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Al "Bentegodi" biancorossi lasciano strada a pochi minuti dalla fine. Sconfitta beffa, ora il Palermo può allungare. A niente è valsa la reazione veemente dei biancorossi con Lasagna e con Crimi.

di Andrea Melli - Modena - 
Un gol di Sergio Pellissier condanna il Carpi, che i biancorossi potrebbero pagare caro nella lotta salvezza. Quando tutto lascia pensare ad uno 0-0, non bello, non spettacolare, ma assolutamente in linea con le attese, arriva il colpo della squadra di Rolando Maran che ottiene una vittoria di platina.

Un Carpi, sull'altro fronte invece, che amministra, e prova a pungere in avanti sia con Lasagna che con Crimi. Ma stavolta il risultato non è quello sperato. Né è valsa poi la reazione veemente dei biancorossi che nel giro di pochi minuti confezionano più palle gol che non nei precedenti 75' e trovano un grande Bizzarri. Per il Carpi un brutto colpo, in attesa del posticipo del Palermo, che battendo la Lazio potrebbe fare un passo in avanti determinante nella corsa salvezza.

CHIEVO VERONA-CARPI 1-0
MARCATORE. 39' st Pellissier
CHIEVO VERONA (4-3-1-2): Bizzarri; Cacciatore, Gamberini, Cesar, Gobbi; Castro, Radovanovic, Hetemaj; Birsa (77′ Pellissier), Meggiorini (84′ Rigoni), Floro Flores. (45′ Inglese) A Disp.: Seculin, Bressan; Spolli, Sardo, Frey, Costa F; , Pinzi, Izco; Mpoku. All.: Maran
CARPI (4-4-1-1): Belec; Zaccardo, Romagnoli, Suagher, Gagliolo; Pasciuti, Bianco (81′ Letizia), Cofie, Di Gaudio (63′ Lasagna); Lollo (67′ Crimi); Mbakogu. A Disp.: Brkic, Colombi, Sabelli; Porcari, De Guzman, Martinho; Verdi, Mancosu. All.: Castori
ARBITRO: Fabbri di Ravenna 7 (ass. Valeriani e Liberatore, arbitri d'area Rocchi e La Penna, quarto ufficiale Lo Cicero).
NOTE: ammoniti Suagher (Ca), Radovanovic (Ch), Meggiorini (Ch), Lollo (Ca)

Pubblicato in Calcio Modena
Venerdì, 08 Aprile 2016 19:53

Carpi, a Verona altra chance salvezza

I biancorossi di scena al "Bentegodi" dove hanno vinto prima della sosta con l'Hellas. "Si lotterà fino all'ultima giornata per la salvezza, non ci si può permettere di mollare prima, a prescindere da come finirà domani".

di Andrea Melli - Modena 8 aprile 2016 - 
"Abbiamo analizzato la partita con il Sassuolo, archiviamo il risultato e non ci torniamo sopra perché fa parte del passato. Pensiamo a domani, ci attende una partita difficilissima contro quella che, secondo me, è la vera rivelazione del campionato. Una squadra che fin dalle prime battute è stata quasi sempre fuori dalla zona calda e ha mantenuto un rendimento costante".

Fabrizio Castori non nasconde quelle che potranno essere le difficoltà del Carpi, atteso domani al "Bentegodi" contro il Chievo Verona. "Non troveremo una squadra appagata: a volte la tranquillità dà maggiore serenità nelle giocate e affrontando le partite con l'animo leggero si sbaglia di meno. Loro hanno il morale alto, un'ottima classifica, ma noi dobbiamo tornare a giocare come sappiamo, con attenzione, applicazione, ritmo e intensità. Questa è la strada per tornare a fare risultato", dice Castori che analizza i punti di forza del Chievo Verona.

"Sono una squadra esperta, fisica, pericolosa sulle palle inattive e ha dimostrato in tanti anni di Serie A di avere la mentalità giusta per raggiungere l'obiettivo".

L'obiettivo, quello della salvezza, lo vuole raggiungere anche il Carpi: verosimilmente sarà una lotta a tre tra biancorossi, Frosinone e Palermo, ma Castori crede che la lotta potrà essere aperta anche ad altre. "In questo momento sembra sia una lotta tra noi, Frosinone e Palermo per rimanere in Serie A. Io, però, non metto la mano sul fuoco perché le cose possono cambiare in fretta. Nel calcio non bisogna mai dare per scontato nulla perché si rischia di sbagliare. Si lotterà fino all'ultima giornata per la salvezza, non ci si può permettere di mollare prima, a prescindere da come finirà domani".

