Quale sarà la nuova magia capace di inventarsi Zlatan, non è dato a sapere. Almeno per il momento, perché non manca poi così tanto all’annuncio, circa un mese o poco più all’inizio delle vacanze invernali, periodo entro cui lo svedese dovrà per forza di cose prendere una decisione, per poi aggregarsi ai nuovi compagni con l’inizio dell’anno nuovo. L’intenzione sembra proprio quella di tornare in Italia, il Paese dove ha passato più anni in assoluto e dove vuole chiudere la carriera.
Sì, ma dove? A volerlo sono davvero in tanti: dal Napoli al Milan, passando per Bologna e Fiorentina, fino alla Roma di Pallotta. Zlatan non si esprime, se non con un post di commiato, in suo pieno stile, nei confronti dei Los Angeles Galaxy e dei suoi tifosi, che ora possono “tornare a guardare il baseball”. Un Ibra che ha conquistato l’America coi numeri, segnando ben oltre 50 gol, ma non con i fatti: nessun titolo ed anche i playoff sono stati una chimera, mentre Vela lo ha anche battuto nella caccia al titolo di capocannoniere.
Da questo punto di vista però lo svedese, come illustra una infografica dedicata alla carriera e futuro di Ibrahimovic, può vantare numeri ben più importanti. È l’unico straniero nella storia del campionato italiano ad aver vinto il titolo di cannoniere con due squadre diverse, Inter prima e Milan poi. Ha vinto la special classifica dei bomber per ben 5 volte, di cui tre in Francia con la maglia del Psg: è anche l’uomo che ha segnato almeno un gol in più derby. Quello di Torino, Milano, Amsterdam, Barcellona e Manchester. Detiene anche il record delle maglie vestite in Champions League, ben sette: insomma, what else?
Per Zlatan le porte dell’Italia sono apertissime ed in più porti. A partire da quello bolognese, in virtù della forte stima e rapporto con Sinisa, già dai tempi della sua avventura all’Inter, quando il serbo era il secondo di Mancini. La possibilità che Zlatan si trasferisca nel capoluogo emiliano sono piuttosto alte, ma c’è la concorrenza forte di almeno altre due società.
A partire dal Milan, desideroso di ridare entusiasmo ad una piazza giustamente depressa e soprattutto punti, perché l’incubo della zona retrocessione incombe e non è poi così lontana. Contatti ci sono stati, lui spara alto, ma se si vuole, si può arrivare ad un punto di incontro. Ciò su cui non transige Ibra è la durata del contratto, 18 mesi, nulla di meno: e con Raiola, il Milan, ha più di qualche affare in ballo.
Ultima chance, ma in realtà la prima a muoversi in estate, è quella napoletana. Ibra non ha mai nascosto il suo amore per la città e poi c’è Ancelotti, con cui ha condiviso l’esperienza al Psg negli esordi del suo arrivo in Francia, con un rapporto fra i due rimasto assolutamente ottimo.
Chi la spunterà?
La partita finisce due a due ma i crociati escono rammaricati dal Dall’Ara dopo il goal all’ultimo minuto dell’ex Dzemaili. Una buona prova in piena emergenza con un Kulusevski assolutamente strepitoso.
