotto (RE) lunedì 27 luglio per presentare il proprio film "La trattativa": l'attrice e regista sarà ospite della rassegna "Teatro e legalità" organizzata da NoveTeatro, il centro di produzione teatrale con sede a Novellara.

L'appuntamento è alle 21 nel Parco della Rocca (piazza IV Novembre), l'ingresso è libero (in caso di maltempo l'iniziativa si terrà nel Palazzetto dello Sport, viale S. Andrea 15): dopo il film, la Guzzanti dialogherà con Gabriele Tesauri, direttore artistico di NoveTeatro, e risponderà alle domande del pubblico.

Il festival reggiano sulla legalità, giunto alla terza edizione, è promosso dalla Regione Emilia-Romagna e dal Comune di Novellara, insieme ai Comuni di Casalgrande, Castelnovo Sotto, Fabbrico, Guastalla, Luzzara, Montecchio, Reggio Emilia, San Martino in Rio e Scandiano, con il sostegno di Coop Consumatori Nordest: quest'anno ha proposto incontri con Salvatore Borsellino e Giovanni Impastato, lo spettacolo-concerto "Il silenzio è dolo" di Marco Ligabue, testi di Pippo Fava letti da Luigi Lo Cascio e appunto la proiezione di "La trattativa".

Il film, molto applaudito allo scorso festival di Venezia, è una narrazione «lucida, graffiante, puntuale » della discussa, e da qualcuno negata, trattativa fra Stato e mafia: « La sfida più grande – dice la Guzzanti – è stata proprio questa: riuscire a trasformare un mucchio di libri, articoli, verbali, registrazioni processuali, in una storia. » Un lavoro durato quattro anni e portato sullo schermo a modo suo, con una miscela di documentario, finzione e satira: « Racconto fatti realmente accaduti, verificati più di mille volte. Ho pensato che la chiarezza che ottenevo fosse merito della umanizzazione del racconto e ho privilegiato questa strada. »

Seconda edizione dell'evento internazionale con la direzione artistica del maestro Giampaolo Bandini. Dal 26 luglio al 2 agosto. -

Parma, 23 luglio 2015 – in allegato la locandina -

Borguitar Festival 2015 dedicato alla chitarra dalla musica classica, al jazz, al rock. La rassegna è stata presentata questa mattina al Parma Point da Gianni Guido Bellini, Consigliere Provinciale con delega al supporto istituzionale, Omar Olivieri, assessore alla cultura di Borgo Val di Taro e Roberto Ughetti, Presidente "Arti e Suoni".

L'evento giunge alla seconda edizione, sempre con la direzione artistica del maestro Giampaolo Bandini, ed è organizzato dalla Fondazione Manara, dall'associazione culturale Arti e Suoni e dalla Cooperativa GAS con il patrocinio della Provincia di Parma, il contributo della Regione Emilia-Romagna, del Comune di Borgo Val di Taro, del Comune di Tornolo e del Lions Club Borgotaro.
Il Festival è un connubio tra giovani talenti e grandi maestri che si confrontano con la chitarra: è infatti previsto uno stage residenziale con l'iscrizione di quaranta ragazzi provenienti da sei nazioni. La musica è protagonista a Borgo Val di taro, con spazio al pop rock, alla chitarra classica e romantica, al bandoneon.

Gianni Guido Bellini, Consigliere Provinciale con delega al supporto istituzionale, ha confermato la volontà della Provincia di Parma nel proseguire sul tema della valorizzazione del territorio. "Questo Festival è molto importante. Lo è anche per la parte che riguarda la didattica: queste manifestazioni servono ad avvicinare i giovani al linguaggio universale della musica". Anche Omar Olivieri, assessore alla cultura di Borgo Val di Taro ha sottolineato l'importanza del Festival per Borgo Val di Taro. "E' una settimana magica, con le vie del paese che si riempiono di suoni. La musica in mezzo a splendide colline, con tanti concerti magnifici e un omaggio al maestro Aragosti, musicista e compositore borgotarese".
Tocca a Roberto Ughetti, Presidente "Arti e Suoni" raccontare il calendario Festival. "Il programma è molto ricco e i giovani chitarristi presenti si sfideranno in un concorso suddiviso in categoria solisti e musica da camera. Il livello è davvero molto elevato. Abbiamo puntato sulla didattica, soprattutto grazie alla collaborazione del Maestro Giampaolo Bandini. Il Master class è tenuto da cinque docenti di fama internazionale e partecipano quaranta ragazzi di diverse età, dalle primarie alle superiori. E poi inizia una magnifica concertistica per un Festival di indiscusso valore culturale".
Il programma, ricchissimo di eventi e con la presenza di prestigiosi artisti, vedrà il via domenica 26 luglio con il primo Concorso Internazionale dedicato ai giovani interpreti: alle 18.00 è prevista la conclusione con il concerto dei vincitori all'Auditorium Mosconi.
Lunedì 27 luglio iniziano le master class di chitarra tenute, durante la settimana, da importanti musicisti fra cui Giampaolo Bandini, Nicola Jappelli, Andrew Zohn, con la presenza di quaranta allievi.