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Venerdì, 08 Aprile 2016 18:04

Sassuolo, col Genoa occasione sesto posto

Domani a Reggio Emilia i neorverdi hanno l'occasione di superare il Milan, almeno per qualche ora. Attenzione però al Grifone che sta vivendo un ottimo momento.

di ANDREA MELLI

Come è bello sognare. Lo è ancor di più se sei ad un punto dal Milan, che occupa l'ultima piazza che potrebbe valere l'Europa League. Eusebio Di Francesco come al solito non si nasconde e punta il mirino sul Genoa, atteso domani al "Mapei Stadium": "Continuiamo a sognare, sarebbe molto bello poter raggiungere questo obiettivo. Giocheremo tutte le gare come sempre per vincerle, partendo da quella di domani. E' un Genoa forte fisicamente e che in Gasperini ha un'ottima guida tecnica". E se il Sassuolo avrà "fame" di successo, la stessa etichetta la si può appiccicare al Genoa.

"Anche loro avranno fame. Hanno dichiarato di voler arrivare il più in alto possibile in classifica", spiega Di Francesco che non si fa troppo condizionare dal cattivo rendimento esterno del Grifone. "Hanno conquistato molti dei loro punti in casa, ma non solo in questa stagione. Sanno ribaltare il fronte velocemente e in Suso ha trovato l'uomo in più. Ha appena fatto tre gol strepitosi; mi auguro che si sia giocato tutte le cartucce domenica scorsa". Spera invece non se le sia giocate il suo Sassuolo, reduce dal derby vinto, convincendo, sul Carpi. "Si è detto che loro non erano nella migliore giornate. Invece non è così: venivano da un ottimo momento di forma. Credo siano stati maggiori i meriti del Sassuolo, piuttosto che i demeriti del Carpi", continua il tecnico neroverde che in Gregoire Defrel potrebbe aver trovato l'erede di Simone Zaza. "Defrel può fare ancora meglio, può essere ancora più determinante sotto porta. Sono passaggi di crescita di un giocatore che in precedenza non aveva mai fatto con continuità la prima punta e ora lo sta facendo con buoni risultati".

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Cento vetture d'epoca percorreranno le incantevoli strade di Emilia, Liguria e Toscana, partendo dal centro di Parma. Una miscela di sport, passione, paesaggi, cultura e serate indimenticabili. Ecco tappe e programma

Di Alexa Kuhne

Parma, 9 aprile 2016

Ci sono due date da appuntare assolutamente: quelle del 14 e 17 aprile prossimi.
Perché la sesta edizione del Terre di Canossa International Classic Car Challenge parte da Parma, il 14 aprile, per 'abbracciare' un territorio che, nel XII secolo, si estendeva da Brescia a Viterbo e da La Spezia a Ferrara.
La gara che impegna un massimo di 100 spettacolari vetture percorrerà le strade di Emilia, Liguria e Toscana. Sarà una sfida fra motori ma anche un itinerario che stuzzicherà tutti i sensi perché, oltre allo sport e alla passione, chi vorrà seguire l'evento potrà ammirare i paesaggi di un territorio che ha da offrire cultura e cibo, da gustare nel corso di serate cariche di sorprese.

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L'edizione di quest'anno del Terre di Canossa è in particolare dedicata al 70° Anniversario della Repubblica Italiana e al 970° Anniversario della nascita di Matilde di Canossa, Regina d'Italia nel XII Secolo e "madrina dell'evento", certamente una delle figure chiave della storia medievale, donna progressista e indipendente, nobile e guerriera che svolse un ruolo fondamentale negli equilibri politici e storici dell'epoca.

La città e la provincia di Parma saranno le protagoniste di questa sesta edizione e daranno il via alla prima tappa, con tanto di serata di gala che si svolgerà nella suggestiva Abbazia di Valserena. Firma eccellente per la cena che sarà creata dallo chef stellato Massimo Spigaroli, "portavoce" della cucina parmense e indiscusso "re" del culatello.

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Ma le Terre di Canossa sono anche Terre Verdiane e, come da tradizione, la prima serata delizierà non solo i "palati", ma anche le "orecchie" degli ospiti con un concerto sorpresa, realizzato in esclusiva per l'evento.
Motori ai posti di partenza venerdì 15 aprile, quando le auto si schiereranno nel centro storico della Città Ducale per essere ammirate dalla cittadinanza. Il via è previsto per le 9.00 da Piazza della Pilotta in direzione Autodromo di Varano de' Melegari per un gruppo di prove a cronometro sulla famosa pista. Da lì, lungo le strade dell'Appennino, giungeranno a Borgotaro, "capitale" del fungo porcino e, attraverso il Passo di Cento Croci, al Golfo della Spezia.
Dopo una sosta ristoratrice all'Arsenale della Marina Militare, il percorso si svolgerà lungo tutta la costa della Provincia di La Spezia, attraverso le Cinque Terre per terminare con un piacevole aperitivo al cospetto del Castello di Lerici e con la cena a Bocca di Magra alla Capannina da Ciccio, ristorante ben noto ai navigatori della zona.