di Luca Gabrielli Parma, 25 novembre 2019 -
Una vera e propria doccia fredda quella subita ieri dai crociati a Bologna. Dopo aver giocato una partita tatticamente perfetta, i crociati si lasciano sfuggire i tre punti all’ultimo secondo su una girata potente di Dzemaili su calcio d’angolo. Un vero peccato proprio per la meticolosità con cui il mister D’Aversa era riuscito a preparare questo impegno con una squadra ridotta all’osso a causa degli infortuni. Specialmente in attacco l’allenatore ha dovuto tirare fuori il classico coniglio dal cilindro inventandosi Kucka falso nueve pronto a fare da boa per gli esterni Sprocati e Kulusevski. Ma la cosa che ormai non sorprende più è l’approccio mentale alla partita della squadra. Fin dai primi minuti i ragazzi cercano di trovare il prima possibile il vantaggio, aggredendo l’avversario di turno. Il primo tempo finisce uno a uno dopo il vantaggio di Kulusevski con un sinistro a giro potente, chirurgico che non lascia scampo al portiere rossoblu Skorupski. Gli ospiti non soffrono il Bologna e anzi sfiorano più volte il raddoppio in contropiede ma il “nonnetto” Palacio al 40’ gira di testa un buon corner battuto da Orsolini. Nella ripresa lo spartito non cambia e l’onnipresente Kulusevski, sempre lui, sfiora il due a zero sempre con il suo potente mancino che però si stampa sul palo. Il Bologna lentamente si porta in avanti alla disperata ricerca del pareggio ma i crociati sono messi molto bene in campo e non soffrono le timide sortite in avanti dei felsinei. Ma nel recupero avviene l’impensabile: l’arbitro concede 30’’ ulteriori ai già quattro minuti di recupero e il Bologna ancora su corner trova la rete del definitivo due a due con una girata potente al volo del capitano Dzemaili. Una vera e propria doccia fredda che gela il Parma, ormai convinto di fare ritorno a casa con il bottino pieno. Ma questo è il calcio e finché l’arbitro non emette il triplice fischio non ci si può permettere di abbassare la guardia. Questo è l’unico errore di un Parma che è andato a giocarsi il derby dell’Emilia con grande determinazione, convinto dei propri mezzi.
Un ottimo collettivo impreziosito da un giovanissimo fuoriclasse: Dejan Kulusevski
Il Parma ormai è in simbiosi con il suo mister Roberto D’Aversa. La squadra si muove con degli automatismi oliati negli anni e anche se privo di giocatori fondamentali, specialmente in attacco come Gervinho, Inglese e Cornelius, riesce a creare trame di gioco veloci e pericolose sia contro squadre al suo stesso livello sia contro squadre più blasonate. In più c’è questo svedesino classe 2000 che si muove in campo come si calcasse i campi di serie da 15 anni. Tutta la squadra si appoggia a lui sapendo che dare il pallone tra i piedi di Kulusevski è come depositarlo in cassaforte. Questo ragazzo ogni volta crea scompiglio tra le difese avversarie e regala assist o goal con una continuità disarmante. Le ultime voci sembrano tranquillizzare i tifosi gialloblù, il forte centrocampista a gennaio non si muoverà da Parma ma purtroppo dovranno mettersi l’anima in pace perché il prossimo anno tornerà all’Atalanta, proprietaria del suo cartellino. Ma siamo sicuri che resterà a Bergamo solo di passaggio perché tutte le grandi d’Europa si stanno già arrivando per rubarlo alla concorrenza. Questo ragazzino ha le stigmate e la testa del campione, ora non resta che continuare ad ammirare le sue gesta con la maglia crociata, anche se per pochi mesi purtroppo.
I crociati regalano una splendida vittoria ai tifosi contro i giallorossi in grande forma nelle ultime gare. Sprocati e Cornelius nel finale di gara fissano il risultato sul due a zero ma è tutta la squadra a girare .
di Luca Gabrielli Parma, 11 novembre 2019 - Serata dalle grandi emozioni nel posticipo delle 18 al Tardini tra Parma e Roma. I ragazzi di D’Aversa volevano regalare al pubblico i primi tre punti contro una big di A prima della pausa di due settimane per la sosta delle Nazionali. Le due squadre si affrontano ad armi pari con i giallorossi che fin da subito cercano di prendere il pallino del gioco mentre i crociati cercano di sfruttare gli spazi offerti con dei contropiedi orchestrati da Kulusevski e Gervinho. Lo spartito della gara è esattamente questo nella prima frazione di gara dove l’attimo che determina il match è l’infortunio di Gervinho nel finale di primo tempo che viene sostituito dall’esterno Sprocati.
