Organizzati dal Comune, verranno divulgati in diretta Facebook sulla pagina della biblioteca "E. Garin"
Il primo appuntamento si terrà giovedì 23 aprile 2020. Come tema, quello delle imprese e degli imprenditori oggi. La scuola invece sarà protagonista il 30 aprile; mentre a maggio sono previsti due focus su: AI, l’intelligenza artificiale e l’uomo di fronte al Coronavirus. Sono i quattro incontri della rassegna “A tu per tu con…” rigorosamente in digitale, per un convegno Smart organizzato dal Comune di Mirandola, biblioteca “E. Garin”.
Il Coronavirus ha messo in evidenza la fragilità dell’uomo innanzi ad eventi imprevisti che stanno profondamente incidendo nell’economia, nella didattica e in ogni aspetto della vita quotidiana. Innanzi a questi scenari è necessario aprire fronti di dialogo per cercare di dare una prospettiva sulla realtà che ci circonda e provare a fornire una chiave di lettura sui possibili scenari che potrebbero delinearsi in futuro. “A tu per tu con…” vuole essere ad ogni appuntamento, un momento di incontro, in perfetto stile “smart working” in cui al centro ci sono il territorio e le sue peculiarità, economiche, educative e sociali. E non a caso, come strumento di divulgazione, si è scelto proprio la pagina Facebook della biblioteca “E. Garin” (https://www.facebook.com/begmirandola) in modo da poter raggiungere un maggior numero di persone.
“In queste settimane – spiega Marina Marchi Assessore del Comune di Mirandola alla Cultura e all’Innovazione - stiamo cambiando le nostre modalità di fare cultura, cercando di essere comunque vicini a tutte le famiglie: dai bambini agli adulti, passando per i ragazzi, fino ai nonni. Con queste quattro dirette Facebook vorremmo far sentire la voce di diversi esperti del nostro territorio e, dialogando con loro, capire come il lavoro, la scuola siano cambiati ai tempi del Covid-19. Ma pure le modalità con cui l’intelligenza artificiale ha dimostrato di essere di aiuto alla medicina e come l’essere umano ha dovuto adattarsi per sopravvivere all’isolamento. Quattro temi molto attuali, affrontati grazie al contributo di Guido Zaccarelli che come moderatore intervisterà quattro professionisti noti a molti Mirandolesi (ma non solo), mentre è prevista la possibilità di rivolgere domande rivolgere domande agli ospiti.”
Ed in proposito di modalità cambiate di fare cultura, unitamente alla volontà di avvicinare un pubblico più numeroso – ”A tu per tu con…”, va in tale direzione - si segnalano anche i riscontri più che positivi ottenuti in queste settimane dalla pagina Facebook della biblioteca Garin. L’incremento di visibilità della pagina, si è registrato dopo la partenza de “L’almanacco di Garin”, con le proposte digitali della biblioteca rivolte a persone di tutte le età. Una programmazione giornaliera che inizia alle ore 10.00 per terminare oltre le ore 21. Tutti i giorni, letture e proposte di lettura, musica, poesia, approfondimenti, consigli sul cinema… Ad oggi, dal 24 marzo scorso si riscontrano circa 600 mi piace in più, con un incremento di oltre il 500%; quasi 12mila interazioni coi post, mentre le visualizzazioni oltre superano le 2.400.
“A TU PER TU”: LE DATE, GLI INCONTRI, I PROTAGONISTI
Il primo incontro, quello di giovedì 23 aprile – il cui inizio è fissato per le ore 17.30 vedrà come protagonista, Paolo Neri, Relationship Manager di Warrant Hub spa – Gruppo Tinexta. Neri, che da oltre 15 anni si occupa di Innovazione a fianco di imprese, Università e Centri di Ricerca a livello nazionale ed europeo, focalizzerà l’attenzione su “Le imprese oggi: dall’analogico al digitale”. A vestire i panni del moderatore, così come tutti gli altri che seguiranno, Guido Zaccarelli giornalista, saggista e consulente aziendale.
A Neri, il 30 aprile (ore 17.30) seguirà Anna Oliva. Dirigente scolastica della scuola secondaria di I grado “F. Montanari” di Mirandola, vanta una lunga esperienza come docente scolastico oltre che di autrice del testo “Ragazzi, pubblicità. Educazione all’analisi dei messaggi verbali e visivi”, Edizioni del Sole 24. Ha assunto, presso la scuola media di Mirandola, un’importante sfida formativa: il presidio della scuola come parte del territorio mirandolese attento ai bisogni degli studenti. E dove, l’istituzione scolastica è una comunità educante che fa rete con gli enti locali e le diverse realtà istituzionali, culturali e sociali, senza dimenticare l’apporto fondamentale delle famiglie. Il tema su cui si concentrerà Oliva, è “Verso una scuola agile: le nuove frontiere della formazione a distanza”.
Il terzo appuntamento – giovedì 7 maggio (ore 17.30) - vedrà come protagonista Matteo Stefanini, attualmente dottorando in Intelligenza Artificiale all’Università di Modena e Reggio Emilia dove si occupa di ricerca in ambito Visione e Linguaggio. È autore di varie pubblicazioni scientifiche in ambito Intelligenza Artificiale e Deep Learning, organizzatore del TEDx Mirandola e nutre interesse verso il campo biomedicale. Per Stefanini, il punto sarà “L’avvenire dell’intelligenza artificiale tra scienza società”.
