Martedì, 07 Novembre 2017 16:04

Continua lo scivolone del burro.

Nonostante gli scaffali francesi siano totalmente sguarniti di burro, i listini continuano a contrarsi. Latte spot ancora in fase di ridimensionamento. In flessione il Grana Padano mentre il Parmigiano Reggiano mantiene stabili i listini.

di Virgilio Parma 07 novembre 2017 -

LATTE SPOT Si conferma la tendenza al ridimensionamento dei listini del latte spot. Il latte crudo spot nazionale cede ancora qualche centesimo e si arresta tra 42,79 e 43,82 /100 litri di latte (-1,18%) . Scende anche il prezzo del latte intero pastorizzato spot estero che si adagia tra 41,24 e 42,27€/100 litri latte (-2,41). Rimane invariato il listino del latte scremato pastorizzato spot estero (15,53-17,08€/1000 litri latte).

BURRO E PANNA Burro ancora senza rete, nonostante gli scaffali della Francia siano vuoti. Nuova consistente flessione negativa del Burro alla borsa di Milano che arriva cedere anche il 6,85%.Invariati i listini della crema e della panna a uso alimentare. Lo zangolato parmense precipita a 3,25€/kg (-12,16%). Ma non è finita, perché Reggio Emilia oggi ha ceduto altri 25 centesimi (-7,69%)

Borsa di Milano 06 novembre: (-)
BURRO CEE: 5,00 €/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 5,25 €/Kg. (-)
BURRO PASTORIZZATO: 3,60 €/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 3,40 €/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 2,52 €/Kg. (=)
MARGARINA Ottobre 2017: 1,07 -1,13€/kg (=)

Borsa Verona 06 novembre: (=)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 2,40 - 2,50 €/Kg. (=)

Borsa di Parma 3 novembre 2017 (-)
BURRO ZANGOLATO: 3,25 €/Kg.
Borsa di Reggio Emilia 7 novembre 2017 (-)
BURRO ZANGOLATO: 3,00 - 3,00 €/kg.

GRANA PADANO 06/11/2017 - Prosegue, per la seconda settimana, la flessione dei listini alla borsa di Milano per quanto concerne il Grana Padano. In flessione negativa anche il "fuori sale".
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,55 - 6,65 €/Kg. (-)
- Grana Padano 15 mesi di stagionatura e oltre: 7,35 - 7,95 €/Kg. (-)
- Fuori sale 60-90 gg: 5,25-5,60€/Kg. (-)

PARMIGIANO REGGIANO 03/11/2017 Continua il periodo di stabilità dei listini in casa Parmigiano Reggiano che non si discostano dai valori riportati il 30 giugno scorso.
- Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 9,60- 9,95 €/Kg. (=)
- Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 10,85 - 11,35 €/Kg. (=)

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 16 - n° 44 05 novembre 2017 -

Editoriale: Strategia o codardia - Il latte spot torna a scendere - Arachidi o Noccioline americane, ottimi anche per i bimbi. - Quote latte. L'UE impone di recuperare gli aiuti - Vendemmia. Calo in Regione del 24% dell'uva cooperativa - Altro...
SOMMARIO Anno 16 - n° 44 5 novembre 2017
1.1 editoriale
Strategia o codardia?
2.1 lattiero caseario Il latte spot torna a scendere
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati sempre stabili e ai minimi.
4.1 alimentazione e salute Arachidi e Noccioline americane, ottimi anche per i bimbi.
4.2 dissesto idrogeologico Dissesto idrogeologico. Video dichiarazioni.
5.1 quote latte Quote latte. L'UE impone di recuperare gli aiuti
5.2 management L'ultimo granello di sabbia della clessidra aziendale
6.1 Pomodoro Bilancio campagna 2017 del pomodoro da industria nel Nord Italia
7.1 Siccità su La7 Siccità: "PiazzaPulita" (programma televisivo di LA7) nel piacentino
8.1 vendemmia i numeri Vendemmia. Calo in Regione del 24% dell'uva cooperativa
9.1 Codacons un nuovo amico dei consumatori Premio Amico del Consumatore a Luigi Lucchi, Sindaco di Berceto
10.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Leggero sussulto in chiusura di settimana.
11.1 Fiera cremona A Cremona si è respirata "Aria Nuova". Segnali di ripresa del settore zootecnico.
12.1promozioni "vino" e partners
13.1 promozioni "birra" e partners

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La Corte europea ha respinto definitivamente il ricorso dell'Italia sulle quote latte, confermando la decisione della Commissione Ue che imponeva il recupero integrale degli aiuti. Per Coldiretti "è una pesante eredità delle troppe incertezze e disattenzioni del passato"

di Virgilio 30 ottobre 2017 - L'Italia deve quindi recuperare gli aiuti elargiti agli allevatori, compresi quelli legati all'allungamento delle scadenze concesse tra il 2010 e il 2011.

La sentenza ribalta la decisione del Tribunale Ue che nel 2015 aveva parzialmente accolto il ricorso italiano.
La questione è relativa all'autorizzazione concessa all'Italia da parte del Consiglio Europeo di sostituirsi ai produttori di latte nel versare alla Ue le multe dovute per il periodo 1995/1996 e 2001/2002. I produttori, a loro volta, erano autorizzati a pagare gli importi dovuti rateizzati nel tempo e senza interessi.

È una pesante eredità delle troppe incertezze e disattenzioni del passato nel confronti dell'Europa nell'attuazione del regime delle quote latte che è terminato di da 2 anni e sette mesi, il 31 marzo 2015. È quanto ha affermato la Coldiretti nel commentare la sentenza della Corte europea di Giustizia che ha respinto un ricorso dell'Italia e ribaltato la decisione del Tribunale Ue che nel 2015 lo aveva parzialmente accolto. La sentenza della Corte di giustizia contro il nostro Paese riguarda – sottolinea la Coldiretti – ben 1,343 miliardi per il mancato recupero dei prelievi dovuti dagli allevatori che hanno superato le quote latte individuali. Una situazione determinata – sostiene la Coldiretti – da una disattenzione nei confronti delle politiche comunitarie sulla quale si sono accumulati errori, ritardi e compiacenze che hanno danneggiato la stragrande maggioranza degli agricoltori italiani che si sono messi in regola ed hanno rispettato le norme negli anni acquistando o affittato quote per un valore complessivo di 2,42 miliardi di euro. Le pendenze a cui fa riferimento l'Unione Europea riguardano pochi produttori che hanno assunto un comportamento che – conclude la Coldiretti – mette a rischio le casse dello Stato e fa concorrenza sleale alla stragrande maggioranza dei 32mila allevatori italiani.

(Foto: manifestazione Cobas latte 4 ottobre 2003)

Bilancio campagna 2017 del pomodoro da industria nel Nord Italia. Rispettati gli obiettivi di programmazione. In calo i prodotti finiti rispetto al 2016: -20,9% per i concentrati .

La campagna del pomodoro da industria nel Nord Italia ha rispettato gli obiettivi di programmazione che parte agricola e parte industriale si erano dati ad inizio anno in occasione della sottoscrizione del contratto quadro d'area.

"I quantitativi di pomodoro – commenta Tiberio Rabboni, presidente dell'OI Pomodoro da industria del Nord Italia – sono stati quelli effettivamente richiesti dai trasformatori. È un risultato importante che premia gli sforzi compiuti da tutti i soggetti durante la fase della contrattazione".

Le condizioni climatiche hanno determinato un calo del brix, con la conseguente diminuzione delle rese di trasformazione, da qui il calo dei prodotti finiti rispetto allo scorso anno nei 28 stabilimenti delle 21 diverse imprese di trasformazione del Nord Italia.
In particolare si registra un calo medio del 20,9% di tutti i prodotti concentrati (-19,3% i semi-concentrati; -33,5% i concentrati semplici; -22% i doppi concentrati e -8,3% i tripli concentrati) ed in misura più contenuta un calo del 2,6% delle polpe e del 2,3% della passata.

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Di seguito la ripartizione della materia prima lavorata nel 2017 distinta per categoria merceologica.

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La materia prima lavorata nel corso del 2017 è stata destinata per il 30,9% al settore retail; per il 16,6% al canale horeca e per il 52,5% all'industria.

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Danni per gelate e siccità soprattutto in collina. I dati delle cooperative vitivinicole di Confcooperative e Legacoop in Emilia-Romagna. Il 25 e 26 novembre il debutto di Vi.Vite a Milano, il più grande evento del vino cooperativo.

Bologna, 27 ottobre 2017 – Quasi 1,8 milioni di quintali di uva venuti a mancare in un anno, pari a circa 1 milione 350mila ettolitri di vino.

E' un calo produttivo importante quello registrato nella vendemmia 2017 dalle 29 cantine cooperative dell'Emilia-Romagna aderenti a Fedagri/Confcooperative e Legacoop Agroalimentare, che tutte insieme con 5,669 milioni di quintali, rappresentano oltre il 77% della produzione vitivinicola regionale.

In termini percentuali, si parla di una riduzione del -24,16% di quintali di uva raccolti rispetto al 2016, un trend in linea con le stime regionali (-25%) mentre a livello europeo la Commissione Ue ha evidenziato una frenata più attenuata (-14,4%).

"Le province più interessate dalla minore raccolta di uva da vino sono quelle emiliane – commenta Davide Frascari, responsabile settore vitivinicolo Fedagri/Confcooperative Emilia Romagna -. Si va infatti dal -28,8% del territorio piacentino, che si è attestato sui 96.000 quintali, al -28% di quello reggiano (1,2 milioni di quintali), fino al -26,8% della provincia di Bologna (239.000) e al -25,1% di quella di Modena (997.000). In Romagna è andata un po' meglio: -23% nel Ravennate con un dato finale di 2,7 milioni di quintali, e -20,8% in provincia di Forlì-Cesena (466.000)".
Se poi si raffrontano i risultati della vendemmia 2017 con la media dei quattro anni precedenti (2013-2016), l'arretramento produttivo si attesta attorno al -21,44%.

"Osservando i report delle cantine sociali dell'Emilia Romagna – aggiunge Ruenza Santandrea, coordinatrice settore vitivinicolo Alleanza Cooperative Agroalimentari -, è evidente come i vigneti abbiano risentito delle gelate e brinate primaverili, verificatesi nella seconda metà di aprile. Inoltre in collina la siccità estiva ha causato più danni che altrove a causa della minore presenza di sistemi di irrigazione. In particolare, nelle colline emiliane e romagnole si sono registrati cali produttivi superiori al -30%, con punte fin oltre il -40%".

Alla riduzione hanno anche contribuito alcune grandinate che si sono verificate a macchia di leopardo. La minore produzione non ha comunque intaccato la qualità delle uve, rivelatasi addirittura migliore degli anni scorsi in certe zone.

Sul piano commerciale, l'annata si rivela con numerose incognite.
"In questa prospettiva comunque – aggiungono Frascari e Santandrea - la cooperazione vitivinicola emiliano-romagnola, che rappresenta oltre l'11% della produzione nazionale, è pronta a giocare un ruolo sempre più attivo nella comunicazione e nella promozione sui mercati per valorizzare sia in Italia che all'estero i propri prodotti di qualità, frutto di una filiera che dal vigneto è in grado di proporre il vino al consumatore finale ".

Proprio in questa direzione va infatti un evento del calibro di Vi.vite, la più importante manifestazione del vino cooperativo organizzata dall'Alleanza delle Cooperative Agroalimentari e in programma sabato 25 e domenica 26 novembre al Museo della Scienza e della Tecnologia "Leonardo da Vinci" di Milano.

"Al di là dei numeri di quel che il vino cooperativo rappresenta – conclude Ruenza Santandrea – ciò che è sempre mancato finora è un racconto del vino cooperativo e del valore aggiunto che le cantine cooperative rappresentano in termini di tutela del territorio e di salvaguardia della bellezza dei tanti paesaggi agricoli del nostro Paese. Questo racconto vorremmo iniziare a trasmetterlo all'esterno, parlando di vino non ad un pubblico selezionato di esperti, ma a tutti i consumatori, in una maniera semplice e diretta".

20171028-Vendemmia-regione

VI.VITE
Vi.vite, Vino di vite cooperative ( www.vivite.it ) è un format di evento inedito ed innovativo che mira ad un ampio coinvolgimento del pubblico attraverso un vero e proprio percorso esperienziale che si snoderà nella splendida cornice delle ex scuderie Le Cavallerizze, recentemente sottoposte ad un importante intervento di recupero architettonico e di riqualificazione urbanistica. Il percorso, che prevede anche momenti di animazione e di spettacolo, mira a far trascorrere ai visitatori un tempo di qualità, che va oltre la semplice degustazioni. Saranno presenti 70 delle 498 cantine dell'Alleanza Cooperative Agroalimentari con 350 vini in degustazione.

