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Stamattina in Provincia dal Presidente Fritelli e dagli esponenti di Iren, dell'Ausl e dei Comuni di Parma, Colorno, Mezzani, Sorbolo e Torrile. La convenzione riguarda il triennio 2015 – 2017, l'impegno economico è di 300 - 400 mila euro l'anno. I risultati del monitoraggio saranno resi pubblici. -

Parma, 14 dicembre 2015 –

E' stata firmata stamattina in Piazza della Pace la convenzione per la realizzazione del Progetto di sorveglianza degli effetti sanitari diretti ed indiretti dell'impianto di trattamento rifiuti (Paip) di Parma per le annualità 2015, 2016 e 2017.

A siglare il documento sono stati: il Presidente della Provincia di Parma Filippo Fritelli, Mauro Pergetti di Iren Ambiente spa, il Direttore generale dell'Azienda Usl Elena Saccenti, l'Assessore all'Ambiente del Comune di Parma Gabriele Folli, la Sindaca di Colorno Michela Canova, il sindaco di Mezzani Romeo Azzali, il Sindaco di Sorbolo Nicola Cesari e il Vice sindaco di Torrile Antonio Gentile.

"Questo accordo va nella direzione di dare sicurezza ai cittadini di fronte a un impianto importante per il nostro territorio, che è nuovo e le cui conseguenze vanno attentamente monitorate" ha dichiarato la Sindaca di Colorno e Delegata provinciale all'Ambiente Michela Canova.

Il Progetto di sorveglianza PAIP sarà realizzato dall'Ausl di Parma, che relazionerà con cadenza annuale.
La Provincia di Parma, nella figura del Presidente, svolge il ruolo di principale riferimento istituzionale a garanzia della conduzione del Progetto di sorveglianza nel rispetto dei tempi e delle modalità previste.
Iren e Comuni si impegnano a mettere a disposizione i dati in loro possesso.
L'AUSL di Parma produrrà una relazione generale di sintesi a cadenza annuale sullo stato di avanzamento delle attività previste dal Progetto di sorveglianza PAIP e sulle spese sostenute, oltre a rapporti sulle azioni e sui risultati delle singole linee di sorveglianza, con una periodicità almeno biennale.

Sarà inoltre individuato dall'AUSL un Comitato Scientifico esterno agli Enti ed alle istituzioni coinvolte direttamente nel Progetto, con ruolo di valutazione delle relazioni e dei rapporti prodotti, per validare i risultati che vengono comunicati alla popolazione.

L'impegno economico è di 314 mila euro per il 2015, 340 mila per il 2016 e 390 mila per il 2017, ripartiti tra gli enti firmatari.

(fonte: ufficio stampa Provincia di Parma)

Già operativi i presidi anti lupo in 48 aziende zootecniche. L'assessore regionale all'agricoltura, caccia e pesca SimonaCaselli: "Lavorare sulla prevenzione, con interventi puntuali grazie alla mappatura del territorio." -

Bologna, 9 dicembre 2015 -

La Regione spinge l'acceleratore sulla prevenzione per ridurre i danni della fauna selvatica alle produzioni agricole e agli allevamenti e con il nuovo Programma regionale di sviluppo rurale mette a disposizione risorse ulteriori per 3 milioni di euro che serviranno per l'acquisto di recinzioni e altri strumenti di difesa. "Occorre intervenire prima che il danno si verifichi, puntando sulla prevenzione e su una corretta gestione della fauna selvatica in collaborazione con le aziende agricole, gli Enti Parco e gli Atc - ha spiegato oggi a Bologna l'assessore regionale all'agricoltura, caccia e pesca Simona Caselli – vogliamo lavorare sempre più in questa direzione, in linea con le indicazioni che ci arrivano dalla Ue, ma anche con le esigenze della finanza pubblica. Oggi la Regione ha a disposizione una mappatura puntuale del territorio, che ci permette di sapere dove sono le maggiori concentrazioni di animali. Sono sicura che anche grazie a questi dati, indispensabili per un'azione mirata, riusciremo a confermare il trend di riduzione dei danni attualmente in atto". La Regione dal 2008 ha investito per l'acquisto di recinzioni (e altri presidi di difesa), assegnati in comodato d'uso agli agricoltori, risorse complessive per circa 3.400.000 euro. E per il 2016 sono in arrivo nuove risorse per 3 milioni di euro che serviranno per finanziare al 100% nuovi interventi. Verranno erogate attraverso 2 o 3 bandi, di cui il primo è atteso nella prima metà del prossimo anno.