Nella ripresa si vede maggiore spettacolo con molti capovolgimenti di fronte e un Sepe che sale in cattedra e salva più di una volta i compagni dal possibile svantaggio. Prodigioso è l’intervento sul tiro a botta sicura di Pastore dopo il palo colpito su punizione da Kolarov. La Roma sembra in procinto di passare in vantaggio ma al 68’ è proprio il subentrato Sprocati a dare una doccia fredda agli ospiti con una torsione di sinistro sulla quale non può farci nulla il portiere Pau Lopez. La Roma non ci sta e si porta tutta in avanti alla ricerca disperata del pareggio ma il Parma è molto compatto nella propria trequarti e concede pochissimo agli avversari. Gli spazi per le ripartenze sono ampi e al 93’ arriva il colpo del ko con Hernani che ruba un pallone a centrocampo e serve un delizioso assist a Cornelius che di prima tira una cannonata di sinistro per il definitivo due a zero. Il Tardini esplode e per i crociati sono altri tre punti fondamentali dal sapore ancora più dolce perché conquistati contro una big.
La squadra ha una sua identità ma le voci di mercato spaventano l’ambiente
Ormai si può dire che la squadra abbia assimilato alla perfezione il credo del mister D’Aversa e negli ultimi due mesi oltre ai tanti punti messi in cascina si è visto anche un bel gioco espresso in molte gare. La squadra scende in campo sempre con l’atteggiamento giusto che negli anni scorsi i tifosi recriminavano ai giocatori e all’allenatore. Soprattutto non si vedono solo ripartenze e contropiede ma azioni manovrate volte a sopraffare l’avversario di turno. Il pubblico si diverte e applaude i suoi beniamini ma alcune voci uscite sui giornali in questa settimana stanno turbando un po’ l’ambiente. Darmian e soprattutto il gioiellino Kulusevski sembrano essere entrati nel radar dell’Inter per gennaio. Sarebbe un errore incredibile privarsi di questi due giocatori che stanno dimostrando gara dopo gara di essere i veri pilastri della squadra in questa stagione. Il fantasista svedese soprattutto, solamente classe 2000, sembra avere veramente le stimmate del vero fuoriclasse per doti tecniche e fisiche. È giunto a Parma in prestito secco dall’Atalanta e sembra che Conte sia rimasto incantato dalle doti sopraffine di questo ragazzo. La speranza è che Faggiano resista alle richieste delle grandi d’Italia per continuare a sognare nella parte sinistra della classifica, nella zona Europa.
I crociati pareggiano al Franchi grazie una rete nel primo tempo del solito Gervinho. Nella ripresa la Fiorentina prende in mano il pallino del gioco e raggiunge il meritato pareggio con la rivelazione dell’anno Castrovilli.
di Luca Gabrielli Parma, 4 novembre 2019 - Il Parma, dopo la sconfitta al Tardini contro il Verona, si risolleva contro la Fiorentina e torna a casa con un punto meritato soprattutto nel primo tempo. Come accade da qualche partita, la squadra scende in campo con il piglio giusto e grande determinazione mettendo in difficoltà i padroni di casa fin da subito. D’Aversa come di consueto imposta la squadra con il baricentro basso e spazi chiusi con licenza di attaccare tramite le ripartenze di Karamoh e soprattutto Gervinho. Ed è proprio il capitano ivoriano a colpire verso la fine della prima frazione di gioco attraverso un contropiede magistrale che sfrutta al meglio superando Dragowski con uno scavetto di sinistro. I crociati legittimano in pieno il vantaggio e rientrano negli spogliatoi soddisfatti dei primi 45’. Nella ripresa si fa probabilmente sentire la stanchezza e specialmente la Fiorentina prende in mano la partita affacciandosi pericolosamente dalle parti di Sepe. La rete del pari è nell’aria e giunge al 67’ con un potente colpo di testa del sorprendente Castrovilli che sfrutta un preciso corsa dalla sinistra del brasiliano Dalbert. Il forcing della Viola si affievolisce complice la stanchezza e la pioggia e la gara termina con un pari giusto per lo spettacolo visto in campo.
