Giovedì, 02 Maggio 2024 07:32

Nuovo Patto di Stabilità: il Tradimento dei "Finti Sovranisti" In evidenza

Scritto da Daniele Trabucco

Di Daniele Trabucco Belluno, 1 maggio 2024 - In data 29 aprile 2024 si è concluso l'iter che ha condotto all'approvazione del testo del nuovo Patto di stabilità  introdotto come strumento nel 1997.

In primo luogo, va rilevato come il Governo italiano, quello la cui Presidente del Consiglio dei Ministri si candida per cambiare l'Europa pur sapendo che le preferenze degli elettori alla sua persona saranno inutili in quanto non lascerà mai Palazzo Chigi, ha votato a favore (solo il Belgio si è astenuto), ossia in contrasto rispetto agli stessi parlamentari europei appartenenti ai partiti della maggioranza parlamentare (non solo Lega e Forza Italia, ma anche Fratelli d'Italia) i quali, invece, si erano astenuti in blocco.

Una vera e propria presa in giro che delegittima l'operato degli europarlamentari. In secondo luogo, il Patto appare troppo sbilanciato nei confronti della stabilità a danno della crescita. C'è, infatti, il serio rischio di una spirale deflattiva nell'economia dell'Unione a scapito dei Paesi più indebitati (e tra questi c'è l'Italia) con la conseguenza di non creare condizioni macroeconomiche favorevoli. In terzo luogo, i Paesi più indebitati dovranno intraprendere un percorso di aggiustamento del debito pubblico fino al raggiungimento di "un margine di resilienza comune" (1,5% del Pil).

Stando alle stime di Bruegel, l'Italia è lo Stato membro dell'Unione Europea che dovrà effettuare l'aggiustamento più pesante: il 3,7% del PIL nel caso in cui questo fosse concluso in quattro anni o 3,4% se fosse concluso in sette anni. Che significa questo? Che il Governo della Repubblica dovrà, ogni anno, effettuare un aggiustamento pari all’1,15% (nell’ipotesi 7 anni) o dello 0,61% (nell’ipotesi 4 anni). Questa asimmetria potrebbe comportare una violazione del principio regolatorio del cosiddetto "level playing field", creando vincitori e vinti tra i vari Paesi. Pertanto, quelli che dovranno effettuare un aggiustamento più blando disporranno di maggiori spazi di bilancio per finanziare la propria economia a differenza degli altri che finiranno penalizzati.

É vero, da un lato, che i nuovi criteri, rispetto agli assurdi parametri precedenti (riduzione del debito di un ventesimo all'anno in riferimento alla parte di eccesso superiore al 60%), si presentano più realistici, ma, dall'altro lato, proprio per questa ragione, saranno imposti con maggior vigore. E per prorogare anche nell'anno solare 2025 le misure bandiera a cui l'Esecutivo Meloni non vuole rinunciare, prima tra tutte il taglio del cuneo fiscale, con la prossima legge di Bilancio occorrerà trovare altri 20 miliardi di euro. Solo che saranno impossibili da finanziare con il solito scostamento di bilancio. In quarto ed ultimo luogo, è particolarmente significativo, vista la attuale situazione geopolitica, che le spese per la difesa siano ritenute un "fattore rilevante" nel calcolo dei piani di rientro dal deficit.

Un segnale di preparazione per una futura guerra? Votare Giorgia cambia proprio le cose...in peggio. Il vero dramma è che la gente ci crede ancora.

(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.

Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.

Sito web personale www.danieletrabucco.it