Danni in calo, al via i presidi anti-lupo

La tendenza alla diminuzione dei danni appare confermata, sia pur con situazioni differenziate, in tutto il territorio regionale, anche nelle zone aperte alla caccia, dove la competenza è degli Atc. Proprio per rafforzare l'attività di prevenzione, nei confronti di una specie protetta come il lupo, i cui danni sono invece stabili (circa 150 mila euro all'anno ), va l'ultimo provvedimento in ordine di tempo adottato dall'Assessorato regionale all'agricoltura: sono state infatti assegnati in questi giorni 128.644 euro a 48 aziende agricole zootecniche di collina e montagna situate in tutte le province emiliano-romagnole, da Bologna, a Piacenza, a Rimini. Le risorse sono servite a installare recinzioni, dissuasori acustici e luminosi, cani pastore, con una copertura del 100% del costo ritenuto ammissibile. E altri finanziamenti sono in arrivo. Con l'ultimo assestamento di bilancio infatti la Regione ha previsto 200 mila euro per scorrere le graduatorie e finanziarie altre 86 aziende che avevano partecipato al bando della scorsa estate.

Il cinghiale la specie più impattante

Il cinghiale resta anche nel 2015 una delle specie più impattanti per gli agricoltori, pur a fronte di una diminuzione dei danni. Risultati che possono essere ulteriormente migliorati, specie in alcune aree, individuate grazie alla localizzazione puntuale degli eventi dannosi. In particolare nelle aree protette è fondamentale l'impegno degli Enti gestori (Enti Parco , ecc.) sia sul fronte della prevenzione dei danni, che del controllo della popolazione animale.
Per quanto riguarda invece i territori aperti alla caccia del cinghiale (nei quali la titolarità è in capo agli Atc sia per quanto riguarda la gestione della fauna selvatica, che il risarcimento dei danni), da qualche anno il calendario venatorio regionale consente di cacciare questo animale, nelle diverse modalità, dal 15 aprile al 31 gennaio. Inoltre è prevista una soglia di danno massima tollerabile, oltre la quale è possibile introdurre misure quali anche l'attivazione di piani di prelievo straordinari. Uno degli obiettivi è la completa rimozione del cinghiale da tutte le zone non vocate.
Sono invece costantemente in diminuzione da alcuni anni i danni provocati dagli altri ungulati come capriolo, daino e cervo. Un risultato dovuto alla soglia di densità di capi fissata dalla pianificazione regionale 2013-2014 e che andrà migliorando nel quinquennio di validità degli strumenti di pianificazione.
Tra le specie più impattanti anche lo storno, che provoca gravi danni alla viticoltura e frutticoltura. Tuttavia si tratta di una specie protetta, il cui prelievo è ammesso solo "in deroga" ed è regolato da una direttiva europea e dal parere vincolante dell'Ispra (l'Istituto per la prevenzione e la ricerca ambientale). Il mancato rispetto di tale parere comporta una procedura d'infrazione comunitaria. Le possibili sanzioni possono arrivare anche al mancato trasferimento di risorse del Psr, con conseguenze che possono dunque gravare direttamente sugli stessi agricoltori.
Un discorso a parte va fatto per la nutria. Dall'agosto dello scorso anno, infatti questo roditore a seguito di una modifica alla legge nazionale, non è più considerato parte della fauna selvatica quindi i danni causati non sono più risarcibili.

In allegato:

Andamento dei danni della fauna selvatica (dati 2008-2015)
Presidi anti-lupo divisi per provincia

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

SOMMARIO Anno 14 - n° 49 06 dicembre 2015 - Aboca e l'espansione Bio. Cereali, il mercato lo smuove Draghi. Torna a sorridere il Parmigiano mentre il Latte continua a soffrire. Il blocco Lactalis porta bene all'AOP Latte Italia. Vino, le novità dal Business Strategies al Wine2wine. 25 anni e ancora tanta voglia di mettersi in gioco da leader. Tra Passato e Futuro. Ekoclub: basta con le immissioni incontrollate di lepri sul nostro territorio.