Il programma dei concerti:
- lunedì 27, alle 21, Santuario della Madonna del Carmelo - concerto di Thomas Petrucci, Lucia Guerra, Alejandro Olson;
- martedì 28, alle 21, Chiesa di San Domenico - anteprima del Memorial Gaslini con Andrea Monarda, Giampaolo Bandini, Luca Allievi e Maurizio Bauduno (fra gli altri);
- mercoledì 29, alle 21, Sala dei Principi del Castello di Compiano - concerto di Andrew Zohn;
- giovedì 30, alle 21, chiesa di Belforte a Borgotaro - concerto del chitarrista Nicola Jappelli che si esibirà su una chitarra romantica;
- venerdì 31, alle 20.30, chiesa di San Domenico - concerto delle chitarriste russe Asya Selyutina e Olga Kamornik;
- venerdì 31, alle 21.45, Piazza La Quara - concerto dei Dire Straits Tribute Band, capitanate dal chitarrista Dario Vannini, dedicato al gruppo dei Dire Straits;
- sabato 1 agosto a partire dalle 16, allo scoccare di ogni ora fino alle 19, i migliori allievi frequentanti le master class faranno risuonare le loro chitarre nei borghi e angoli più suggestivi del centro storico di Borgo Val di Taro;
- sabato 1 agosto, alle 20.30, Chiesa di San Domenico - recital concerto di Giampaolo Bandini alla chitarra e Cesare Chiacchiaretta al Bandoneon;
- sabato 1 agosto, alle 21.45, Piazza La Quara - omaggio al musicista borgotarese Bruno Aragosti con la partecipazione del chitarrista Sandro Gibellini, accompagnato da Aldo Zunino al basso, Alfred Kramer alla batteria, Paolo Brioschi al piano e Adele Guglielmi alla voce.

Il Festival chiude domenica 2 agosto con la Mostra di Liuteria con la presenza dei più grandi liutai italiani all'Auditorium Mosconi: dalle 16 concerto finale degli allievi partecipanti alle master class.

(fonte: ufficio stampa Provincia di Parma)

Sabato, 25 Luglio 2015 10:04

Modena rende omaggio a Luciano Pavarotti

Un ricco programma celebrativo del Maestro. Un percorso dedicato, dal 4 settembre al Comunale intitolato al tenore, poi il 6 settembre spettacolo in Piazza Grande con ospite Massimo Ranieri e il 12 ottobre il concerto diretto da Riccardo Muti. -

Modena, 25 luglio 2015 -

La città celebra il grande tenore che ha portato nel mondo il suo nome. Quest'anno l'omaggio a Luciano Pavarotti vede un percorso espositivo e un concerto a teatro, che si aggiungono al tradizionale concerto in piazza Grande di domenica 6 settembre, nell'anniversario della morte, che quest'anno avrà come protagonista Massimo Ranieri. Lo spettacolo gratuito, dal titolo "Col sole in fronte. Modena per Pavarotti 2015" è ispirato alla grande solarità e al carattere ottimista e positivo del Maestro e verrà condotto da Simona Ventura.

Dal 4 settembre, sarà allestito un percorso espositivo nel Teatro Comunale a lui intitolato in corso Canalgrande, sorta di preludio in centro storico a una potenziale successiva visita alla Casa museo di stradello Nava. E il 12 ottobre, nell'anniversario della nascita, si svolgerà il concerto a teatro che sarà diretto da Riccardo Muti con l'Orchestra Cherubini, nell'ottantesimo della nascita di Pavarotti. I biglietti saranno in vendita da inizio settembre alla riapertura della biglietteria. Orari e modalità precise saranno comunicate a fine agosto. Il prezzo dei biglietti andrà da 22 euro a 75 euro con riduzioni per over 65 e under 27. L'incasso sarà devoluto in beneficenza alla sezione modenese di Ail (Associazione italiana contro le leucemie) intitolata a Luciano Pavarotti. Sotto la direzione del Maestro Muti si esibiranno anche giovani cantanti selezionati dalla Fondazione Pavarotti.