Il percorso del sabato sarà dedicato come di consueto alla Toscana, con gli spettacolari passaggi in alcune delle città d'arte più famose d'Italia. Suggestivo il passaggio nel centro di Pisa, la sfilata sulle antiche mura di Lucca, l'arrivo di tappa del sabato al cospetto del Duomo di Pietrasanta, la città di Botero e di tanti altri grandi artisti. La serata avrà come sempre il suo culmine a partire dal tramonto all'imperdibile Beach Party al tramonto con musica dal vivo sulla spiaggia del Bambaissa, per una notte indimenticabile.

Domenica 17, infine, i partecipanti affronteranno le sfidanti strade delle Alpi Apuane e gli impegnativi tornanti del Passo delle Radici, per giungere a pranzo al Castello di Montefiorino, quindi all'arrivo finale in Piazza del Duomo a Reggio Emilia, dove l'evocativa Sala del Tricolore ospiterà come da tradizione le premiazioni.

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Città d'arte, paesaggi meravigliosi, antichi castelli, dolci colline e impegnativi passi di montagna faranno da scenario ad una gara tra le più importanti nel panorama internazionale degli eventi per auto storiche.

Confermate per questa sesta edizione alcune delle proposte più gradite delle edizioni passate: il Trofeo Eberhard& Co., main sponsor dell'evento, che segnerà il tempo dell'evento e metterà come sempre in palio alcuni splendidi orologi, la "Pre-War Cup" dedicata alle auto anteguerra e il Trofeo Tricolore, riservato ai piloti non "professionisti", che sono sempre i benvenuti a questa splendida gara.
Confermato anche il consueto "omaggio" alla Marina Militareche ha l'obiettivo di presentare, soprattutto ai tanti equipaggi stranieri, le più interessanti eccellenze del nostro Paese.

Tra le novità invece dell'edizione 2016, la partenza da Parma, città culturalmente vivace, ben nota per la sua architettura erede del Ducato e per le sue tradizioni gastronomiche, culturali e musicali fin dai tempi dei Farnese.

La gara si svolgerà su un percorso di circa 650 km e prevede ben 85impegnative prove a cronometro, studiate anche nel rispetto delle auto meno recenti e meno manovrabili e di chi compete col vecchio cronometro meccanico. È prevista ancheuna prova di media, con un premio speciale, separato dalla classifica principale.

Ma Terre di Canossa non è solo una gara impegnativa: è soprattutto un'occasione unica per passare un'indimenticabile vacanza tra passione, cultura e serate sempre diverse. Quattro giorni intensi da vivere in una miscela perfetta di splendide auto, competizione, turismo, gastronomia, musica e relax. Un "Grande Evento" curato in ogni dettaglio con la passione e la determinazione della gente dell'Emilia, terra di motori.

"Terre di Canossa è ormai riconosciuto come un evento di riferimento tra le grandi gare di regolarità nel mondo - spiega Luigi Orlandini, presidente della Scuderia Tricolore -. Il nostro obiettivo è offrire a chi partecipa una gara impegnativa sul piano tecnico, ma allo stesso tempo anche un'esperienza memorabile, capace di regalare emozioni anche nei momenti conviviali, studiando al meglio l'equilibrio tra i tempi della gara e quelli del relax. Ovviamente tutto questo è possibile grazie all'entusiasmo degli equipaggi, a un team unico e al coinvolgimento di partner d'eccellenza, ingredienti che ogni anno rendono speciale il Terre di Canossa".

Terre di Canossa si conferma inoltre il primo e l'unico evento del settore a porre grande attenzione al rispetto per l'ambiente. L'organizzazione ha infatti volontariamente adottato il protocollo CarbonZero, tramite il quale vengono adottate misure eco-responsabili e di azzeramento totale delle emissioni di CO2 grazie alla piantumazione di alberi in territorio Italiano.

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Ieri sera a Collecchio importante riunione tra i dirigenti della società per fare il punto sugli obiettivi e il budget da destinare per la nuova stagione. Si va verso la conferma del trio Minotti-Galassi-Apolloni che tanto bene sta facendo quest'anno.

di Luca Gabrielli

Parma, 5 aprile 2016

Ancora non si può gridare ma la promozione in Lega Pro pare essere ormai una pura formalità. Campionato di Serie D vissuto da assoluto protagonista per questa squadra che solo un anno fa spariva dal mondo del calcio per colpa di personaggi poco raccomandabili al comando del vecchio Parma. Nove punti di vantaggio sulla seconda, a cinque giornate dal termine, hanno permesso ieri sera allo staff dirigenziale di porre le prime basi per il prossimo anno.