I NUMERI DELLA COOPERAZIONE VITIVINICOLA IN EMILIA ROMAGNA
29 cooperative vitivinicole
19.923 soci viticoltori
11% del vino italiano
77% del vino in Emilia Romagna
848 milioni di euro di giro d'affari
1554 addetti

Poco da segnalare in un mercato che dimostra solo segnali di stanchezza, dove non si rilevano carenze di merce e i consumi sono in linea con le statistiche mondiali.

Di Mario Boggini e Virgilio Milano 03 novembre 2017 -

Leggero sussulto del mercato proprio in chiusura di settimana. A seguire una sintesi dei principali prodotti.

SEMI nov 989 (+8 ) gen 999,2 (+8 ) mar 1009,4 (+8 ) mag 1018,4 (+8 )
FARINA dic 317,4 (+3,8 ) gen 319,4 (+3,7 ) mar 322,9 (+3,6 ) mag 325,5 (+3,7 )
OLIO dic 34,86 (-0,04 ) gen 35,02 (-0,04 ) mar 35,21 (-0,02 ) mag 35,41 (-0,01 )
CORN dic 350,4 (+2,2 ) mar 364 (+2,2 ) mag 372,4 (+2 ) lug 379,6 (+2 )
GRANO dic 426 (+8 ) mar 444,4 (+8,4 ) mag 457,6 (+8,4 ) lug 472 (+8,6 )

Una probabile risposta potrebbe derivare da un flusso di denaro immesso nei primi del mese dalla finanza, attratta dalle basse quotazioni che potrebbe aver deciso di investire. Ma questo lo potremo rilevare solo nel tempo quando sarà più chiara l'intenzione dei fondi d'investimento che al momento non manifestano univoci segnali di tendenza.

Poco da segnalare in un mercato che dimostra solo segnali di stanchezza e dove non si rilevano carenze di merce e i consumi sono in linea con le statistiche mondiali.

Quanto sopra vale anche per il mercato interno/domestico dove l'abbattimento di oltre 5 milioni di capi avicoli, sia per l'aviaria sia per l'incidente fibronil, si fanno sentire. In generale il nostro mercato rimane fortemente condizionato da problemi legati alle difficoltà logistiche che continuano a peggiorare e nel medio termine potrebbe determinare non poche difficoltà.

E' proprio il sistema della logistica che potrebbe assumere il ruolo destabilizzante per i cereali e per vari prodotti d'importazione che sfruttano le linee ferrate o gommate. Il nostro paese rischia più degli altri avendo problemi di abitudini mercantili molto diversi dagli altri. I tempi di pagamento sono medio lunghi, molto richiesti sono i mezzi ribaltabili o w.f. autoscaricanti, cisternati con coclea. Gli operatori nostrani richiedono precisione e rispetto dei tempi, condizioni che ,dipendendo dall'estero, saranno sempre più difficile da soddisfare.

Tutto questo porterà inevitabilmente ad approvvigionarsi e operare maggiormente sui porti dove però esiste un mercato di oligopolio con regole strette e cogenti.

Anche per il mercato delle bioenergie nessuna novità. Si risente del rincaro dei cruscami e gli operatori sono alla ricerca di alternative, nei cereali tossinati e loro farine e nei cascami di riso. Iniziano a fare la loro comparsa sul mercato anche residui della lavorazione delle castagne e del luppolo.

Indicatori internazionali 3 novembre 2017


l'Indice dei noli è sceso leggermente a 1482 punti, il petrolio è attorno a 54,0 $/bar e l'indice di cambio segna 1,1650

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Attività a tutela del mercato vinicolo da parte della Guardia di Finanza di Bologna e dell'Ispettorato Repressione Frodi del MIPAAF. Sequestrati più di 600 ettolitri di prodotti vinosi ed eseguito il declassamento di vino pregiato DOCG, DOC e IGT in comune vino da tavola, per 4700 ettolitri.

Bologna 4 novembre 2017 - I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna e i locali funzionari dell'Ispettorato Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole, nel corso di un'attività di verifica congiunta condotta presso lo stabilimento di un'importante casa vinicola operante in Imola, hanno sottoposto a sequestro amministrativo più di 600 ettolitri di prodotti vinosi, già pronti per essere imbottigliati e destinati alla vendita al dettaglio, la cui presenza in cantina non trovava giustificazione nella contabilità aziendale superando le eccedenze consentite.

Oltre al sequestro del vino, il cui valore commerciale ammonta a circa un milione di euro, è stata applicata una sanzione amministrativa di oltre 50.000 euro prevista per le violazioni di questa specie dalla specifica normativa di settore

A seguito delle discrasie riscontrate nel corso del confronto tra la qualità delle giacenze fisiche e quelle delle giacenze contabili, il personale dell'Ispettorato Repressione Frodi, con l'ausilio delle fiamme gialle del Nucleo di Polizia Tributaria, ha proceduto altresì al declassamento/riclassificazione di ulteriori 4700 ettolitri di prodotti vinosi, da una categoria superiore ad una di livello inferiore, fino ad arrivare al comune vino da tavola.

I controlli svolti sono stati indirizzati a verificare la corretta applicazione dell'unica legge di riferimento in materia, il Testo Unico del Vino, entrato in vigore alla fine dello scorso anno, che consta di 90 articoli e consente, attraverso delle disposizioni normative precise, di salvaguardare un settore ad altissimo rischio di frodi, anche per gli aiuti che la Comunità Europea elargisce ai produttori nazionali e di monitorare un mercato che oggi vale più di 14 miliardi di euro, con un export che supera i 5,5 miliardi.

Martedì, 31 Ottobre 2017 08:05

Il latte spot torna a scendere

Burro in caduta libera. Il latte spot torna a scendere pesantemente. Registrata una tenue flessione per il Grana Padano.

di Virgilio Parma 31 ottobre 2017 -

LATTE SPOT Riprende il cammino verso il basso il listino del latte spot. Tre settimane di stabilità si sono interrotte con una ripresa delle quotazioni verso il basso. Il latte crudo spot nazionale conferma i listini precedenti con prezzi compresi tra 43,30 e 44,33€/100 litri di latte (-1,16%) . Scende anche il prezzo del latte intero pastorizzato spot estero che si adagia tra 42,27 e 43,30 €/100 litri latte (-2,35). Particolarmente pesante è invece la perdita subita dal latte scremato pastorizzato spot estero che cede il -7,35% annullando il rimbalzo della precedente ottava (15,53-17,08€/1000 litri latte).

BURRO E PANNA Burro in caduta libera. Nuova consistente flessione negativa del Burro alla borsa di Milano che arriva cedere anche il 10,98%. In flessione anche per la crema e la panna a uso alimentare. Come da previsioni lo zangolato parmense perde il -9,76%.

Borsa di Milano 30 ottobre: (-)
BURRO CEE: 5,25 €/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 5,50 €/Kg. (-)
BURRO PASTORIZZATO: 3,85 €/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 3,65 €/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 2,52 €/Kg. (-)
MARGARINA Ottobre 2017: 1,07 -1,13€/kg (=)

Borsa Verona 30 ottobre: (-)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 2,40 - 2,50 €/Kg. (-)

Borsa di Parma 27 ottobre 2017 (-)
BURRO ZANGOLATO: 3,70 €/Kg.
Borsa di Reggio Emilia 24 ottobre 2017 (-)
BURRO ZANGOLATO: 3,70 - 3,70 €/kg.

GRANA PADANO 30/10/2017 - Una tenue flessione dei listini sono stati è stata registrata alla borsa di Milano per quanto concerne il Grana Padano. Tiene solo il fuori sale.
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,60 - 6,70 €/Kg. (-)
- Grana Padano 15 mesi di stagionatura e oltre: 7,40 - 8,00 €/Kg. (-)
- Fuori sale 60-90 gg: 5,35-5,70€/Kg. (=)

PARMIGIANO REGGIANO 27/10/2017 Continua il periodo di stabilità dei listini in casa Parmigiano Reggiano che non si discostano dai valori riportati il 30 giugno scorso.
- Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 9,60- 9,95 €/Kg. (=)
- Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 10,85 - 11,35 €/Kg. (=)

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20171003 PRRE24M

 

Quotazioni basse e scarse probabilità che i prezzi possano ancor più comprimersi. Fughe in avanti potrebbero verificarsi solo in presenza di fattori esogeni.

Di Mario Boggini e Virgilio Milano 30 ottobre 2017 -
Il mercato gira da settimane sempre intorno agli stessi valori: 425/450punti per il grano, oggi 427,25 pari a 135,24 euro tonnellata, 340/360 punti per il mais, oggi 348,75 pari a 118,28 euro tonnellata, 970/975 punti per il seme di soya, oggi 975,25 pari a 308,70 euro alla tonnellata. Mentre la farina 300/325 dollari alla tonnellata corta, oggi 312,10 pari a 296,37 euro alla tonnellata, questi i valori partenza in USA.

Quotazioni basse e scarse probabilità che i prezzi possano ancor più comprimersi. Fughe in avanti potrebbero verificarsi solo in presenza di fattori esogeni. I fondi mostrano tendenze non uniformi ma non si riscontrano più quelle immani posizioni investite che si registravano sino a qualche mese fa.

Tutto quanto sopra conferma quanto già ampiamente descritto nelle precedenti settimane: "La merce non manca, il clima è problematico problemi, le produzioni sono ovunque buone seppur non ottime, il commercio internazionale tiene pur non manifestando capacità di spinte in termini di volumi e questo porta a mantenere pressoché invariati i prezzi. Difficile quindi ipotizzare cali sensibili, stante anche la resistenza dei produttori primari a immettere sul mercato i lori prodotti".

Il cambio a 1,1613, è quest'ultima la novità più significativa. Con l'indebolimento dell'Euro i prezzi, come ovvio, sono in crescita.
Sul mercato interno da segnalare che le difficoltà logistiche, sia per treni sia per camion, che stanno peggiorando fondamentalmente per due ragioni:
- la concomitanza di raccolti nei paesi ad Est e a Nord;
- la cronica mancanza di ritorni dal nostro paese.

La situazione risulta ancor più critica a causa della chiusura di una storica ditta Italiana che gestiva vari silo interni nel Nord Italia. Sono in corso ricerche di soggetti economici/commerciali che possano subentrare, ma si prevedono tempi piuttosto lunghi.
Questo potrebbe essere per i prossimi mesi un motivo destabilizzante del mercato dei cereali interni, che troverebbe merce principalmente sui porti.

Anche per il mercato delle bioenergie nessuna novità. Si risente del rincaro dei cruscami e gli operatori sono alla ricerca di alternative, nei cereali tossinati e loro farine e nei cascami di riso.

Indicatori internazionali 30 ottobre 2017


l'Indice dei noli è sceso leggermente a 1546 punti, il petrolio è attorno a 54,0 $/bar e l'indice di cambio segna 1,1613

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Grande la soddisfazione degli espositori, che hanno segnalato un aumento di scambi e contatti commerciali.

di Virgilio Verona, 30 ottobre 2017. Vivacità e curiosità. Sono i sostantivi che meglio identificano la 72esima edizione delle Fiera Zootecniche Internazionali di Cremona che si è chiusa lo scorso sabato.

Una cinque giorni di intensi programmi distribuiti nel "Village" composto da 5 "Aree Tematiche" (Milk, Bio, Techno, BioEnergy e infine Forum-Italpig Village), una formula sperimentata che ha suscitato grande interesse.

Rinnovata nella tradizione: la "Fiera Bovina" di Cremona ha badato al sodo. Pochi fronzoli ma direttamente al cuore dei problemi e delle aspettative dei destinatari: gli allevatori. L'impostazione della manifestazione zootecnica dimostra che rimane vincente la formula tecnica, nuda e cruda, priva di effetti scenografici che non appartengono più al vissuto attuale.

E i risultati si sono manifestati subito, ai primi segnali di una rinnovata tendenza positiva del settore.
L'edizione numero 72 è stata caratterizzata da un rinnovato entusiasmo del settore dopo essere stato attraversato pesantemente da una crisi, lunga e profonda.

Scambi e contatti commerciali in aumento - come dichiarato dagli organizzatori - confermano il trend in crescita del settore e l'importanza del confronto diretto tra gli attori delle filiere zootecniche.