Le iniziative sono rese possibili grazie all'impegno congiunto di Comune e Fondazione Luciano Pavarotti, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena e il contributo di Hera spa, in collaborazione con la Fondazione Teatro Comunale di Modena, nell'ambito del programma di Modena per l'Expo, sostenuto dalla Regione Emilia – Romagna.

Pubblicato in Cultura Modena

Arriva da Zenica, in Bosnia, la nuova pagina di diario di Valentina Porcu e Silvia Manini, in viaggio con Francesco Millione della Caritas diocesana nell'ambito del progetto Kamlalaf. Rientreranno venerdì 24 luglio, ma nel frattempo continuano a raccontare la loro esperienza. -

Piacenza, 21 luglio 2015 -

"A differenza dell'ingresso in Slovenia, in Bosnia Erzegovina il confine alle frontiere si percepisce: 30 minuti di coda per i controlli alle automobili hanno reso tangibile questa demarcazione. A Zenica alloggiamo presso l'orfanotrofio Dom Porodica, struttura che ospita un centinaio di bambini che vivono in gruppi di 12 componenti insieme ad un educatore. La cittadina è gemellata con Fiorenzuola, e l'associazione Fiorenzuola Oltre i Confini sostiene l'orfanotrofio.
Abbiamo incontrato Emir, presidente dell'associazione Sezam, organizzazione non governativa no profit che si impegna a migliorare la qualità della vita e le relazioni interpersonali delle comunità presenti: croati cattolici, serbi ortodossi, bosniaci musulmani (binomi che rappresentano la maggior parte delle formazioni etnico-religiose sul territorio). L'attività dell'associazione consiste in programmi di educazione alla pace e di gestione non violenta dei conflitti, allo scopo di promuovere la riconciliazione. Il tema della riconciliazione a vent'anni di distanza dalla fine della guerra nei Balcani può sembrare scontato, ma così non è; basti pensare al fatto che i matrimoni "misti" prima della guerra erano all'ordine del giorno, mentre ora si possono contare sul palmo di una mano.
Siamo capitate a Zenica proprio durante i festeggiamenti per la fine del Ramadan, che hanno portato per le strade centinaia di giovani belli ed eleganti, vestiti a festa. Il secondo giorno lo abbiamo trascorso una decina di bambini e ragazzi dell'orfanotrofio: è stato bello riuscire a condividere un momento di gioco con loro, nonostante non parlassimo la stessa lingua. La povertà, qui, si tocca con mano: cani randagi, spazzatura e tanti piccoli dettagli. Nonostante questo la gioventù è piena di voglia di vivere, e pare non sia neppure figlia di tanta crudeltà che nel passato ha insanguinato questa terra; loro del resto non sanno neppure cosa sia la guerra, ma l'ostilità e la diffidenza verso il prossimo lasciano traccia di un passato triste che poi così lontano ancora non è".

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Francesco Ingegnoli, titolare dello storico stabilimento vivaistico che riforniva Giuseppe Verdi, in visita alla mostra "Semi di carta". -

Piacenza, 21 luglio 2015 -

Francesco Ingegnoli, titolare dello storico stabilimento vivaistico Fratelli Ingegnoli di Milano, accompagnato dalla curatrice dell'esposizione Daniela Morsia ha visitato settimana scorsa la mostra "Semi di carta: cultura agraria a Piacenza tra Otto e Novecento", prendendo visione del materiale storico-documentario esposto, soffermandosi in particolare sui pannelli dedicati alle pubblicazioni e ai giornali agrari editi a Piacenza.

Alcuni pannelli della mostra presentano proprio le copertine dei cataloghi commerciali del vivaio Ingegnoli, presso il quale si rifornivano, in particolare nel periodo a cavallo del Novecento, molti agricoltori piacentini, tra cui Giuseppe Verdi. Francesco Ingegnoli ha rimarcato il valore dello sviluppo agrario nel nostro territorio, sottolineando l'importanza dei rapporti intercorsi tra l'area milanese e quella piacentina non solo in ambito commerciale e agricolo, ma anche in materia di scambi culturali. In particolare, ha ricordato la figura del piacentino Giuseppe Soresi, per tanti anni direttore della Cattedra ambulante di Milano.

