Visualizza articoli per tag: Regione Emilia Romagna

Sanità. Legionella a Parma: non ci sono ancora elementi sufficienti per identificare il ceppo clinico responsabile dell'epidemia; non si può quindi individuare con certezza la fonte ambientale. Consegnata la relazione finale dell'Unità di crisi istituita dalla Regione. Esclusi, come fonte di contagio, l'acquedotto pubblico "Bizzozzero" e la rete delle derivazioni, il sistema di irrigazione del campo sportivo in zona Montebello e la Casa di Cura Città di Parma. L'assessore Venturi: "Continuano le analisi, gli esperti della Regione a disposizione delle istituzioni e dell'autorità sanitaria".

Bologna, 20 gennaio 2017

Il ceppo della Legionella, responsabile dell'epidemia che dal 22 agosto al 9 ottobre 2016 ha interessato la zona Montebello del quartiere Cittadella di Parma, non è stato ancora identificato, poiché dalle analisi di laboratorio non sono emersi elementi sufficienti. E non essendo stato identificato il ceppo epidemico, non si può al momento individuare con certezza la fonte ambientale responsabile dell'epidemia. Tuttavia è possibile escludere, come fonte di contagio, alcuni impianti: l'acquedotto pubblico "Bizzozzero" e la rete delle derivazioni dall'acquedotto stesso, il sistema di irrigazione del campo sportivo collocato in zona Montebello e gli impianti della Casa di Cura Città di Parma.
Queste, in estrema sintesi, le conclusioni contenute nella relazione finale a cura dell'Unità di crisi istituita dalla Regione a supporto tecnico-scientifico del lavoro sul campo delle Aziende sanitarie locali.

E' stato un lungo ed approfondito lavoro quello messo in campo dai tecnici chiamati ad indagare sulle cause della epidemia verificatasi nei mesi scorsi a Parma, fatto di approfondite analisi epidemiologiche e ambientali. Ma, come accade in molti casi citati nella letteratura scientifica internazionale, l'indagine non ha ancora condotto ad una causa certa.

"E' ancora in corso, da parte del Laboratorio di riferimento di Modena, l'analisi genetica del materiale biologico sui campioni di 7 pazienti- sottolinea l'assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi- Analisi che richiede molto tempo, perché si basa su numerosi tentativi successivi di ricostruzione della sequenza genetica. Inoltre, continua l'analisi dei dati epidemiologici più dettagliati rilevati a dicembre. Non è comunque certo che, da queste ulteriori analisi, sarà possibile ottenere informazioni utili per individuare con precisione l'origine dell'epidemia: sono numerosi i precedenti, anche recenti, in cui nel caso di epidemie di Legionella non è stato possibile indicare la fonte. E questo non certo per una gestione delle indagini non sufficientemente adeguata, ma per la complessità e la difficoltà intrinseca delle indagini stesse. A questo proposito, anzi, voglio rivolgere un ringraziamento agli esperti per il lavoro importante che hanno svolto, comprese le simulazioni ambientali".

Il lavoro dell'Unità di crisi "volge dunque al termine", ma gli esperti scelti dalla Regione (il coordinatore tecnico-scientifico, Maria Luisa Moro, direttore dell'Agenzia sociale e sanitaria regionale, e il coordinatore operativo, Roberto Cagarelli, del Servizio prevenzione collettiva e sanità pubblica) "rimarranno a disposizione- conclude l'assessore- delle istituzioni e dell'autorità sanitaria per eventuali necessità di approfondimento".

Le conclusioni della relazione, in sintesi

La relazione conferma che si è verificato un focolaio epidemico che ha interessato il quartiere Cittadella ed ha determinato 41 casi.

Il periodo di esposizione più probabile alla fonte ambientale per i casi correlati all'epidemia va dal 12-20 agosto 2016 (data della insorgenza del primo caso meno 2-10 giorni di incubazione) al 30 settembre 7 ottobre 2016 (data della insorgenza dell'ultimo caso meno 2-10 giorni di incubazione). L'andamento della curva epidemica è indicativo della esposizione ad una fonte ambientale comune.

L'evento è stato causato con elevata probabilità dalla dispersione nell'aria di Legionella pneumophila, a partire probabilmente da una fonte in grado di generare aerosol in ambiente esterno: torri e condensatori evaporativi, grandi scrubber, umidificatori d'aria collocati in ambienti esterni.

In mancanza di identificazione del ceppo epidemico, dunque, non è possibile individuare con certezza la fonte ambientale responsabile dell'epidemia. E' possibile invece escludere che alcune fonti ambientali possano essere state responsabili dell'epidemia. Soprattutto quelle che non determinano aerosol "importanti" all'esterno, per le quali siano stati effettuati prelievi ambientali durante o subito dopo il periodo probabile di esposizione, che sono risultati negativi per Legionella. Si escludono quindi la rete dell'acquedotto pubblico "Bizzozzero" e quanto direttamente segue questa rete (le reti domestiche e il servizio di autolavaggio collocato nella zona Montebello); il sistema di irrigazione del campo sportivo in zona Montebello; la Casa di Cura Città di Parma.

Al momento non è possibile escludere che le torri di raffreddamento abbiano avuto un ruolo nel causare l'epidemia. Nel corso dell'indagine sono state ispezionate e controllate tutte le torri considerate potenzialmente a rischio, perché più vicine al quartiere dove si è verificato l'evento epidemico; oppure più distanti, ma compatibili con l'evento data la direzione dei venti prevalenti. Tuttavia, le ispezioni e le indagini ambientali non possono essere considerate conclusive nell'escludere il loro ruolo come potenziale fonte di contaminazione perché, quando è stato fatto l'accertamento, alcune erano state già spente e altre erano state sottoposte a bonifica.