Si muove la classifica in attesa del recupero degli infortunati
D’Aversa può essere soddisfatto del risultato raggiunto a Firenze con la squadra decimata negli ultimi tempi dai tanti infortuni. Dopo tre gare giocate in una settimana quasi sempre con gli stessi undici, la classifica continua a sorridere con la zona retrocessione distante sette lunghezze e tantissime squadre alla spalle. Domenica, ancora alle 18, verrà al Tardini una Roma in grande forma negli ultimi tempi e forse qualche elemento verrà recuperato. Uno su tutti il capitano Bruno Alves al centro della difesa che tornerà probabilmente a comandare il reparto. Si è rivisto in panchina anche Cornelius, fondamentale punto di riferimento in attacco dopo aver giocato le ultime gare in emergenza senza un vero centravanti. Basterebbero questi due elementi a dare qualche opzione in più a D’Aversa per affrontare al meglio la squadra giallorossa, specialmente in attacco dove Kulusevski si sta improvvisando falso nueve.
In ogni caso la strada tracciata negli ultimi mesi sembra quella giusta, soprattutto nell’approccio mentale alla gara. La squadra non deve perdere la grinta e la voglia di raggiungere a tutti i costi il risultato per arrivare alla sosta delle nazionali tranquilli in classifica e recuperare gli ultimi infortunati.
Non basta un Parma versione ammazza-grandi per tornare da San Siro con tre punti meritati. L’arbitraggio fa più che discutere sulla rete convalidata a Lukaku nonostante un fuorigioco più che dubbio. Il redivivo Karamoh mette in mostra tutte le sue doti con una prestazione da incorniciare.
di Luca Gabrielli, Parma, 27 ottobre 2019 -
Solo la Var riesce a vanificare una vittoria clamorosa e sacrosanta dei crociati nel tempio del calcio di San Siro contro la corazzata Inter allenata da Antonio Conte.
Il Parma, incerottato in avanti a causa delle assenze contemporanee dei due centravanti Inglese e Cornelius, si presenta con attacco inedito composto da Gervinho, Kulesevski e il debuttante Karamoh, alla prima da titolare in campionato. In difesa confermato Dermaku al posto del capitano Alves dopo l’ottima prestazione contro il Genoa. La formazione nerazzurra fa paura a partire dal portiere Handanovic, finendo in avanti con il tandem offensivo Lukaku-Martinez, micidiale nelle ultime settimane. I crociati però giocano fin da subito ad armi pari e giocano ad armi pari con i padroni di casa che al 23’ passano però in vantaggio con un tiro di Candreva deviato in modo decisivo Dermaku che spiazza l’incolpevolee Sepe. Il Parma reagisce immediatamente e dopo soli tre minuti è il redivivo Karamoh a riportare la gara in pareggio approfittando di un errore di Brozovic che gli permette di farsi spazio al limite ed esplodere un destro nell’angolino basso sul primo palo. Ma non finisce qui perché il momento di sbandamento dell’Inter continua e i crociati ne approfittano al 30’ con Gervinho che di prima batte il capitano nerazzurri dopo una cavalcata sempre del francese Karamoh. Un uno-due micidiale che porta negli spogliatoi gli uomini di D’Aversa più che soddisfatti della prestazione del primo tempo. Nella ripresa l’Inter comprensibilmente alza il baricentro ma non si rende particolarmente pericolosa fino al momento topico del match che decreterà il risultato finale: Brozovic apre per Candreva, cross basso, Sepe sbaglia l’uscita e Lukaku appoggia facile in rete. L’arbitro convinto annulla il goal per il fuorigioco dell’italiano ma viene richiamato dal Var e dopo tre lunghissimi minuti la decisione viene cambiata e Chiffi convalida la rete. Scattano da subito le polemiche perché dal ferma immagine Candreva sembra ben al di là delle linee tracciate dal computer ma in tutti i modi il risultato si riporta in parità. Parte la girandola dei cambi ma il punteggio non cambia con un Inter che attacca in manieraa confusa e senza determinazione e un Parma che giustamente si accontenta del punto e chiude tutti gli spazi.