Nell'occasione è stata donata all'imprenditore la riproduzione della copertina di un catalogo storico Ingegnoli del primo Novecento, "ricoperto" di semi. E' il risultato di un laboratorio, coordinato dalla professoressa Annarita Volpi della Società piacentina di Scienze Naturali, svoltosi nel mese di giugno nel cortile grande della Passerini Landi, con gli alunni di alcune classi delle scuole elementari Alberoni e Mazzini. A consegnare l'elaborato è stato Fausto Zermani, presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza che, in collaborazione con la Biblioteca, aveva organizzato l'iniziativa didattica, inserita nel calendario della settimana nazionale della bonifica e dell'irrigazione.

"Il capitolo del controllo delle acque – ha sottolineato Zermani – da sempre rappresenta un punto importante della storia agraria piacentina. Grazie al lungimirante interessamento di alcuni agronomi ed agricoltori piacentini, citati nella mostra, sono state finanziate e realizzate in Val Tidone ed in Val d'Arda le due dighe ad uso irriguo. La corretta gestione della risorsa idrica, unita a buone pratiche, a una piena conoscenza del terreno e alla mirata selezione delle varietà agricole, ha reso la nostra provincia un modello da seguire, addirittura a livello nazionale, per la produzione di quelle eccellenze che ancora oggi ci rappresentano. L'agricoltura piacentina, di antiche tradizioni, ha operato scelte importanti e all'avanguardia per quei tempi e questa mostra, che nè è la testimonianza, merita senz'altro il riconoscimento che sta riscuotendo".

Gli Ingegnoli: storia di una famiglia di vivaisti

Da Sesto Calende, sulle sponde del Ticino, la famiglia Ingegnoli, alla fine del Settecento, si trasferì a Milano per avviare una nuova attività industriale e commerciale legata al settore agricolo. Nell'area, ora occupata dalla stazione centrale, gli Ingegnoli iniziarono a coltivare piante da frutto altamente selezionate, ma anche sementi da orto e per praterie, specializzandosi nella selezione genetica. Botanici altamente qualificati iniziarono a collaborare alla scelta e alla selezione dei prodotti importati da tutto il mondo. Nel 1879 i giovanissimi fratelli Ingegnoli, Francesco, Vittorio e Paolo acquisirono lo storico stabilimento dei Burdin e nel 1884 i tre fratelli fondarono la società commerciale in nome collettivo Fratelli Ingegnoli, destinata a diventare nel giro di pochi anni uno dei più prestigiosi stabilimenti agro-botanici europei. Il vivaio, trasferito in corso Loreto 45, divenne meta di appassionati, coltivatori e giardinieri, professionisti e dilettanti. Gli Ingegnoli furono fornitori di diversi agricoltori piacentini, tra cui anche Giuseppe Verdi. I fratelli milanesi furono anche tra i primi a comprendere l'importanza dei cataloghi commerciali, ai quali riservarono un'attenzione particolare con copertine particolarmente suggestive.

Pubblicato in Cultura Piacenza

Silvia Manini e Valentina Porcu, in viaggio con la Caritas diocesana verso la Bosnia per l'edizione Kamlalaf 2015. -

Piacenza, 17 luglio 2015 -

Arriva da Lubiana, la prima cartolina dell'edizione 2015 di Kamlalaf. Il progetto è promosso dal Comune di Piacenza in collaborazione con il Centro di servizio per il volontariato Svep e diverse associazioni di volontariato del territorio. E' un'iniziativa dedicata al turismo responsabile e consapevole, rivolta a quanti desiderano conoscere il mondo della cooperazione internazionale. 