In seguito all'Ordinanza del sindaco, sono stati identificate ulteriori siti con torri, ma ciò è avvenuto quando l'evento epidemico si era già concluso. La tipizzazione genica delle Legionelle identificate dalle torri ha portato alla identificazione dei tipi ST1 e ST37 diversi dall'unico tipo identificato in 1 solo paziente (ST146).

Gli esperti, da un punto di vista generale, consigliano una azione puntuale di controllo del rispetto delle indicazioni preventive contenute nelle Linee Guida regionali e nazionali, relative alla prevenzione della trasmissione di Legionella attraverso impianti in grado di generare aerosol. /CV

(Fonte: Regione ER)

Sisma e neve tengono in ginocchio il Centro Italia. Già sei squadre con 25 volontari partite dall'Emilia-Romagna. Si rafforza l'impegno della Regione e del sistema di volontariato di Protezione civile. 8 uomini del Soccorso Alpino regionale impegnati a Campotosto (Aq), dove si è verificata la slavina alle falde del Gran Sasso. Tra i luoghi di destinazione i comuni di Smerillo e Santa Vittoria in Matenano, in provincia di Fermo, e di Penna San Giovanni, a Macerata. L'assessore Gazzolo: "D'accordo con la Regione Marche, abbiamo dirottato gli interventi dove c'è maggiore necessità"

Bologna, 19 gennaio 2017

Si rafforza l'impegno della Regione Emilia-Romagna e del sistema di volontariato di Protezione civile per prestare soccorso alle comunità terremotate dell'Italia centrale, alle prese con l'emergenza neve.
Sono sei le squadre di volontari, per un totale di 25 persone, partite dall'Emilia-Romagna con destinazione Marche, quattro delle quali già all'opera soprattutto nelle attività di spalatura e sgombero della neve; ognuna è dotata di mezzi fuoristrada e di piccole turbine, per procedere alla rimozione della neve e del ghiaccio dalle strade e dalle alberature. Altre due squadre del Soccorso Alpino Emilia-Romagna sono impegnate con 8 uomini a Campotosto (L'Aquila), in prossimità del luogo dove si è verificata la slavina alle falde del Gran Sasso.

Inoltre, sono partite quattro squadre del gruppo Iren, dotate di mezzi spargisale e piattaforme aeree per l'asportazione della neve.

"D'accordo con la Regione Marche - sottolinea l'assessore regionale alla Protezione civile, Paola Gazzolo- abbiamo deciso di destinare i soccorsi in provincia di Fermo, nei territori comunali di Smerillo e Santa Vittoria in Matenano, e di Macerata, in particolare a Penna San Giovanni. Interveniamo laddove riceviamo indicazioni di necessità e richieste da parte del Dipartimento nazionale di Protezione civile, con il quale stiamo operando in stretto e costante raccordo. Ringrazio tutti i volontari già partiti e pronti a farlo, come sempre la disponibilità della nostra gente è massima". /EC

emergenza neve sisma centro italia

Energia. Udienza conoscitiva su Piano energetico regionale e Piano di attuazione 2017-2019. Il relatore Iotti (Pd): "Piano ambizioso con risorse finanziarie adeguate" (249 milioni in tre anni)

La commissione Territorio, ambiente e mobilità, presieduta da Manuela Rontini, e la commissione Politiche economiche, presieduta da Luciana Serri, convocate in seduta congiunta, hanno svolto un'udienza conoscitiva sul Piano energetico regionale 2030 e sul Piano triennale di attuazione 2017-2019.

Relatore del provvedimento è Massimo Iotti (Pd). Attraverso il Piano energetico regionale (Per)– ha ricordato un tecnico regionale– la Regione stabilisce gli indirizzi programmatici della politica energetica finalizzati allo sviluppo sostenibile del sistema energetico regionale, specificando gli obiettivi e le relative linee di intervento alla cui realizzazione concorrono soggetti pubblici e privati.

Il Per ha come riferimento temporale il 2030, viene attuato attraverso piani triennali e può essere aggiornato in considerazione di mutamenti del sistema energetico o per renderlo compatibile con gli impegni nazionali sui cambiamenti climatici e con gli obiettivi nazionali di promozione dell'energia elettrica da fonti rinnovabili.

Il Piano di attuazione per il triennio 2017-2019– ha evidenziato il tecnico–, prevede lo stanziamento di circa 249 milioni di euro e ha lo scopo di individuare le azioni e le risorse per contribuire al raggiungimento degli obiettivi indicati nel Per in termini di efficienza energetica, sviluppo delle fonti rinnovabili, ricerca di soluzioni energetiche in linea con lo sviluppo territoriale e l'integrazione delle politiche a scala regionale e locale con quelle a livello nazionale ed europeo.

Massimo Iotti (Pd), relatore del provvedimento, ha sottolineato come il percorso che ha portato all'elaborazione del Per e del Piano triennale sia stato "ampiamente partecipato e altamente qualificato". Gli obiettivi fissati nei Piani, ha evidenziato il consigliere, sono "molto impegnativi", ma le risorse stanziante per gli interventi sono "ingenti e finalizzate a generare un importante effetto moltiplicatore". Infatti – ha concluso Iotti –, il tema del finanziamento e del sostegno creditizio agli interventi è cruciale per l'efficacia dei Piani, così come "è trasversale anche rispetto agli obiettivi occupazionali del Patto regionale per il lavoro". Fabrizia Forni (Tavolo regionale dell'imprenditoria) ha espresso condivisione per l'impostazione del Per, sollecitandone una rapida approvazione in quanto coniuga "sostenibilità ambientale e qualità della vita con sviluppo economico e crescita occupazionale". Ha sottolineato, però, come "sia stata sottovalutata la capacità del sistema produttivo di sostenere finanziariamente gli interventi previsti dal Piano, necessari per conseguire gli obiettivi stabiliti". La sfida a carico della Ragione, quindi – ha evidenziato l'esponente del Tavolo dell'imprenditoria –, sarà di "integrare le risorse stanziate per non gravare troppo le imprese di costi e di dare corso alla massima semplificazione possibile degli iter autorizzativi e amministrativi". Infine, Forni ha sollecitato il sostegno alle Esco (Energy service company, le Società per la fornitura di servizi energetici) di minori dimensioni per consentirne l'accesso al credito, invitando la Regione "ad attivare uno specifico fondo di garanzia". Alberto Conti (Wwf regionale) ha ricordato come l'associazione ambientalista ritenga prioritario "incentivare la realizzazione di impianti per la produzione di energie alternative di piccole dimensioni e ben distribuiti sul territorio regionale, finanziando con particolare attenzione le smart grid (reti energetiche intelligenti)". Infine, ha sottolineato come il finanziamento della riqualificazione energetica degli edifici debba prevedere "forme spinte di incentivazione e sgravio fiscale".

