Venerdì, 20 Ottobre 2023 10:37

Vannacci: tanto charme… ma poco appeal antisistema In evidenza

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di Gloria Callarelli (foto: conferenza di Monza Fahrenheit2022. Vannacci e Gloria Callarelli)

Il generale Roberto Vannacci, autore del libro bestseller “Il mondo al contrario”, di charme ne ha da vendere: alto, belloccio, un sorriso pronto per tutti, disponibile, alla mano. Sportivo, ma con stile, è dotato di una buona oratoria e di un’affabilità d’altri tempi. L’identikit perfetto per attrarre un pubblico adulto, di buon livello e interessato alla politica.

Piacevolissimo dialogare con lui prima, durante e dopo la conferenza tenuta a Monza da Fahrenheit2022 ma, quando provi a scalfirne la corazza ed entrare nel merito dei contenuti, tanto del suo libro, quanto dell’attualità, il generale non osa mai e, facendo un paragone calcistico, con l’agilità di un abile calciatore si smarca: quasi sempre salvandosi in corner, talvolta commettendo delle ingenuità e cadendo in fallo. Nulla da dire sui temi della famiglia, del gender, della vita (il generale addirittura si scopre sostanzialmente favorevole alle politiche antiaborto) e di un’Europa diversa. Ma se andiamo su agenda 2030 e politica, dobbiamo tirargli un pochino le orecchie.

Militare dal curriculum lunghissimo, generale di divisione del 9°Reggimento Col Moschin, già comandante della Folgore e del contingente italiano in Iraq, Vannacci, quando si parla di NATO, non può esimersi dal porgere le sue reverenze: “La NATO ha la sua funzione e ha un suo perchè: quello di portare la pace”. Un colpo al cuore per i fan del sovranismo nazionale che invece vedono nella sovrastruttura un’organizzazione guerrafondaia, capace di trasformare l’Italia da potenziale interlocutore di pace a magazzino di armi: un Paese privato di dignità politica internazionale, totalmente asservito, vittima della politica delle bandierine del potente di turno, proiettate sui palazzi istituzionali. Incalzato su questioni di geopolitica, con particolare riferimento al conflitto Mediorientale, commenta semplicemente: “In Paesi multietnici c’è solo una via d’uscita: o una delle due etnie domina o un terzo impone la sua volontà”.

Ma Vannacci, corteggiatissimo dalla politica, si spinge ancora oltre fallendo un rigore a porta vuota quando su un piatto d’argento, in tema di cambiamento climatico, gli offriamo la “testa” di Bill Gates e Klaus Schwab: ma al generale, pare di capire, poco importa se i due miliardari progressisti e mondialisti siano ferventi fautori del nuovo ordine mondiale che si fonda su transizione ecologica e digitale e compie, con la scusa del clima, un vero e proprio esproprio proletario a favore delle élite. Davvero irrilevante allora che siano due dei principali motori di quel mondo al contrario che il generale va denunciando? Secondo noi no: il generale, però, sornionamente sorvola.

Deludendo il pubblico antisistema più esigente, inoltre, prova più volte a svincolarsi dal ragionamento “complottista”, che a lui non piace molto e che invece a noi fa impazzire, anche sul tema dell’immigrazione. Un vero e proprio business che coinvolge dal singolo albergatore alle grandi ONG. Ma davvero è tutto lì? Davvero un pugno di miliardari muoverebbe tutto solo per qualche dollaro in più? Perché, se andiamo a vedere, la destabilizzazione della società, la sostituzione etnica del piano Kalergi, l’impoverimento di un popolo sono tre indizi che costituiscono una prova: l’immigrazione può essere un’arma che distrugge un Paese. Il generale, però, sottolinea che manca di scoprire la stanza dei bottoni di chi manovra il giochino mondialista. Proviamo a ricordargli che esistono i vari Soros, i vari consessi di Davos, le massonerie internazionali, i politici convinti assertori di una società al contraria. Senza molto successo. Comunque su un punto il generale non sbaglia: le società multietniche, storicamente, non hanno mai funzionato.

Ma il colpo di grazia finale, il generale lo infligge al pubblico no vax. Sostenitore della libertà vaccinale, si scopre, però, un quadridosato convinto. Vannacci, infatti, conferma di essersi vaccinato con due dosi di Sputnik e due dosi di ModeRNA, compiendo, dice, un “atto di fede”. Sigh. Una nostra domanda specifica, allora, così recitava: “Ma se Lei scoprisse che una medicina o un VACCINO si rivelassero pericolosi per la salute dei suoi uomini, o addirittura letali, Lei denuncerebbe la cosa come fece coraggiosamente per i proiettili all’uranio impoverito?”. Il generale, ovviamente, risponde di sì, ma aggiunge: “Occorre effettivamente provare che ciò sia vero…”.

Peccato, sinceramente. Perché oltre che fascinoso e talentuoso, speravamo che fosse anche un vero duro, un eroe pronto a salvarci anche in questa battaglia contro i fautori del NWO. Sembra impossibile, ma il recinto del politically correct si può e si deve saltare. E’ in gioco l’amore per la verità, per la Patria che Lei difende e per il proprio prossimo. Ma del resto come diceva Sant’Agostino: la perfezione dell’uomo consiste proprio nello scoprire le proprie imperfezioni. Forza generale, la prossima volta ci stupisca davvero.