A spedirla la cartolina sono Silvia Manini e Valentina Porcu, in viaggio dal 15 al 24 luglio con la Caritas diocesana – accompagnate da Francesco Millione – con destinazione Bosnia. La prima tappa, però, è Lubiana, da dove scrivono poche righe, accompagnando la loro foto:

"Eccoci da Lubiana, capitale della Slovenia. Il passaggio alla frontiera è stato veloce e indolore, l'unica differenza rilevata è la forma della bottiglia dell'acqua (lunga e squadrata e senza etichetta). Testimonianza di quanto in realtà sia labile e debole l'idea che noi abbiamo di frontiera.
Lubiana è una perla verde di grande bellezza dall'atmosfera austriaca. Ci ha colpito la sua tranquillità e il suo essere pulita. 
Il simbolo della città è il drago: secondo una leggenda, l'eroe greco Giasone sconfisse il drago che viveva nella palude vicino alla sorgente del fiume che attraversa la città, salvandola dallo stesso. Lubiana è anche ricca di acqua: piccole fontanelle sbucano ad ogni angolo delle tante viuzze del centro storico. Sarà forse per la presenza di così tanta acqua che tutte le energie negative sembrano svanire e lasciare spazio a una sensazione di pace e tranquillità".

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)

Un detective che si finge giornalista, una scia di sangue, un misterioso serial killer. E, come sfondo, la Modena del 1860, tra la fine del Ducato Estense e l'ingresso nel Regno d'Italia. Esce per Edizioni Artestampa l'ultima fatica di Gabriele Sorrentino, una sapiente fusione tra thriller e romanzo storico. -

Modena, 18 luglio 2015 - di Manuela Fiorini – foto di Daniela Ori -

Siamo a Modena, nell'aprile del 1860. Tra dubbi, incertezze, interessi, odio, paura per il futuro e nostalgia per l'ancien régime, la città si prepara a ricevere la visita di Vittorio Emanuele II, prevista per il 4 maggio. Il re, per la prima volta, incontrerà i suoi nuovi sudditi, poiché i plebisciti hanno consegnato Modena al Regno d'Italia, ponendo fine al dominio degli Estensi e mandando in esilio l'ultimo duca. Nella notte tra il 22 e il 23 aprile, nella piazza antistante il Palazzo Ducale viene rinvenuto il cadavere di un patriota con in bocca un ritaglio di giornale e la postura a croce. Preoccupati per la prossima visita del Re, le autorità modenesi chiedono aiuto a Torino, che invia sul posto il detective Urbano Platini, che si fingerà giornalista per indagare che cosa si cela dietro la scia di morti che insanguina l'ex città estense. E' questa la trama de Il grido della verità (pag 253, 16 euro), l'ultimo libro dello scrittore e storico modenese Gabriele Sorrentino, pubblicato da Artestampa, un thriller che è anche un romanzo storico, dove le vicende dei protagonisti si intrecciano a quelli di personaggi reali del Risorgimento modenese. 

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Abbiamo incontrato l'autore.

Come nasce "Il Grido della Verità" e quali sono stati gli spunti, le idee e la scintilla che ha dato vita al romanzo?

"Il Grido della Verità nasce dal desiderio di raccontare un periodo, il 1860, che ha cambiato la storia di Modena e dell'Italia. Ho voluto mostrare la mia città in quell'anno cruciale, farne conoscere le paure, le speranze, la bellezza. I miei personaggi di fantasia interagiscono con uomini e donne realmente esistite e questo mi ha permesso di indagare la psicologia dei modenesi di quel periodo."

Tu hai scritto saggi storici, cito Quando a Modena c'erano i Romani, l'Affaire Giuseppe Ricci e Il Duca Passerino, ma anche la trilogia fantasy Finisterra, e hai partecipato come narratore a diverse antologie e opere collettive, esplorando e sperimentando diversi generi. Dove collocheresti la tua ultima fatica nel tuo percorso di scrittore?

"Sono sempre stato affascinato dalla storia della mia città e della mia terra. Amo studiarla per poterla divulgare meglio. Sono convinto che solo conoscendo ciò che eravamo possiamo porre fondamenta solide per quello che saremo. L'altro aspetto che mi affascina nelle storie è la dimensione epica, le grandi passioni, la lotta per gli ideali, il ritmo. Nel Grido della Verità ci sono entrambi questi aspetti: da una parte la storia di Modena e della sua gente, dall'altro passioni violente, inseguimenti, pericolo. In questo senso credo che sia un'ottima sintesi di ciò che mi piace scrivere".

Hai collocato la vicenda de Il Grido della Verità nella Modena del 1860. Come mai questa scelta?

"Il romanzo è ambientato nella settimana precedente il 4 maggio del 1860. Questa è una data storica per Modena, perché Vittorio Emanuele II giunse in città per la prima volta, accompagnato dal Conte Cavour e da Luigi Carlo Farini. Si tratta di una data simbolo, quindi, del passaggio di Modena al Regno di Sardegna e quindi all'Italia Unita, un momento storico spartiacque che era perfetto per raccontare il conflitto tra il vecchio e il nuovo".