Ottimo momento dei crociati e un Karamoh davvero super
Il Parma da qualche settimana sembra avere cambiato marcia. Non tanto nella condizione fisica quanto nella testa. L’approccio alle partite è sempre quello giusto condito da determinazione e consapevolezza dei propri mezzi. La squadra non attende più l’avversario giocando in contropiede ma cerca di proporre e condurre il gioco e il più delle volte ci riesce grazie alle buone qualità tecniche complessive. D’Aversa sembra aver trovato i tasti giusti nella mente dei giocatori che non si preoccupano più di subire reti ma fin dall’inizio delle gare cercano di portarsi in vantaggio per poi gestire il risultato. Oltretutto la sfortunata coincidenza del contemporaneo infortunio di Inglese e Cornelius, ha riportato alla ribalta il francese karamoh, ieri alla prima da titolare in campionato, che ha mostrato tutte le sue splendide qualità proprio contro la sua ex Inter. Il francesino sembra aver risolto i suoi problemi fuori dal rettangolo di gioco e con la testa sgombra ha entusiasmato i tifosi con le sue sgroppate e la sua tecnica. Una prestazione condita da un bellissimo goal e un assist decisivo per il capitano di giornata Gervinho e se non farà altre “cassanate” c’è da starne certi che D’Aversa lo riproporrà molto spesso in campo.
Martedi si torna gia in campo nell’infrasettimanale che vedrà il parma ospitare al Tardini il Verona di Juric in disperato bisogno di punti. La speranza è che si continui su questa strada per mettere altri punti fondamentali in cascina e poi magari sognare.
Cinquina entusiasmante dei crociati con un Cornelius in grande serata, autore di una tripletta personale. Gli uomini di D’Aversa si affacciano nella zona Europa a pari punti con la Lazio. Nota negativa l’infortunio alla caviglia di Roberto Inglese che verrà esaminato in questi giorni.
di Luca Gabrielli
Serata indimenticabile ieri allo Stadio Tardini dove il Parma affrontava il Genoa di Andreazzoli bisognoso di punti salvezza per levarsi dalla penultima posizione di classifica.
Le partite post sosta Nazionali sono sempre da prendere con le molle tra acciacchi vari e poco tempo per preparare gli incontri. Gli avversari si sono presentati con una difesa completamente inedita a causa delle defezioni per infortuni e squalifica del capitano Criscito, Biraschi e Romero. Nei crociati invece infortunio muscolare dell’ultima ora del capitano Bruno Alves, sostituito dal colosso Dermaku alla prima da titolare.
In avanti tridente titolare con Gervinho e Kulusevski ai lati del bomber Roberto Inglese. Ma è proprio l’infortunio alla caviglia al 6’ del centravanti che da’ la svolta al match con l’ingresso del danese Cornelius che si rivelerà il migliore in campo. Il biondo attaccante realizza infatti una tripletta di pregevole fattura con i migliori pezzi del repertorio: dalla conclusione in controbalzo, al colpo di testa magistrale in terzo tempo da cestista Nba fino alla botta a rete di sinistro dal limite dell’area. Un attaccante completo che oltre alla finalizzazione ha dato anche un grande aiuto ai compagni facendo salire la squadra, permettendole di rifiatare. Al fianco di Cornelius si conferma ancora una volta il fantasista svedese Kulusevki, autore di due assist determinanti e del quinto goal. Una vera e propria spina nel fianco per i grifoni che non hanno saputo come arginarlo per tutta la gara. I crociati hanno tenuto il pallino del match anche grazie al ritorno fisico e tecnico di Kucka a centrocampo che ha comandato il reparto e dato soprattutto una mani in avanti con le sue sortite offensive che hanno portato nel primo tempo anche alla gioia personale per il ceco con un sinistro in scivolata che ha battuto l’incolpevole Radu.