A CremonaFiere è emersa l'immagine di un'intera filiera che ha rialzato la testa, confortata dagli ottimi risultati di un "made in Italy" che dalla mangimistica agli allevamenti passando per la trasformazione, da oltre un anno e mezzo è tornato a entusiasmarsi per gli ottimi risultati. Basterà ricordare un solo dato: quello del lattiero-caseario italiano con l'export al +7,3% in volume e +9,4% in valore nei primi sette mesi del 2017.

«Raccogliamo i frutti di varie azioni attuate da CremonaFiere: dal grande impegno per l'internazionalizzazione alle azioni di co-marketing progettate di concerto con gli espositori - è il commento del presidente di CremonaFiere Antonio Piva -. E' il risultato della scelta di lavorare con uno stile propositivo, immediato e pragmatico: le Fiere Zootecniche hanno dedicato una parte consistente dell'agenda tecnica e scientifica allo smart agrifood, all'innovazione digitale della zootecnia di precisione, all'economia circolare come veicolo di sviluppo economico ribaltando il concetto di "scarto" e trasformandolo in valore».

I numeri della fiera confermano il crescente interesse e la leadership di Cremona nell'ambito delle manifestazioni zootecniche.
Molte le delegazioni organizzate provenienti da 16 Paesi (Argentina, Romania, Moldavia, Bulgaria, Polonia, Serbia, Croazia, India, Iran, Turchia, Azerbaijan, Georgia, Kazakistan, Uzbekistan, Tunisia, Marocco) e 53 novità di mercato presentate fra prodotti e servizi. Un'edizione costellata da 111 eventi – buona parte dei quali organizzati con la collaborazione di alcuni dei più importanti enti di ricerca italiani come il CREA – Zootecnia a Acquacoltura.

20171029-CR Vacche-posteriore.P1060502Infine val la pena di segnalare la massiccia presenza e ben visibile di visitatori ed espositori esteri (questi ultimi al +15%), segno di uno sforzo di internazionalizzazione da parte di CremonaFiere riconosciuto e premiato dal mercato di riferimento.

I NUMERI DELLE FIERE ZOOTECNICHE INTERNAZIONALI 2017
Oltre 800 marchi internazionali presenti
55mila mq di zootecnia
111 eventi fra workshop, presentazioni, dimostrazioni in 4 giornate di Fiere
53 novità presentate, di prodotti e servizi
+15% espositori dall'estero

 


20 delegazioni organizzate di buyers e tecnici da 16 Paesi stranieri:
Argentina
Romania
Moldavia
Bulgaria
Polonia
Serbia
Croazia
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Editoriale: Verdini di rabbia - Crolla il burro. - Cereali e dintorni. Mercati in tiepida flessione. - Auchan richiama un lotto di salame felino per presenza di Salmonella SPP - Intervista a Helmuth Köcher, WineHunter e patron di Merano WineFestival. - Caporalato, l'inchiesta della procura di Lecce finisce anche sul "The Guardian".-

SOMMARIO Anno 16 - n° 43 29 ottobre 2017

1.1 editoriale
Verdini di rabbia
2.1 lattiero caseario Crolla il burro.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in tiepida flessione.
4.1 sicurezza alimentare Auchan richiama un lotto di salame felino per presenza di Salmonella SPP
4.2 vino intervista Intervista a Helmuth Köcher, WineHunter e patron di Merano WineFestival.
5.1 caporalato Pomodoro Caporalato, l'inchiesta della procura di Lecce finisce anche sul "The Guardian".
5.2 etichettatura pomodoro L'etichettatura obbligatoria per il pomodoro è legge
6.1 aziende Mulino Alimentare SpA. Il nuovo stabilimento super tecnologico, adeguato alle normative UE 2030.
6.2 ceta e emilia romagna CETA, crescono gli affari dopo l'accordo. Mulino Alimentare leader del comparto.
7.1 Po viabilità economia Ponte sul Po di Casalmaggiore – Colorno: concluse le analisi
8.1 pomodoro e batteriosi Batteriosi del pomodoro. Oi approva il fondo di emergenza
9.1 Fiera cremona Bovino da latte: innovazione e capitale umano strumenti anticrisi
11.2 mela verde Pomì a Mela Verde
12.1promozioni "vino" e partners
13.1 promozioni "birra" e partners

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E' iniziato il conto alla rovescia per il Merano Wine Festival che aprirà i battenti il 10 novembre. Cinque giorni intensi per celebrare la 26esima edizione.

Giornate piene di emozioni, contenuti e idee da scoprire. Oltre 450 case vitivinicole, tra le migliori in Italia e nel mondo, quasi 200 artigiani del gusto, 15 chef di spicco, insomma l'espressione del meglio che il nostro paese ha da offrire, firmato "the Wine Hunter Award" di cui proponiamo l'intervista al Patron Helmuth Köcher

- I visitatori presenti al Merano WineFestival hanno la possibilità di degustare prodotti di nicchia accuratamente selezionati, ci spiega secondo quali criteri queste etichette vengono valutate dalle commissioni WineHunter?
Ormai da 26 anni la commissione WineHunter invita tutte le aziende che fanno parte della nostra banca dati a inviare la loro campionatura. Si tratta di aziende i cui vini sono già stati degustati oppure altre che sono state segnalate dai membri delle commissioni d'assaggio. Una volta ricevuta la campionatura ci sono otto commissioni d'assaggio che valutano i vini in base al criterio dei 100 punti e, fatta una selezione finale, al Merano WineFestival vengono invitate le aziende i cui vini hanno ricevuto almeno un punteggio di 88 punti su 100, ovviamente dando la precedenza a quelli che hanno ottenuto punteggi superiori. Si cerca anche di mantenere un equilibrio tra le varie aree vitivinicole e di avere ben rappresentata tutta Italia.

- Uscendo dai confini dell'Italia, quale il territorio straniero su cui si concentra questa edizione del Merano WineFestival e perché lo ha scelto?
Quest'anno il focus è sull'Istria che vedo come un territorio emergente. Sto seguendo la sua viticoltura da ormai 15 anni, venendo a conoscenza di tante realtà. Progressivamente ho avuto modo di osservare un'innalzamento del livello qualitativo e, anche quest'anno, ho visitato il territorio in due occasioni conoscendo molti produttori. Si tratta di una area famosa più come zona turistica che come realtà vinicola, alla quale il Merano WineFestival vuole offrire la possibilità di mettere in risalto i propri prodotti.

- Dopo oltre trent'anni di esperienza nel mondo del vino, quale secondo lei il fil rouge che dovrebbe unire passato, presente e futuro di questo affascinante mondo?
Sicuramente il fil rouge è la storia del vino, che ci racconta e ci dà la possibilità di assaggiare il DNA di un prodotto che è l'uva e di conseguenza la caratteristica di un territorio che diventa inconfondibile. Troviamo quindi rappresentato il passato, con i suoi 9000 anni di storia, ma anche il presente della viticoltura che è in continua evoluzione sia per quanto riguarda la cura dei vigneti che le varie fasi di produzione in cantina. Infine il futuro, che vuole coniugare storia, tradizione e cultura del territorio includendo il percorso di un'azienda che poi diventa una garanzia di fiducia per il consumatore che va ad acquistare il prodotto finale.

- Qualità ed eccellenza dei prodotti sono sicuramente tratti distintivi del Merano WineFestival, ma cosa sono per lei veramente "qualità" ed "eccellenza" oggi?
Quando ho iniziato con il Merano WineFestival nel 1992 si iniziava a parlare di qualità, mentre la parola eccellenza era allo stato embrionale, perché non c'era la ricercatezza che c'è oggi. Il mercato della viticoltura non aveva a disposizione la tecnologia attuale e dopo 25 anni c'è stato un tale avanzamento, che produrre un prodotto di qualità non è più così difficile. La parola qualità diventa però difficile da interpretare e da usare nella comunicazione, così come la parola eccellenza: basta vedere quante volte questi termini vengono sfruttati, comparendo nelle pubblicità dei vari prodotti. Va fatta quindi una distinzione perché per me qualità, soprattutto nel segmento che riguarda il vino, è comunque da considerare a livello di emozione. Quando assaggio un vino o un prodotto deve esserci il valore emotivo e oltre a questo l'approccio con un'eccellenza deve darmi l'impressione di immergermi nel prodotto sia che si tratti di un vino, di un panettone o di un cioccolato. Quando la gente mi chiede come faccio a sapere se una determinata cosa è un prodotto qualitativamente buono o meno, io sono del parere che anche il fattore personale sia molto influente e che ognuno di noi sappia cosa piace o non piace perché possiede il valore emotivo che naturalmente anche i degustatori hanno.

- L'Italia è una terra estremamente variegata in cui tradizione e innovazione si incontrano continuamente con risultati unici e spesso divenuti famosi in tutto il mondo. Quale invece secondo lei un prodotto meno conosciuto ma dalle grandi potenzialità che ha scoperto in quest'ultimo anno? E quale la regione d'Italia con più potenzialità ancora nascoste?
Per quanto riguarda i prodotti vitivinicoli, l'Italia negli ultimi dieci anni ha riscoperto il territorio e le sue varietà autoctone; si parla di oltre 1000 varietà all'interno delle quali ogni regione ha una sua chicca e qualcosa di particolare. Ultimamente hanno richiamato la mia attenzione i vitigni resistenti alle malattie fungine, i cosiddetti PIWI, come il Solaris o il Souvigner Gris che non sono particolarmente conosciuti ma il cui prodotto è notevole anche se ha bisogno ancora di un po' di tempo per essere comunicato. Per quanto riguarda la regione d'Italia che ha più potenzialità nascoste ma che sta emergendo, questa è sicuramente la Puglia. Oltre alla sua storia, questa regione ha dei vitigni particolari come il Primitivo e il Negroamaro che fino a pochi anni fa erano utilizzati come vino per le grosse quantità e ora invece hanno visto il loro potenziale fortemente rivalutato e promettono bene per il futuro.

- Quest'anno il festival dà spazio per la prima volta agli "orange wine", cosa l'ha colpita in particolare di questo nuovo trend di prodotto?
La parola orange wine è già di per sé una parola che richiama l'attenzione di chi la sente. Anche qui interviene la storia: si tratta di una lunga macerazione sulle bucce del vino bianco che riprende soprattutto la cultura vitivinicola georgiana della vinificazione in anfora. Il risultato è un prodotto molto più complesso, molto più ampio per quanto riguarda la struttura e di conseguenza più diversificato rispetto ad un vino bianco di pronta beva, fresco e con una bella acidità. È un settore che secondo me ha bisogno di essere comunicato e in cui c'è molto da fare e per quanto riguarda la qualità dei vini. Alla base, come dicevo prima, c'è sempre un discorso di valore qualitativo emotivo.

- Ogni calice di vino e ogni prodotto gastronomico proposto in degustazione durante il Merano WineFestival racchiude in sé una storia di eccellenza. Quanto è importante per lei la condivisione di queste storie con i visitatori?
Lo ritengo molto importante perché il vino ci racconta non solo la storia di un territorio, ma anche di un produttore. L'etichetta di un vino racconta il percorso che il produttore stesso ha fatto e con questa si vuole comunicare da una parte la filosofia che c'è dietro e dall'altra un'eventuale storia di famiglia. Quando si afferma che nel calice di vino troviamo anche l'anima del produttore, lo ritengo in parte vero. Ogni produttore cerca di dare la sua impronta al vino oltre a quella che viene conferita dal territorio, per cercare di trasferire il vissuto, il passato e la storia della famiglia stessa, soprattutto nel caso di aziende che sono alla ottava o decima generazione di viticoltori e vogliono valorizzare il lavoro dei proprio padri e nonni. A questo punto la comunicazione è ampia perché racchiude la storia di un territorio, di una famiglia e di un vitigno. Faccio l'esempio del Pinot Nero in Alto Adige: il tutto risale al 1835 quando un arciduca portò la vite in questo terreno; ecco che dobbiamo partire da lì per arrivare ai giorni d'oggi in cui il Pinot Nero è considerato il miglior vino rosso dell'Alto Adige per eccellenza.