(in allegato il formato pdf scaricabile)

1.1 editoriale Aboca e l'espansione bio.
2.1 cereali Mercati internazionali. Lo scrollone di Draghi
3.1 cereali Mercati dei cereali. Parola d'ordine: stabilità
4.1 Lattiero caseario Torna a sorridere il "parmigiano"
5.1 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano, scorte finalmente in flessione e attesa per l'impennata di vendite natalizie.
5.2 vino Vino, De Castro: su liberalizzazioni meno preoccupati dopo impegno con Hogan.
5.3 vino e ocm Vino, Boscaini (federvini) su OCM promozione gravi ritardi, imprese e importatori preoccupati.
6.1 vino e testo unico Vino, Sani: formula legislativa semplificata per il testo unico del vino
6.2 latte e aop L'AOP Latte Italia ha avuto un ruolo determinante durante il blocco di Lactalis. 5.000 quintali di latte raccolti in un solo giorno
6.3 vino e etichettatura Vino: Santandrea (ACI Agroalimentare): istituzioni al fianco dei produttori sul dossier etichettatura
7.1 agromercati Overview sui mercati: segnali di recupero nel settore bovino.
8.1 lavoro 25 anni e ancora tanta voglia di mettersi in gioco da leader. Tra Passato e Futuro.
9.1 ambiente Ekoclub: basta con le immissioni incontrollate di lepri sul nostro territorio
10.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 49 6dic15

Nonostante si registrino, oramai da tanti anni, notevoli e gravi danni ambientali, riferiti maggiormente al settore agricolo e causati dalle continue immissioni di esemplari di lepri sul territorio, l'ATC, l'Ambito Territoriale di Caccia di Brindisi – A, con un provvedimento del suo Commissario ad Acta, prof. Luigi Argentieri, ha indetto un bando di gara per l'acquisto di lepri per una spesa complessiva di 100 mila Euro.


Non solo tale decisione continua a penalizzare, dal punto di vista ambientale, il settore agricolo del nostro territorio, perché le lepri si nutrono dei frutti del raccolto dei coltivatori brindisini. ma non è in linea con un corretto percorso procedurale e normativo, dal momento che l'ATC non puo' ragionare in maniera autonoma su questo aspetto, ma deve rifarsi ad atti regolamentari e di indirizzo della Provincia di Brindisi, con riferimento alle attività di controllo extracalendario su specie faunistiche cacciabili che determinano danni all'agricoltura.
Non ci risulta, infatti, che tali procedure siano state attivate da parte della stessa Provincia, né che siano state effettuate indagini conoscitive per capire la reale situazione della presenza di lepri nel territorio brindisino. Da stime non ufficiali pare che ve ne siano 1000, appartenenti soprattutto a specie non autoctone.


Al di là del puro e gravissimo danno ambientale all'interno del Parco delle Saline di Punta della Contesa, causa di tantissime richieste di risarcimento danni da parte degli agricoltori, le lepri costituiscono un pericolo anche per la circolazione stradale, poiché molti esemplari arrivano in città, in particolare nella zona industriale, attraversando strade ad alta percorrenza veicolare.
Anche la Regione Puglia, con un investimento di 460mila euro, ha attivato alcune misure per contenere i programmi di immissione di lepri nel Parco di Punta della Contessa, come la realizzazione di una recinzione comprensoriale sui territori del parco che presentano una maggiore densità di lepri, il posizionamento di dissuasori di tipo olfattivo a base di proteine animali; l'attuazione di un piano di prelievo e successivo spostamento degli esemplari in territori esterni al parco, e tanti altri provvedimenti.


Nonostante tutto questo, il Commissario ad acta dell'ATC di Brindisi persevera nel ripopolare di lepri il territorio brindisino in maniera incontrollata. In virtù di tutto ciò, visto che i contadini continuano a lamentarsi per danni che subiscono, che gli animalisti e gli ambientalisti intervengono puntualmente con denunce all'Autorità Giudiziaria, che gli enti locali non sanno che fare, chiediamo a viva voce, interessando l'opinione pubblica, che si ponga definitivamente un freno a questi acquisti dissennati di lepri, condotti dall'ATC Brindisi al di fuori di ogni regola e sempre con i soldi della comunità.

COMUNICATO STAMPA EKOCLUB (Brindisi, 1 dicembre 2015)

Parte lunedì 23 novembre, su iniziativa del Comune Modena e di Hera, la raccolta differenziata porta a porta della plastica anche per i commercianti: 800 gli esercenti interessati. Entro dicembre previste azioni anche per ridurre l'abbandono dei mozziconi sul suolo pubblico: coinvolti anche gli esercenti. -

Modena, 19 novembre 2015 -

Nuovi servizi ambientali, pensati per il centro storico di Modena, sono in partenza con due azioni specifiche: la raccolta porta a porta della plastica delle attività commerciali e il potenziamento della raccolta dei mozziconi di sigaretta. Le due azioni rientrano nel Piano Ambiente Modena 2019, promosso dal Comune in collaborazione con Hera. La prima, che riguarda le attività commerciali del centro, parte lunedì 23 novembre e interessa circa 800 esercenti. Gli utenti dovranno lasciare il materiale sul suolo pubblico, ben chiuso negli appositi sacchi e vicino alla propria attività, senza creare intralcio al passaggio. Il conferimento dovrà avvenire nelle giornate di lunedì e giovedì dalle 8 alle 9. Da questo orario in poi Hera provvederà alla raccolta.