Il vicepresidente Marco Ferrari e i suoi soci Giacomo Malmesi, Mauro Del Rio, Giampaolo Dallara, Angelo Gandolfi, Paolo Pizzarotti e Guido Barilla hanno voluto complimentarsi con Lorenzo Minotti ed Andrea Galassi per lo splendido lavoro svolto in questo anno pieno di dubbi sulle reali potenzialità della squadra.

Serie B come priorità del prossimo anno

La conferma per il direttore tecnico, il direttore sportivo e per il mister Apolloni nel campionato del prossimo anno è scontata.
La Lega Pro è forse lo scalino più difficile da affrontare nell'entusiasmante risalita della società. Si vedranno al Tardini squadre più blasonate e difficili da battere. Per questo motivo, i vertici massimi crociati hanno voluto confermare a Galassi e Minotti l'intenzione di costruire una squadra molto competitiva che sia capace di raggiungere il primo posto del girone e la salita diretta in Serie B. Il budget quindi sarà di quelli importanti ma allo stesso tempo verrà mantenuta l'ossatura della squadra, con molti elementi attuali confermati.
Già qualcosa bolliva in pentola negli ultimi tempi, infatti i due dirigenti erano stati visti qua e là negli stadi di squadre di Lega Pro per visionare possibili talenti da ingaggiare per la prossima stagione.
I tifosi possono quindi dormire sonni tranquilli, godersi queste ultime giornate di Serie D da assoluti trionfatori e sognare in grande per il prossimo anno. Verrà costruita una squadra degna del blasone del Parma e capace di lottare per la promozione diretta nella cadetteria.

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I crociati vengono bloccati sull'uno a uno dopo che avevano vinto le ultime quattro partite ma mantengono nove punti di vantaggio sull'Altovicentino, che pareggia a sua volta contro il Delta Rovigo. Minuto di silenzio per la scomparsa di Cesare Maldini, allenatore gialloblù nella storica promozione dalla C alla B nella stagione '79-'80.

di Luca Gabrielli

Parma, 4 aprile 2016 

Stadio dipinto di gialloblù nella 33 giornata di campionato di Serie D e coreografia in Curva Nord dedicata a Matteo Bagnaresi, tifoso scomparso otto anni fa. Mister Apolloni costretto a ridisegnare la squadra a causa di numerose defezioni, il capitano Lucarelli e Agrifogli squalificati mentre Giorgino, Simonetti e Saporetti infortunati. Si torna al 4-3-1-2 con Lauria nell' insolito ruolo di mezz'ala sinistra e Sereni trequartista dietro al tandem offensivo composto da Baraye e Musetti. Il San Marino giunge al Tardini con la seconda miglior difesa del campionato, dietro proprio ai crociati e arrivano da dieci risultati positivi consecutivi. Lutto al braccio per il Parma per la scomparsa nella notte di Cesare Maldini, bandiera del Milan di Rivera e Ct dell' Italia nei mondiali in Francia nel 1998 ma anche allenatore gialloblù nei primi anni di Ceresini.

I crociati faticano nel primo tempo scontrandosi contro la difesa ospite

Pochissime emozioni nella prima frazione di gioco. Al 15' l'occasione più ghiotta sui piedi di Musetti che colpisce il palo a portiere battuto. È il Parma a fare la partita ma nella parte centrale del match succede poco o nulla con il San Marino che è bravo a difendersi e a rispondere agli attacchi imprecisi degli uomini di Apolloni. Al 36' Lauria non arriva per un soffio all'appuntamento con il goal sul cross invitante di Ricci ed il primo tempo si conclude a reti inviolate.

Ripresa di rigore e tutti contenti

La ripresa si apre ancora con Lauria che si divora un goal all'altezza del calcio di rigore. Il San Marino è più intraprendente rispetto ad inizio gara e risponde con Olcese che tutto solo calcia addosso a Zommers. È il preludio al vantaggio della squadra ospite che al 54' trova il rigore su fallo di Ricci su Baldazzi. Dagli undici metri si presenta Olcese che non sbaglia. Il Parma non ci sta e al 18' il portiere del San Marino salva il risultato su Baraye dopo una splendida azione partita da Melandri. Apolloni decide allora di cambiare gli uomini offensivi ed inserisce la punta Guazzo ed il giovane Mazzocchi per dare più vivacità alla manovra. Alla mezz'ora della ripresa il pareggio su calcio di rigore per una trattenuta di Loiodice su Messina. Corapi realizza spiazzando l'estremo difensore.
Il Parma sembra non accontentarsi e voler vincere la partita ma non porta ulteriore pericoli nell'area avversaria ed il match termina in parità.

Il sogno promozione si avvicina ancora di più

Il Parma si porta a 79 punti e mantiene i nove punti di vantaggio sull'Altovicentino che non va oltre il pareggio per due a due contro il Delta Rovigo. La salita in Lega Pro si avvicina ad ampie falcate a cinque giornate dal termine ed il prossimo appuntamento contro l'Imolese potrebbe essere decisivo per la questione promozione.

san marino parma calcio partita

Il tabellino

PARMA – SAN MARINO 1-1
Marcatori: st 9′ Olcese rig., 33′ Corapi rig.