Luigi Giove (Cgil regionale), pur esprimendo apprezzamento per il Per, ne ha ricordato alcune criticità. In merito alla mobilità, ha evidenziato come "il rinnovo del parco dei mezzi di trasporto pubblico e la riduzione delle emissioni inquinanti debbano armonizzarsi con gli indirizzi del nuovo Piano regionale integrato dei trasporti (Prit)". Per quanto riguarda l'edilizia, ha sottolineato come "gli interventi per l'efficientamento energetico degli immobili residenziali e industriali debbano passare attraverso una forte e ben visibile incentivazione fiscale e debbano trovare un raccordo fondamentale con le nuove norme della legge regionale sull'urbanistica di imminente approvazione". Infine, ha invitato la Regione a istituire "il Tavolo regionale degli stakeholder" per monitorare l'applicazione del Piano triennale. Paolo Vettori (Assogasmetano) ha richiamato la necessità di tutelare la mobilità a gas metano, minacciata "dalla sconsiderata incentivazione della mobilità elettrica, peraltro difficilmente raggiungibile a causa dell'insostenibile onerosità degli interventi, e la conseguente repentina diffusione dei veicoli ibridi". Lorenzo Frattini (Legambiente regionale) ha sollecitato la Regione a promuovere con forza "l'obiettivo di una società regionale carbon free", attraverso una collaborazione sinergica fra tutti gli assessorati e le direzioni regionali. Ha poi invitato l'Ente regionale "a perseguire con maggior forza la mobilità integrata e il rafforzamento del trasporto pubblico locale, a partire da quello ferroviario". Inoltre, ha richiamato la necessità di "coinvolgere maggiormente il settore terziario nella direzione del risparmio energetico e della conversione alle energie alternative". Infine, per quanto concerne le biomasse, ha chiesto di "puntare sul biometano" e per quanto riguarda gli inceneritori (termovalorizzatori) ha invitato a "procedere alla loro prevista dismissione", nel timore che il potenziamento del teleriscaldamento, indicato nel Piano, possa rappresentare "un pretesto per mantenerli in funzione. Alberto Sogni (consorzio Leap), portavoce dei tecnopoli, ha espresso soddisfazione per il Piano energetico, invitando la Regione, sull'esempio della Lombardia, a "sfruttare maggiormente il potenziale energetico dei piccoli impianti a biomasse mediante l'introduzione di classificazioni di merito e certificazioni specifiche". Giuseppe Vischetti (Confindustria regionale), pur apprezzando lo sforzo della Regione di andare con decisione nella direzione della semplificazione delle certificazioni e delle procedure amministrative in materia di energia, ha sottolineato l'esigenza "di non disperdere le risorse finanziarie destinate al settore industriale" e ha sollecitato l'Ente regionale a "intervenire sul Governo per integrarle". Vittorio Bardi (associazione "Sì rinnovabili no nucleare") ha invitato la Regione a promuovere nell'ambito delle politiche energetiche "una forte innovazione non solo sotto il profilo tecnologico ma anche sotto l'aspetto culturale, attraverso il massimo coinvolgimento possibile della società regionale". Luigi Castagna (Confservizi regionale), concordando nel definire "sfidanti" gli obiettivi del Per, ha sottolineato la necessità di coinvolgere "in questo processo di sensibilizzazione diffusa non solo le aziende, ma anche le famiglie". Inoltre, di fronte alla proliferazione di decreti in materia energetica, ha evidenziato che "le aziende avvertono soprattutto il bisogno di regole certe e durature". Infine, Castagna ha sollecitato la Regione ad accompagnare l'importante crescita di start up con l'avvio di percorsi di formazione adeguata di operatori energetici qualificati, dato che il vero grande obiettivo è "favorire il processo di sostituzione tecnologica velocizzandone le procedure".

L'assessore regionale al Piano energetico e all'economia verde, Palma Costi, ha concluso l'udienza conoscitiva ricordando che "quello che la Regione sta cercando di fare con il Per è costruire insieme a tutti gli attori le modalità per rendere gli obiettivi concreti attraverso uno stretto raccordo a livello regionale". Non si tratta di un lavoro semplice, ha sottolineato l'assessore, ma "il coordinamento istituzionale con i Comuni, sempre più forte nel corso degli anni, ci rafforza nella convinzione che riusciremo a centrare gli obiettivi prefissati".