Chiude il ciclo degli incontri giovedì 14 maggio 2020 (ore 17.30), Germano Ghelfi con “L’essere umano ai tempi del Covid-19 tra socialità e individualismo”. Medico psichiatra presso il centro di salute mentale del Distretto di Mirandola, Ghelfi da anni è impegnato come volontario ad allenare i settori giovanili della società Stadium Pallavolo Mirandola.
Ogni interesse della mia ragione si concentra nelle tre domande seguenti:
Che cosa posso sapere? Che cosa devo fare? Che cosa ho diritto di sperare?
Emmanuel Kant
Le imprese sono luoghi di lavoro dinamici dove le persone, e le cose, interagiscono tra di loro allo scopo di trasformare la materia in prodotti di differente natura per soddisfare i bisogni e i desideri provenienti dal mondo economico.
Di Guido Zaccarelli Mirandola 18 aprile 2020 - Sale il livello di necessità e la richiesta da parte delle persone di accedere a nuovi servizi a cui le aziende devono corrispondere con tempestività per non perdere le opportunità offerte dai mercati di riferimento. In un momento storico come questo, dove il Covid-19 ha bloccato le economie di tutto il globo, le aziende stanno mettendo in atto strategie difensive, per tutelare la salute dei dipendenti ed espansive per vincere le sfide operate dai concorrenti presenti nei mercati di riferimento.
Come rispondere a questa emergenza pandemica? Le aziende sono un insieme di micro cosmi produttivi, dove la scienza e la tecnica camminano insieme in sentieri già battuti, e altri ancora da percorrere, tenuti in guida dalla presenza dell’uomo che ne legittima i movimenti all’interno dei confini indicati dal sistema. Ognuna di esse si muove seguendo un proprio stile di vita, che cerca di diffondere attraverso la cultura e il senso etico, per mantenere ben saldo il legame con il proprio territorio e con le persone con le quali ha costruito la fiducia, fatta di incontri, di strette di mano, di parole che risuonano nell’aria in ogni circostanza.
Questo per tutelare il patrimonio costruito nel tempo volto a reggere i cambiamenti repentini che, come il coronavirus, arriva senza preavviso, indebolendo le strutture organizzative fino a raggiungere l’uomo e la sua identità, facendo emergere il vero volto della fragilità, tenuta in ombra dalla luce della quotidianità. L’uomo diventa un luogo di lavoro fertile dove la fragilità dell’anima si trasforma in materia per essere osservata nella sua totalità. Il dialogo assume un ruolo fondamentale per accedere all’esistenza dell’Essere.
La filosofia, che è nata per amare il sapere e nel dialogo trova la sua sede naturale e la sua primordiale identità, che il tempo non è riuscito a scalfire, torna a brillare di luce propria e assumere quella posizione di rilievo nel contesto lavorativo alla ricerca dell’essenzialità umana raggiungile con il colloquio messo in atto con la prassi filosofica. Il mondo digitale sta offrendo in dote alle aziende, e alle persone, una nuova modalità per continuare a lavorare a distanza, delineando possibili scenari di come sarà il lavoro dell’uomo nel futuro, e, come spesso accade, essere smentito dai fatti alla prima circostanza. Sarà come viene ampiamente preannunciato? Non tutto sarà come ci viene detto. Molto andrà nella direzione dettata dal tempo e dalla ricerca scientifica, che forniranno le risposte adeguate per ristabilire l’equilibrio sociale e relazionale sul quale l’uomo ha fondato il suo essere sociale.
Questo è un tempo che deve essere vissuto nella consapevolezza che terminerà, che alcune cose subiranno dei cambiamenti ma che non tutto cambierà, incidendo in termini assoluti sulla vita delle persone. Rimane da affrontare la cura dell’anima, a cui le imprese non possono sottrarsi in un momento importante e fondamentale dell’esistenza umana. La filosofia deve entrare di diritto nelle imprese e iniziare ad assumere un ruolo di riferimento per iniziare un dialogo con le umane virtù, per accompagnare le persone alla ricerca del sé profondo, in un mondo digitale dove l’uomo è ancora il valore assoluto delle nostre aziende.
Il filosofo 4.0 è quella figura in grado di interpretare i segnali del disagio derivato anche dalle nuove tecnologie digitali e grazie alla prassi filosofica, costruire il dialogo che consenta all’altro di setacciare quello che deve rimanere in superficie rispetto a quello che deve sfumare, per concentrarsi sulla Persona e sulla sua esistenza per ritornare ad “essere” sé stesso partendo da nuove prospettive e nuove opportunità. È una necessità universale da cogliere e acconsentire, per superare i rigidi rapporti che vincolano le cose del mondo al quale apparteniamo. È lì che ognuno di noi ritroverà la bellezza del mondo e del suo vivere quotidiano a stretto contatto con gli altri.
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CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
130.000 euro donati dai Soci e dai Collaboratori. Sino al 30 aprile anche i consumatori possono partecipare.
Conad vicino agli ospedali modenesi. I soci e i collaboratori dei punti vendita di Modena e Area Sud hanno donato 90.000 euro agli ospedali dell’Azienda Ospedaliero – Universitaria di Modena, cui si aggiungono i 40.000 donati dai soci e dai collaboratori dei punti vendita dell’Area Nord per gli Ospedali di Carpi e Mirandola dell’Azienda USL di Modena.