PARMA (4-3-1-2): Zommers; Messina, Cacioli, Benassi, Ricci; Lauria (9′ st Melandri), Miglietta, Corapi; Sereni (16′ st Mazzocchi); Musetti (20′ st Guazzo), Baraye.
A disp. Fall, Mulas, Dodi, Adorni, Rodriguez, Longobardi. All. Apolloni
SAN MARINO (4-3-3): Dini; Tola, Bova, Menini, Paolini; Magnanelli (1′ st Loiodice,), Buonocunto (49′ st Bagatini), Gambini; Baldazzi, Cicarevic (36′ st Braccini), Olcese.
A disp. Renzetti, Borghini, Giunchetti, Pierfederici, Stefanelli, Gagliardi. All. Medri
Arbitro: Pashuku di Albano Laziale
Ammoniti Buonocunto, Cacioli, Dini, Menini, Braccini e Tola.

Pubblicato in Calcio Parma
Lunedì, 04 Aprile 2016 08:58

F1, Bahrain: Ferrari, un podio e tanta amarezza

Vince ancora Rosberg. Ferrari di nuovo a podio, stavolta con Raikkonen. La gara di Vettel va in fumo ancora prima di iniziare. La velocità c'è, l'affidabilità no.

di Matteo Landi

Doveva essere l'inizio della grande sfida Hamilton-Vettel. Avremmo dovuto assistere ad un duello rusticano fra il campione del mondo in carica ed il pilota più titolato del Circus, con i rispettivi compagni di squadra pronti a sfidarsi per le briciole. Invece Rosberg vince ancora e trova in Raikkonen l'unico sfidante. Ha vinto l'affidabilità di Rosberg, più solido del compagno di squadra, scattato bene dalla seconda posizione in griglia, vedendo alle sue spalle il poleman Hamilton sprofondare in classifica a seguito di un contatto con Bottas. Il campione del mondo riuscirà poi a conquistare l'ultimo gradino del podio grazie ad una vettura che, seppur acciaccata, si è dimostrata di gran lunga la più veloce in pista dopo la gemella di Rosberg e la Ferrari di Raikkonen. Ha vinto l'affidabilità Mercedes, in grado di portare nuovamente al traguardo entrambe le vetture, a differenza di una Ferrari che per la seconda gara di fila vede al traguardo solo un suo pilota.

Ferrari: le prestazioni hanno un prezzo

L'inizio di questo mondiale vede concretizzarsi le paure ed, in parte, anche le speranze dei tifosi ferraristi. Lo scorso anno la seconda gara corrispondeva alla prima vittoria di Vettel con la rossa. Quest'anno si traduce nella fumata bianca che nel giro di ricognizione ha portato il tedesco ad uno sconcertante ritiro. Il risultato, tuttavia, non è sempre determinato dalla prestazione. A differenza di un anno fa, quando la Rossa tagliò per prima il traguardo in Malesia in virtù di una serie di fattori che realizzarono lo scenario perfetto e difficilmente ripetibile per la Ferrari, le vetture guidate da Vettel e Raikkonen mostrano adesso lo stesso passo del duo Mercedes. In Australia la Ferrari aveva la gara in pugno e solo la bandiera rossa ed un errore di strategia l'hanno relegata al terzo gradino del podio. Stavolta Raikkonen, partito malissimo, è riuscito in pochi chilometri a risalire dalla quinta alla seconda posizione, mantenendo di fatto il distacco iniziale subito da Rosberg fino alla fine, segno di una monoposto ormai veramente veloce a conferma degli enormi progressi Ferrari nelle prestazioni, come mostrato e dichiarato in inverno dalla squadra di Maranello. Ma i miracoli in questo caso non esistono, se non sotto forma di un grande lavoro che la Ferrari ancora non ha terminato, e che dovrà adesso concentrarsi sull'affidabilità. E' difficile che le "roboanti" dichiarazioni pre-stagionali di Marchionne abbiano messo in crisi una squadra indubbiamente sotto pressione. E' chiaro invece che ogni progresso porta con se degli "inconvenienti" che dovranno essere risolti a breve termine perchè il campionato è ancora lungo e permette di recuperare i punti persi, ma per completarlo ogni vettura dovrà impiegare non più di cinque power unit.

Raikkonen: costante e veloce. Con questa Ferrari è rinato

A Maranello possono però gioire, oltre che per la prestazione ritrovata, anche per la convincente gara di Raikkonen: partenza a parte, ha mostrato le unghie e si è reso autore di numerosi sorpassi, tutti compiuti con grande autorevolezza. In alcuni frangenti è sembrato addirittura il pilota di inizio carriera, quello che contese il mondiale a Schumacher prima e ad Alonso poi, vincendolo finalmente nel 2007.

