Il costo del carburante è composto da tre voci:
1) il costo netto del combustibile, incluso il guadagno dei gestori delle pompe,
2) le accise,
3) l'Iva.
Ora, da un lato, la crisi dei prezzi è perfettamente funzionale all'agenda "green" con tutte le ripercussioni che questa comporta, dall'altro, però, l'Esecutivo non è minimamente intervenuto né sulla riduzione delle accise (diversamente dal Governo Draghi), nè sull'IVA.
È vero che Meloni è legata alla "coperta corta" delle risorse economiche, soprattutto in vista della legge di bilancio per il 2024 (ma intanto si inviano armi a Kiev ed aumentano anche i costi per la gestione dei flussi migratori che sono più che raddoppiati rispetto a settembre 2022), tuttavia alcune soluzioni ci sono, ma, al momento, non sono state prese in opportuna considerazione.
Si naviga a vista a danno di cittadini, imprese e consumatori.
Se è arduo intervenire sull'IVA senza un accordo con l'Unione Europea, ben si potrebbe, però, lavorare sulla c.d. "accisa mobile", ossia uno sconto automatico sulle accise determinato dal prezzo del petrolio. Se questo sale, il maggior gettito generato sarebbe automaticamente destinato a ridurre i listini.
Basterebbe un semplice decreto interministeriale visto che la legge ordinaria dello Stato n. 244/2007 (legge di bilancio per il 2008) lo prevede all'art. 1, commi da 290 a 294. Dal momento che, ad oggi, il prezzo del petrolio è di oltre 90,00 dollari al barile, è ampiamente superato il livello di 77,4 dollari, previsto nel Documento di economia e finanza del 2023, che rappresenta la condizione richiesta dalla legge per servirsi di questa opportunità. Invece, l'Esecutivo dei "patrioti" non solo con il decreto/legge 14 gennaio 2023, n. 5 (c.d. "trasparenza"), convertito con modificazioni nella legge formale n. 23/2023, ha previsto la facoltà (e non l'obbligo) di ricorrere all'accisa mobile senza, peraltro, più indicare la percentuale di aumento (era del 2%) per intervenire, ma ha deciso anche di non seguire questa strada, alzando (pare) nel Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza la soglia a centodieci dollari al barile per il petrolio di qualità Brent rendendo in questo modo impossibile l'attivazione del meccanismo.
Con l'approvazione in Consiglio dei Ministri del "decreto energia", si è optato per il bonus di 80,00 euro che tocca i redditi bassi (si calcola un milione e trecentomila famiglie, cioè quelle in possesso della carta acquisti "Dedicata a te") e che sarà erogato in un'unica soluzione tra ottobre e novembre 2023. Anziché pensare ad un provvedimento generalizzato per quanto non pienamente risolutivo, si è scelta la via delle mance una tantum con impatti limitatissimi sulla vita delle persone. Proprio un grande senso della Patria...
(*) Autore - prof. Daniele Trabucco
Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche "Erich Fromm"). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario "Prospero Moisè Loria" di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in "Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie" organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.
Sito web personale
www.danieletrabucco.it