Per tutto il mese di aprile, i clienti potranno rispondere all’iniziativa messa in campo da Conad Nord Ovest e “unirsi” alla raccolta fondi facendo una donazione, a partire dal contributo minimo di 1 euro, al momento del pagamento della spesa alla cassa.
Un impegno condiviso e concreto per sostenere, con donazioni volontarie, gli ospedali della nostra provincia.
Conad Nord Ovest, da sempre al fianco delle comunità in cui opera attraverso la rete di punti vendita, in questa circostanza così grave, da subito si è attivata anche tramite i propri soci, riferimento di un’importante rete di solidarietà con enti ed associazioni locali.
Al loro impegno si aggiunge la raccolta fondi sui negozi presenti in tutta la provincia di Modena.
I fondi raccolti con la campagna Unisciti a noi saranno destinati all’acquisto di ciò che sarà ritenuto maggiormente necessario e primario dalla struttura ospedaliera, dai dispositivi di protezione individuale e medici alle attrezzature per affrontare l’emergenza sanitaria.
“Ringraziamo CONAD, i suoi Soci e i suoi Collaboratori per la sensibilità dimostrata nei confronti dei nostri ospedali – hanno commentato Sabrina Amerio, Direttore Amministrativo dell’AUSL di Modena e Lorenzo Broccoli, Direttore Amministrativo dell’AOU di Modena – e allo stesso modo ringraziamo tutti i consumatori che da qui sino al 30 aprile parteciperanno alla campagna: l’aiuto che ci state dando non andrà sprecato.”
di Guido Zaccarelli Mirandola 31 marzo 2020 - Il Covid-19 ha limitato la libertà delle persone e contagiato l’economia mondiale limitando l’azione globale degli imprenditori di fare impresa. Se osserviamo con attenzione i fenomeni che hanno coinvolto in passato le economie del nostro pianeta, possiamo individuare forti connessioni logiche con la crisi finanziaria del 2008, pur partendo da radici differenti, che ha modificato il sistema delle relazioni sociali e il modo di fare impresa, imponendo all’imprenditore di ripensare a nuove forme organizzative, e produttive, e la messa in campo di strategie di marketing declinate in mercati che avevano cambiato la loro identità.
Da non sottovalutare, nel periodo preso a riferimento, la forte richiesta di nuovi investimenti in tecnologia e la presenza di personale altamente specializzato. Le difficoltà da superare erano finalizzate alla ricerca di nuove aree di opportunità e all’urgenza di trasformare i modelli produttivi con altri modelli, per competere con imprese globali per scongiurare la chiusura dell’impresa. Un periodo durato parecchi anni che ha reso evidente come la globalizzazione agisca sul mondo, e non su singole regioni, come potrebbe essere la sola Cina, l’Europa o l’America.
Uno dei maggiori problemi che si evidenzia nelle aziende, quando la crisi sopraggiunge all’improvviso, (Covid-19), è l’eventuale presenza di investimenti, messi in atto da poco tempo, per avviare nuove economie di scala o per accedere alle tecnologie 4.0. In queste condizioni l’imprenditore può trovare sofferente la posizione debitoria e impossibilitato ad accedere a nuove forme di accesso al credito con il quale rifinanziare la sopravvivenza della propria azienda.
Il Covid-19 ha riportato ancora una volta l’imprenditore nelle condizioni di rivedere i meccanismi di produzione e di relazione con i mercati interni, e globali, dei quali si serve, e ai quali afferisce all’interno di una logica di filiera di prodotto o servizio. Immagine che ci riporta alla catena di montaggio che il taylorismo e il fordismo dei novecento americano ci hanno insegnato: se manca il prodotto precedente la catena di montaggio si ferma e l’operatore rimane in attesa di ricevere la parte per completare il ciclo produttivo. L’immagine è simmetrica alla filiera aziendale: se un fornitore non produce una parte viene compromesso in tutto, o in parte, l’intero ciclo produttivo.
Come vincere questa sfida, quali comportamenti adotta oggi l’imprenditore al quale viene chiesto di chiudere l’azienda, per sopraggiunti interessi legittimi legati alla salute della popolazione? Agisce su diversi fronti: in primis, “iberna l’azienda”, una condizione “biologica” in cui le funzioni vitali sono ridotte al minimo che impatta immediatamente sulla produzione e nella generazione dei servizi. Per quanto le risorse finanziarie lo consentono, mantiene in vita il flusso dei pagamenti verso i propri fornitori nella speranza di ricevere copertura dai clienti. Successivamente avvia le procedure amministrative per accedere agli ammortizzatori sociali, previsti dall’ordinamento in vigore nei singoli stati, per tutelare i propri collaboratori e di riflesso la liquidità dell’azienda.
A queste azioni, corrisponde un periodo di profonda riflessione, pregno di ansia e preoccupazione, per l’impossibilità di intravedere il futuro e individuare una strada dove camminare per raggiungere i propri obiettivi. In questo momento lo stato attuale di molte imprese è questo, in attesa che venga lentamente ripristinata la libertà per accedere a misure di de-contenimento sociale, capace di diminuire il grado di “ibernazione” e avviare lentamente la produzione e la ripresa dei servizi, di ogni ordine e grado.