Haas e Vandoorne, le rivelazioni

Possono gioire anche per i risultati della debuttante Haas, da tanti chiamata "la Ferrarina" vista la forte influenza Ferrari nel progetto ed il motore che equipaggia le vetture della squadra americana: ancora una volta a punti con Grosjean. Altro debutto eccellente è stato quello di Vandoorne. Alonso, reduce dal brutto incidente in Australia non avendo ricevuto l'autorizzazione dai medici a partecipare alla gara ha quindi lasciato il sedile al terzo pilota McLaren, campione in carica della Gp2. Il belga, dopo aver battuto in prova il compagno di squadra, il campione del mondo 2009 Jenson Button, ha conquistato il decimo posto portando a casa l'unico punto che finora vanta la squadra anglo-nipponica. L'avesse ottenuto Alonso adesso sentiremmo parlare di un mezzo miracolo. In Formula 1, come detto, i miracoli però non esistono. Non è un miracolo neppure la ritrovata forma di Rosberg, lo scorso anno apparso veloce e consistente solo nelle ultime gare, autore adesso di un inizio campionato che dimostra quanto abbia negli ultimi mesi lavorato su se stesso. Battendo Hamilton con le armi che meglio conosce: costanza, concentrazione e freddezza. In una parola, affidabilità.

 

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Venerdì, 01 Aprile 2016 16:40

Carpi, c'è l'ostacolo Sassuolo

Per continuare la volata salvezza, i biancorossi di Castori proveranno a far proprio il derby. Castori: "Contro il Verona avevo detto che serviva una grande partita, oggi con il Sassuolo dico che servirà una partita speciale."

Di Andra Melli

Modena, 1 aprile 2016

Alla ricerca della terza vittoria consecutiva, un filotto che ancora manca al Carpi in Serie A targato Fabrizio Castori. Contro il Sassuolo, un derby complicato e pieno di emozioni, i 3 punti lancerebbero i biancorossi completamente fuori dalla zona retrocessione. "Affrontiamo una squadra molto forte che fa bene ormai da anni. Hanno i meccanismi di gioco ben consolidati ed una società alle spalle che ha fatto delle ottime scelte. Da parte nostra hanno il massimo rispetto come sempre, ma noi abbiamo il nostro obiettivo e non vogliamo fermarci. La squadra sta bene fisicamente e per noi è importante mantenere il ritmo alto in ogni partita, perchè è una nostra forza». Cosa hanno lasciato le gare con Frosinone e Verona? "Sono già alle spalle. Abbiamo lavorato sotto l'aspetto fisico e tattico in queste due settimane per fare il meglio nelle prossime 8 partite, senza guardare al passato. Contro il Verona avevo detto che serviva una grande partita, oggi con il Sassuolo dico che servirà una partita speciale. Eravamo sott'acqua ed ora galleggiamo e non vogliamo tornare sotto", spiega il tecnico biancorosso, che fa il punto sui disponibili e su quelli che saranno costretti ad alzare bandiera bianca. "Lollo è sicuramente recuperato, mentre su Jerry aspettiamo domattina. Aspettiamo queste 24 ore per sciogliere gli ultimi dubbi. Mancheranno gli squalificati Crimi e Suagher. De Guzman? Ci può dare quella qualità che a volte può essere determinante. Non può avere ancora il ritmo gara dei 90 minuti, quindi nel finale può fare la differenza».

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Venerdì, 01 Aprile 2016 15:29

Sassuolo, l'Europa passa anche dal derby

Domani i neroverdi tornano al "Braglia" dove conquistarono la massima serie. Gara speciale, ma Di Francesco chiede la massima concentrazione.

di Andrea Melli

Modena, 1 aprile 2016

"Una partita speciale, per i nostri tifosi in particolar modo, ed è giusto rispettarlo, al di là che ci siano cinquanta o diecimila spettatori. Una gara che ha un doppio valore, per loro che sono rientrati alla grande nella lotta per la salvezza, e per noi che dobbiamo cercare di raggiungere il Milan, cosa non facile ma che dobbiamo provare a fare. Dobbiamo avere l'ambizione di poterci migliorare e il fatto che il Milan sia davanti a noi fa sì che l'obiettivo sia raggiungerlo, anche se potenzialmente non c'è partita. Ma dobbiamo provarci, per migliorarci e alzare l'asticella". Alza l'asticella Eusebio Di Francesco alla vigilia del derby: si gioca al "Braglia", che come ricorda il tecnico neroverde rievoca bellissimi momenti. Bellissimi, forse i più belli tra quelli che mi legano al Sassuolo e li terrò sempre con me. Ma dobbiamo pensare al presente, affronteremo una squadra in forma dal punto di vista fisico e mentale, sarà una battaglia. Hanno grandissima voglia di fare bene, sono giocatori che vengono dal basso e si vede, perché cercano di mettere tutto quello che hanno in campo. Devono essere da esempio anche per quelli che magari sono sempre più in alto, dobbiamo sapere che per prevalere su di loro dobbiamo essere alla loro altezza dal punto di vista dell'atteggiamento mentale e della cattiveria agonistica", spiega Di Francesco, certo che la partita avrà alti toni agonistici. "Sarà una partita maschia. In questi allenamenti ho fischiato pochi falli, le partite dure bisogna anche saperle interpretare. Noi eravamo dalla parte del Carpi due anni fa, sappiamo cosa significa".