(Fonte Regione Emilia Romagna - Luca Govoni/Francesca Mezzadri - 9 gennaio 2017)

Il commissario Bonaccini e i parlamentari dell'Emilia stanno lavorando per inserire le norme nel 'Milleproroghe'. L'assessore Costi: "Si tratta di misure di vitale importanza per i nostri territori"

Bologna, 13 gennaio 2017

Esenzione Imu per le popolazioni colpite dal sisma del 2012: "La Regione Emilia-Romagna ha già presentato la richiesta per questa e altre deroghe, e sta proseguendo col Governo il lavoro per poter fare inserire le norme nel cosiddetto Milleproroghe". Tale impegno, peraltro, è stato confermato ieri dal Commissario delegato per la ricostruzione, Stefano Bonaccini, anche nell'ambito del Comitato istituzionale con i sindaci svoltosi a Bologna per fare il punto sulla situazione e sul programma per il 2017.
Così l'assessore alla Ricostruzione post-sisma, Palma Costi, replica ai rilievi della Lega Nord nel merito delle proroghe per l'area colpita dal terremoto. "Si tratta di norme di vitale importanza per i nostri territori- ha commentato-, che vanno recepite dai provvedimenti attualmente in discussione o in fase di conversione. E' un lavoro che il Commissario Stefano Bonaccini e i parlamentari del territorio stanno svolgendo concordemente col Governo. In particolare la proroga dell'esenzione Imu è uno di quelli che era già stato presentato in sede di legge di stabilità e non accolto a causa dell'iter accelerato di approvazione, e che è stato già riproposto per essere inserito nel decreto Milleproroghe, insieme anche alla proroga della sospensione dei mutui Cassa Depositi e Prestiti e Mef per i Comuni del cratere, la proroga delle agevolazioni previste dalle Zone Franche Urbane e la sospensione dei mutui per le abitazioni private danneggiate". /Va.Ma.

(Fonte: Regione ER)

Qualità dell'aria. Quasi 300 milioni per un pacchetto di 90 azioni per combattere lo smog: Pm10 dimezzate, traffico -20%, spostamenti in bici al 20%. Dal 2017 eco-bonus per la rottamazione dei veicoli commerciali più inquinanti, in arrivo oltre 600 nuovi autobus, interventi per mobilità sostenibile ed efficienza energetica di edifici e imprese. La Giunta approva il nuovo Piano aria integrato regionale (Pair) 2020, che inizierà l'iter consiliare in Assemblea legislativa entro fine mese. Il ministro Galletti il 30 gennaio in Regione per fare il punto su risorse aggiuntive e nuove azioni comuni nel bacino padano per migliorare la qualità dell'aria. 

Bologna, 10 gennaio 2017

Polveri sottili dimezzate e nelle città meno traffico, più aree verdi, pedonali e spostamenti in bicicletta. Poi trasporto pubblico, con autobus nuovi al posto di mezzi vecchi, e sostenibilità con ecoincentivi da 2.500 euro per rottamare i veicoli commerciali leggeri più inquinanti e promozione della mobilità elettrica. L'impegno della Regione per vincere la lotta allo smog si concretizza nel nuovo Piano aria integrato regionale (Pair),sostenuto con circa 300 milioni di euro di investimenti da qui al 2020, per migliorare la qualità dell'aria in Emilia-Romagna.

Approvato dalla Giunta, il Piano arriverà in Assemblea legislativa entro gennaio, per l'avvio dell'iter consiliare finalizzato all'approvazione definitiva. Il testo, nei mesi scorsi, è stato discusso con i Comuni, i territori e le associazioni di categoria, economiche e ambientaliste. L'obiettivo del Piano è far scendere dal 64% all'1% la popolazione esposta a più di 35 superamenti l'anno per le Pm10 e assicurare il rispetto dei valori limite degli inquinanti atmosferici sull'intero territorio emiliano-romagnolo. Si prevede inoltre una riduzione delle emissioni, rispetto al 2010, pari al 47% per le polveri sottili (Pm10), del 36% per gli ossidi di azoto, del 27% per ammoniaca e composti organici volatili, del 7% per l'anidride solforosa.

Nei 30 comuni dell'Emilia-Romagna con più di 30.000 abitanti e nell'agglomerato di Bologna si punta alla riduzione del 20% del traffico, all'estensione delle Zone a traffico limitato fino al 100% dei centri storici e delle aree pedonali fino al 20%. E ancora: al 20% degli spostamenti in bicicletta, con 1,5 chilometri di piste ciclabili per abitante, e ad accrescere, sempre del 20%, le aree verdi, oltre alla piantumazione di un albero per ogni nuovo nato.

Entro il 2018, poi, si vuole raggiungere il 50% di "acquisti verdi" di beni e servizi da parte delle Amministrazioni pubbliche del territorio, come previsto dal Piano del Green public procurement.

Le misure: eco-incentivi per la rottamazione dei veicoli commerciali più inquinanti

Il Piano interviene in diversi ambiti per contrastare l'inquinamento, attraverso la realizzazione di 90 misure trasversali, fra cui lo stanziamento di 2 milioni di euro di ecoincentivi per la rottamazione, nel 2017, dei veicoli commerciali leggeri più inquinanti, sia diesel che benzina, sostituiti da nuovi mezzi Euro 6, alimentati a Gpl, metano o elettrici e ibridi. Il contributo sarà di 2.500 euro e potranno beneficiarne in via prioritaria imprese, anche artigiane, fino a 50 dipendenti.

Sono poi previsti incentivi anche per la diffusione della mobilità elettrica (bici, parcheggi gratuiti, colonnini di ricarica, ecc...) e più stazioni per il rifornimento di mezzi a metano.

Per l'efficienza energetica degli edifici delle attività produttive sono previsti fondi per 67 milioni di euro, 53 milioni per la riduzione delle emissioni in agricoltura e 14 milioni per interventi di mobilità sostenibile.

Verranno inoltre sostituiti almeno 600 autobus di categoria inferiore a Euro 3 in ambito urbano, pari al 20% dei mezzi circolanti, per un investimento di 160 milioni. Di questi 80 milioni sono cofinanziati dalle aziende di trasporto pubblico locale.

Tra le novità, anche il divieto di utilizzo di camini e stufe a bassa efficienza, alimentati a legna, nelle zone di pianura sotto i 300 metri per le abitazioni dotate di un sistema alternativo di riscaldamento più sostenibile.

Le limitazioni al traffico nei centri abitati dei 30 Comuni con più di 30 mila abitanti e nei Comuni della cintura di Bologna aderenti alle misure del Pair 2020, nel periodo autunno/inverno varranno per i veicoli a benzina fino all'Euro 1, diesel fino all'Euro 3, ciclomotori e motocicli fino all'Euro 0.