Prestazione maiuscola che porta il Parma nelle zone nobili della classifica
A sorprendere il pubblico del Tardini è stato l’approccio determinato con cui i giocatori gialloblu sono scesi in campo fin dai primi minuti. La squadra ha iniziato ad attaccare immediatamente e ha mantenuto il comando del gioco dall’inizio alla fine, regalando anche sprazzi di grande calcio. Finalmente si è vista una squadra che si muove in armonia e che non attende l’avversario di turno cercando di colpirlo in contropiede. Il mister ha impostato la gara indicando ai giocatori di tenere il baricentro alto per costruire più azioni possibili per arrivare alla rete del vantaggio. I risultati sono stati stupefacenti con una “manita” che non ha lasciato alcuno scampo al Genoa, sempre più invischiato nelle parti basse della classifica e in odore di cambio di allenatore. Il Parma viceversa raggiunge la Lazio all’ottavo posto con 12 punti in zona Europa e affronterà nel prossimo turno l’Inter di Conte, grande amico di D’Aversa. La partita è di quelle in cui non si ha nulla da perdere e per certi versi sono anche le più semplici da preparare. Di sicuro se verrà affrontata con lo stesso spirito e la voglia visti ieri sera, la squadra uscirà comunque da San Siro a testa alta, che si vinca o che si perda.
La Campagna Abbonamenti per le gare di Serie A Tim 2019/2020 del Parma Calcio nel suo stadio Ennio Tardini, si è definitivamente chiusa con 13.102 sottoscrizioni da parte dei nostri tifosi. Per il nostro club e per la nostra tifoseria si tratta di un traguardo importante, perché storico: era da dieci anni, dalla stagione 2009/2010, che non veniva superata la quota di 13.000 abbonati. Un altro grande esempio di attaccamento che la piazza di Parma ha sempre avuto e nei confronti della squadra di calcio della propria città. Grazie, Crociati!!! Avanti, Parma!!!
LA CAMPAGNA ABBONAMENTI IN COLLABORAZIONE CON CAFFEINA: In questa occasione, il Parma Calcio è tornato a collaborare con Caffeina. “Una Storia Infinita“, la campagna di comunicazione omnicanale proposta da Caffeina e rappresentata dall’iconico simbolo della sciarpa gialloblu tramandata di generazione dopo generazione, ha unito mondo reale e digitale in un’integrazione perfetta tra pagine stampa, affissioni, social media e speciali eventi in città.
Brutto passo indietro dei crociati dopo le due vittorie consecutive della scorsa settimana. Nulla da salvare nella prestazione della squadra che si dimostra molto incostante dall’inizio della stagione.
di Luca Gabrielli Parma, 6 ottobre 2019 - Ci risiamo. Il Parma non riesce a fare quel passo avanti per poter dare una svolta alla stagione e lottare per qualcosa di più della salvezza. Dopo i sei punti conquistati al Tardini condite da prestazioni convincenti sul piano del gioco, si andava a Ferrara contro la Spal per dar seguito a questa striscia positiva. Non è stato affatto così perché ad affrontare i giocatori di D’Aversa c’è stata una squadra con il coltello tra i denti che ha dominato per tutti i 90’ e avrebbe meritato un risultato ben più largo. È infatti di Peragna nella prima frazione di gioco a segnare il goal partita con un piattone destro imprendibile per l’estremo difensore Sepe. Ed è proprio il portiere napoletano a salvare il risultato con un intervento prodigioso ad una mano sulla conclusione da fuori area a botta sicura di Missiroli. Il Parma non ha saputo creare una sola occasione pericolosa dalle parti di Berisha e ha subito per tutta la gara la fame di vittoria dei padroni di casa. La Spal ha giocato con cinque marce in più andando più volte vicino al goal del raddoppio mentre il Parma fin da subito ha gettato incomprensibilmente la spugna. Dopo cinque sconfitte in sei gare i ferraresi risorgono e si defilano dalle zone basse che li stavano attanagliando mentre i ducali restano a metà classifica a nove punti.
Preoccupante involuzione sul piano del gioco
A destare preoccupazione non è il risultato. Ci sta di perdere in trasferta contro una diretta concorrente per la salvezza ma è il modo in cui si perde.
Il Parma è sceso in campo molle, privo di determinazione e assolutamente in balia dell’avversario. E ancora più disarmante è stata l’incapacità di scuotersi durante la partita restano amorfi di fronte agli avversari. L’unico elemento a salvarsi è stato Sepe che ha evitato un passivo ben più pesante. Completamente sterile l’attacco con Gervinho in giornata no, Cornelius lasciato solo lì davanti e il gioiellino Kulusevski lasciato inspiegabilmente negli spogliatoi da D’Aversa nell’intervallo. I centrocampisti sono sempre arrivati secondi sul pallone nei contrasti non mettendoci quella grinta che serve nella massima serie.
