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Istat per il 2024 nuovo paniere dei prezzi che al dettaglio non scendono In evidenza

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Di Giuseppe Storti Roma, 6 marzo 2024 (Quotidianoweb.it) - Ogni anno l’Istat rivede l’elenco dei prodotti che compongono il paniere di riferimento per la rilevazione dei prezzi al consumo, aggiornando contemporaneamente le tecniche di rilevazione e le pesature con le quali i diversi prodotti contribuiscono alla misura dell’inflazione.

Nel 2024 la novità più rilevante è di natura metodologica e riguarda l’impiego della banca dati di IVASS per l’assicurazione RC auto, a vantaggio dell’accuratezza della stima dell’indice per questo servizio.

Nel paniere del 2024 utilizzato per il calcolo degli indici per l’intera collettività nazionale e per le famiglie di operai e impiegati figurano 1.915 prodotti elementari (1.885 nel 2023), raggruppati in 1.045 prodotti, a loro volta raccolti in 425 aggregati.

Per il calcolo dell’indice - armonizzato a livello europeo - dei prezzi al consumo, il paniere comprende 1.936 prodotti elementari (1.906 nel 2023), raggruppati in 1.064 prodotti e 429 aggregati. L’aggiornamento dei beni e servizi compresi nel paniere tiene conto sia delle novità nelle abitudini di spesa delle famiglie sia dell’evoluzione di norme e classificazioni e, in alcuni casi, arricchisce la gamma dei prodotti che rappresentano consumi consolidati.

Tra i prodotti più rappresentativi dell’evoluzione dei consumi delle famiglie, che entrano nel paniere 2024 vi sono: l’apparecchio per deumidificazione e purificazione aria, la Lampadina smart e il Pasto all you can eat.

Tra quelli che rappresentano consumi consolidati entrano: la Piastra per capelli, il Rasoio elettrico, lo Scaldaletto elettrico e alcuni corsi ricreativi e sportivi (di tennis o padel, di acquagym, di calcio e calcetto).

Inoltre, per tenere conto delle dinamiche dei prezzi dei prodotti energetici delle famiglie in transizione dal mercato tutelato al mercato libero, l’Istat ha adeguato la modalità di calcolo dell’indice dei beni energetici.

Sono circa 33 milioni le quotazioni di prezzo provenienti ogni mese dalla Grande Distribuzione Organizzata (GDO), utilizzate nel 2024 per stimare l’inflazione; 385mila sono raccolte sul territorio dagli Uffici comunali di statistica (UCS); quasi 235mila dall’Istat direttamente o tramite fornitori di dati; più di 157mila le quotazioni provenienti dalla base dati dei prezzi dei carburanti del Ministero dello Sviluppo economico.

Con riferimento ai canoni di affitto di abitazioni di proprietà privata, sono circa un milione e mezzo le osservazioni utilizzate per la stima dell’inflazione; la principale novità è il passaggio alla fornitura mensile della base dati delle locazioni immobiliari dell’Osservatorio del mercato immobiliare dell’Agenzia delle Entrate, che garantisce un’informazione più completa e tempestiva. Ma al di là dell’aggiornamento del paniere Istat di beni entrati nelle abitudini quotidiana di consumo degli italiani, l’inflazione, soprattutto come viene percepita dai cittadini, appare ben al di sopra di quella accertata.

Ovvero gli aumenti dei prezzi al consumo sono superiori a quelli rilevati dall’istituto nazionale di statistica. Gli effetti poi del decreto antinflazione, che la propaganda governativa, ha spacciato come produttivi di risparmio per il consumatore finale, in realtà hanno rappresentato un vero e proprio flop.

Si trattava di sperimentare nell’ultimo trimestre del 2023, una sorta di patto tra governo, produttori e distributori per offrire agli italiani prodotti a prezzi contenuti. Molti supermercati hanno preferito offrire ai propri clienti i prodotti ai prezzi soliti, secondo un calendario personale di sconti, in relazione anche alle date di scadenza dei prodotti.

Insomma, i cittadini che ancora riescono a fare la spesa quotidiana; riuscendo a fatica a mettere insieme il pranzo con la cena, si affidano a tecniche di orientamento dei prezzi più convenienti, comprando in supermercati diversi i prodotti che vengono venduti scontati.

Quindi spesa quotidiana in vari negozi, comprando un po’ qui e un po’ là, secondo la scontistica migliore della giornata. Inoltre, la stessa Istat, ha certificato il fallimento dell’iniziativa governativa, confermando che - nel trimestre di riferimento - i prezzi al dettaglio anziché diminuire in effetti aumentavano.  

Intanto, e come sempre, si ha la netta sensazione che l’inflazione reale sia molto più sopra dei dati ufficiali rilevati dall’Istat. Tutto ciò nonostante l’aggiornamento del paniere dei prezzi per il 2024.

Insomma, come direbbe in una celebre battuta il principe della risata, in arte Totò: Italiani, arrangiatevi…