L’idea di fondo, di molti imprenditori, è di ridurre in modo molto graduale il “grado di ibernazione”, per comprendere come muoversi all’interno dei loro mercati di riferimento e saggiare la personale capacità di “ritornare” a fare impresa, noto l’invenuto radicale cambiamento avvenuto nei mercati e nelle loro specifiche economie, completamente stravolte nelle logiche e nei contenuti: «lo scopo, è evitare di soccombere».
I timori sono parecchi e di difficile interpretazione e soluzione, per la mancanza di certezze presenti e future: «è l’incertezza l’anima gemella dell’ansia». Occorre evitare di licenziare. Uno tsunami invisibile che ha prodotto un terremoto visibile al contrario di un terremoto che abbatte le case e le abitazioni dove l’uomo in breve tempo è in grado di mettere in moto i meccanismi già rodati per ripristinare le condizioni precedenti, in molti casi, migliori.
Quando rapidamente calano ordinativi e sfuma la certezza del “presente prossimo”, l’unica arma a disposizione di molti imprenditori e di “ibernare l’azienda” e di ricorrere agli ammortizzatori sociali, per evitare di entrare in una spirale senza fine. Questi sono i timori che avvolge l’imprenditore innanzi ad una crisi globale come il Covid-19, di proporzioni immani dai tratti pandemici.
Ultima considerazione, ma non meno importante, è la minore disponibilità di risorse finanziarie a disposizione delle famiglie e la presenza contemporanea di incontrare mercati saturi. Una vera sfida mondiale a cui nessuno si potrà sottrarre.
Le circostanze devono fare emergere la forza della condivisione verso il bene comune e la disponibilità dei singoli a fare squadra, generando nuove forme di relazioni imprenditoriali in grado di aiutare chi si trova in difficoltà per donare l’opportunità a tutti di uscire dalla “ibernazione” e ritornare a vedere scorrere l’acqua cristallina sotto i ponti dell’impresa a vantaggio dell’intera umanità.
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CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
14 i mezzi della Polizia Locale dell’UCMAN (Unione dei Comuni Modenesi dell’Area Nord) che stamani alle ore 10.30. Hanno sfilato a sirene spiegate davanti e nei pressi dell’ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola.
Un saluto di particolare rispetto che il corpo di Polizia ha voluto portare a tutto il personale sanitario – medico ed infermieristico – fortemente impegnato in questi giorni a fronteggiare l’emergenza epidemiologica in corso.
Ma anche un segno di vicinanza e solidarietà - dopo che il nosocomio mirandolese è stato trasformato in struttura sanitaria Covid - alle persone all’interno ricoverate. Un gesto che ha trovato l’approvazione ed il sostegno anche del sindaco di Mirandola Alberto Greco, a bordo per l’occasione, su una delle auto (i mezzi provenivano da ciascuno dei sette presidi territoriali) che hanno compiuto un paio di passaggi in zona ospedale.
Oggi pomeriggio i mezzi sfileranno nuovamente e sempre in segno di saluto alle ore 17.30.
«Il virus stenta a perdere la corona». La rapidità con la quale si muove in modo invisibile nell’aria per aggrapparsi all’uomo fino a distruggerne l’esistenza, sta modificando il sistema delle relazioni sociali e colpendo in modo trasversale tutte le connessioni strategiche, e operative, dell’economia mondiale, limitando la libertà e affossando le mani dell’uomo nel suo invenire quotidiano del fare.
di Guido Zaccarelli 28 marzo 2020 - Purtroppo, la potenza del virus non si esaurisce nel momento in cui si traduce in atto, ovvero di entrare nella cellula, riprodursi, e farla scomparire, «ma mantiene la sua potenza anche nel presente, «esibendo la stessa identità come propensione nel futuro». Quale è la finalità del virus? Il suo “essere” al tempo stesso “presenza” in un corpo vivente, la cellula, fino ad annullarne l’identità e raggiungere la scomparsa.
Ernesto de Martino, antropologo e filosofo italiano, ha definito la Presenza: «farsi prendere alla situazione. Significa trascendere il valore, staccarsi da essa valorizzandola ed emergere come presenza in virtù di tale valorizzazione, nella misura in cui ha luogo il trascendimento valorizzante». Il farsi presente è legato all’uomo e in quanto “essere”.
Lasciamo questa prospettiva al filosofo, per accogliere l’osservazione di uno qualunque, senza un proprio interesse, ma anche con un interesse responsabile, per assumere come riferimento il virus che si fa presenza, un presente che diventa atto, che si moltiplica in un luogo del presente ma che è già trasceso nel futuro, ancora tutto da determinare (o determinato).
Il virus si muove rapido stante la sua primordiale identità di attaccare l’uomo mettendo a dura prova il suo arsenale di armi da impiegare nella battaglia per vincere la guerra. L’agire non si cancella nella cellula vivente, ma rimane potenza nel determinarsi in altre cellule, dopo aver superato i limiti imposti dalla membrana cellulare. «Il presente si fa storia». I
Il passato rappresenta il mondo dell’archeologo che deve scavare per ripensare il presente in una diversa modalità d’azione per ridurre, e porre limiti, alla potenza dell’atto in quanto tale. Il “qui e ora” deve setacciare il tempo appena passato e analizzare il contesto mutuando tra loro «necessità e responsabilità, che sono i fili del reticolo da usare per distinguere ciò che si deve lasciare passare rispetto a quello che deve rimanere in superficie».