- Anche quest'anno uno spazio importante della rassegna è dedicato ai vini biologici, biodinamici, naturali e PIWI. Quanto questi prodotti continuano ad influenzare il mondo del vino? E quanto è importante la sostenibilità per il futuro di un settore come quello vitivinicolo?
Questi prodotti si inseriscono perfettamente nell'evoluzione che il mercato sta avendo: il consumatore è sempre più attento a quello che compra e che mangia, l'attenzione all'alimentazione è generale e questo fa sì che anche il prodotto vitivinicolo sia sottoposto alla selezione del consumatore. C'è una maggiore volontà di informarsi su tutta quella che è la fase di produzione; nel caso del vino si parte dalla vite stessa, dal suo periodo di fioritura fino alla vendemmia, con particolare interesse al territorio e ai prodotti utilizzati per salvaguardare le viti dalle malattie. Nel caso dell'agricoltura biodinamica i trattamenti annuali si restringono a due, eseguiti con prodotti interamente biologici, mentre nel caso dell'agricoltura convenzionale i trattamenti sono di più e senza l'utilizzo di prodotti biologici. La differenza notevole tra le due diventerà man mano chiara anche per il consumatore, che riuscirà ad attribuire il giusto valore ai vini biologici con un giusto compromesso tra sostenibilità e qualità, perché il vino biologico deve essere comunque piacevole da bere e senza particolari difetti dal momento in cui chiunque vuole bere e mangiare bene.

- Lei è per vocazione un instancabile cacciatore di vini, possiamo quindi immaginare che la sua mente sia già rivolta al futuro. Qualche idea per il 2018 che ci vuole svelare in anteprima?
La mia mente è sempre rivolta al futuro e il mio motto è: "Think outside the box". Trovo secondario lo sviluppo del mercato dal punto di vista commerciale, mentre mi soffermo di più ad osservare territori in crescita, vitigni emergenti e tutto questo mi fa avere una mia visione del mondo vitivinicolo tra passato, presente e futuro. La parte più importante in questo contesto è quella di valorizzare territori sconosciuti come quest'anno al Merano WineFestival faremo con l'Istria e come abbiamo fatto in passato con la Georgia e la Romania, mostrando varie tecniche e culture legate alla viticoltura. Interessanti da scoprire potrebbero essere ad esempio le vinificazioni fatte sotto il livello del mare come anche le vinificazioni in alta montagna oltre i 2500 metri e altrettanto i vigneti riscoperti in altitudine come quelli a 3150 metri di Mendoza in Argentina. Insomma, è un mondo che richiede continua attenzione e curiosità per cercare di capire non solo le cose nuove che si stanno evolvendo, ma anche in che direzione il mercato deve effettivamente andare. Per i produttori sono infatti importanti i mercati di esportazione come la Cina, la Russia o altri mercati emergenti e vorrei stringere dei rapporti con questi stati in modo da poter fungere da garante e da anello di congiunzione tra produttore e mercato. Ovviamente il mezzo sarebbe quello di entrare in scena come protagonisti organizzando appuntamenti che abbiano una certa risonanza in questi luoghi. La mia visione adesso è rivolta soprattutto al marchio The WineHunter ed è quello che per me deve crescere e deve diventare sempre più ciò che è già oggi, ovvero una garanzia e una referenza di fiducia per il consumatore che può affidarsi a dei prodotti "approvati". Di conseguenza, ai prodotti assaggiati e valutati dalla commissione WineHunter deve essere attribuito un valore.

L'inchiesta della Procura di Lecce sullo sfruttamento nei campi per la raccolta dei pomodori destinati alle grandi aziende delle conserve finisce sul The Guardian. L'immagine dell'agroalimentare italiano non ne esce con onore.

25 ottobre 2017 - L'indagine della Procura presso il Tribunale di Lecce sullo sfruttamento nei campi per la raccolta dei pomodori destinati anche alle grandi aziende conserviere italiane, già rilanciata prepotentemente sui media italiani negli scorsi giorni, arriva fino al Regno Unito con un lunghissimo articolo che è apparso in prima pagina sul celebre quotidiano britannico The Guardian e che getta ombre assai scure sul sistema del caporalato nel Meridione d'Italia ed in particolare in Puglia e nel Salento.

L'inchiesta del giornale inglese dall'inequivocabile titolo "The terrible truth about your tin of Italian tomatoes", che in italiano è traducibile con "La terribile verità sulle conserve di pomodori italiani", con la dovizia di particolari riportati circa le indagini e le interviste, è un atto d'accusa sia diretto alle modalità di sfruttamento della manodopera nelle campagne nonostante l'entrata in vigore della normativa contro il capolarato, ma anche indiretto, nei confronti del sistema dell'industria conserviera italiana che ne trarrebbe inequivocabili vantaggi.

Giganti agroalimentari come Mutti e Conserve Italia, che sono tra i principali fornitori degli scaffali della grande distribuzione britannica, sono richiamati nell'articolo a dare la loro posizione. E' questa la ragione della grande attenzione dei media d'Oltremanica verso gli esiti dell'approfondita indagine condotta dal sostituto procuratore leccese Paola Guglielmi, espressamente citata nell'articolo.

Articolo dal quale esce inevitabilmente un'immagine delle eccellenze agroalimentari italiane offuscata dal sistema della raccolta che per Giovanni D'Agata presidente dello "Sportello dei Diritti", purtroppo fa ancora affidamento sull'eccessivo e imperdonabile sfruttamento dei lavoratori che dev'essere impedito in tutti i modi possibili. L'intero articolo è visibile al link https://www.theguardian.com/global-development/2017/oct/24/the-terrible-truth-about-your-tin-of-italian-tomatoes 

(In Foto la Copertina del T"he Guardian")

La soddisfazione dell'OI Pomodoro da industria del Nord Italia: "Una tutela in più per i consumatori ed un valore aggiunto per i produttori"

Parma 23 ottobre 2017 - "Siamo sempre stati in prima fila nel richiedere l'introduzione dell'etichetta d'origine per i derivati del pomodoro. La firma del decreto che ne introduce la sperimentazione per due anni in Italia ci soddisfa. Consideriamo questo provvedimento un'ulteriore tutela per i consumatori ed un valore aggiunto per tutti i produttori del Nord Italia che potranno vedere ulteriormente certificata e riconosciuta la qualità della loro produzione Made in Italy".

Questo il commento di Tiberio Rabboni, presidente dell'OI Pomodoro da industria del Nord Italia, alla notizia della firma del decreto interministeriale per introdurre l'obbligo di indicazione dell'origine dei derivati del pomodoro da parte dei ministeri delle Politiche agricole alimentari e forestali e dello Sviluppo economico.

"Già lo scorso giugno – ha ricordato Rabboni – tutta la nostra filiera aveva chiesto l'introduzione dell'etichetta nel corso di un'audizione alla commissione Agricoltura della Camera e, a settembre, aveva accolto positivamente l'impegno del Governo per l'introduzione dell'obbligo dell'indicazione dell'origine del pomodoro, poi sancito dalla firma del decreto interministeriale di sabato scorso.
Ora l'auspicio è che il decreto italiano solleciti anche l'Unione Europea a disciplinare l'obbligo dell'origine in etichetta, considerato che la produzione del Nord Italia è esportata per i due terzi".

I contenuti del decreto
Il decreto interministeriale – secondo quanto resto noto da una nota del ministero delle Politiche agricole - introduce la sperimentazione per due anni del sistema di etichettatura per i derivati del pomodoro, nel solco della norma già in vigore per i prodotti lattiero caseari, per la pasta e per il riso.
Il decreto si applica ai derivati come conserve e concentrato di pomodoro, oltre che a sughi e salse che siano composti almeno per il 50% da derivati del pomodoro.

Il provvedimento prevede che le confezioni di derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:
a) Paese di coltivazione del pomodoro: nome del paese nel quale il pomodoro viene coltivato;
b) Paese di trasformazione del pomodoro: nome del paese in cui il pomodoro è stato trasformato.
Se queste fasi avvengono nel territorio di più paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi Ue, Paesi non Ue, Paesi Ue e non Ue.
Se tutte le operazioni avvengono nel nostro Paese si può utilizzare la dicitura "Origine del pomodoro: Italia".

Origine visibile in etichetta
Le indicazioni sull'origine dovranno essere apposte in etichetta in un punto evidente e nello stesso campo visivo in modo da essere facilmente riconoscibili, chiaramente leggibili ed indelebili.
I provvedimenti prevedono una fase per l'adeguamento delle aziende al nuovo sistema e lo smaltimento completo delle etichette e confezioni già prodotte.

In vigore fino a piena attuazione del regolamento Ue 1169
Il decreto decadrà in caso di piena attuazione dell'articolo 26, paragrafo 3, del regolamento (UE) n. 1169/2011 che prevede i casi in cui debba essere indicato il paese d'origine o il luogo di provenienza dell'ingrediente primario utilizzato nella preparazione degli alimenti, subordinandone l'applicazione all'adozione di atti di esecuzione da parte della Commissione, che ad oggi non sono stati ancora emanati.

E' ormai in dirittura d'arrivo il nuovo stabilimento di Mulino Alimentare SpA. Il 2018 vedrà l'inaugurazione del nuovo sito produttivo, pensato per essere "ecologico".

Baganzola 24 Ottobre 2017 - Il laborioso iter burocratico si è definitivamente completato e Mulino Alimentare SpA vede prospettarsi l'orizzonte dell'ampliamento e trasferimento nel nuovo stabilimento, nel sito di proprietà di Via Paradigna, presumibilmente nella seconda metà del 2018.
Impianti tecnologici d'avanguardia e rispettosi dell'ambiente.

25.000 metri quadrati e 7.500 coperti è l'area dove sorgerà il nuovo impianto di Mulino Alimentare spa. Spazi dimensionati al trend di crescita dell'azienda guidata da Claudio Guidetti, leader nell'export dei formaggi di qualità DOP Parmigiano Reggiano e Grana Padano in primis, ma anche di Pecorino Romano, Asiago e via di seguito.

I nuovi impianti andranno a incrementare la capacità produttiva e la produttività ma anche a abbattere, anticipando al 2018 le prescrizioni UE (regolamento F.GAS (UE) n° 517/2014) che prevedono la riduzione del 79%, rispetto al 2010, dei consumi degli HFC entro il 2030.

L'attenzione all'ambiente è uno dei pilastri portanti della mission di Mulino Alimentare che va di pari passo con gli obiettivi di massimizzare la qualità dei prodotti e la soddisfazione dei consumatori e dei propri partner di filiera.

L'ingegneria del complesso tecnico di refrigerazione, di ultimissima generazione, è un impianto misto anidride carbonica e acqua refrigerata non glicolata e la pompa di calore è del tipo reversibile, dotata di recuperatore in più sezioni.

Nell'impianto verrà inserito un serbatoio inerziale (acqua tecnica), che ha la funzione di stoccare l'energia proveniente dal sistema solare termico, dal recupero della pompa di calore e infine dalla linea della condensa dell'impianto a vapore, al fine di produrre l'acqua calda sanitaria.
Un altro vantaggio dell'impianto così concepito consiste nell'evitare l'impiego di acqua glicolata che, come è ben noto, produce effetti corrosivi che rendono necessari periodici controlli sulla tossicità, problemi connessi allo smaltimento e una peggiore propensione dell'acqua glicolata a trasportare il calore.

Insomma un impianto all'avanguardia adeguato e coerente a un'azienda proiettata nel futuro, fortemente radicata sul territorio, grazie agli accordi di filiera, ma con una lungimirante visione globale del mercato.

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Venerdì, 27 Ottobre 2017 10:39

Pomì protagonista a "Mela Verde" su Canale 5

Domenica 29 ottobre il brand del Consorzio Casalasco del Pomodoro racconta la sua filiera nel corso della nota trasmissione condotta da Ellen Hidding e Edorardo Raspelli

La troupe di Melaverde, storica trasmissione dedicata all'agroalimentare in onda ogni domenica a partire dalle 11 su Canale 5 e condotta da Ellen Hidding e Edorardo Raspelli, nel corso della campagna del pomodoro appena conclusa, è stata al Consorzio Casalasco del Pomodoro, visitando gli stabilimenti di Gariga (PC) e la sede di Rivarolo del Re (CR). Il servizio, che andrà in onda domenica 29 ottobre dalle 11:50, racconterà la filiera 100% made in Italy di Pomì, dal campo al prodotto finito.

Ellen Hidding, insieme ai responsabili aziendali del Consorzio, illustrerà le varie fasi della coltivazione, della trasformazione in stabilimento e della produzione di polpe, passate e concentrati dell'ingrediente principe della tavola italiana. Durante la trasmissione si parlerà anche di origine della materia prima e del sistema di tracciabilità di Pomì.