Dal 1° ottobre 2018 la limitazione sarà estesa a tutti i veicoli diesel Euro 4; dal 1° ottobre 2020 anche ai mezzi a benzina Euro 2 e ai restanti veicoli (benzina, gpl e metano e per le due ruote) fino all'Euro 1 incluso.

Gazzolo: "Interventi strutturali, stop alla logica dell'emergenza"

"Lunedì 30 gennaio, in Regione, il Ministro Galletti incontrerà i rappresentanti di Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte e Veneto per concordare nuove azioni comuni e risorse aggiuntive per migliorare la qualità dell'aria nel bacino padano", annuncia l'assessore regionale all'Ambiente, Paola Gazzolo. "Si uniranno alle azioni del Pair2020, frutto di un approccio trasversale che riguarda tutti i settori che incidono sulla qualità dell'aria: trasporti, riscaldamento domestico, agricoltura, energia e attività e attività produttive", sottolinea Gazzolo. I dati del 2016 sulle concentrazioni di polveri in Emilia-Romagna confermano un trend positivo e segnano uno dei migliori risultati dell'ultimo decennio: solo otto stazioni su 43 hanno superato il valore limite giornaliero di Pm10 (50 μg/m3) per oltre 35 giorni, mentre nel 2015 erano state 23 stazioni. "L'obiettivo è rafforzare ulteriormente questa tendenza- conclude l'assessore Gazzolo- l'attuazione integrata di misure regionali e statali va appunto in questa direzione".

(Fonte: Regione Emilia Romagna)

I 220 anni del Tricolore. Oggi a Reggio Emilia gli onori del presidente Mattarella alla bandiera nazionale. I momenti clou al Teatro Valli e alla Sala del Tricolore col sindaco, Vecchi, il presidente della Provincia, Manghi e il presidente della Regione, Bonaccini.

Bologna, 9 gennaio 2017

Onestà, sobrietà, rigore e competenza per dare risposte credibili e risolutive ai problemi di oggi guardando soprattutto ai giovani che rappresentano il nostro futuro. E poi il lavoro che è dignità e la buona sanità per un diritto alla salute che deve essere universale. E ancora l'Europa che deve essere sempre più centrata sul lavoro e l'impresa per favorire la crescita ed abbattere i muri dei facili e sterili populismi.

Questi i temi centrali del discorso pronunciato il 7 gennaio, in occasione del 220°Anniversario della nascita del Tricolore dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, intervenuto alle celebrazioni, a Reggio Emilia, insieme al capo dello Stato, Sergio Mattarella, al sindaco, Luca Vecchi e al presidente della Provincia, Giammaria Manghi.

"Celebrare una bandiera non significa- ha affermato il presidente- rinchiudersi nei soli confini nazionali. La nostra storia si intreccia indissolubilmente con quella dell'Europa. Oggi abbiamo bisogno di costruire ponti e rilanciare lo stesso sogno europeista che toccammo con mano nel momento dell'unificazione monetaria ma che non può ridursi soltanto a quello: l'Europa deve trovare il suo centro nel lavoro e l'impresa, con azioni che favoriscano la crescita, invece del rigore".

Bonaccini al Teatro Valli

"L'unità del Paese, liberato da forze straniere- ha ribadito Bonaccini- e la trovata democrazia erano e sono beni inalienabili e indissolubili. La giornata di oggi è per tutti noi una occasione di riflessione, di impegno e anche di ricordo".
Il presidente ha quindi citato Camillo Prampolini, Giuseppe Dossetti e i fratelli Cervi come figure che rendono l'Emilia-Romagna terra di cui andare orgogliosi, ricordando che la Regione ha istituito nei mesi scorsi una Legge sui luoghi della memoria del Novecento proprio per mantenere vivo il ricordo della nostra storia.

"Servono rigore e competenza, se si vogliono dare risposte credibili e risolutive su problemi dell'oggi- ha proseguito Bonaccini-. Questo noi lo dobbiamo in primo luogo ai giovani, che cercano un loro posto nel futuro. Se non ci sarà un futuro per loro, non ci sarà un futuro neppure per l'Italia".
Ecco quindi l'impegno della Regione su alcuni obiettivi primari: "Crescita e buona occupazione- ha ribadito il presidente-. Tra le regioni siamo traino a livello nazionale con la disoccupazione che dal 9% a gennaio 2015 è scesa oggi al 7,1%, e la percentuale più alta in Italia di donne che lavorano. Ma anche equità sociale, perché anche l'ultimo della fila possa sempre tagliare il traguardo: abbiamo quindi istituito, per la prima volta, il reddito di solidarietà".
E poi la sanità pubblica: "Abbiamo assunto oltre 2.500 operatori e professionisti. Stiamo vincendo sfide come l'azzeramento delle liste d'attesa, proprio facendo entrare nel sistema sanitario regionale nuovi operatori, in particolare giovani, e abbiamo riformato i servizi per l'infanzia - pensando alle nuove esigenze di genitori e famiglie - introducendo, primi in Italia, l'obbligatorietà dei vaccini per l'iscrizione ai nidi, a tutela dei bambini più deboli e della salute per tutti".

Mattarella e Bonaccini alla sala del Tricolore

Infine, insieme alla prova straordinaria di solidarietà di cittadini, sindaci e istituzioni in Italia centrale, l'invito al presidente Mattarella per il quinto anniversario del sisma 2012 e la ricostruzione che ha messo insieme efficienza e legalità: "Il 70% delle persone sono rientrate in case ricostruite o ristrutturate- ha concluso Bonaccini- 25 Comuni, circa la metà di quelli colpiti dal sisma, sono usciti dal cratere, l'economia è ripartita e le ore di cassa integrazione sono praticamente azzerate, quasi tutte le scuole sono state ricostruite. Anche se sappiamo che ancora molto c'è da fare"./BB

(Fonte: Regione ER)

Ai nidi e ai servizi per l'infanzia solo con le vaccinazioni. Obbligo per i bambini da 0 a 3 anni che frequentano le strutture educative, pubbliche e private. Anche i bambini che già frequentano devono essere vaccinati. Venturi: "Vogliamo proteggere i bambini, i vaccini sono uno strumento straordinario per farlo".