L’arma letale deve essere impugnata per mettere le une contro le altre, le singole azioni che l’umano è in grado di fare affiorare dalla conoscenza dello scibile umano, per sconfiggere il virus attraverso l’analisi comparativa dei mondi circostanti, «per dare scienza al nuovo, attraverso la partecipazione retta di tutti in un rapido invenire delle cose e delle circostanze».
Il compito dell’uomo è di tradurre come attore principale da un lato, e da osservatore dall’altro, le prospettive che di volta in volta appaiono, (o possono apparire) nell’atto che si sta compiendo, facendo esperire la storia in quanto tale, non come fonte archeologica lasciata a se stessa, «e museata» (non prendere in considerazione le esperienze altrui), ma come oggetto degno di essere continuamente scavato, per riportare in superficie quello che ancora non era stato dato, che non era stato opportunamente osservato, perché al momento pareva non degno d’interesse, ma che, trasceso dal passato, doveva ,e poteva, divenire come dato attuale, per la sua capacità di essere ancora potenza nel presente perché non ancora sommerso del tutto.
Lo scopo che ne deriva è l’utilità della storia per la vita, dove abituare le persone ad osservare, ma anche ad ascoltare, senza se e senza ma, ciò che gli altri hanno fatto per evitare di partire sempre da un punto zero, nella consapevolezza che la storia deve virare verso il bene comune.
La protezione del territorio avanza con le armi della tecnica e dell’agire che insieme «come gemelle», convolano nella non semplice, e automatica, relazione basata sulla reciprocità, che si fa atto della circostanza e, come tale, espressione autentica del bene comune che trascende verso il futuro come proprietà collettiva da mantenere e sviluppare per il bene dell’intera umanità.
Riferimenti bibliografici: prof. Giulio Traversa, Bellezza naturale, virtù umana. Per una prospettiva osservativa sulla contemporaneità. Apra, Master in consulenza filosofica e antropologia esistenziale.
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CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
1000, i coprivolto protettivi in maglia che un’attività imprenditoriale mirandolese, dopo aver convertito parte della sua produzione per far fronte all'emergenza epidemiologica in corso, ha donato al Comune di Mirandola. Progettati e realizzati le scorse settimane, sono stati consegnati oggi direttamente al Sindaco Alberto Greco che ha ringraziato ed apprezzato il gesto “Li accettiamo volentieri perché non mancheranno di esserci utili. È sicuramente poi, molto positivo il fatto che c'è la consapevolezza sul territorio della gravità della situazione e che in tanti anche tra gli imprenditori, non hanno esitato a rendersi operativi fornendo il proprio aiuto in modo concreto.”
I coprivolto protettivi, sono stati realizzati dalla ditta CTF Service srl di Quarantoli, facente parte di Gandolfi Group. Il gruppo è noto per la sua attività nel settore della commercializzazione di macchine industriali per maglieria e lavanderia. Oltre che, essere anche operativo, nella ricerca e nello sviluppo di prototipi per grandi marchi della moda e per importanti aziende del settore sportivo e medicale.
“Si tratta di un prodotto al 100% “made in Mirandola – ha spiegato Claudio Gandolfi – realizzato interamente in cotone misto ad un filato elastico ottenuto da una lavorazione particolare denominata vanisé applicata ad un punto maglia di tipo innovativo, già utilizzato dal gruppo in altri ambiti medicali e sportivi. È ergonomico e adattabile al viso, assicura un’elevata protezione a chi lo indossa. In ultimo può essere riutilizzato più volte perché è completamente lavabile.”
La libertà è la sorgente cristallina da cui discende la vita stessa dell’uomo che ha cavalcato le civiltà per approdare ai giorni nostri, trovandosi di fronte un limite al quale non era abituata: un virus invisibile che arriva da un paese lontano e, in poco tempo, contagia la terra mobilizzando l’intera umanità verso una cambio di rotta repentino delle proprie abitudini e comportanti, dai contorni ancora incerti.
di Guido Zaccarelli Mirandola 19 marzo 2020 - Le persone da sempre sono state proiettate nel loro fare quotidiano, verso il nuovo che avanza, nella smisurata situazione di perdere ogni istante del tempo presente, pensando che solo il futuro possa soddisfare il desiderio di esistenza, lasciando al qui e ora il solo fare di esserci. Il tempo è l’unità di misura che scandisce la vita terrena e consegna nella mani dell’uomo la consapevolezza che il tutto è in divenire e nulla è mai fermo, e come sostiene Eraclito «è sostanza dell’essere e soggetta alla trasformazione».
Ciò che fino a qualche giorno prima era possibile, ora è vietato. Siamo di fronte a un cambiamento storico, di portata eccezionale, e di fronte alle differenze geografiche nessuna etica, religione o politica è in grado di giustificare ciò che il mondo in questo momento sta attraversando, perché come diceva Pascal «i costumi e i valori cambiano con tre gradi di latitudine, al di là o al di qua dei Pirenei».
Le civiltà che ci hanno preceduto, come quella attuale, e quelle che verranno dopo di noi, sono caratterizzate in forma ciclica da un inizio, da un periodo di massimo splendore per concludersi e diventare il punto di riferimento per la nascita della civiltà successiva, ognuna riflessa nei propri atteggiamenti e nei propri valori.
Può darsi che il contesto attuale, segni il confine storico di questa civiltà perché da questa ne discenda un’altra, distesa verso un minor individualismo economico e maggiormente orientata al valore della Persona e del bene comune.