Il servizio, realizzato da Hera e dal Comune di Modena in accordo con le associazioni di categoria (Ascom-Confcommercio, Confesercenti, Cna e Lapam) si aggiunge a quello di raccolta carta e cartoni avviato nel 2011. Una volta avviato, è prevista una verifica costante sul suo svolgimento e su modalità e orari dei conferimenti. 

Il progetto per la raccolta dei mozziconi, nocivi per l'ambiente, prevede invece il potenziamento del numero di cestini dotati di posacenere già presenti in centro, in particolare nell'area del sito Unesco e la sostituzione di quelli già in uso con altri ancora più funzionali e consoni al luogo. Entro il mese di dicembre, una trentina saranno collocati nelle zone del centro ad alta frequentazione. Nella lotta all'abbandono dei mozziconi di sigaretta saranno coinvolti anche gli esercenti. A questi ultimi verranno fornite in concessione, in comodato d'uso gratuito, delle attrezzature mobili per la raccolta dei mozziconi di sigarette, a disposizione dei clienti. Quest'ultima azione rivolta agli esercenti sarà sostenuta da un apposito tutoraggio, svolto da personale Hera, che consegnerà ai commercianti anche tutta l'attrezzatura da utilizzare. La capillare azione informativa partirà nel mese di dicembre.

Per segnalazioni e ulteriori informazioni, gli esercenti interessati possono chiamare il Servizio clienti Hera dedicato alle utenze non domestiche, al numero 800.999.700, attivo dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 22 e il sabato dalle 8 alle 18.
Si ricorda che la raccolta differenziata è un obbligo previsto dalla legge e dai regolamenti delle Autorità competenti e il mancato rispetto potrebbe comportare sanzioni amministrative.

Pubblicato in Cronaca Modena
Domenica, 15 Novembre 2015 11:27

Territorio. Programmi speciali d'area

Emilia Romagna, progetti e stanziamenti previsti provincia per provincia. Informativa davanti alla 'Bilancio, Affari generali e istituzionali' sugli strumenti di programmazione territoriale negoziata basati sulla collaborazione di Regione, Province, Comuni e il coinvolgimenti di altri enti pubblici e soggetti privati. L'auspicio di tempi di realizzazione più rapidi degli interventi di riqualificazione previsti

Bologna, 10 novembre 2015 -
La Legge regionale 30 del 19 agosto 1996 ha aperto la strada ai "programmi speciali d'area", uno strumento di programmazione territoriale e negoziata che prevede la collaborazione di più livelli istituzionali (Regione, Province, Comuni), con il coinvolgimento di altri enti pubblici e di soggetti privati. I primi programmi d'area vennero inaugurati nel 1998, il più recente è dedicato al recupero dei centri storici nell'area del sisma.

Dirigenti di Giunta della Programmazione territoriale, sono stati oggi in commissione Bilancio, Affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, per svolgere una informativa sullo stato di attuazione dei vari programmi d'area sviluppati sul territorio regionale, e in particolare sulla valutazione dei fondi impegnati dalla Regione ed effettivamente erogati. Nella quasi totalità dei casi, le percentuali si attestano intorno al 90%.