Bologna, 3 gennaio 2017

A un mese dalla approvazione della legge sui servizi educativi per i bambini da 0 a 3 anni, la Regione emana le linee guida relative all'obbligo vaccinale. Destinatari sono i bimbi che, a partire dall'anno educativo 2017-2018, frequenteranno non solo gli asili nido, ma anche i servizi integrativi al nido e i servizi ricreativi, sia pubblici che privati, secondo quanto previsto dalla legge regionale approvata lo scorso mese.

"E' un impegno che avevamo preso- spiega Sergio Venturi, assessore regionale alla Salute- per far sì che la legge potesse essere resa pienamente operativa. Lo ripeto, ancora una volta: i vaccini sono una delle più importanti scoperte scientifiche nella storia della medicina. Sono uno strumento efficace e sicuro per proteggere le persone, in particolare i bambini. E il nostro impegno è finalizzato a raggiungere questo obiettivo, perché non solo noi, ma la comunità scientifica internazionale, ha da tempo ribadito il ruolo essenziale dei vaccini per la prevenzione. Per questo non potevamo rimanere indifferenti al dato secondo il quale in Emilia-Romagna si è scesi, da almeno un paio d'anni, sotto la soglia di sicurezza del 95% delle vaccinazioni. Era, ed è, nostro dovere fare ciò che è possibile per riportare questo dato nei margini di sicurezza: lo stiamo facendo, perchè vaccinare i bambini vuol dire proteggerli"

Le linee guida della Regione

Il provvedimento approvato dalla Giunta stabilisce la road map delle vaccinazioni, indispensabili non solo per i bimbi che accedono per la prima volta ai servizi educativi, ma anche per i bambini che già frequentano questi servizi.
Per servizi educativi la Regione intende l'asilo nido (micronidi, nidi part-time, tempo lungo, ecc.), i servizi integrativi (spazio bambini, servizi domiciliari, centro per bambini e famiglie, ecc.) e i servizi puramente ricreativi.
Le linee guida emanate dalla Regione prevedono che i genitori, una volta scelta la struttura pubblica o privata alla quale intendono iscrivere il proprio figlio, debbano impegnarsi a farlo vaccinare.
Dovranno quindi presentare la certificazione delle vaccinazioni effettuate, che dovrà essere consegnata ai gestori dei servizi educativi e che sarà rilasciata dalle Aziende Usl, oppure autorizzare la direzione della struttura educativa ad acquisire l'idoneità alla frequenza direttamente presso l'Azienda USL di competenza.
Per ottenere la certificazione, e quindi l'accesso ai servizi educativi, sarà necessario che il bambino, per quanto riguarda i vaccini obbligatori (antipolio, antidifterica, antitetanica, antiepatite B) abbia eseguito 1 dose se ha fino a 6 mesi di vita, 2 dosi entro il primo anno, 3 dosi entro 18 mesi di vita.
Il provvedimento assunto dalla Regione prevede anche la possibilità di accedere ai servizi educativi per i bimbi di età inferiore a 6 mesi: in questo caso c'è l'ammissione con riserva, con l'impegno da parte dei genitori di vaccinare il figlio (1^ dose) entro il compimento del sesto mese di vita.
Per i bambini che si iscrivono direttamente al 2° e 3° anno, e che non sono mai stati vaccinati, è previsto l'obbligo di iniziare il ciclo vaccinale, ed effettuare almeno le prime due dosi di ciascuna vaccinazione obbligatoria prima di accedere ai servizi. Dovranno poi completare il ciclo vaccinale, con la terza dose, prima di iscriversi all'anno successivo.
Le linee guida della Regione prevedono infine che, nei casi in cui la vaccinazione deve essere omessa o differita, l'esonero per motivi sanitari debba essere certificato dal pediatra di libera scelta e autorizzato dai Servizi Vaccinali delle Aziende USL.

(Fonte: ufficio stampa ER)

Il direttore dell'Agenzia regionale per il lavoro, Paola Cicognani, replica alle critiche su un blocco delle procedure telematiche: "Il meccanismo ha subìto dei rallentamenti tra il 23 e il 28 dicembre ma non ha mai smesso di funzionare. Intervenuti subito"

Bologna, 3 gennaio 2017

I problemi al sistema informatico "Sare"? Temporanei e già risolti, dovuti a un problema affrontato fin da subito. Il direttore dell'Agenzia regionale per il lavoro, Paola Cicognani, replica alle critiche avanzate dalla presidente dell'Associazione albergatori, Patrizia Rinaldis, che aveva lamentato "il blocco del sistema delle procedure telematiche per le assunzioni". 

Il SARE (Semplificazione Amministrativa in REte) è il sistema informatico messo a disposizione dalla Regione Emilia-Romagna per la gestione online delle Comunicazioni Obbligatorie, per ottemperare ai vincoli normativi previsti.
I datori di lavoro pubblici e privati, le agenzie di somministrazione e i soggetti abilitati devono utilizzare il SARE per l'invio ai Centri per l'Impiego delle Comunicazioni relative ad assunzioni, trasformazioni, cessazioni e variazioni di rapporti di lavoro.
"E' vero- afferma il direttore Paola Cicognani- che dal pomeriggio di venerdì 23 dicembre il sistema informatico Sare abbia manifestato problematiche, del tutto impreviste e non relative a manutenzione programmata, nell'acquisizione delle comunicazioni obbligatorie dei rapporti di lavoro. A causa di tale disservizio il sistema ha accumulato code di elaborazione che hanno causato rallentamenti nella gestione delle pratiche da parte degli utenti".