Pomì è un marchio del Consorzio Casalasco del Pomodoro, prima filiera italiana nella coltivazione e trasformazione di derivati del pomodoro che oggi conta 370 aziende agricole associate che coltivano 7.000 ettari di terreno dislocati nella pianura Padana tra le province di Cremona, Parma, Piacenza e Mantova. Una terra che oggi permette alle 550.000 tonnellate di pomodoro fresco raccolto di essere trasformato nei 3 stabilimenti di proprietà della cooperativa in prodotti esportati in 60 Paesi nel mondo.

(Foto  Ellen e Vaia)

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Venerdì, 27 Ottobre 2017 10:05

OI Pomodoro. Approvato il fondo di emergenza

Batteriosi del pomodoro: assemblea dell'OI approva fondo di emergenza per il 2017. Pronti 123mila euro per gli agricoltori per anticipare gli indennizzi regionali.

Rabboni: "Misura straordinaria per non lasciare soli i produttori ed individuare tempestivamente ogni focolaio"

L'assemblea dell'Organizzazione Interprofessionale del Pomodoro da Industria del Nord Italia ha approvato l'istituzione di un fondo di emergenza per il 2017, finanziato dai soci dell'OI, per garantire ai produttori, le cui coltivazioni siano state colpite dalla batteriosi Ralstonia Solanacearum, la certezza e la tempestività di un indennizzo adeguato, condizione indispensabile per una fattiva collaborazione del mondo agricolo nella denuncia delle eventuali ulteriori contaminazioni e quindi nello scongiurare il pericolo della diffusione di una malattia che pregiudica la crescita delle piantine di pomodoro.

"Il fondo di emergenza – spiega Tiberio Rabboni, presidente dell'OI – mette a disposizione degli agricoltori colpiti, soci delle Organizzazioni di produttori associate all'OI, la cifra di 123mila euro, vale a dire 3mila euro per ciascuno dei 41 ettari contaminati in Emilia Romagna dove le coltivazioni sono state distrutte su prescrizione dei Servizi Fitosanitari. Le somme saranno erogate entro il mese di dicembre e rappresenteranno un'anticipazione degli indennizzi previsti dalla legge 6/2010 della Regione Emilia-Romagna che prevede per questi casi un indennizzo fino al 100% del valore di mercato della produzione persa. Una volta acquisito l'indennizzo previsto dalla legge regionale, cosa che non potrà avvenire prima della fine del 2018, il produttore danneggiato restituirà l'anticipazione ricevuta dal fondo di emergenza. Il provvedimento – chiarisce Rabboni – è motivato dalla particolare contingenza dell'annata 2017: da un lato la batteriosi si è manifestata in modo inaspettato ed aggressivo; dall'altro l'eradicazione tempestiva delle piante malate risulta l'unico modo per bloccarne la diffusione; dall'altro lato, ancora, la Regione Emilia-Romagna, non disponendo nel bilancio dell'anno in corso delle risorse necessarie per attivare gli indennizzi ai produttori colpiti, si è impegnata ad inserirle nel bilancio del prossimo anno a valere per il 2017, con l'inevitabile allungamento dei tempi di erogazione. Da qui la decisione del fondo di emergenza: una concreta testimonianza di vicinanza delle Op, delle industrie e delle cooperative agli agricoltori danneggiati".

L'anticipazione dell'OI è quindi, sostanzialmente, un prestito infruttifero.
"L'iniziativa del fondo di emergenza 2017 si è potuta realizzare – aggiunge il presidente Rabboni – anche e soprattutto perché la Regione Emilia-Romagna, nella persona dell'assessore all'Agricoltura Simona Caselli, si è impegnata a recuperare sul bilancio del prossimo anno le risorse per il 2017. Impegno ribadito anche dai consiglieri regionali Barbara Lori ed Alessandro Cardinali che recentemente hanno presentato una risoluzione sull'argomento all'assemblea legislativa dell'Emilia Romagna".

I dettagli

Cos'è Ralstonia Solanacearum?
È un batterio che, pur non avendo conseguenze sulla salute dell'uomo, pregiudica la crescita della piantina del pomodoro e per il quale è previsto il provvedimento di quarantena - così come specificato nel Dm 30/10/2007 -, motivo per cui ne è prevista la distruzione in campo per evitarne la diffusione. Una ritardata segnalazione della presenza del patogeno da parte degli agricoltori, dovuta ad esempio al timore di perdita di reddito, mette a rischio di contaminazione sia i suoli sia le imprese di trasformazione che ricevano il prodotto contaminato.

Chi può accedere al fondo?
Il beneficiario finale è l'agricoltore danneggiato, ma l'anticipazione finanziaria al produttore avviene tramite l'Op (Organizzazione di produttori) a cui è associato. L'Op, dunque, è il referente nei confronti dell'OI per la presentazione della domanda di attivazione del fondo e garante per la restituzione della somma anticipata. Le OP devono essere socie dell'OI ed in regola con gli adempimenti interni all'associazione.

Le condizioni per accedere al fondo
L'anticipazione viene riconosciuta agli agricoltori che rispettano le seguenti condizioni:
• abbiano denunciato tempestivamente al Consorzio fitosanitario provinciale di riferimento, o analogo ente competente, il sospetto di presenza del patogeno e tale ente abbia riscontrato e attestato il danno;
• abbiano seguito le indicazioni del Consorzio fitosanitario provinciale per la distruzione del prodotto contaminato e la messa in sicurezza del terreno;
• presentino l'idonea documentazione rilasciata dal Consorzio fitosanitario provinciale, quali verbali e atti analoghi.

FOTO: Piantine di pomodoro che hanno contratto la batteriosi.

Focus sull'importanza del capitale umano al convegno "Allevamento e innovazione: la differenza la fanno le persone", l'appuntamento targato L'Informatore Agrario in programma sabato 28 ottobre (ore 10) alla Fiera internazionale del bovino da latte di Cremona.

Dalle priorità di intervento, alla riduzione dell'uso di antibiotici, dal ricambio generazionale alle misure dei Psr e di Industria 4.0, il comparto allevatoriale fa il punto sulle sfide per l'innovazione del settore a partire non solo dalle tecniche e tecnologie, ma anche (e soprattutto) dalle abilità, competenze e capacità dei suoi professionisti.

Tra i relatori, oltre a un gruppo di giovani allevatori, l'agronomo e specialista di allevamenti bovini, Michele Campiotti; Alfonso Zecconi del Dipartimento di medicina veterinaria dell'Università di Milano, Lucio Zanini del Servizio di assistenza tecnica alle aziende dell'Associazione regionale allevatori della Lombardia e Angelo Frascarelli del Dipartimento di scienze agrarie, alimentari e ambientali dell'Università di Perugia. Il dibattito e le conclusioni sono affidate a Nicola Castellani, giornalista de L'Informatore Agrario.

"Allevamento e innovazione: la differenza la fanno le persone" in programma sabato 28 ottobre (ore 10) alla Fiera internazionale del bovino da latte di Cremona.

La partecipazione all'evento è gratuita, previa registrazione:
http://ediaeventi.it/stalledalatte2017/workshop/allevamento 

www.informatoreagrario.it 
Edizioni L'Informatore Agrario, è la casa editrice, con sede a Verona, che da 70 anni offre un servizio di informazione e formazione agli imprenditori agricoli. Tre le testate di riferimento: il settimanale dedicato all'agricoltura professionale L'Informatore Agrario, il mensile per l'agricoltura part-time e hobbistica Vita in Campagna e MAD – Macchine Agricole Domani, dedicato al mondo della meccanica agraria, oltre a un ampio catalogo di libri e altri supporti multimediali su temi specializzati.

Mercoledì, 25 Ottobre 2017 06:07

Crolla il burro.

Latte spot stabile. In controtendenza invece i listini del latte scremato pastorizzato estero che recupera il 6,25%. Restano stabili i listini del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano.

di Virgilio Parma 24 ottobre 2017 -

LATTE SPOT Prosegue il periodo di stabilità del latte spot. Listini stazionari per la terza settimana consecutiva e nello specifico Il latte crudo spot nazionale conferma i listini precedenti con prezzi compresi tra 43,82 e 44,85€/100 litri di latte. E' invece stabile da due ottave il prezzo del latte intero pastorizzato spot estero che si conferma tra 43,30 e 44,33 €/100 litri latte. In contro tendenza il latte scremato pastorizzato spot estero che rinnova il rimbalzo registrato nella precedente rilevazione (+6,25%) proseguendo nella direzione di recuperare le consistenti perdite che avevano contraddistinto tutto il mese di settembre e la prima decade di ottobre ( recupera in minima 16,56 - 18,63€/100 litri di latte).

BURRO E PANNA Raddoppia la perdita il burro. Nuova consistente flessione negativa del Burro alla borsa di Milano. Pesante flessione anche per la crema e la panna a uso alimentare. Cede, come da previsioni, ma la borsa reggiana di stamane ha raddoppiato ulteriormente la perdita (-9,76%), ipotizzando un adeguamento della parmense per il prossimo venerdì.

Borsa di Milano 23 ottobre: (-)
BURRO CEE: 5,70 €/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 5,95 €/Kg. (-)
BURRO PASTORIZZATO: 4,30 €/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 4,10 €/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 2,60 €/Kg. (-)
MARGARINA Ottobre 2017: 1,07 -1,13€/kg (=)

Borsa Verona 23 ottobre: (-)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 2,50 - 2,60 €/Kg. (-)

Borsa di Parma 20 ottobre 2017 (-)
BURRO ZANGOLATO: 4,10 €/Kg.
Borsa di Reggio Emilia 24 ottobre 2017 (-)
BURRO ZANGOLATO: 3,70 - 3,70 €/kg.

GRANA PADANO 23/10/2017 - Nessuna variazione registrata a Milano per il Grana Padano. La piazza lombarda ha perciò confermato i listini della precedente ottava.
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,65 - 6,75 €/Kg. (=)
- Grana Padano 15 mesi di stagionatura e oltre: 7,45 - 8,05 €/Kg. (=)
- Fuori sale 60-90 gg: 5,35-5,70€/Kg. (=)

PARMIGIANO REGGIANO 20/10/2017 Listini stabili in casa Parmigiano Reggiano che continuano a registrare i medesimi valori riportati dal 30 giugno scorso.
- Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 9,60- 9,95 €/Kg. (=)
- Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 10,85 - 11,35 €/Kg. (=)

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20171003 PRRE24M

 

Mercoledì, 25 Ottobre 2017 05:58

Cereali e dintorni. Mercati in tiepida flessione.

Stock più che sufficienti, clima positivo e buone produzioni anche se non eccellenti, scambi normali e il mercato internazionale continua a girare sui medesimi valori da diversi mesi.

Di Mario Boggini e Virgilio Milano 24 ottobre 2017 - Il mercato continua a ridimensionare i propri valori:

SEMI nov 978,6 (-7,6) gen 989,2 (-7,6) mar 992,2 (-7,6)
FARINA dic 317,1 (-4,3) genn 319,3 (-4,4) mar 322,3 (-4,6)
OLIO dic 34,14 (+0,33) genn 34,31 (+0,32) mar 34,53 (+0,31)
CORN dic 344,4 (-4,4) mar 358,4 (-4,2) mag 367,2 (-4)
GRANO dic 426 (-6,6) mar 444,4 (-6,2) mag 458,6 (-6,4)

Di merce non vi è carenza, il clima non sta dando problemi, le produzioni sono buone, seppure non ottime, a ogni latitudine, il commercio internazionale tiene ma non ha sufficiente inerzia per ulteriori aumenti in volume e così il mercato gira da mesi sugli stessi valori.

Allo stato attuale sarebbe difficile ipotizzare cali sensibili, stante anche la resistenza dei produttori primari a immettere merce sul mercato.

Ecco alcune quotazioni recenti, partenza porto di Ravenna: farina di soya 44% 303 sul pronto e 312 sul pronto e sino a dicembre, 312 e 322 sul 2018, girasole proteico a 175 pronto e sui mesi, colza a 210 partenza silos interni.
Mais stazionario, gravato dalle enormi quantità presente in porto dove il prodotto è offerto a 172-173 euro partenza sul disponibile, e qualche euro in più sulle posizioni sui mesi.

Il mercato interno registra carenza di merce sui silos riforniti dall'estero e il prodotto nazionale continua ad essere snobbato dai consumatori nazionali per il difficile controllo della qualità sanitaria, mentre l'orzo tiene i suoi valori.
Cruscami ancora rialzo. Fuori dal coro il seme di soya nazionale che rincara, mentre al porto, il seme estero quota, da gennaio a marzo, 364 euro partenza. Una situazione di cui se ne giova la farina di soya convenzionale che sta tenendo un differenziale sulla normale di 100 euro alla tonnellata.