Questo l'elenco, diviso per provincia, dei programmi in essere; alcuni coinvolgono più territori provinciali.
Piacenza (4): Polo logistico di Piacenza; Azioni integrate Val Tidone-Val Luretta; Po, fiume d'Europa; Parco della salute; in totale, 60 interventi finanziati, per un ammontare di 845 milioni di euro.
Parma (3): Azioni a sostegno dell'insediamento dell'Agenzia per la sicurezza alimentare; Po, fiume d'Europa; Parco della salute; 37 interventi, 66,5 milioni di euro.
Reggio Emilia (3): Riqualificazione urbana di Reggio Emilia; Area del distretto ceramico; Po, fiume d'Europa; in totale, 73 interventi, per complessivi 354 milioni di euro.
Modena (3): Riqualificazione urbana di Modena; Area del distretto ceramico; Territorio rurale della pianura Cispadana. 75 interventi, 184 milioni di euro.
Bologna (4): Valle del Reno; Alta valle del Sillaro; Riqualificazione urbana città di Imola; Territorio rurale della pianura Cispadana; gli interventi sono 89, circa 94 i milioni di euro stanziati.
Ferrara (3): Azioni per lo sviluppo urbanistico delle aree di eccellenza della città di Ferrara; Basso ferrarese; Territorio rurale della pianura Cispadana; in questo caso, gli interventi programmati sono stati 77 e il valore dei programmi d'area ammonta a 340 milioni di euro.
Ravenna (2): Programma speciale d'area Porto di Ravenna; Città della Costa; 35 gli interventi, 103 i milioni di euro.
Forlì-Cesena (3): Parco nazionale delle Foreste Casentinesi; Valle del Bidente e Forlimpopoli; Città della Costa; 35 interventi, 75,5 milioni di euro.
Rimini (1): Città della Costa; 20 interventi, 67 milioni di euro.

Ulteriori informazioni sul sito della Regione:
http://territorio.regione.emilia-romagna.it/programmazione-territoriale/programmi-speciali-darea

Nel corso della seduta, sono intervenuti i consiglieri Tommaso Foti (Fdi-An), Andrea Bertani (M5s), Paolo Zoffoli e Roberto Poli (Pd). È stata posta l'esigenza di poter valutare non solo l'intervento finanziario della Regione, ma anche quello degli altri soggetti coinvolti, e in particolare dei Comuni. A fronte di un dato complessivo di quasi completa erogazione delle cifre stanziate, è emerso che alcuni bandi sono andati deserti e in altri casi è avvenuta una erogazione minima rispetto alle cifre disponibili.
Lo strumento dei programmi d'area è stato giudicato tuttora interessante, ma a giudizio dei consiglieri va migliorato il sistema di monitoraggio e controllo, soprattutto perché alcuni programmi hanno raggiunto una durata di 15 e più anni, e sarebbero preferibili tempi più rapidi.
(Fonte Regione Emilia Romagna -rg)

Domenica, 01 Novembre 2015 10:58

No alla carne rossa, Sì a OGM e insetti.

Mentre si scatena l'allarme sulla pericolosità della carne rossa e si preannuncia il pericolo derivante dal caffè prodotto con la Moka, ecco che i 28 dell'UE, in risposta al "diesel-gate" alzano i limiti dei controlli sulle emissioni con buona pace della salute dei cittadini.

di Virgilio, Parma 29 ottobre 2015
Cala il sipario su Expo 2015 e si alza sui soliti tormentoni, sui cibi spazzatura o presunti tali. Almeno un tempo, questo tipo di notizie erano circoscritte, per coprire gli spazi vuoti dei giornali, al solo seppure lungo periodo estivo. E così tra amori segreti e inconfessabili dei "VIP" di turno si alternavano le scoperte di nuove diete miracolose e rivoluzionarie scoperte per ridurre il gonfiore e trasformarsi nella "più bella del reame". Improbabili centri di ricerca privati, trovavano l'occasione per far parlare di sé ma soprattutto del prodotto che sostenevano.

Oggi invece a fare il giochetto sporco è addirittura la OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, l'organo supremo di tutela della sicurezza, quello al quale occorrerebbe fare appello in caso di incertezze e che, con la prudenza necessaria, dovrebbe dissipare ogni dubbio.

E invece, é proprio dall'IARC (International Agency Research on Cancer) che tuona l'ennesima maledizione, amplificata a dovere dai media, sul tasso cancerogeno della carne e, in particolare, di quella lavorata.

Tutti a dire la loro e pochi a centrare il succo della questione:
Il consumo medio degli italiani è la metà della soglia limite di pericolosità. (si legga nota di assocarni del 26 ottobre) dai prodotti "pericolosi" sono di fatto esclusi i principali prodotti nostrani (prosciutti ad esempio).

Infine, come sottolinea prontamente Assocarni, i risultati della ricerca non sono recenti e per di più noti da molto tempo.