Ma i sistemi- aggiunge la dirigente-, pur non a pieno regime hanno in realtà sempre funzionato elaborando tra il 23 e il 28 dicembre circa 3-4.000 comunicazioni al giorno e, dopo l'intervento risolutivo della mattina del 29 dicembre, seguito a numerosi altri, il meccanismo ha elaborato circa 12.000 comunicazioni obbligatorie (che è la quantità standard dei giorni feriali). Non appena siamo venuti a conoscenza del problema, sul portale 'Lavoro per te' di accesso al Sare è stata pubblicata la notizia dei malfunzionamenti. Si tratta di un avviso che viene pubblicato nel rispetto della normativa nazionale (punto 8 della nota circolare del Ministero del Lavoro n. 8371/2007) proprio a tutela dei datori di lavoro per evitare che incorrano nelle sanzioni previste in caso di invio tardivo delle comunicazioni".

"Risulta quindi evidente- conclude Paola Cicognani- che si è trattato di un problema improvviso e imprevisto, ma che allo stesso tempo le strutture tecniche coinvolte hanno assicurato il presidio necessario attivando, da subito, soluzioni di emergenza in attesa di trovare la soluzione al malfunzionamento. Tengo infine a precisare che non corrisponde al vero che nessun dirigente fosse presente in servizio, né che le informazioni siano state gestite dalle segretarie. Infatti, nonostante il periodo festivo, appena il sistema ha evidenziato criticità, tecnici e funzionari necessari per il presidio sono rientrati in servizio dalle ferie".

(Fonte: ufficio stampa ER)

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia

Nuovo incontro dell'Unità di crisi istituita dalla Regione. L'assessore Venturi: "Pronta a inizio gennaio la relazione finale". L'epidemia si è ufficialmente conclusa a fine ottobre. Prosegue il lavoro per "caratterizzare" i ceppi umani e ambientali del batterio.

Bologna, 7 dicembre 2016

Nuova riunione, ieri, dell'Unità di crisi istituita dalla Regione per far fronte all'epidemia di Legionella che ha interessato un'area residenziale del quartiere Montebello di Parma, compresa tra le vie Montebello, Traversetolo e Pastrengo. Epidemia che si può ritenere ormai conclusa, dal momento che l'ultimo caso accertato, riconducibile al focolaio, ha manifestato i primi sintomi a partire dal 9 ottobre.

"Entro la fine di dicembre- ha commentato l'assessore regionale alle Politiche per la salute, Sergio Venturi- disporremo di tutti gli elementi epidemiologici, microbiologici e ambientali per ricostruire l'evento e, per quanto possibile, identificare la fonte di esposizione del contagio. L'Unità di crisi si è data come scadenza l'inizio di gennaio 2017 per consegnare la relazione finale".

Prosegue infatti il lavoro delle Aziende sanitarie di Parma, del Laboratorio dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena e dell'Istituto Superiore di Sanità (Iss) per dettagliare nel modo più preciso possibile le caratteristiche - cliniche ed epidemiologiche - delle persone che hanno contratto la malattia nell'ambito dell'evento epidemico, e "caratterizzare" i ceppi umani e ambientali di Legionella.

Intanto, a partire dal 30 novembre, il Dipartimento di Sanità pubblica di Parma ha iniziato a richiamare, con un'apposita lettera inviata a domicilio, tutte le persone che si sono ammalate per proporre il test sierologico, utile a valutare l'andamento anticorpale, e un questionario mirato a rilevare informazioni in più sulle esposizioni ambientali. Il Laboratorio dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena prosegue nell'identificazione dei ceppi isolati dai pazienti, mentre l'Istituto Superiore di Sanità sta caratterizzando i ceppi ambientali. /CV

(Fonte: Regione Emilia Romagna)

Pari opportunità, il 25 novembre è la giornata mondiale contro la violenza alle donne. L'assessore con delega alle Pari opportunità, Petitti: "Dalla Regione un milione di euro per sostenere chi si occupa quotidianamente di sostegno alle donne. E, grazie al via libera della Conferenza Stato-Regioni al nuovo piano di riparto, potremo contare per il prossimo anno su quasi due milioni per finanziare nuove attività".

Bologna, 25 novembre 2016

Molti sono presentati in partnership tra più soggetti, sia pubblici che privati. Propongono il potenziamento di servizi e azioni di formazione e di sensibilizzazione. Alcuni si dedicano a campi finora poco esplorati, come il contrasto ad ogni violenza e discriminazione sessista nell'ambito dello sport. La maggior parte vede la scuola come interlocutore naturale, perché è nella scuola che si formano convinzioni e sensibilità. Il comune denominatore: far crescere una consapevolezza e una coscienza fatta di rispetto, fatta di contrasto alla violenza contro donne, fatta di educazione alla vera parità di genere.

Sono i 49 progetti rivolti alla promozione e al conseguimento delle pari opportunità e al contrasto delle discriminazioni e alla violenza di genere, che la Regione Emilia Romagna sceglie di presentare in occasione della giornata internazionale dedicata all'eliminazione della violenza contro le donne, fissata per oggi, 25 novembre. In sintesi, si tratta dei risultati del primo bando per la concessione di contributi, per un totale di 1 milione di euro, a sostegno di progetti contro la violenza alle donne.

L'occasione offre la possibilità di tracciare anche un bilancio sulle attività realizzate nel contrasto alla violenza di genere. Secondo l'assessore con delega alle Pari opportunità, Emma Petitti, il bando rappresenta "un primo passo decisivo per un sostegno concreto a chi sul territorio si occupa quotidianamente di contrasto alla violenza sulle donne". Spiega ancora l'assessore che "sono arrivate tante richieste, con un pieno coinvolgimento di diverse realtà del territorio. Continueremo a rafforzare questo nostro impegno dando piena attuazione al piano regionale contro la violenza sulle donne, anche tenendo conto del fatto che proprio oggi abbiamo finalmente avuto la conferma (grazie al via libera della Conferenza Stato-Regioni la piano di riparto) che potremo contare per il prossimo anno su quasi due milioni per finanziare nuove attività nei centri antiviolenza e case rifugio e per avviare un ulteriore piano straordinario. Nella Cabina di regina interistituzionale, di cui la Regione Emilia Romagna fa parte, abbiamo già presentato le istanze che ci sono arrivate dal territorio. Continua inoltre la nostra campagna di informazione e sensibilizzazione. Nei prossimi giorni saranno diffuse tre importanti pubblicazioni".