Il comparto delle bioenergie risente del rincaro dei cruscami e perciò è alla ricerca di alternative nei cereali tossinati e loro farine e nei cascami di riso.

Mercato quindi sempre fiacco. L'unica possibilità per rivitalizzarlo potrebbe arrivare solo da elementi esterni e comunque non prevedibili.
Indicatori internazionali 24 ottobre 2017 
l'Indice dei noli è salito a 1578 punti, il petrolio è attorno a 52,0 $/bar e l'indice di cambio segna 1,17390

(resta sempre informato sull'argomento consultando la nostra sezione Agroalimentare)

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

Officina Commerciale Commodities srl - Milano

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Editoriale: Manovre elettorali - Gran rimbalzo del latte scremato pastorizzato spot estero - Cereali e dintorni. Tentativi per tornare alla normalità - Latte di pecora. Troppo piombo. Una "tegola" sui produttori italiani o sulla salute?. -

SOMMARIO Anno 16 - n° 42 22 ottobre 2017
1.1 editoriale
Manovre pre elettorali
2.1 lattiero caseario Gran rimbalzo del latte scremato pastorizzato spot estero
3.1 cereali e dintorni  Tentativi per tornare alla normalità.
4.1 irrigazione e bonifica Il Consorzio di Bonifica dell'Emilia centrale presenta i dati d'irrigazione 2017.
5.1 sicurezza alimentare Latte di pecora. Troppo piombo. Una "tegola" sui produttori italiani o sulla salute?.
5.2 sicurezza alimentare Ministero della salute richiama un lotto di vino
6.1 ambiente Acqua e valutazioni dei rischi ambientali nel Nord Italia
6.2 rischio idraulico Rischio di dissesto idrogeologico in Emilia Romagna:
7.1 Bonifica e tecnologia Il Consorzio di Bonifica è anche sviluppo e tecnologia
8.1promozioni "vino" e partners
9.1 promozioni "birra" e partners

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20171022-42-cibus 

 

Pian piano la "bolla" generata dai dati comunicati da USDA la scorsa settimana, sta sgonfiando. Per il mercato interno è da segnalare la pressione delle giacenze stoccate al porto di Ravenna, a conferma dei risotti consumi.

Di Mario Boggini e Virgilio Milano 18 ottobre 2017 - Dopo gli aumenti registrati a seguito dell'ultimo USDA, lentamente il mercato sta di nuovo rientrando nel proprio alveo:
SEMI nov 984,6 (-6,2 ) gen 995,2 (-6,2 ) mar 1005 (-5,6 )
FARINA dic 321,6 (-2,9 ) genn 323,9 (-2,8 ) mar 327 (-2,7 )
OLIO dic 33,59 (0) genn 33,74 (-0,01 ) mar 33,98 (-0,01 )
CORN dic 350 (-0,4 ) mar 363,6 (-0,4 ) mag 372 (-0,6 )
GRANO dic 434,6 (-1,6 ) mar 453,6 (-1,2 ) mag 467,4 (-0,6 )

Le motivazioni che possiamo desumere sono legate al fatto che i dati produttivi descritti da USDA non erano nulla di straordinario, Inoltre, la Cina non è presente in mercato da circa 10 giorni e infine il clima è favorevole un poco ovunque.

I rincari sono pertanto in parte rientrati, come di seguito cerchiamo di sintetizzare con partenza dal porto di Ravenna: farina soya 44% 305 sul pronto e 315 sul pronto e sino a dicembre, 316 e 326 sul 2018, girasole proteico a 275 pronto e sui mesi, colza a 210 partenza silos interni.

Per il mercato interno vale la pena di segnalare le enormi giacenze presenti al porto di Ravenna a dimostrazione dei ridotti consumi: 280.000 tonnellate di farina di soya proteica normale, 209.000 tonnellate di grani di vario genere, 81.000 tonnellate di mais, 66.000 tonnellate di girasole proteico, 40.000 tonnellate di semi di girasole, 23.000 tonnellate di semi di soya ogm. Anche il porto di Venezia si è appesantito con mais e soya.

A fronte di quanto sopra illustrato, il grano è stabile risentendo della concorrenza e della spinta alla vendita proveniente in modo particolare dalla Francia. Il mais respira aria di stabilità, probabilmente per effetto delle enormi quantità presenti in porto che fungono da calmiere anche per il mercato interno. Si avverte la deficienza di merce dall'estero, dovuta ai noti problemi di problemi di logistica gommata e ferrata. A questi elementi si aggiunga l'effetto di un certo snobbismo verso le produzioni nazionali macchiate dalle voci, sufficientemente infondate, circa la difficoltà di controllo della qualità sanitaria. L'orzo tiene i suoi valori. Cruscami in deciso rialzo cosa che potrebbe continuare.

Il mercato delle bioenergie risente del rincaro dei cruscami e gli operatori sono alla ricerca di alternative, nei cereali tossinati e loro farine e nei cascami di riso.

In sintesi il mercato continua a tenere le sue posizioni; non sono presenti molti spazi per scendere ma al momento non sembra esistano nemmeno le condizioni per una risalita delle quotazioni. In assenza di elementi esterni, questa è una situazione che potrebbe perdurare diverse settimane.

Indicatori internazionali 18 ottobre 2017


l'Indice dei noli è salito a 1552 punti, il petrolio è attorno a 52,0 $/bar e l'indice di cambio segna 1,174955

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

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Il crollo delle materie grasse, dal Burro alle creme, nessuna esclusa. Parmigiano e Padano non muovono i listini.

di Virgilio Parma 17 ottobre 2017 -

LATTE SPOT Listini stazionari per la seconda settimana consecutiva. Il latte crudo spot nazionale conferma i listini precedenti con prezzi compresi tra 43,82 e 44,85€/100 litri di latte. Si è arrestato anche il declino del latte intero pastorizzato spot estero che si conferma tra 43,30 e 44,33 €/100 litri latte. Gran rimbalzo invece (+10,34% ) del latte scremato pastorizzato spot estero che recupera in minima parte le consistenti perdite delle settimane precedenti (15,53 e 17,60€/100 litri di latte)

BURRO E PANNA Nuova importante flessione negativa del Burro alla borsa di Milano. Perdite che vanno dal 3,79% al 5,26% Crollano la crema e la panna a uso alimentare. Cede anche lo zangolato parmense e la borsa reggiana di ieri accentua la caduta anticipando, di fatto, la tendenza del mercato di venerdì a Parma.

Borsa di Milano 16 ottobre: (-)
BURRO CEE: 6,10 €/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 6,35 €/Kg. (-)
BURRO PASTORIZZATO: 4,95 €/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 4,50 €/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 2,74 €/Kg. (-)
MARGARINA Settembre 2017: 1,07 -1,13€/kg (=)

Borsa Verona 16 ottobre: (-)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 2,75 - 2,85 €/Kg. (-)

Borsa di Parma 13 ottobre 2017 (-)
BURRO ZANGOLATO: 4,35 €/Kg.
Borsa di Reggio Emilia 17 ottobre 2017 (-)
BURRO ZANGOLATO: 4,10 - 4,10 €/kg.

GRANA PADANO 16/10/2017 - Nessuna variazione registrata a Milano per il Grana Padano. La piazza lombarda ha perciò confermato i listini della precedente ottava.
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,65 - 6,75 €/Kg. (=)
- Grana Padano 15 mesi di stagionatura e oltre: 7,45 - 8,05 €/Kg. (=)

PARMIGIANO REGGIANO 13/10/2017 Listini stabili in casa Parmigiano Reggiano che continuano a registrare i medesimi valori del 30 giugno scorso.
- Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 9,60- 9,95 €/Kg. (=)
- Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 10,85 - 11,35 €/Kg. (=)

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Domenica, 15 Ottobre 2017 09:39

A Modena lo Champagne di eccellenza.

Anche Alessandro Scorsone, maestro cerimoniere della Presidenza del Consiglio dei Ministri, giornalista, consulente e grande conoscitore del vino, presente al Forum di Modena.

da L'Equilibrista Modena 8 Ottobre 2017 – Forum Guido Monzani - Ed ecco che l'argenteria di Francia entra nella tradizione emiliana andando a solleticare le papille di esperti, enogastronauti e grandi illustri tecnici del Mondo del vino italiano. L'appuntamento è stato seguitissimo ed ha fatto emergere quanto mai il Pubblico si stia stratificando ed elevando a proposito di vino.

20171008 132404 2Il mio pomeriggio si apre fortunatamente senza intoppi e data la grande affluenza all'ingresso devo dire che è stata una bella fortuna arrivare per tempo. Tutto sembra svolgersi come da copione, le brigate di Sommelier di Associazione Italiana Sommelier fanno il loro consueto briefing prima di prendere posizione, agenti e distributori parlano al telefono e ricercano freneticamente colleghi o amici che si fanno largo fra la gente, mentre i produttori appena tornati da un pranzo tradizionale modenese vogliono tuffarsi nella kermesse il prima possibile per narrare zone, terroirs, passioni, esperienze di vita e testimonianze di famiglia.

Saluto colleghi o dirigo un accenno a chi sta telefonando perché sono certo che li ritroverò dopo con più calma, quando mi sento chiamare e del tutto stupito incrocio un vero gentlemen del vino internazionale, un' icona conosciuta al grande pubblico che ho avuto la fortuna di incontrare spesso nelle mie tappe e con il quale ho potuto condividere un momento di formazione che per me è stato davvero fondamentale. Parliamo di Alessandro Scorsone, maestro cerimoniere della Presidenza del Consiglio dei Ministri, giornalista, consulente e grande conoscitore dell'anima del vino nel Mondo.

Inizia quindi un piacevolissimo scambio di idee e di pareri su quanto vedremo, l'emozione è grande e ne capisco l'importanza quando entrando, vediamo l'organizzazione e la disposizione delle cantine e dei vignaioli che incrociano i nostri sguardi con sorrisi di stima e grande voglia di esprimere al meglio il loro lavoro fatto di passione e arte.

Non ci servono particolari programmi, ognuno di Noi oggi ha le sue passioni e prima di ritrovarci per commentarle, viene naturale prendere il largo e andarle a degustare autonomamente. Credo infatti che ogni buon degustatore debba portare la sua personale esperienza ed interpretazione distaccandosi da colleghi per poi ritrovarsi per commentare insieme le sensazioni e condividere punti in comune per una continua crescita.

Mi giro un attimo e senza pensarci mi ritrovo al secondo piano dove è stata allestita la Cote de Blancs e quindi senza esitazione, vado da una Maison che stimo davvero molto e che mi ha rapito anche recentemente per il suo taglio e perché no, il suo packaging davvero interessante. Nonostante i primi minuti di apertura, Agrapart, rigoroso"récoltant-manipulant" è già popolato ma non c'è ancora assembramento e decido quindi di patire da qualcosa che conosco bene per apprezzarne la sicura conferma.

Il 7Cru rappresenta l'eccellenza prodotta nei suoi vigneti allocati presso Bergeres Les Vertus, Cramant, Oiry, Oger, Oiry e Avenay Val d'Or e Mardeuil che da poco sente l'influenza anche di un tocco di personalità in più regalata dal pinot nero che non ne muta assolutamente l'eleganza. La personalità agrumata e gentile unita alla grande pulizia di bocca, sottendono una lieve ed apprezzata nota di croccantezza di mela verde e polpa di cedro che ritornano a dare coerenza al naso ed al palato insieme, per regalare una apprezzata mineralità e misurata struttura dimostrando grande sostanza del frutto. Vibrante e agile è sicuramente all'altezza delle mie aspettative. Noto con estremo piacere poi Mineral nella versione Magnum, vera chicca enologica che Pascal Agrapart ha certamente allevato ottimamente in vigna. Lo approccio preparato ad una decisa esplosione di gusto che infatti invade il palato con ricchezza, fierezza ed imponenza. I suoi cinque anni sui lieviti hanno portato massa setosa senza togliere nulla alla sua giovane progressione tanto che le note di frutto evoluto e di ritorno minerale prodigioso hanno solo esaltato.

