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Auto Elettriche e ideologismo "Green": verso lo "Statalismo Climatico" In evidenza

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Di Daniele Trabucco Belluno, 29 febbraio 2024 - L'Unione Europea, con il regolamento n. 851/2023, ha stabilito che, a decorrere dall'anno solare 2035 ed al fine di raggiungere la c.d. "neutralità climatica" nel 2050, scatterà il divieto di produrre automobili e furgoni dotati di motori termici, ossia alimentati a diesel ed a benzina.

Questo significa che, dal 2035, potranno essere immesse sul mercato soltanto auto elettriche o auto con tecnologia che consente di azzerare le emissioni. Questo provvedimento va compreso all'interno del "green deal" (il patto verde europeo) che, nel settore automobilistico, punta alla decarbonizzazione della mobilità. L'Italia, in sede di Consiglio dei Ministri dell'Energia dell'Unione Europea, si è astenuta insieme a Romania e Bulgaria (ha espresso voto contrario solo la Polonia), ma non è riuscita a far inserire nella deroga al divieto i biocarburanti che il nostro Paese voleva affiancati ai combustibili sintetici ammessi.

Ora, il quadro normativo, al di là di un mercato quale quello dell'elettrico che stenta a decollare e non solo in Italia, sottende una precisa ideologia: l'uomo é un elemento di perturbazione in un ordine altrimenti perfetto e, pertanto, va combattuto. La normativa regolamentare europea sottende una precisa narrazione, fondata su paura ed ansia, che si colloca alla base della "transizione ecologica": un pianeta destinato alla distruzione, a causa dell'attività antropica, che deve essere salvato. Questa ideologia "green" ha, dunque, un fine molto chiaro: porre le premesse per un "socialismo verde" che, pur mantenendo intatte sul piano formale le strutture democratiche, perviene sempre di più ad un nuovo statalismo climatico inteso come pretesto per ridurre gradualmente gli spazi di proprietà, la vita delle persone, la stessa mobilità (si pensi al progetto delle città 15 minuti o al limite dei 30 Km/h) etc. Ecco, allora, che lo scientismo, fondato sull'assunzione ritenuta incontrovertibile per cui il cambiamento climatico è  prodotto dall'uomo, diventa "enzima" di un'ideologia totalitaria che cela il suo volto dietro "il nostro bene".

Non contano le voci discordanti (pensiamo al Manifesto stilato da un centinaio di scienziati italiani quali Antonio Zichichi, Franco Battaglia, Franco Prodi ed altri che avevano chiesto, senza ottenere risposta, di essere ricevuti dal Presidente della Repubblica) secondo le quali l'unico 99% di consensi intorno all'origine antropica del cambiamento climatico non è della scienza ma dei mezzi di informazione chiamati a sorreggere questa narrazione, conta unicamente la "verità" istituzionale che, "a colpi di maggioranza", intende cambiare il paradigma antropologico.

(link utili da redazione: https://youtu.be/i8uat57R3DI)

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(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.

Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.

Sito web personale www.danieletrabucco.it