"La monografia IARC si riferisce insomma a dati provenienti da studi epidemiologici non recenti, peraltro noti da tempo, che tengono in poco conto le peculiarità della produzione nazionale di carne rossa e salumi. È noto, infatti, che i fattori che rappresenterebbero un rischio per la salute (presenza di grasso e abbondanza di additivi nei prodotti trasformati) non sono certo propri della produzione italiana di carni bovine e suine e dei prodotti di salumeria.
Confidiamo non si crei un ingiustificato allarmismo che rischia di colpire uno dei settori chiave dell'agroalimentare italiano. Il settore agroalimentare in Italia contribuisce a circa il 10-15% del prodotto interno lordo annuo, con un valore complessivo pari a circa 180 miliardi di euro. Di questi, circa 30 miliardi derivano dal settore delle carni e dei salumi, includendo sia la parte agricola che quella industriale. I settori considerati danno lavoro a circa 125.000 persone a cui va aggiunto l'indotto."

Sorge perciò sempre più il sospetto che la notizia sia rielaborata per essere fatta esplodere, come una bomba a orologeria, al primo momento utile per favorire o, ancor peggio, creare danno a temibili avversari.

Quale miglior occasione se non nel momento in cui il sipario di EXPO2015 si abbassa all'insegna, di un successo (almeno numerico con 21 milioni di persone che l'hanno visitato), per dare forza e sostegno alla pressione lobbistica per fare approvare il TTIP (Trattato Transatlantico sul Commercio e gli Investimenti), che tanto sta a cuore a Obama, attraverso il quale l'Europa sarebbe obbligata a "bersi" condizioni assai peggiorative proprio sulla questione alimentare e non solo.

Quindi, se dovessimo dare retta alle mostruosità che ogni giorno i vari centri occulti di potere e influenzamento riescono a fare veicolare dovremmo con sicurezza mangiare prodotti OGM, non bere caffè dalla Moka, non mangiare la carne, e ultima in ordine di tempo gustarci succulenti insetti per arricchirci di proteine (posto che non dobbiamo più mangiare carne!).

Già questa è l'ultima ridicola preoccupazione della UE che, spinta non si sa bene da chi, ha approvato con 327 voti a favore, 202 contrari e 127 astenuti l'accordo sul "Novel Food" che come riporta l'Ansa "Insetti, alghe, nanomateriali, cibi costruiti in laboratorio, nuovi coloranti potranno finire sulle tavole degli europei, se avranno il via libera della agenzia europea sicurezza alimentare. La plenaria del Parlamento europeo ha approvato in prima lettura l'accordo con il Consiglio sul cosiddetto 'novel food'".
Tanto sta a cuore la salute dei cittadini che, è proprio di pochi giorni fa la notizia, i 28 dell'UE (opposizione solo da parte dell'Olanda) hanno approvato soglie di tolleranza più alti e tempi allungati per i controlli sulle emissioni delle auto, come riportato dal Sole 24 Ore.

In conclusione, occorre dire basta alla carne e gustiamoci un buon piatto di insetti con un contorno di verdura agli OGM e invece di andare alle terme attacchiamoci al gas di scarico di una buona marmitta catalitica.

Il biologico del futuro?

Giovedì, 29 Ottobre 2015 16:56

L’Oasi Celestina vuol diventare Riserva naturale

L'Oasi Lipu Celestina di Campagnola Emilia sarà la sedicesima in Emilia-Romagna, la quarta in provincia di Reggio. Firmato oggi a Palazzo Allende il passaggio fondamentale per avviare l'iter amministrativo. Il direttore generale Lipu-BirdLife Italia Camillo Danilo Selvaggi: "Celestina è un'oasi piccola, ma molto rilevante per la conservazione della tutela e la tutela della biodiversità." -

Reggio Emilia, 29 ottobre 2015 -

Dieci ettari di zona umide ricreate dall'uomo, dove nidificano cavalieri d'Italia, l'averla piccola e il tarabusino, e luogo di sosta per decine di specie migratrici tra cui i limicoli, mignattini e rapaci come nibbio bruno, falco di palude e sparviere, cui si aggiungono decine di altre specie animali e vegetali.
E' l'Oasi Lipu Celestina di Campagnola Emilia, che potrebbe trasformarsi in Riserva naturale regionale secondo quanto auspicato dal documento di intenti firmato questa mattina a Palazzo Allende dai presidenti della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi, e dell'Ente gestione Parchi Emilia centrale, Giovanni Battista Pasini, dal sindaco di Campagnola Emilia Alessandro Santachiara e dal direttore generale Lipu-BirdLife Italia Camillo Danilo Selvaggi.

Il documento sottoscritto oggi è un passaggio fondamentale per avviare l'iter amministrativo che dovrebbe portare, in collaborazione con la Regione, all'istituzione della 16esima Riserva naturale dell'Emilia-Romagna, la quarta in provincia di Reggio Emilia dopo le Casse di espansione del Secchia tra Rubiera e Campogalliano, i Fontanili di Valle Re a Campegine e la Rupe di Campotrera a Canossa.