20171008 Alessandro ScorsoneMentre tutti i protagonisti della cote de blanc si stanno ancora finendo di sistemare nell'angolo in fondo della sala, approfitto dell'attimo di calma per visitare un altro grande produttore che stimo molto, si tratta di Erick De Sousa con il quale mi intrattengo e cerco di cogliere segreti e studiarne le movenze. Parlo di stile vero perché utilizzare ancora nella "moderna agricoltura" il cavallo da tiro e comportarsi come un biodinamico a tutto tondo, ottenendo tali qualità, significa essere davvero motivati e bravi. Erick mi coinvolge e sento tutta la sua gamma, ma certamente oggi MYCORHIZE mi colpisce particolarmente perché ne comprendo la struttura vigorosa e il grande ventaglio di profumi che spaziano dal fieno tagliato fresco, la mela matura e soprattutto la nota iodata di terreno calcareo che inebria e riequilibra la straordinaria lunghezza che questo prodotto sa dare. L'intuizione è stata geniale e del tutto naturale, perché si è trattato di sfruttare la capacità della miccoriza di creare nutrimento per la pianta, grazie al dissolvimento della roccia madre regalando rinnovato nerbo fra suolo e vite.

Distolgo lo sguardo e incrocio quello di Alessandro che mi introduce verso qualcosa che non conoscevo perché onestamente solo per quel famoso: "sentito dire", ed è qui che mi imbatto in Enrico Baldin e la sua Encry. Mentre sono rapito dalle parole di Scorsone che mi decanta alcuni particolari intimi dell'amico e produttore, sentiamo una serie di prodotti e devo dire che sono stupito dalla sua gran cuvee zero dosage, perché è davvero diretto, centrale al palato e per niente sgarbato ma del tutto equilibrato, direi lineare fino al retrogusto tanto da chiudere educato, mantenendo comunque una personalità da gran cru in effetti, davvero una bella interpretazione, complimenti.

Ho nuovamente smarrito, strada facendo, il buon Alessandro; ma mi rifaccio dalla perdita subita seguendo la scia di altri cinque calici che con il mio nel frattempo sono diventati sei. Sono a fianco ad altri colleghi ma visto dove sono e da quello che vedo alla sommità del mio bevante, esito solo per poco ed alla cieca potrei giurare di trovarmi davanti a lui, Piper-Heidsieck reserve 2008. L'olfatto regala tostature di nocciola, tutte ben calibrate devo ammettere, tanto da mantenere al contempo acidità e grande persistenza che ritrovo in bocca e permettermi di poterlo definire tranquillamente ampio e stratificato sia per profondità che ventaglio gustativo. Manca forse di persistenza sul finale ma l'olfattivo e la tessitura di palato hanno ampiamente equilibrato questa lieve mancanza.

Cambio decisamente zona e mi tuffo in quello che è uno dei vitigni che prediligo, ne ammiro il ruvido carattere che spesso riconosco all'interno di apprezzatissime cuvee per struttura e grande duttilità. Non posso quindi che sentire Mary Sessile ed il suo Rubis, pinot meunier in purezza che si presenta all'olfattivo con una stuzzicante rosa canina, fragolina di sottobosco e ribes appena accennato. Alla beva è sincero, esaltato da un finale che ricorda quello della anguria fresca con perlage comunque fine concorde con quanto esaminato al visivo.

Dopo questa degustazione sui generis, continuo la mia galleria di produttori e di grandi vignaioli, soprattutto ne apprezzo lo spirito di unione e la capacità di fare sistema, qualità che li propone come regione unita che sa come fare la differenza sempre e dovunque.

C'è da imparare in questo.

La giornata volge al termine ma manca ancora qualcosa, la sorpresa più bella non tarderà ad arrivare e sarà l'ennesimo regalo del mio incontro del primo pomeriggio a rivelarlo. E' Alessandro Scorsone che ancora, grazie alla sua infinita passione, mi introduce all'interno della degustazione di giornata al cospetto del padrone di casa, il dott. Massimo Sagna, Presidente di Club Excellence. Persona veramente ospitale e di grande classe che con la sua semplicità ha reso una fugace degustazione il vero asso di giornata. Con competenza e grande professionalità mi ha presentato Cristal Brut Millesime - Louis Roederer 2009.

La sua introduzione è impeccabile e nonostante la grande ed entusiasta folla che ci circonda, riusciamo a scambiare due parole sul progetto e sull'iniziativa che sicuramente lo ha inorgoglito ed ha portato grande merito a lui e a tutta l'organizzazione. Questo grande vino si presenta cremoso e certamente brillante, con riflessi che virano al paglierino intenso ma sempre vivo. La nota finissima di gesso accompagna il palato dall'entrata al finale di bocca e si alterna sistematicamente con un frutto elegante di buccia d'agrume. La cosa che impressione è la chiusura, così persistente, piacevolmente lunga tanto da portare il frutto ad amalgamarsi perfettamente con un finale che termina asciutto e adatto ad abbinamenti di alto spessore gastronomico.

Giornata di grande spessore alla quale sarebbe bene abituarsi perché il vino è una cosa seria, è fatto di impegno e lavorato da persone straordinarie che mettono del loro meglio per realizzare un'opera d'arte ogni stagione rischiando e andando contro ad eventi che possono vanificare tutto. L'alta percentuale di fallimento rende questo mestiere uno dei più complicati che ci siano ma fortuna loro, uno dei più belli da sempre.

20171008 155128 1

Editoriale: Ma come pensano? - Lattiero caseario. Segnali di cedimento per il Grana Padano. - Cereali e dintorni. All'improvviso tutto si alza. - Salta la trattativa per protocollo sul prezzo del latte a Parma - Italian Sounding. Ritirati prodotti falsi "made in Italy" - Ministero Salute: presenza di Listeria nel tacchino al forno di Casa Modena - Gelato Ben & Jerry contaminato da erbicida, riunione UE -

SOMMARIO Anno 16 - n° 41 15 ottobre 2017
1.1 editoriale
Ma come pensano?
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Segnali di cedimento per il Grana Padano.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. All'improvviso tutto si alza.
4.1 Latte & Formaggio Salta la trattativa per protocollo sul prezzo del latte a Parma
4.2 made in italy Mulino Alimentare a Colonia.
5.1 made in italy Italian Sounding. Ritirati prodotti falsi "made in Italy"
6.1 sicurezza alimentare Ministero Salute: presenza di Listeria nel tacchino al forno di Casa Modena
6.2 sicurezza alimentare Gli "Spinaci Millefoglie Bonduelle" surgelati sono sicuri.
7.1 Culatello e "Verdi" Sua maestà il Culatello di Zibello Dop celebra il compleanno del Maestro Giuseppe Verdi
7.2 gelato con glifosato Gelato Ben & Jerry contaminato da erbicida, riunione UE
8.1 Rischio idraulico 13 ottobre: Giornata Internazionale per la Riduzione del rischio di disastri naturali
9.1 carne Bovini da carne, la ripresa dei prezzi.
10.1promozioni "vino" e partners
11.1 promozioni "birra" e partners

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20171015-Cibus COP 

 

Quando ormai sembrava che il mercato fosse inchiodato ecco che un nuovo aggiornamento dei dati USDA muove drasticamente i listini.

Di Mario Boggini e Virgilio Milano 13 ottobre 2017 - Una drastica impennata, inaspettata solo giovedì mattina, dopo che nuove stime USDA sono state pubblicate.

Le chiusure dei mercati di giovedi sera:
SEMI nov 992 (+26,6) gen 1002,4 (+26,4) mar 1012 (+26,4)
FARINA oct 322,7 (+11,5) dic 326,3 (+11,4) gen 328,3 (+11,3)
OLIO oct 33,07 (+0,16) dic 33,28 (+0,13) gen 33,45 (+0,12)
CORN dic 349 (+3) mar 362,6 (+3,2) mag 371,6 (+3,6)
GRANO dic 430,4 (-2,6) mar 449,4 (-2,6) mag 461,6 (-3)

Proviamo a suggerire delle considerazioni "plausibili" sui nuovi fatti.
Gli operatori si aspettavano un aumento delle produzioni e invece questo non è avvenuto seppure il differenziale, per quanto concerne le produzioni USA, non particolarmente rilevante. La produzione USA è stata infatti stimata a 120,58 milioni di tonnellate contro quella degli analisti a 121,02 e USDA settembre 120,59.
Probabilmente, il fatto che non si siano riscontrate produzioni migliori, questo ha dato l'impulso ai fondi di spingere sull'acceleratore per una più decisa posizione rialzista.

Le rese per acro statunitensi dei semi di soia sono state stimate al ribasso rispetto a quelle di settembre seppure la produzione USA sia rimasta pressoché uguale per l'aumentata superficie investita.
Gli stock di fine raccolto 2016/17 sono diminuiti, così come pure è stata diminuita la stima degli stock del raccolto 2017/18 che da 12,93 milioni di tonnellate sono scese, a settembre, a 11,72.
Quest'ultimo è effettivamente l'unico indicatore che avrebbe giustificato una ripresa dei prezzi. Infatti, anche la stima della produzione del Brasile a 107 milioni di tonnellate era già entrata nella stima dello scorso settembre, così come peraltro confermavano i dati diffusi ieri dal CONAB: da 114 milioni di tonnellata del 2016/17 a 107 del 2017/18.

Il rialzo del seme ha sostenuto anche quello del corn e del grano, ma le cifre dell'USDA ,su questi ultimi, sono state tutte sostanzialmente ribassiste.
Nelle prossime giornate verificheremo se i fondi riusciranno a dare rinnovata spinta al mercato o se questo si accomoderà, ancora un'altra volta, sul segno di stabilità.

Il mercato delle bioenergie è ancora alla ricerca di mais inquinato da B1 e sottoprodotti di vario genere, specie ora che i cruscami di grano stanno arrivando a quotazioni non più particolarmente convenienti.


Indicatori internazionali 13 ottobre 2017


l'Indice dei noli è salito a 1458 punti, il petrolio è attorno a 51,0 $/bar e l'indice di cambio segna 1,18265

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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.

Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore. 

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Tracce di erbicida nel gelato americano Ben & Jerry, marchio reperibile nelle gradi catene di supermercati europei.

10 ottobre 2017 - La denuncia è stata presentata dal partito dei Verdi e ha scatenato la bufera al parlamento europeo. Nello specifico il diserbante è il glifosato anche se le tracce riscontrate sono sotto la soglia minima per la sicurezza umana.

Questo è un erbicida controverso perché il prodotto sarebbe cancerogeno.

È l'ingrediente attivo del marchio Roundup della multinazionale americana Monsanto. Secondo gli scienziati, che hanno seguito il caso, la contaminazione potrebbe essere avvenuta attraverso l'alimentazione delle mucche oppure dagli ingredienti aggiunti, come ad esempio i biscotti e gli arachidi.

La notizia preoccupante arriva però da Gilles-Eric Seralini, un biologo francese spesso contestato, che ha dichiarato: "Sono abbastanza sicuro che in questi gelati oltre al glifosato ci siano residui di petrolio e livelli di arsenico che creano problemi di salute nei bambini e negli adulti che li consumano abitualmente".

Lo studio, condotto da un team scientifico in Francia, Paesi Bassi, Germania e Gran Bretagna, ha scoperto tracce di glifosato in 12 dei 14 prodotti analizzati con una quantità massima di 1,23 nanogrammi per millilitro.

I ricercatori hanno dato a topi per due anni una concentrazione di glifosato che era 25 volte inferiore a quello che è stato trovato nei gelati, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti". Dopo due anni, hanno mostrato danni ai reni, al fegato e alla tiroide. Il professor Jan Tytgat, tossicologo presso il KULeuven sottolinea che la ricerca di glifosato nella catena alimentare non è nuova. "Lo abbiamo trovato già in birra, soia e pane, e ora anche in ghiaccio", ha detto.

Questi valori devono essere aggiunti cumulativamente se il consumatore li consuma tutti. "Non sappiamo ancora quanto sia pericolosa questa esposizione a lungo termine", ha dichiarato il professor Tytgat.

Una nuova tegola per i paesi europei investiti dal problema delle uova contaminate con l'insetticida Fipronil.
Lecce, 10 ottobre 2017

Domenica, 15 Ottobre 2017 06:39

Bovini da carne, la ripresa dei prezzi.

Bovino da carne: la ripresa dei prezzi alla produzione migliora redditività degli allevatori. Il mercato dei bovini, dopo anni di crisi, dà importanti segnali di ripresa.

I prezzi in allevamento dei bovini da carne evidenziano, nei primi 9 mesi del 2017, un livello superiore a quello registrato nei due anni precedenti: in aumento i prezzi per tutte le categorie (vacche +11%; vitelloni +5%; vitelli da macello +4%).

Il buon andamento dei prezzi e un tasso di crescita dei costi di produzione inferiore hanno determinato il miglioramento dei margini degli allevatori. Le aspettative per gli operatori sono positive e ciò ha comportato la ripresa dell'acquisto all'estero dei vitelli destinati all'ingrasso.

