Redazione

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La Cia Agricoltori Italiani di Reggio aveva affrontato il problema in un convegno la scorsa settimana – Danni anche ad alcune strutture ed abitazioni in campagna – Gli agricoltori danneggiati devono attivarsi presso le assicurazioni.

Un cielo che 'regala' fenomeni meteo sempre più estremi, frutto di una variazione delle temperature massime che nella nostra provincia negli ultimi dieci anni fa segnare quasi mezzo grado in media di aumento, valore che al profano può sembrare irrilevante, ma che invece provoca le situazioni che abbiamo visto nell'ultimo anno: dalle prolungate siccità alla grande piovosità dei mesi scorsi, fino alle grandinate degli ultimi giorni. Il meteo è parte costituente del dissesto idrogeologico e crea difficoltà agli agricoltori.

Un interessante contributo del direttore del Consorzio fitosanitario provinciale Luca Casoli in un convegno di Cia – Agricoltori Italiani di Reggio Emilia la scorsa settimana ha appunto sottolineato come il radicalizzarsi dei fenomeni climatici sia appunto il dato che emerge in modo prepotente dalle statistiche e dalle analisi meteo, con danni diretti dovuti ai fenomeni stessi, e con problemi e difficoltà nel gestire le diverse colture. Un caso emblematico è il mais, con lo sviluppo di aflatossine dovute alla combinazione di umidità e prolungati periodi di caldo oltre i 35°, una delle cause della caduta delle semine di questo cereale. Peraltro, rispetto alle pratiche agricole, sorgono difficoltà dal comportamento delle colture, che possono essere 'stressate' dagli eccessi vuoi di acqua, vuoi di caldo, rendendo più difficoltoso affrontare problemi che non rientravano fino a pochi decenni fa tra quelli presenti nelle nostre zone.

Il caso degli ultimi giorni tra i fenomeni meteo sono le diffuse grandinate, e Cia Reggio sta monitorando la situazione, che ha visto colpita un po' tutta l'area collinare e pedecollinare emiliana. Per quanto riguarda il reggiano, risultano colpite ampie zone a sud della Via Emilia, che vanno da Salvaterra di Casalgrande, Arceto, Scandiano, Bellarosa, Albinea, Canali, Rivalta, Coviolo, S. Bartolomeo, Ghiardo di Bibbiano, fino a S. Polo.

I danni più rilevanti sembrano riguardare i vigneti di questa che è l'area qualitativamente più qualificata della provincia. Prime valutazioni degli agricoltori danneggiati - impegnati ora a trattare i vigneti stessi con prodotti 'curativi' per salvare il salvabile - secondo il responsabile della zona Cia di Reggio Emilia Francesco Zambonini sono nell'ordine del 40/50% della potenziale produzione. Valutazione che conferma il presidente della stessa zona Andrea Bernardi, che segnala anche vistosi allettamenti dell'erba medica e dei frumenti in collina, area nella quale ci sono ancora in corso le trebbiature, pressoché concluse invece in aree più basse. Quasi assenti danni al mais, che generalmente si trova in aree più a nord.

Danni si segnalano anche a qualche struttura, in particolare a serre che sono andate letteralmente distrutte; al Ghiardo risulta parzialmente scoperchiata l'abitazione (nuova) di un agricoltore.

Effettuati i necessari trattamenti ai vigneti, gli agricoltori colpiti devono rivolgersi alle proprie assicurazioni, in primo luogo per una verifica burocratica sul Pai, il Piano assicurativo individuale, che risulti aggiornato; quindi dovranno procedere ad aprire la pratica per il danno. "Siamo in contatto con la Provincia – aggiunge il responsabile della zona val d'Enza Antonio Senza – per valutare l'eventuale apertura dello 'stato di calamità'".

PRESENTATO A PALAZZO GIORDANI IL CONTRATTO DI FIUME PARMA-BAGANZA. Uno strumento volontario di programmazione strategica e negoziata. È il mezzo idoneo a definire un impegno condiviso da parte dei diversi soggetti pubblici e privati, che si sviluppa attraverso un processo partecipato finalizzato alla condivisione di un programma operativo.

Parma, 9 Luglio 2018 – Il Contratto di Fiume è uno strumento volontario di programmazione strategica e negoziata. E' il mezzo idoneo a definire un impegno condiviso da parte dei diversi soggetti pubblici e privati, che si sviluppa attraverso un processo partecipato finalizzato alla condivisione di un programma operativo teso a:

1) MIGLIORARE LE CONDIZIONI DI RISCHIO IDROGEOLOGICO
2) MIGLIORARE LA QUALITA' ED IL BILANCIO DELLA RISORSA IDRICA
3) RIQUALIFICARE E TUTELARE L'AMBIENTE ED IL PAESAGGIO
4) VALORIZZARE IL TERRITORIO MIGLIORANDONE ACCESSIBILITA' E FRUIBILITA'
5) RIGENERARE LA COMPONENTE SOCIO-ECONOMICA DEL TERRITORIO COMPRESO NEL BACINO IDROGRAFICO
6) INFORMARE, FORMARE E COINVOLGERE I CITTADINI NEL PROCESSO DECISIONALE

CHI PARTECIPA AL CONTRATTO DI FIUME – ENTI GESTORI
• Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po (AdbPo)
• Regione Emilia Romagna
• AIPO
• Provincia di Parma
• Ente di Gestione per i Parchi e la Biodiversità Emilia Occidentale
• Parco Nazionale Appennino Tosco-Emiliano
• Consorzio di Bonifica Parmense
• Unione dei Comuni Parma Est

I COMUNI
Berceto, Calestano, Collecchio, Colorno, Corniglio, Felino, Langhirano, Lesignano de' Bagni, Mezzani, Monchio delle Corti, Montechiarugolo, Neviano degli Arduini, Palanzano, Parma, Sala Baganza, Terenzo Tizzano Torrile, Traversetolo

IL PUBBLICO
La natura partecipativa del Contratto di Fiume individua nel pubblico uno dei soggetti principali. Cittadini, associazioni, imprese e chiunque fosse interessato è invitato a partecipare attivamente alla gestione e alla pianificazione del territorio in cui vive e lavora.