"Si tratta di una iniziativa di grande valenza ambientale, ma anche culturale perché una Riserva naturale rappresenta un messaggio e una opportunità per tutta la comunità ed in particolare le scuole – ha detto il presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi - L'ambiente è sorta di mantra ma non sempre, purtroppo, c'è la necessaria consequenzialità nei comportamenti delle persone".
"Per il nostro Comune e per me personalmente è un risultato particolarmente significativo: è un punto di arrivo, ma anche di ripartenza, raggiunto grazie al lavoro di tanti, compreso il nostro Ufficio Tecnico - ha dichiarato il sindaco di Campagnola Emilia Alessandro Santachiara – In soli dieci anni Celestina è diventata una vera e propria aula didattica all'aperto, intessendo un profondo legame con le istituzioni scolastiche, e oggi rappresenta un patrimonio collettivo prezioso".

L'importanza naturalistica di Celestina è stata sottolineata dal direttore generale Lipu-BirdLife Italia Camillo Danilo Selvaggi: "Celestina è un'oasi piccola, ma molto rilevante per la conservazione della tutela e la tutela della biodiversità, rappresentando un punto di ristoro e rifugio importante per moltissimi animali – ben 150 le specie osservate – soprattutto in un territorio, come quello della Pianura padana, modellato anche in maniera importante dall'uomo – ha detto – Con lo strumento della Riserva si potrà conservare ancora meglio di quanto avviene già ora grazie allo splendido lavoro del guardia-oasi Luca Bagni".
"Di vero e proprio gioiello, molto ben gestito e rinaturalizzato altrettanto bene" ha parlato anche il presidente dell'Ente gestione Parchi Emilia centrale, Giovanni Battista Pasini, sottolineando a sua volta "la grande valenza di quest'oasi e delle altre Riserve naturali anche per valorizzare uno dei territori più insediati a livello abitativo, infrastrutturale e industriale".

La storia dell'Oasi Celestina

Sul finire degli anni Novanta Maria Celestina Freddi, socia Lipu e appassionata di natura, dona un fondo agricolo di 10 ettari alla Lipu. Nel 2001 il fondo viene trasformato in una zona umida grazie alla collaborazione del Comune di Campagnola Emilia, dell'allora Consorzio della Bonifica Parmigiana Moglia-Secchia (oggi Consorzio di Bonifica Emilia centrale). Vengono scavati due invasi, che fungono anche da casse di espansione, collegati ai canali di bonifica del territorio circostante. Vengono in seguito installati il Centro visite e il capanno di osservazione. L'Oasi Celestina è inaugurata ufficialmente nella primavera del 2005 grazie alla collaborazione con Comune Campagnola Emilia e poi dal 2009 della Provincia Reggio Emilia. Dal 2012, l'Oasi è inserita nella rete Natura 2000 nel più esteso Sic-Zps IT 4030015 denominato "Valli di Novellara"
Tra gli animali, le presenze più rilevanti riguardano senz'altro gli uccelli. Tra i nidificanti troviamo il cavaliere d'Italia, l'averla piccola, la sterna comune, il tarabusino, la gallinella d'acqua, il germano reale e la passera mattugia.
E' però nei periodi del passo migratorio che si possono vedere le specie più interessanti. Tra i limicoli, sono stati osservati, tra gli altri, chiurlo piccolo, chiurlo maggiore, gambecchio, piovanella pancianera. In primavera si possono vedere il fraticello e le tre specie di mignattini, il comune, il piombato e l'alibianche. Tra i rapaci, osservati il nibbio bruno, il falco di palude, l'albanella reale e minore.

Cavaliere dItalia - Fabio Cilea rid

                                                     Cavaliere d'Italia - ph. Fabio Cilea

Mercoledì, 28 Ottobre 2015 15:27

Parma - Smog, 5° giorno consecutivo sopra al limite

Smog oltre i limiti a Parma. Ieri si è registrato il quinto giorno consecutivo di sforamento del limite di 50 microgrammi di polveri per metro cubo di aria.. La nota stampa di Aldo Caffagnini: "La nube è servita. Si riempiono i pronto soccorso e si grida al lupo". -