Dopo 5 anni di flessioni continue interrotte solo nel 2016 da una lieve ripresa, nei primi sei mesi del 2017 sono stati importati oltre 163 mila vitelloni sopra i 300 Kg (+7,9%), dato che consente di stimare un prossimo incremento di offerta (circa 3% nel complesso) delle macellazioni di vitelloni nei mesi da ottobre a febbraio.

Anche gli acquisti domestici di carni bovine relativi ai primi otto mesi del 2017, dopo 10 anni di cali continui, evidenziano un aumento della spesa dell'1,2% rispetto all'anno precedente.

Tale crescita è da imputare solo in parte alla crescita dei volumi (+0,1%) mentre più influente è stata la scelta di referenze di più alto prezzo medio: i consumatori hanno dato maggiore spazio alle carni bovine elaborate (+38% su una quota del 4%), sostituendole sia ai tagli freschi di vitello (-0,3%) che di bovino adulto (-1,3%).

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(Ismea 5 ottobre 2017)

Anuga - Federalimentare difende Made in Italy: ritirati prodotti Italian Sounding Ministro Martina: "Presidio essenziale per tutelare nostra filiera"

Colonia, 10 ottobre - Arriva da Anuga, la più grande fiera del mondo dedicata al food, una nuova importantissima conferma per il Made in Italy. L'alimentare italiano, infatti, ha dato grande prova di sé in Germania mettendo in mostra la sua eccellenza con ben 1200 imprese, aggiudicandosi così il titolo del Paese in assoluto più rappresentato, battendo anche i padroni di casa. Non solo numeri però, anche qualità e innovazione hanno distinto la produzione italiana su cui per la prima volta Federalimentare ha attuato un'attività di vigilanza e tutela.

20171017-Italian-Sounding4Nei giorni della fiera, infatti, Federalimentare, in collaborazione con Fiere di Parma e con uno studio legale italo-tedesco, ha attivato per le sue aziende presso lo stand Cibus un desk gratuito di ascolto, consulenza legale e intervento contro l'Italian Sounding, una fra le più subdole forme di comunicazione ingannevole per il consumatore che si sostanzia attraverso l'attribuzione di origine italiana ad un prodotto che in realtà non lo è.

"È essenziale —ha detto il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Martina—un presidio costante che tuteli e protegga la vera italianità. Il lavoro fatto con Federalimentare ad Anuga è, in questo senso, un passo importante per contrastare concretamente il fenomeno dell'Italian sounding e per tutelare tutta la filiera agroalimentare italiana".

Un servizio che ha dato subito i suoi frutti. Alcuni prodotti con nomi evocativi dell'italianità, da Pasta Ciao alla passata Tomatino, con tanto tricolore in bella mostra, pur senza aver nulla a che fare con il nostro Made in Italy, sono stati ritirati grazie al pronto intervento del desk negli stand della Serbia, dell'Ucraina, della Grecia, della Turchia, di Panama e della Romania, caso quest'ultimo ora al vaglio del tribunale di Colonia. In certi casi si è trattato di ritiro volontario dopo la segnalazione, in altri di una conseguenza a misure legali come la diffida. Scaricabili a questo link alcuni esempi di Italian Sounding riscontrati in fiera: https://we.tl/l0mM2N6NqC .

"Finalmente il real Italian viene riconosciuto e tutelato anche fuori confine e non solo contro denominazioni o trade mark, ma anche contro l'Italian Sounding - ha commentato Luigi Scordamaglia, presidente di Federalimentare - Un'azione necessaria se pensiamo che il giro d'affari maturato da prodotti contraffatti e Italian Sounding si attesta ben oltre i 60 miliardi di euro, un terzo dei quali solo sul mercato americano".

Anche secondo Antonio Cellie, Ceo di Fiere di Parma, "Il desk ad Anuga, oltre ad essere la continuazione ideale e legale del percorso di Cibus, da sempre l'evento fieristico di riferimento dell'Authentic Italian, è la testimonianza della validità di una alleanza strategica tra Fiere di Parma e Koeln Messe che garantisce, a livello mondiale, visibilità e promozione nonché tutela al nostro Made in Italy Alimentare".

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Mercoledì, 11 Ottobre 2017 15:58

Sant'Orsola, la casa dei trapianti 'raddoppia'

Al via i lavori per realizzare - grazie ad Atcom e al sostegno del Progetto Carta Etica di UniCredit – 6 nuove stanze per accogliere trapiantati e pazienti in attesa del compimento dell'iter terapeutico.

Bologna, 11 ottobre 2017

Al via i lavori per realizzare 6 nuove stanze, più servizi, a Tetto Amico, la casa che al Sant'Orsola ospita i pazienti che sono stati sottoposti a trapianto o in lista d'attesa e i loro accompagnatori. Aumenterà così del 50% la possibilità ricettiva della struttura, gestita da Atcom e da altre associazioni, che durante l'ultimo anno aveva offerto 4.404 giornate di degenza gratuite, la maggior parte per trapiantati di cuore (adulti e pediatrici), ma anche di fegato, rene o per pazienti affetti da ipertensione polmonare.

Attualmente Tetto Amico gestisce un'area di circa 640 metri quadri, collocata al 2° piano del padiglione 29, composta da 13 camere singole, lavanderia, soggiorno, cucinetta, salone con TV e biblioteca. Tra i servizi che vengono forniti, sempre gratuitamente, la pulizia delle camere, il cambio delle lenzuola settimanale e il pranzo, per ospite e accompagnatore, presso la mensa aziendale.

Nell'ottobre scorso sono stati individuati ulteriori spazi al primo piano sempre del padiglione 29, con una superficie netta di 285 metri quadrati, per un possibile ampliamento del Tetto Amico. Qui saranno realizzate 6 camere con un posto letto e una poltrona-letto e bagno, due zone soggiorno, una cucinetta attrezzata per colazione cena e un servizio igienico comune. L'intervento prevede il rifacimento degli impianti elettrici e la tinteggiatura generale, è previsto inoltre il rifacimento del pavimento del corridoio e la sostituzione delle vasche da bagno con docce e nuovo arredamento completo (letto, poltrona letto, frigorifero, tavolo, sedie, tv, telefono, ecc..)

L'intervento è stato finanziato dal Policlinico di Sant'Orsola e da Atcom (Associazione trapiantati di cuore Sant'Orsola-Malpighi), che gestisce la casa in collaborazione con altre associazioni di volontariato, e con il sostegno di UniCredit che fin dal 2014, attraverso il Progetto Carta Etica, ha offerto il proprio concreto contributo allo sviluppo della Casa, questa volta per l'acquisto di attrezzature e arredi per le nuove stanze.

 

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Confagricoltura e Cia: "Inaccettabili le condizioni imposte dagli industriali". "Sconveniente il fatto che sia stato individuato un importo diversificato, in base all'associazione di appartenenza"

Parma 10 ottobre 2017 - Si è bruscamente interrotta la trattativa sulla definizione del nuovo Protocollo d'intesa per la determinazione del prezzo del latte ad uso industriale nella provincia di Parma tra rappresentanti delle organizzazioni agricole, da una parte, ed industriali ed artigiani trasformatori, dall'altra.
Confagricoltura Parma e Cia-Confederazione italiana agricoltori di Parma con una lettera congiunta hanno invitato le associazioni industriali a mantenere aperte le trattative, in quanto fortemente interessate a proseguire un dialogo costruttivo con i trasformatori del latte del Parmense.

Un inspiegabile doppio prezzo
L'interruzione della trattativa sul Protocollo ha portato alla determinazione di due prezzi del latte con riferimento al secondo quadrimestre 2016 nella provincia di Parma: uno a quota 56,848 euro il quintale tra Confagricoltura e Cia di Parma ed industriali ed artigiani trasformatori ed uno a quota 57,50 euro il quintale tra gli stessi industriali ed artigiani trasformatori e Coldiretti Parma, l'unica delle tre associazioni che ha accettato di sottoscrivere il nuovo Protocollo d'intesa, fortemente penalizzante per la parte agricola.

Riteniamo sconveniente il fatto che sia stato individuato un importo diversificato, in base all'associazione di appartenenza, aspetto non previsto dal precedente Protocollo ancora valido per la determinazione del prezzo del latte di tutto il 2016 e fatto mai accaduto in passato quando, pur nell'ambito di trattative sempre molto serrate, si è sempre agito in piena correttezza su tutti i fronti, operando secondo un produttivo spirito di squadra nell'interesse di tutto il comparto lattiero-caseario parmense.

È doveroso far rilevare che la parte che ha sottoscritto il protocollo rappresenta meno di un terzo della produzione di latte a livello provinciale, sia in termini di numero assoluto di aziende conferenti, sia in termini di quantitativi di latte prodotto.
Qualora su tre associazioni ben due non sottoscrivessero il Protocollo, ci si troverebbe di fronte ad un mero contratto tra un'associazione ed un'altra, non certo ad un condiviso protocollo d'intesa tra gli attori dell'intero comparto.

Le nostre richieste
Le motivazioni che fino ad ora non hanno permesso a Confagricoltura e Cia di Parma di sottoscrivere il protocollo sono:
- l'inaccettabile istituzione di una nuova Commissione latte al di fuori della Camera di Commercio di Parma, richiesta da industriali e artigiani trasformatori;
- la resa utilizzata nel calcolo del prezzo che appare oggi antistorica rispetto alla realtà dei fatti;
- i costi di produzione che non appaiono realistici rispetto al contesto economico e produttivo attuale;
- la mancanza di certezza negli strumenti di applicazione del protocollo con conseguente indeterminazione dei tempi di pagamento.

(Fonte Confagricoltura - Cia di Parma)

Latte spot tra chiari e scuri. Primi segnali di discontinuità da parte del burro. Parmigiano ancora stabile mentre il "padano" cede diversi centesimi.

di Virgilio Parma 10 ottobre 2017 -

LATTE SPOT Stop del latte spot nazionale. Dopo 4 settimane in costante flessione il latte spot nazionale arresta la tendenza ribassista. Il latte crudo spot nazionale conferma i listini precedenti con prezzi compresi tra 43,82 e 44,85€/100 litri di latte. Prosegue invece la tendenza anche per la quinta settimana consecutiva il percorso flessivo (-1,16%) del latte intero pastorizzato spot estero (43,30-44,33 €/100 litri latte). Rimane invece ancora molto decisa la perdita di valore del latte scremato pastorizzato spot estero che crolla del -6,45% toccando quota 14,49 e 15,53€/100 litri di latte.

BURRO E PANNA E' venuto anche il tempo del ridimensionamento del Burro. A Milano resta inalterato solo il burro di centrifuga, mentre gli altri valori segnano il passo perdendo tra i 10 e i 15 centesimi. Crollano la crema e la panna a uso alimentare. Confermati i listini dello zangolato parmense.

Borsa di Milano 09 ottobre: (-)
BURRO CEE: 6,35 €/Kg
BURRO CENTRIFUGA: 6,60 €/Kg. (=)
BURRO PASTORIZZATO: 4,95 €/Kg.
BURRO ZANGOLATO: 4,75 €/Kg.
CREMA A USO ALIMENTARE (40%mg): 3,00 €/Kg. (-)
MARGARINA Settembre 2017: 1,07 -1,13€/kg (=)

Borsa Verona 09 ottobre: (-)
PANNA CENTRIFUGA A USO ALIMENTARE: 3,00 - 3,10 €/Kg. (-)

Borsa di Parma 06 ottobre 2017 (=)
BURRO ZANGOLATO: 4,50 €/Kg.
Borsa di Reggio Emilia 3 ottobre 2017 (=)
BURRO ZANGOLATO: 4,50 - 4,50 €/kg.

GRANA PADANO 9/10/2017 - Segnali di cedimento alla borsa milanese per quanto concerne formaggio DOP Grana Padano.
- Grana Padano 9 mesi di stagionatura e oltre: 6,65 - 6,75 €/Kg. (-)
- Grana Padano 15 mesi di stagionatura e oltre: 7,45 - 8,05 €/Kg. (-)

PARMIGIANO REGGIANO 06/10/2017 Inalterati anche per la settimana n° 40 i listini del Parmigiano che registrano ancora i medesimi valori del 30 giugno scorso.
- Parmigiano Reggiano 12 mesi di stagionatura e oltre: 9,60- 9,95 €/Kg. (=)
- Parmigiano Reggiano 24 mesi di stagionatura e oltre: 10,85 - 11,35 €/Kg. (=)

(per accedere alle notizie sull'argomento clicca qui)

 

 

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