L’agorà è sempre stato il luogo del confronto e della dialettica, ben espressa nell’arte della interazione tra le persone alla ricerca continua della verità, quella riflessione sociale a cui Platone ambiva durante i dialoghi per raggiungere, attraverso la filosofia, l’idea, quale meta finale della conoscenza.
Tommaso d’Aquino, nelle 5 vie, affermava che il livello della conoscenza umana è tale solo quando si arriva alla scoperta delle sue cause prossime e indica nel divenire, nella casualità, nel partire dal possibile e dal necessario, dai gradi di perfezione e dall’ordine inverso, le circostanze che danno origine all’autonomia della natura: «l’uomo come la natura è stata creata per essere autonoma».
Il luogo, il tempo e la dialettica sono i capisaldi per approdare all’altro, come meta finale della conoscenza che avviene attraverso l’interazione dialogica. Il vuoto e la mancanza sono gli occhi con i quali gli uomini intravedono gli sguardi altrui dietro la maschera che ogni giorno indossano quando escono al mattino di casa e salgono sul palcoscenico della vita quotidiana, per affrontare il mondo (il pubblico) sapendo di essere continuamente oggetto della soggettivazione del giudizio altrui. Come affrontare le luci della ribalta?.
Ervin Goffaman ha offerto al mondo il proprio sguardo, riportando in chiave drammaturgica la vita dell’uomo e affermando che: «l’uomo recita il personaggio del momento, indossando una maschera per interpretare ora il ruolo da protagonista o come personaggio di sfondo della scena in atto. Il problema nasce quando, travolto dall’abitudine, la trattiene anche quando è solo e in stretta relazione con se stesso».
La giornate sono sempre scandite all’insegna di una sana quotidianità e il tempo è ciclicamente vissuto tra il lavoro, la casa e il divertimento all’interno della propria comunità.
Il vuoto e la mancanza sono sotto gli occhi di tutti. L’uomo li impiega per osservare la realtà e l’ambiente circostante e per essere visto e riconosciuto nelle infinite dimensioni con le quali si presenta agli altri mondi, talvolta sconosciuti. Ed è in questo gioco di riflessi e di sguardi reciproci, che il vuoto e la mancanza diventano i punti di riferimento sui quali la solitudine edifica la sua presenza negli individui, che agisce favorendo il dialogo tra uomo e macchina e non tra uomo e uomo.
Le persone si ritrovano in luoghi pubblici, utilizzano mezzi pubblici, percorrono le strade delle città immersi nella tecnologia con lo sguardo perennemente riflesso nello schermo del proprio telefono. Tutt’introno il vuoto e la mancanza di adesione sociale. La presenza dell’altro è per dare senso al vuoto, per giustificare a se stessi che non si è soli ma in compagnia della solitudine.
Il senso di vuoto che si è creato negli individui, in relazione alla mancanza di libertà invocata dalle circostanze, ha reso evidente come la tecnologia offra all’uomo la possibilità di mantenere vivo il sistema delle relazioni andando a riempire il vuoto prodotto dalla solitudine della vita domestica. Ma questo non è sufficiente e come afferma la teoria dei gas di Boyle-Mariotte «se l’uomo riesce a comprimere la metà di un gas la pressione che si esercita sul contenitore aumenta del doppio».
Questo a dire che, il perdurare del divieto sulla mancata disponibilità dell’uomo a gioire del senso di libertà, avrà effetti sullo Spirito umano, dal greco pneuma, soffio, che si sentirà compresso come un gas e incapace di riempire la mancanza di vuoto che si è creata tutto intorno.
Qui nasce forte il paradosso, da un lato le persone desiderano vivere continuamente immersi nella comunità reale ma costantemente assorti a dialogare con la tecnologia e isolati dalla realtà circostante. Dall’altro, quando la comunità reale viene a mancare, a seguito di una privazione della libertà, ecco nascere forte il desiderio dell’incontro reale, per colmare il vuoto apparso all’improvviso e senza un perché.
La tecnologia diventa lo strumento per eccellenza che consente di mantenere il filo conduttore con la comunità reale nella speranza che il tempo dedicato ai dialoghi renda consapevole l’uomo che, una volta terminata la pandemia, sia vivido in tutti il desiderio di incrociare gli sguardi e i sorrisi delle persone con le quali si condivide il proprio tempo.
Era necessario incontrare il CoVid-19 per riportare gli uomini a condividere i valori dello stare insieme e del vivere le giornate immerse al tempo presente?
Nasce l’esigenza di una presa cosciente dell’uomo posto in relazione al mutamento dei paradigmi invocati dal momento attuale, che diventano essenziali per riportare la sua idea di centralità all’interno di un nuovo mondo, dove comprendere il valore dell’altro posto in relazione con se stesso.
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CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
Ausili assorbenti. Per tutelare la salute dei cittadini la Ausl di MODENA ha predisposto la chiusura al pubblico dei distretti sanitari, causa Covid-19.
Serenity garantirà il servizio di consulenza infermieristica da remoto agli utenti per attivazioni del servizio a domicilio, richiesta di informazioni e modifiche della fornitura
• Con questo servizio, garantito in remoto ai contatti indicati, Serenity offre supporto alle AUSL e continuità di servizio agli utenti.