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La storia del record insuperato di Voltolina: uomo d'acciaio che ha nuotato per un giorno fino in Albania. Il racconto di come ha gestito paura degli abissi, il sonno in 23 ore di nuoto, le emozioni... C'è chi è pronto a scommettere che Max ha già in mente qualcosa altro di eccezionale. Perché fermo proprio non sa stare...

di Alexa Kuhne

Parma, 2 aprile 2016

82440 bracciate in 23 ore e 44 minuti. Senza mai fermarsi.
Per fare quello che nessuno ha mai fatto: raggiungere, dalla Puglia, le coste albanesi.
Massimo Voltolina, 52 anni, volontà di ferro, come i suoi muscoli, a cinque anni di distanza dalla sua eccezionale impresa, detiene ancora un record affascinante: quello di aver nuotato, per un giorno intero, da Punta Palascia in Puglia a Punta Linguetta, in Albania.
Sport e ricerca hanno puntato sull'atleta parmigiano, perché Massimo è 'servito' anche alla scienza. A supportarlo e monitorarlo sono state quattro Università Italiane: Università Foro Italico di Roma, Università di Parma, Università di Foggia e Università del Salento con progetti di ricerca e Pubblicazioni scientifiche Internazionali ( International journal of sports physiology and performance). Oltre agli scienziati c'era anche la Marina Militare Italiana che, sull'Amerigo Vespucci, ha riconosciuto al nuotatore da primato il valore sportivo.
Sulla terra raggiunta a bracciate, quella albanese, Voltolina ha suggellato, simbolicamente, l'unione culturale tra due popoli, Italia e Albania.

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Massimo, fisico asciutto e scattante ed energia incontenbile, non è nuovo ai migliori risultati: detiene il record tricolore di attraversata della Manica perché ha nuotato 13 ore da Dover a Calais in 43mila bracciate.
La sfida con se stesso è il fuoco che lavora, incessantemente, dentro di lui e anima la sua volontà di acciaio.
Infiammato, da bambino, dal libro "Da grande farò l'aviatore" pensava di volare, ma il fascino del mare ha finito per attirarlo a sè. Ed è stato un rapporto di amore, sfida, rispetto...
Alla passione ci ha aggiunto l'attrazione per lo sport al quale era già stato avviato suo padre Romano giocò nella Juventus di Sivori, anche se il piccolo e tenace Massimo era attratto dai motori (il sogno nel cassetto è ancora quello di correre la Dakar).
Gli ingredienti c'erano tutti e si sono miscelati così bene da provocare in Voltolina la scintilla, quella che lo ha spinto verso le competizioni più estreme, come quando, dal barbiere, sfogliando una rivista di triathlon, la specialità per "uomini d'acciaio" che si sfiancano tra corsa, nuoto e bici, è stato colpo di fulmine per questa disciplina durissima. 

Infatti Massimo non ci ha pensato due volte e ha ceduto al richiamo delle sfide più toste, quelle che, prima di tutto e di tutti, ti fanno competere con te stesso. Così ha gareggiato per 10 Ironman, di cui quattro campionati del mondo; nel 1997 in Germania ha centrato il miglior tempo in 9 ore e 8 minuti e nel 2002 è stato il primo atleta nazionale all'Ironman Hawaii.
Nel 2006 ha pensato di cambiare con qualcosa di altrettanto estremo: la traversata della Manica. E anche questa volta, l'esile e irriducibile uomo d'acciaio ha solcato il mare a bracciate in 13 ore e un minuto.
Ed è stato record italiano!
Niente sovrastrutture: solo tenacia, grande equilibrio, un costume da bagno e occhialini per vincere il freddo in acqua - dove la temperatura era fra i 14 e i 16 gradi - e la paura dell'imprevisto.
Il triatleta non era ancora soddisfatto. Nel 2011 ha deciso di fare la competizione più impegnativa della sua vita: ha voluto sfidare l'Adriatico. Ed è stato il primo a farlo: una traversata non stop a nuoto dall'Italia all'Albania, resistendo un giorno filato in acqua sarebbe stata la grande prova.
Alla domanda su cosa cerchi in queste imprese, Voltolina risponde che vuole "realizzare qualcosa che rimanga nel tempo, che porti un messaggio e aiuti a progredire e che non sia un semplice risultato agonistico". 

