Martedì, 11 Ottobre 2022 05:42

Londra: Catena umana per dire FREE ASSANGE In evidenza

Scritto da

È un bellissimo sabato soleggiato in quel di Londra dove si sono dati appuntamento i sostenitori di Julian Assange per protestare contro la richiesta di estradizione degli Stati Uniti.

Di Andrea Caldart Cagliari, 10 ottobre 2022 (Quotidianoweb.it) - Giunti da tutto il mondo in difesa del fondatore di WikiLeaks, hanno formato una catena umana fuori dal parlamento britannico. Ma l’immagine che ha commosso più di tutte, è quella del figlio, tenuto per mano dalla mamma Stella Moris, che chiede la libertà per il padre.

La catena ha formato una linea iniziata dalle ringhiere perimetrali del parlamento, estendendosi attraverso il vicino Westminster Bridge fino ad arrivare all'altra sponda del Tamigi.

Tra i partecipanti, si è visto, l'ex leader del Partito Laburista di opposizione britannico, Jeremy Corbyn.

Presente Stella Assange la quale ha affermato che la prigionia del marito: "È già andata avanti per tre anni e mezzo. È una macchia per il Regno Unito ed è una macchia per l'amministrazione Biden”.

Un’esortazione al Governo britannico, di porre fine all’estradizione voluta dagli Stati Uniti e liberalo, incondizionatamente.

Ma anche dall’Italia è partito un gruppo di attivisti Free Assange Italia capitanati da Lorena Corrias che è balzata agli onori della cronaca, per la sua silenziosa pacifica protesta, da quando il 6 agosto, ogni sabato in Piazza Verdi a Como, simula le condizioni e la cella in cui vive recluso Assange.

lorena_assange.jpg

(Lorena Corrias)

L’installazione stradale di Lorena vuole contribuire a diffondere e sensibilizzare sulla causa di Assange, detenuto in un regime di 41 bis, per aver fatto conoscere al mondo le atrocità commesse dai soldati americani in Afghanistan e in Iraq.

Numerose anche altre iniziative e gli appelli alla liberazione di Assange come quelli arrivati dall’inviato speciale dell’Onu contro la tortura Nils Melzer, dal Premio Nobel per la Pace Adolfo Maria Pérez Esquivel ed anche da Edward Snowden, americano naturalizzato in Russia, il quale ha sostenuto che “Assange è un prigioniero politico”.

Punire un giornalista che scopre la verità e la mette a disposizione del mondo è un atto barbaro che vuole solo intimidire ed imbavagliare la libertà d’informazione, ma tutto questo non possiamo pensare che, un domani, potrebbe accadere anche ad ognuno di noi, perché la sua libertà, è la libertà di tutti noi.

Viviamo in un mondo rovesciato, in cui crimini di guerra e formule di sieri sperimentali, vengono messi sotto il sigillo del segreto di stato, “coprendo” quello che i nostri rappresentanti istituzionali fanno.

In questo modo viene a mancare il rapporto fiduciario tra lo Stato e noi cittadini aumentando, nel caso di Assange, i sospetti sulla sua crudele persecuzione.

Gli avvocati di Assange hanno presentato ricorso contro la decisone di Londra di estradarlo, presso l'Alta Corte britannica, mentre lui in attesa, rimane rinchiuso nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, detta la “Guantanamo di Londra”.