PERCHE' LO PROPONIAMO?
Nel territorio oggetto del Contratto di Fiume coesistono rilevanti criticità ambientali e socio-economiche, la cui complessità risulta in gran parte nota, e valori territoriali riconosciuti, ma non ancora pienamente sviluppati in termini di opportunità per il territorio.
Il Contrato di fiume, attraverso la partecipazione pubblica, avrà il compito di integrare la conoscenza, rafforzando la collaborazione tra i diversi Enti e i cittadini e condividendo una strategia di azione comune.

AREA DI SVILUPPO
Il Contratto si sviluppa sul bacino idrografico del torrente Parma e del suo affluente Baganza.
L'approccio a scala di bacino consente di valutare contestualmente le interazioni monte-valle, le possibili sinergie e le aspettative di tutti i decisori, dei portatori di interesse e dei cittadini. Il territorio del bacino si articola in tre ambiti operativi, distinti in relazione alle peculiarità evidenziate dagli attori locali: ambito Val Parma, ambito Val Baganza e ambito Parma-confluenza del Fiume Po. (Ambito Val Parma, Ambito Val Baganza, Ambito Parma-Confluenza Po).

LA CRONOLOGIA DEL PERCORSO PARTECIPATIVO VERSO IL CONTRATTO DI FIUME
Le attività si sono svolte fino ad ora e si svolgono in tavoli di concertazione a cui prendono parte gli attori che vivono nel territorio, chiamati a riunirsi e a fornire contributi rispetto a criticità che interessano l'intero bacino considerato di Parma e Baganza. Data la complessità delle attività e i molteplici soggetti coinvolti e da coinvolgere sono stati costituiti UN TAVOLO DI ORIENTAMENTO (con funzioni di indirizzo e coordinamento delle attività al quale partecipano tutti gli Enti firmatari) UN TAVOLO TECNICO in ogni Comune, i cui sono state sviluppate le singole attività tecnico-operative finalizzati alla conoscenza e all'approfondimento sia dei valori che delle problematiche.

2018
Gennaio-Luglio 2018
ASCOLTO 7 mesi per esaminare valori e criticità territoriali ed elaborare un DOSSIER preliminare con firma del Documento di intenti
Agosto-Ottobre 2018
CONFRONTO 3 mesi per la Condivisione degli scenari futuri su cui operare e Definire gli obiettivi primari
Novembre-Dicembre 2018
PIANO DI AZIONE 2 mesi per la Concertazione e Definizione di un Programma Operativo

2019
ATTIVAZIONE CONTRATTO DI FIUME 18 mesi
Elaborazione del Piano di Azione
ATTUAZIONE e CONSOLIDAMENTO 36 mesi
per il raggiungimento degli obiettivi e per la gestione integrata, condivisa, partecipata delle risorse idriche, delle opportunità locali e delle criticità attraverso una costante azione di monitoraggio.

Condividi con noi la Tua conoscenza del territorio, partecipa al Contratto di Fiume segnalandoci una potenzialità, opportunità o criticità dell'area dei bacini dei torrenti Parma e Baganza scrivendo a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

Resta aggiornato sullo sviluppo del progetto consultando il sito:
www.parmabaganza.it 

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Ieri la Mostra "Giapponizzati. Racconti di un viaggio di moda" ha chiuso i battenti dopo 18 giorni di effettiva apertura facendo registrare un risultato pari a 12.304 visitatori, dato certificato dal conta persone elettronico presente all'ingresso della Chiesa di San Carlo. Dal giorno dell'inaugurazione, giovedì 7 giugno, migliaia di persone hanno raggiunto il centro storico di Modena, per ammirare questo importante allestimento curato da Stefano Dominella, Presidente della Maison Gattinoni.

Tantissime le testimonianze positive raccolte nel libro presente all'ingresso della Chiesa. La parola più ricorrente è stata "emozionante". Per Modenamoremio il Direttore Maria Carafoli sottolinea che "è stato "emozionante" anche e soprattutto riscontrare quanto questa Mostra sia stata visitata da turisti stranieri, risultato raggiunto anche grazie alla collaborazione con Modenatur, tour operator specializzato nell'accoglienza a Modena."

Molto gradito è stato anche il programma degli eventi collaterali, curato da Fabio Ceppelli in collaborazione con l'Associazione Culturale Symballein, che ha visto la realizzazione di due appuntamenti: la "Dimostrazione origami" con Noryko Tayama e la "Dimostrazione di vestizione kimono" con Yamaguchi Sachiko.

Questo importante ed elegante progetto espositivo è stato organizzato da Modenamoremio, società di promozione del centro storico, con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e il Comune di Modena.

Cogliamo l'occasione per ringraziare pubblicamente il Prof. Giuliano Albarani e la Dott.ssa Edith Barbieri, rispettivamente Presidente e Direttore della Fondazione Collegio San Carlo. Ringraziamo inoltre per l'importante sostegno la Camera di Commercio di Modena, Iris Ceramiche, Grani&partners, Usco e BPER Banca.