I dati del bando
Sono 52 i soggetti che hanno presentato domanda. Di questi, 49 progetti sono risultati ammissibili: 27 con capofila Comuni, città metropolitana, province e unioni di comuni, i rimanenti 22 con capofila associazioni e organizzazioni del privato sociale. La maggioranza delle iniziative vede ampie partnership per la loro realizzazione e azioni sia di potenziamento di servizi che di formazione e sensibilizzazione, rivolti in particolare alle scuole.
Sono pervenute richieste di contributo per un ammontare complessivo di 1.915.959 euro e con le risorse disponibili si è deciso di finanziare comunque tutti i progetti, essendo tutti coerenti con gli obiettivi del bando, in modo da consentire interventi su tutto il territorio regionale, premiando i migliori con l'assegnazione di una quota superiore di finanziamento (sono stati finanziati i progetti con una percentuale di contributo che varia dal 75% al 25% di quanto richiesto).
Tra i progetti presentati, ve ne sono alcuni particolarmente innovativi che si propongono di diffondere una cultura plurale delle diversità anche come strumento di prevenzione e contrasto di ogni violenza e discriminazione sessista nell'ambito dello sport. In tali ambiti è importante contrastare gli stereotipi legati al maschile e al femminile, anche attraverso una maggiore consapevolezza sui temi della corporeità e nell'ambito delle relazioni affettive.

Rispetto all'educazione di genere, si segnala che moltissimi progetti formativi utilizzano la metodologia della peer education (educazione tra pari), strategia educativa capace di attivare un processo naturale di passaggio di conoscenze, emozioni ed esperienze tra pari diventando protagonisti della propria formazione.
I centri antiviolenza della Regione hanno presentato una serie di progetti caratterizzati da collaborazioni tra i vari soggetti del territorio, tesi al rafforzamento della rete territoriale di prevenzione e assistenza alle donne vittime di violenza e ai loro figli, al supporto in percorsi di uscita dalla violenza e di autonomia, alla realizzazione di progetti di ospitalità in emergenza per le donne vittime di violenza che necessitano di ospitalità immediata, e alla formazione per le figure professionali e per chi svolge attività di volontariato nella prevenzione nel contrasto alla violenza contro le donne, rispondendo alle esigenze specifiche di ogni territorio.

I dati sulla violenza aggiornati al 31 ottobre 2016

Le donne accolte nei 13 centri antiviolenza del Coordinamento regionale dal 1 gennaio al 31 ottobre 2016 sono in totale 2930. Di queste, 2.739 hanno subito in modo diretto violenza (93,5%).
Quelle che si sono recate per la prima volta a un centro antiviolenza sono 2094, pari al 76,3% di tutte coloro che si sono rivolte ai Centri. Di queste, 751 sono di provenienza straniera (36,4%). Le madri sono 1517, pari al 77,4%. I figli che subiscono violenza sono pari al 55,2% (1440).
Nel corso del 2016, il 65,2% delle donne (1365) ha subito violenze fisiche; il 43,2% ha subito violenze economiche (905); il 13,9% ha subito violenze sessuali (291); il 92,6% ha subito violenze psicologiche (1940).
Le donne ospitate nella case rifugio al 31 ottobre scorso sono state complessivamente 192, i figli/e 191. Le notti di ospitalità di donne e figli/e sono state complessivamente 35.550, in media 92,8 giorni di ospitalità per donna e figli/e, in leggera diminuzione rispetto al 2015, anno in cui la media di notti è stata pari a 113,6 giorni.

Convegno del 25 novembre su "La violenza domestica in gravidanza"
Sede della Regione, sala Guido Fanti dalle 9 alle 13,30
Un convegno che indaga un fenomeno poco studiato e poco noto, a partire dal percorso fatto dalla Regione Emilia-Romagna nella prevenzione e nell'intercettazione precoce della violenza in gravidanza con la presentazione di progetti sperimentali avviati dai servizi sanitari e sociali in Emilia-Romagna e con uno sguardo su altre esperienze regionali (Valeria Dubini della Toscana). Sarà l'occasione inoltre per approfondire le indicazioni nazionali, con Serena Battilomo del Ministero della salute e internazionali e Claudia Garcia Moreno dell'OMS. Infine con Antonella Nespoli, ricercatrice dell'Università di Napoli, sarà fatto un focus sulle competenze necessarie agli operatori per affrontare queste situazioni nella pratica professionale.
Il convegno sarà trasmesso domani in diretta streaming a questo indirizzo: videocenter.lepida.it/videos/livestreams/page1 

Pubblicazioni
Nei prossimi giorni saranno inoltre presentate e diffuse le seguenti pubblicazioni:
1- Un volume che raccoglie Piano regionale contro la violenza di genere e Linee di indirizzo regionali per l'accoglienza di donne vittime di violenza.
2- Femicidio. I dati raccolti sulla stampa a cura della Casa delle donne per non subire violenza. Anno 2015.
3- Monitoraggio dati di accoglienza dei Centri antiviolenza del Coordinamento dei centri antiviolenza della Regione Emilia-Romagna. Anno 2015
4- Violenza di genere. Raccomandazioni per la valutazione clinica e medico-legale (curata da Maria Stella D'Andrea e Rosa Maria Gaudio). Numero speciale della Collana Maltrattamento e abuso sul minore - I quaderni del professionista.

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)