Parma, 28 ottobre 2015 -

"Puntuale come l'ora solare ritorna lo smog nelle città padane.
Ieri a Parma 5° giorno consecutivo di sforamento del limite di 50 microgrammi di polveri per metro cubo di aria.
Tutta la regione da 2 giorni è coperta da una fitta coltre nera e naturalmente l'unico rimedio possibile "pret a porter" è la pioggia, benedetta come non mai in queste condizioni disperate.
Le polveri sottili uccidono.
Ogni anno in Italia circa 30mila decessi per il PM 2.5, rispetto limiti legge salverebbe 11.000 vite all'anno, scrive Legambiente all'Europa.
Il mix di inquinanti è sempre lo stesso: impianti industriali (come il nostro beneamato inceneritore di Ugozzolo), automobili vecchie ma anche quelle a gasolio e i mezzi pesanti antiquati, impianti di riscaldamento, polveri generate dal trascinamento, come freni e pneumatici, polveri da attività umane.
Quando questa ricetta viene preparata in un ambiente costipato come la Pianura Padana, affetta da inversione termica e bassissima ventilazione, il veleno diventa raffinato e micidiale.

tabella smog rid

E si riempiono i pronto soccorso e si grida al lupo.
Specialmente a Parma, che ancora una volta svetta su tutti i capoluogo regionali.
La soluzione?
Togliere il traffico dai centri storici, dotando i parcheggi scambiatori di navette elettriche frequenti e puntuali, spegnere impianti facilmente sostituibili (vedi l'inceneritore che non trovando più rifiuti sul territorio dovrò importarne da fuori), favorire la circolazione delle biciclette in città e s-favorire quella delle auto, riducendo il limite di velocità, riducendo le carreggiate per ingrandire le strade riservate alle due ruote, chiudere le porte dei negozi a impianto di riscaldamento acceso, incentivare i pannelli fotovoltaici sui tetti pubblici, ridurre le temperature negli appartamenti, riservare il centro solo a mezzi elettrici, ridurre le merci che arrivano da lontano preferendo l'economia locale sulla falsariga dei gruppi di acquisto solidali.
Eccetera eccetera eccetera.
Perché la salute viene prima di ogni altro interesse."

Aldo Caffagnini

Pubblicato in Cronaca Parma

Alcune modifiche introdotte dall'Amministrazione comunale all'ordinanza che disciplina le limitazioni al traffico nel rispetto del Piano Aria regionale. In particolare, è stata eliminata dal calendario delle giornate ecologiche – che prevedono gli stessi divieti di circolazione attivi dal lunedì al venerdì – la prima domenica di dicembre. -

Piacenza, 28 ottobre 2015

L'Amministrazione comunale, nel rispetto del Piano Aria regionale e in linea con le integrazioni già apportate da altre municipalità, ha adottato alcune modifiche all'ordinanza che disciplina le limitazioni al traffico per il contenimento delle emissioni inquinanti, entrate in vigore il 1° ottobre scorso.
In particolare, è stata eliminata dal calendario delle giornate ecologiche – che prevedono gli stessi divieti di circolazione attivi dal lunedì al venerdì – la prima domenica di dicembre, non solo per il 2015 ma anche per gli anni successivi di validità del Piano.
Sono state inoltre inserite tre deroghe, valide fino al 31 marzo 2016, per altrettante categorie professionali che hanno necessità lavorative legate a urgenze e contingenze non sempre prevedibili: veicoli in servizio pubblico, appartenenti ad aziende che effettuano interventi urgenti e di manutenzione essenziali (ad esempio su reti e impianti idrici, gas, energia elettrica, telefonia); mezzi attrezzati per il pronto intervento e la manutenzione di impianti elettrici, idraulici, termici, di sicurezza e tecnologici in genere; veicoli che trasportano attrezzature e merci per il rifornimento di ospedali e strutture di assistenza socio-sanitaria, scuole, mense e cantieri.
Approvate anche le misure emergenziali che, dal 1° ottobre al 31 marzo, saranno attuate in caso di superamento, per sette giorni consecutivi, del valore limite per le Pm10 rilevato da Arpa: lo stop ai mezzi più inquinanti – gli stessi interessati dalle limitazioni nei giorni feriali – nella prima domenica successiva al giorno di controllo (il martedì) e, qualora l'eccesso perduri per altri sette giorni, l'estensione a tutti i Comuni capoluogo e alle città con oltre 50 mila abitanti del territorio regionale, indipendentemente dalla località in cui si è registrato lo sforamento, nonché l'abbassamento del riscaldamento di un grado centigrado negli ambienti interni.

(Fonte: ufficio stampa Comune di Piacenza)