Martedì, 15 Dicembre 2015 14:48

Centauri derubati: ecco come agivano i trafficanti di moto e bici da corsa In evidenza

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I Carabinieri hanno arrestato otto stranieri, parte di una organizzazione che aveva la sua base a Parma e con diramazioni in Italia e in Ucraina. Tra le province anche Modena, Reggio Emilia, Bologna. Gli arrestati sono accusati di aver commesso, a vario titolo, 22 furti prevalentemente in danno di negozi di motociclette e biciclette da corsa (di alta gamma), non disdegnando talvolta materiale elettronico e abbigliamento da moto, oltre che la ricettazione di 15 automezzi rubati. -

Parma, 15 dicembre 2015 - di C.N.-

Moto e bici da corsa per un valore di oltre un milione di euro rubate e portate in una base logistica a Milano, dove venivano smontate ed imballate, rese irriconoscibili e trasportate da corrieri in Ucraina.
Questa è stata la ricostruzione fatta dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Parma in seguito a una lunga indagine che ha portato all'arresto di otto stranieri appartenenti a una complessa organizzazione criminale.
Il traffico di mezzi di valore sottratti illecitamente era veloce e poteva contare su una fitta rete che aveva collegamenti non solo in Italia, ma anche in Ucraina.
I Carabinieri di Parma hanno dato esecuzione ad una serie di provvedimenti cautelari emessi, dal Tribunale di Parma, a seguito di una complessa attività d'indagine coordinata dalla Procura di Parma, nei confronti di un'associazione per delinquere composta da cittadini stranieri (moldavi, rumeni e ucraini) operante nelle province di Parma, Modena, Reggio Emilia, Bologna, Milano, Forlì, Cesena, Pesaro, Urbino, Padova e Lecco.
Gli arrestati sono accusati di aver commesso, a vario titolo, 22 furti prevalentemente in danno di negozi di motociclette e biciclette da corsa (di alta gamma), non disdegnando talvolta materiale elettronico e abbigliamento da moto, oltre che la ricettazione di 15 automezzi rubati.
Le indagini, iniziate nel dicembre del 2012 e concluse a gennaio 2014, hanno consentito di delineare i ruoli e compiti ricoperti dagli interessati nell'ambito dell'associazione, la cui sede operativa e decisionale era a Parma, che poteva contare sulla complicità di ulteriori 17 indagati.
L'attività dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Parma ha permesso di comprendere e ricostruire il modus operandi della banda grazie ad una serie di prolungati pedinamenti - durati talvolta fino a 3 giorni consecutivi - e servizi di osservazione controllo e pedinamento effettuati in molteplici province del nord Italia ove la banda andava ad operare.
La ricostruzione delle modalità operative utilizzate dai malviventi, unita ad una lunga serie di precauzioni adottate dagli investigatori per celare i vari interventi di riscontro e recupero della refurtiva, ha permesso, nel corso dell'indagine, di effettuare 9 arresti in flagranza di reato, 5 denunce a piede libero e, soprattutto, recuperare e restituire agli aventi diritto di 31 moto, 74 bici da corsa, 15 autoveicoli, 76 televisori LCD e abbigliamento e materiale tecnico da moto per un valore di circa 1.182.000 euro.
I militari, per non pregiudicare le indagini in corso, hanno di volta in volta fatto intervenire i diversi reparti dell'Arma dei Carabinieri senza mai figurare, in modo che i ritrovamenti della merce e le operazioni di polizia giudiziaria potessero sembrare "casuali" e non allarmare i capi della banda.
Grazie ai vari escamotage utilizzati, è stato accertato che le moto e bici rubate venivano portate in una base logistica, ubicata in una capannone nella periferia di Milano, ove i mezzi erano smontati ed imballati, per limitare i rischi del viaggio rendendo molto difficile l'individuazione della provenienza illecita del materiale, e successivamente trasportati, da complici, in Ucraina.
La cattura dei soggetti destinatari delle misure è stata particolarmente complicata ed ha richiesto tempo ed una mirata indagine volta al loro rintraccio poiché gli stessi erano soliti spostarsi molto frequentemente anche oltre i confini nazionali.
Dopo alcuni mesi di ricerca 8 componenti dell'associazione sono stati, a vario titolo, arrestati dai militari o rintracciati, su mandato d'arresto europeo, dagli organi di polizia dei paesi competenti.