• Gli utenti che ancora non usufruiscono del servizio a domicilio sono pregati di rivolgersi ai contatti indicati
• Nonostante Covid-19 il servizio di consegna domiciliare è garantito da Serenity con regolarità
Vista la situazione particolare creata da Covid-19, Serenity è impegnata nel fornire il massimo supporto alle AUSL, insieme alla continuità del servizio ai propri utenti. Per questo motivo l’azienda ritiene utile fornire alcune informazioni di servizio.
Dopo le necessarie limitazioni al pubblico nei distretti sanitari della Ausl di Modena causa Coronavirus, per evitare il sovraffollamento delle sale di attesa, Serenity continua a garantire il servizio infermieristico agli utenti per attivazioni della consegna degli ausili assorbenti a domicilio, richiesta di informazioni, modifiche della fornitura e assistenza in generale.
A causa di tali limitazioni il servizio viene ora erogato in remoto ai seguenti contatti:
Sede di Modena
Tel. 059.438200
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Lunedì – Mercoledì - Venerdì dalle 9.00 alle 12.00
Sede di Castelfranco Emilia
Tel. 059.929351
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Martedì dalle 14.00 alle 17.00
Sede di Mirandola
Tel. 0535.602169
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Martedì – Mercoledì dalle 8.30 alle 11.30
Sede di Carpi
Tel. 059.659972
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Lunedì – Mercoledì dalle 14.00 alle 18.00
Sede di Vignola
Tel. 059.777074
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Martedì dalle 9.00 alle 12.00 - Mercoledì dalle 15.00 alle 17.00
Sede di Pavullo
Tel. 0536.29111
Giovedì dalle 14.30 alle 18.00
Sede di Sassuolo
Tel. 0536.863671
Lunedì dalle 13.00 alle 18.30 - Mercoledì 8.00 alle 12.30
Per informazioni sulle consegne è attivo il numero verde 800 719702 dalle 9.00 – 13.00 e dalle 14.30 alle 18.00
Serenity invita tutti gli utenti, a maggior ragione in questo momento, a seguire le indicazioni e contattare i riferimenti indicati in caso di necessità, così da poter continuare ad usufruire del servizio e al tempo stesso lasciare i distretti AUSL concentrati a gestire la situazione creata da Covid-19.
di Guido Zaccarelli Mirandola 13 marzo 2020 - La libertà è una condizione essenziale di vita che necessita di luce e di energia per continuare a vibrare nell’anima degli uomini. La scrittura è la manifestazione più autentica per gioire del senso di libertà che la natura umana ha assegnato all’uomo, per esprimere, con un tratto grafico, i suoi pensieri, i suoi sentimenti e le sue riflessioni nel pieno rispetto della propria identità e di quella altrui.
Le civiltà che ci hanno preceduto, hanno dato ampio rilievo alla scrittura grazie alle quale abbiamo avuto la possibilità di tracciare un filo logico dove legare il passato al nostro presente per proiettarlo nel futuro. La dimensione umana pertanto è centrale in questa analisi per la capacità di aver superato i tratti dell’oralità e approdato alla scrittura con la quale tenere traccia della presenza dell’uomo sulla terra. In questo ambito, la filosofia ha aiutato l’uomo a dipanare la maglia della sua identità per raggiungere, in ogni istante del tempo, l’essenza del suo essere, aprendo ogni giorno l’alba di una nuova epoca.
Nel farsi strada fino ai giorni nostri l’uomo si è certamente domandato il fine della sua presenza sulla terra e il suo ruolo centrale nel mondo, preferendo celebrarsi piuttosto che indagare su se stesso perché troppo sicuro di sé e meno delle sue fragilità che il tempo, come quello che stiamo vivendo con il Coronavirus, mostra in tutta la sua ampiezza e orizzonte concettuale.
Le strade che la scrittura ha preso nel tempo sono state differenti e tutte in relazione ai contesti che man mano si presentavamo agli occhi dell’umanità che disseminava saperi, spesso autoreferenziali, senza la dovuta complicità scientifica, lasciando dietro di sé ciottoli dalle facce taglienti rivolti a coloro che seguivano per farli desistere dai loro intenti.
La certezza vuole che le alterne vicende siano rimaste impresse nella memoria di chi le ha vissute e di chi è riuscito a tramandarle sulla carta, al contrario di Socrate di cui abbiamo pochi riscontri rispetto a tantissimi filosofi e scrittori che hanno lasciato traccia di sé e oggi ne esploriamo i contenuti.
L’avvento delle scienze tecnologiche, avvenute con i primi del ‘900, hanno promosso un cambiamento importante nel sistema delle relazioni sociali e soprattutto l’innesto di nuovi paradigmi, e modelli di scrittura innovativi, rispetto ai precedenti comunemente impiegati dall’uomo per parlare di sé come essere centrale nel mondo e del mondo in quanto tale.
Per Helmut Plessner, che possiamo considerare il padre della antropologia filosofica: «l’uomo realizza la propria natura passando attraverso l’artificio della cultura e delle tecnica e, grazie a quest’ultima, cerca di colmare il divario che lo separa dall’assoluto».
Secondo il filosofo tedesco Martin Heidegger, uno dei filosofi più influenti dell’età contemporanea: «la potenza della tecnica è dappertutto, e ora dopo ora, in una forma qualsiasi di impiego incalza, trascina, avvince l’uomo di oggi. Questa potenza è cresciuta a dismisura e oltrepassa di gran lunga la nostra volontà, la nostra capacità di decisione[…]. Ormai dipendiamo in tutto dai prodotti della tecnica. Essi ci hanno forgiati a nostra insaputa, e così saldamente, che ne siamo ormai schiavi».