Da diplomato Isef (oggi è insegnante di educazione motoria alle superiori) ha associato alle iniziative sportive studi scientifici utilizzati da vari atenei italiani. "An Ulltraendurance Swimming Event From Italy to Albania: A Case of Study" è stato selezionato dall'American College of Sport Medicine, una delle più grandi organizzazioni scientifiche in materia di sport nel mondo. "Per formazione sono sempre interessato ai meccanismi metabolici del corpo più che alla sfida in se stessa", aveva commentato dopo aver soffiato a Leo Callone, per sei minuti, il precedente record di traversata a nuoto della Manica.

massimo voltolina targa sport nuoto record parmigiano

Cosa serve per essere come te? E, soprattutto, come ti sei preparato?
"La preparazione fisica conta ma ho puntato anche all'alimentazione, basandomi sulla scienza e approfondendo il mio sapere. Non ho fatto uso di integratori chimici, secondo una procedura di preparazione approvata dal Comitato etico della Federazione italiana nuoto, ma solo di carboidrati liquidi e sali minerali da immagazzinare ogni 15 - 20 minuti, mentre nuotavo. La preparazione è stata a tutto tondo, multidisciplinare: nuoto, corsa, bici, sky roll, sci di fondo, yoga, ginnastica artistica..."

Uno dei segreti del suo training è comunque molto gradevole e parmigiano: Voltolina rivela di avere mangiato, nelle settimane precedenti la prova, tre culacce per aumentare la massa grassa del 5%. "Cuscinetti" protettivi quanto mai necessari dovendo restare ore in un'acqua a temperatura tra i 14 e i 16 gradi. 

Massimo si era preparato a tutto ma, per fortuna, nell'Adriatico faceva un po' più caldo: 28 -30 gradi a settembre e via con 85 chilometri a nuoto per un risultato sportivo e culturale che anche in questo caso ha importanti implicazioni: tre i progetti di ricerca sviluppati in collaborazione con l'Università di Parma, Roma e Lecce. Il supporto della Guardia di Finanza e della nave Tremiti della Marina militare che hanno accompagnato la traversata per tutte le 24 ore.

C'è qualcosa in più, oltre al risultato sportivo, che ti ha gratificato? 
"L'approccio scientifico alle discipline sportive mi ha sempre affascinato. Capire, per esempio, come poter sviluppare quasi 100mila rivoluzioni dell'articolazione scapolo omerale (naturalmente per parte). Ho studiato e studio le scienze motorie, pensare a una persona che possa circondurre il braccio tutte quelle volte senza mai fermarsi per 24 ore, nel rispetto della fisiologia articolare, era per me un interrogativo molto affascinante. Ottimizzare l'equilibrio di tutte le articolazioni che partecipano al movimento è stato il mio personale studio. Capire come calibrare l'alimentazione, ossia cosa mangiare, in che quantità e a quali intervalli di tempo, per avere efficienza ed energia per un giorno intero, è stato un momento di approfondimento che ha spaziato dallo studio del metabolismo basale, il cambiamento della composizione corporea, l'equilibrio degli elettroliti... ". 
Quale emozione particolare porti con te?
"Sono stato 23h44' in mare scrutando gli abissi ascoltando il mare da dentro, di giorno e di notte...Mi sono sentito un privilegiato... le sensazioni sono uniche e inspiegabili...".

Quando e se hai avuto paura e come l'hai affrontata?
"Una sottile paura mi ha accompagnato sempre, soprattutto durante la notte. Una emozione molto forte, una esperienza indimenticabile. L'ho trasformata in energia, imparando a controllare la parte psico-emozionale..."

Hai mai pensato di non farcela?
"No, ho sempre pensato al positivo; ero tranquillo e sentivo la presenza di Sara (Sara Paini, responsabile del progetto Adriatico ndr), di Simone, il mio uomo ombra, e del resto dello staff...
Ero molto concentrato ad ascoltare il mio corpo e a controllare la fauna marina..."

Come è possibile tenere vivo lo stato di veglia per un giorno intero? "Lo stato di attenzione relativo al pericolo di vita non permetteva certo di rilassarsi troppo. La fauna marina era controllata con sonar. Le meduse e i tentacoli che esse perdono e rimangono in superficie sono stati determinanti nello stimolare il mio sistema nervoso simpatico e quindi nel darmi qualche svegliata con le scosse 'elettriche' tipiche delle punture".

Pensi di fermarti qui?
"Dopo questo lungo, meritato riposo mi stanno venendo nuove idee e sono legate alla montagna..."
Un'altra grande passione del triatleta. Forse, una nuova sfida...

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