Anche il mister deve fare mea culpa perché non è possibile continuare a vedere prestazioni scialbe e amorfe come quelle di ieri e contro la Lazio. Ora ci saranno due settimane per lavorare sulla testa dei giocatori grazie alla pausa per le nazionali, dopodiché si tornerà a giocare al Tardini in un’altra sfida salvezza contro il Genoa.
I crociati vincono la seconda partita consecutiva con un rocambolesco tre a due sul Torino. Imbarazzanti le difese delle due squadre che grazie ai loro scivoloni regalano emozioni al Tardini. Del subentrato Inglese il goal che regala la vittoria a D’Aversa.
Parma, di Luca Gabrielli
Nel giro di poco meno di una settimana le sorti del Parma sono cambiate radicalmente grazie al bottino pieno strappato contro Sassuolo e Torino, giocate entrambe nello stadio di casa. Un timido risveglio dal punto di vista della prestazione e della determinazione visto in questi 180’ con la classifica che inizia a sorridere ai crociati, usciti, per il momento dalle zone basse e pericolose. Approccio alla gara finalmente giusto da parte dei ragazzi di D’Aversa che passano in vantaggio già al 2’ grazie a una ripartenza letale del solito Gervinho che regala un assist da appoggiare semplice semplice in rete per Kulusevski. Pochi minuti e il Toro trova il pari grazie a un colpo di testa di Ansaldi lasciato colpevolissimamente solo dal tremendo Gagliolo. Ma il momento che determina lo spartiacque della partita è al 29’ con l’espulsione per doppio giallo del difensoree granata Bremer e il calcio di rigore per i padroni di casa. Dal dischetto si presenta Gervinho che non fa meglio del suo collega Inglese e si fa ipnotizzare dal portiere Sirigu. Quella dagli undici metri sembra una maledizione e allora a segnare dal penalty ci pensa il “Gallo” Belotti che se lo procura dopo un incauto intervento di Laurini e lo trasforma con freddezza. E’ una partita pazza e nell’ultima azione del primo tempo il centravanti Cornelius, sostituto di giornata di Inglese, batte Sirugu con potente sinistro imbeccato splendidamente da un assist dell’imprendibile Kulusevski. La prima frazione termina due a due in un match che sembra la fiera degli errori e per questo regala uno spettacolo emozionante.
Nella ripresa i tecnici prendono i dovuti accorgimenti ma l’uomo in meno dei granata si fa sentire e lo spartito della gara lo disegna il Parma che tenta un po’ confusamente di vincere la partita. E ci riesce a dieci minuti dalla fine con Inglese subentrato che sfrutta l’unica occasione giunta sui suoi piedi per fissare il risultato sul definitivo tre a due. Si fa espellere anche l’allenatore del Torino Mazzarri che non capacita di aver perso una partita che probabilmente sarebbe finita in un altro modo giocata in parità numerica.
Tante emozioni in questa settimana ma soprattutto tanti punti per la classifica
Il Parma non poteva capitalizzare meglio le due gare consecutive giocate in casa contro Sassuolo e Torino raccogliendo sei punti d’oro per togliersi da una brutta situazione di classifica che si era creata da inizio campionato. Certo ha avuto un ruolo importante anche la fortuna con l’autogol vittoria al 95’ con il Sassuolo e l’aver giocato in 11 contro 10 per più di un tempo contro il Torino. Ma bisogna ammettere che la reazione c’è stata da parte della squadra dopo le prestazione scialbe viste precedentemente. A stupire è il campioncino Kulusevski che migliora di giornata in giornata e si dimostra sempre di più elemento imprescindibile per questa squadra. Le occasioni da rete non mancano e questo è un bene ma dovrebbero essere capitalizzate meglio mentre è assolutamente da registrare il reparto difensivo troppo in sofferenza in tutte le partite. Domenica si a Ferrara contro una Spal con l’acqua alla gola ma la voglia di fare un filotto tre su tre di vittorie.
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