Il protagonista, Urbano Platini, è un detective che si finge giornalista. Un personaggio che richiama molti altri fortunati protagonisti di romanzi e serie TV moderne. Come si inserisce in questo contesto storico? C'erano degli investigatori all'epoca degli Estensi?

"In epoca Estense, come racconto nell'Affaire Ricci, era la polizia ducale, sotto il diretto controllo del Ministro dell'Interno a indagare in collaborazione col giudice. Erano molti i tribunali speciali e la situazione di continua tensione aveva reso la normativa giudiziaria piuttosto farraginosa. Ho quindi scelto un giornalista perché mi lasciava una certa libertà di movimento. Il giornalismo stava muovendo i primi passi, l'Agenzia di stampa Stefani (futura ANSA, n.d.r.) è del 1853 e le gazzette ufficiali stavano lasciando il posto anche in Italia a quotidiani sulle cui pagine i cronisti raccontavano storie frutto di indagini sempre più accurate. Il Times di Londra era nato nel 1753, Le Figaro nel 1826. In Italia La Stampa sarebbe stata fondata nel 1867 e il Corriere della Sera nel 1876. Insomma, Urbano si finge cronista d'inchiesta e quindi interpreta una figura innovativa per i tempi: ero affascinato da ciò che avrebbe saputo e potuto fare, lasciandolo andare, per così dire, in una terra che non conosceva. Non sono rimasto deluso".

Hai definito il tuo libro un thriller, più che un romanzo storico, eppure ci sono entrambi gli ingredienti: il serial killer, il detective, personaggi di fantasia e realmente esistiti. E' il momento del cross over tra generi diversi?

"Hai ragione, si tratta di una storia thriller inserita nella struttura di un romanzo storico. Credo che la contaminazione di genere, se fatta con intelligenza, sia sempre positiva perché permette di sfiorare nel lettore sentimenti che magari non si aspetta da un genere. La scelta di un'indagine serrata mi è sembrata la più adatta a quello che volevo raccontare e la storia mi si è composta nella mente con facilità in poco tempo perché evidentemente ambientazione e trama hanno trovato subito la giusta alchimia".

Quali sono i tuoi punti di riferimento o fonti di ispirazione quando ti trovi a dover descrivere o delineare la personalità dei tuoi personaggi?

"Ho la fortuna di esercitare una professione che mi mette a contatto ogni giorno con tante persone diverse. Cerco di memorizzare un tratto somatico, un comportamento, un tic e poi rimescolo tutto con l'obiettivo di creare personaggi tridimensionali che sono i più efficaci, anche se non è sempre facile dare profondità a ogni personaggio di una storia complessa".

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L'autore

Gabriele Sorrentino (Modena 1976) vive e lavora a Modena dove è addetto stampa di un ente pubblico. Scrittore e storico, collabora con riviste quali Modena Storia, Il Ducato e Rassegna Frignanese. È membro dell'Associazione Terra e Identità e ha all'attivo fortunate monografie storiche: I Tempi del Duca Passerino (TEI 2007) e L'Affaire Giuseppe Ricci (TEI 2010), Quando a Modena c'erano i Romani (TEI 2013). È coautore del romanzo storico Francigena. Novellario AD 1107 (Fabrizio Filios 2007, ripubblicato in e-book nel 2014 con Go-Ware) e ha partecipato a numerose antologie tra cui, Toscana tra crimini e misteri (Felici 2009) Presenze di Spirito (Damster 2011), L'Enigma del Toro (Damster 2013). Membro dell'associazione di scrittori "I Semi Neri" fa parte del Laboratorio di Scrittura XOmegaP, con il quale ha all'attivo diversi progetti di scrittura collettiva. Ha pubblicato la trilogia fantasy Finisterra (Le sorgenti del Dumrak, Il Risveglio degli Obliati, L'Ultimo Eroe, Edizioni Domino) il cui secondo episodio ha vinto il Premio Cittadella 2013, mentre la trilogia completa ha meritato il Trofeo Cittadella 2015; dalla saga è stato tratto un Gioco di Narrazione recentemente presentato a Play, la fiera del gioco di Modena. Il suo sito è www.gabrielesorrentino.it

Pubblicato in Cultura Modena