Innanzi a questi scenari trattati nel libro l’Abbandono, scritto da Heidegger nel 1959, ben 11 anni prima dell’avvento di Internet la cui nascita risale all’inizio degli anni ’70, il filosofo aveva anticipato un orizzonte nel quale l’uomo sarebbe calato avendone compreso il suo bisogno di trascendere a se stesso, oltre i suoi confini, impiegando proprio la tecnologia perché degna di superare la sua condizione di fragilità.
In questo contesto, che molto lentamente stava prendendo piede, ecco che la tecnologia stava assumendo una dimensione differente dai contesti nei quali aveva mosso i primi passi, diventando un movimento di frontiera al quale aderire per assumere quell’identità troppo spesso non riconosciuta dagli altri ma in primis da se stessi.
Da questa manifesta condizione, e di alterne altre situazioni, che lo collocano ora verso la ragione e ora verso lo spirito, condizionandone lo stato d’animo, l’uomo deve trovare una via di fuga da una realtà che non lo riconosce per cercare di dare una risposta alla sua fragilità e alle sue insicurezze, da troppo tempo inevase dal proprio destino.
Il filosofo e antropologo tedesco Arnold Gehlen, nel libro Prospettive antropologiche uscito nel 1967, riporta che: «egli è chiamato all’azione, alla modificazione intelligente di qualsivoglia condizione naturale incontrata».
Grazie all’influsso e alla presenza di questa nuova tecnologia, inizia a dare prova di sé scrivendo in un luogo digitale, spesso anche in modo pulsionale, ciò che la mente, il cuore e le emozioni manifestano in quel momento, in forma libera e senza veli, proprio come davanti ad un foglio di carta bianca.
Il Web, a differenza della carta stampata che può subire l’onta della distruzione, tiene traccia indelebile di ogni informazione ricordandosi in ogni momento di chi sei e a posteriori, chi eri, in modo perenne.
L’uomo, la sua natura, il suo posto nel mondo, ci riporta ad un passaggio importante, quello di un uomo che è in grado di «reinterpretare la sua natura e perciò assumere un atteggiamento attivo e tale da prendere posizione rispetto a se stesso e rispetto agli altri…».
La natura di questi comportamenti, e atteggiamenti, considerandosi ancora al centro del mondo lo ha portato a superare l’orizzonte nel quale aveva definito il limite della sua esistenza, come essere finito, trascendendo verso un mondo di cui non conosceva, e non conosce tutt’ora, i confini, un mondo nel quale l’uomo cerca un nuovo sviluppo identitario, un autopiesi rigenerante.
In questo mondo digitale, dissemina qua e là parole e pensieri di cui vantarsi, spesso lontani dalla verità, solo per vedere riportata a galla l’essenza di una esistenza che ha bisogno di luce per vivere il riflesso autentico dell’umanità. Cerchi di relazioni che si creano, che si allargano e restringono a macchia d’olio fino a superare il punto di non ritorno, quel confine sperduto dell’oltre digitale che diventa senza controllo e incapace di governare percorsi a ritroso verso la purezza. Una dimensione che vede l’uomo nella presunzione di controllare il mondo, i processi e le azioni, dai quali trarre giovamento per dire al mondo: ci sono anch’io, che appare disorientato e in possesso di una conoscenza parcellizzata.
Le fake news sono la maschera che l’uomo utilizza quando si presenta sul palcoscenico del web. Utilizza le informazioni come campo minato per esprimere il proprio potere e alimentare e condizionare l’agire umano nella direzione opposta rispetto ai valori etici e morali che avvolgono la dimensione umana.
Per questo è necessario aprire un dibattito sociale sulla dimensione della deriva della informazione digitale come linea di demarcazione da abbattere per dare inizio ad una nuova frontiera dalla quale recuperare il senso di libertà e di purezza che anche il mondo del web sta invocando.
L’uomo ha bisogno di affermare una identità illusoria, di potenza, di abilità per rendersi attraente agli occhi degli altri: di essere ammirato e di ricevere attenzione. L’illusione è riferita agli altri che vedono ciò che non è per la dissonanza cognitiva messa in atto dai comportamenti. E’ un attore che interpreta un personaggio che di volta in volta cambia in base al contesto che appare al momento e continuamente soggetto a continui mutamenti.
Il coronavirus sta condizionando l’agire sociale scompaginando la quotidiana azione dell’uomo verso una forte contrazione della libertà. Le fake news sono informazioni subdole, il coronavirus è subdolo.
Mai come in questo momento la scienza, che l’uomo ha impiegato come leva verso la trascendenza, deve essere impiegata per ridare gioia e offrire un nuovo senso di libertà e di purezza all’uomo che lo conduca alla catarsi digitale per riportare l’uomo a vivere in una nuova epoca, la nuova frontiera del web, immerso in luoghi rassicuranti nello Spirito, nella ragione avvolto dall’etica della sazietà.
Tutto questo per evitare di svegliarsi al mattino e trovare il web invaso da un virus letale come il coronavirus. Sarà il momento dove gli uomini non dovranno recriminare nulla al prossimo ma solo a se stessi.
Rif.bibliografici: prof. Claudio Bonito, Postumanesimo, una questione antropologica
CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, giornalista, saggista, consulente aziendale e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)