Domenica, 28 Luglio 2013 09:10

Salute, antiossidante del vino riduce i benefici dell'attività fisica In evidenza

Scritto da

 

di Lgc -
Parma, luglio 2013 - -
Il troppo storpia anche quando si tratta di antiossidanti.
La notizia, diffusa da paginemediche.it news, è di quelle che probabilmente lasceranno il segno o, molto più probabilmente, apriranno un più approfondito dibattito sull'efficacia dei prodotti antiossidanti e sugli alimenti cosiddetti "funzionali" venuti di moda negli ultimi anni e studiati dalla “nutraceutica”.

.Il portale medico riporta infatti che una nuova ricerca danese ha dimostrato che un composto antiossidante che si trova nell'uva rossa - e quindi anche nel vino - blocca molti dei benefici cardiovascolari dell'attività fisica tra gli uomini più anziani.

Si tratta del resveratrolo che recentemente è stato indicato come un possibile toccasana anti-invecchiamento ampiamente disponibile come integratore alimentare e tra i principali fattori benefici del vino rosso.
Lo studio dell'Università di Copenaghen, pubblicato sul Journal of Physiology, ha dimostrato che una dieta molto ricca di antiossidanti come il resveratrolo può effettivamente contrastare molti degli impatti positivi sulla salute degli esercizi fisici, tra cui la riduzione della pressione sanguigna e del colesterolo.
"Abbiamo scoperto - hanno spiegato gli autori - che l'integrazione di resveratrolo attenua gli effetti positivi dell'attività fisica tra gli uomini over sessantacinque anni su diversi parametri tra cui la pressione arteriosa, la concentrazione dei lipidi plasmatici e il massimo consumo di ossigeno".
Le dosi considerate di resveratrolo sono maggiori di quelle assunte attraverso gli alimenti naturali e riguardano principalmente quelle contenute negli integratori.

Questo pare essere l'ultimo dei tabù caduti sugli effetti benefici del resveratrolo. Già nell'ottobre scorso "il Fatto Alimentare" pubblicava un'altra ricerca, questa volta americana, evidenziava l'inefficacia attraverso test effettuati su donne.
"Dopo la storia della frode scientifica -conclude l’articolo del Fatto Alimentare perpetrata per anni dal ricercatore Dipak Das, ex direttore del Cardiovascular Research Center dell'Università del Connecticut, che per anni ha truccato i dati per far emergere azioni che non esistevano, lo studio dei ricercatori di Saint Louis sembra porre ulteriori, concreti interrogativi sulla sostanza.

Nel frattempo, alcune aziende (anche italiane) continuano a puntare tutto sulle supposte virtù, nonostante le frequenti multe per pubblicità ingannevole comminate."

Ciò che consola è il fatto che comunque la sostanza non sia dannosa e nemmeno troppo costosa.