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Martedì, 01 Luglio 2014 10:40

L'ASD Sanseverina e i suoi Atleti Speciali In evidenza

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Remo Pattini: "vogliamo diffondere lo sport integrato nelle scuole e una associazione in ogni comune".

di Lgc - Parma 1 luglio 2014 ---

"Che io possa vincere, ma se non riuscissi che io possa tentare con tutte le mie forze". A questo giuramento gli atleti Special Olympics dell'ASD Libertas Sanseverina si attengono con forza e determinazione, almeno a vedere i risultati sportivi nelle diverse discipline nelle quali si cimentano. Speciali gli atleti e altrettanto speciali i volontari che a vario titolo accompagnano e assistono il gruppo sportivo parmense aderente al all'organizzazione internazionale degli Special Olympics fondata da Eunice Kennedy Shriver. Al timone dell'associazione parmense, dal giorno della fondazione 22 anni fa, è Remo Pattini, una vita nel volontariato locale a partire dalla Croce Rossa al servizio della quale ha anche avuto esperienza in Bosnia e ancora oggi, 52 anni dopo, mantiene lo stesso entusiasmo di allora appena maggiorenne.

"Siamo reduci dal raduno nazionale di La Spezia, racconta Remo Pattini, dove uniti con altri 1.500 atleti abbiamo sfilato per le vie cittadine tra ali di folla e poi affrontati nelle varie discipline sportive. Complessivamente contiamo di 69 atleti che si cimentano nel calcio, nel judo, nel nuoto, nell'atletica, nello sci da fondo, disciplina nella quale abbiamo vinto la medaglia d'oro due anni fa ai campionati del Sestriere così come nelle bocce dove un nostro atleta parteciperà agli europei di Anversa." La soddisfazione si legge e interpreta in ogni parola e espressione di Pattini man mano che i ricordi e i risultati conseguiti, soprattutto sugli atleti, affiorano. Ma non è tutto oro ciò che luccica. La crisi si fa sentire e anche le attività si devono ridimensionare. "Purtroppo, prosegue Pattini, negli ultimi anni, nonostante i tanti sforzi di tutti i volontari abbiamo dovuto ridurre la partecipazione ai raduni. E pensare che solo tre anni fa fui premiato per avere partecipato a tutti i raduni organizzati. Credo che da parte del pubblico si potrebbe fare molto di più. Tutte le strade le ho percorse e tutti i moduli modulini compilati, ma niente da fare. Raccomandazioni non ne cerco confido nel buon senso e nel buon cuore delle persone. A La Spezia abbiamo dovuto sostenere ogni costo, tranne l'attività in loco, dal trasporto ai pernottamenti di atleti e loro familiari. I lombardi, per citarne una, avevano a carico loro solo l'alloggio dei familiari il resto era a carico della Regione Lombardia. E' perciò che ritengo che la Regione Emilia Romagna potrebbe cominciare a dare qualcosa alle nostre attività. Credo che un sostegno a questi atleti sia dovuto perché ogni cittadino del mondo ha pari dignità e pari opportunità." Non si perde d'animo il presidente provinciale dell'ASD Sanseverina consapevole che prima o poi quando i rappresentanti delle istituzioni toccheranno con mano questo mondo non potranno che convincersi dell'importanza anche sociale delle attività realizzate. "Noi rifiutiamo il pietismo, prosegue Pattini, ma faccio appello al mondo civile e alle istituzioni perché ci osservino e trovino il coraggio di frequentarci contribuendo alla attività sportiva che è la nostra missione come è nel giuramento degli atleti "che io possa vincere, ma se non riuscissi che io possa tentare con tutte le mie forze." In questi ultimi giorni ho la sensazione che qualcosa di positivo possa accadere. Abbiamo apprezzato tantissimo che l'Assessore allo Sport del Comune di Parma, Giovanni Marani, ci abbia accompagnati a La Spezia potendo quindi osservare e partecipare direttamente alle attività. Chissà che non possa aiutarci, insieme al nostro direttore regionale Roberto Ghiretti, al quale peraltro va il ringraziamento di tutti gli atleti per avere accettato la carica dopo circa 15 anni di carica vacante, a sensibilizzare la Regione affinché inizi a sostenere l'organizzazione. Sarebbe un dispiacere dover ridurre ulteriormente l'attività."

La Spezia special

Non si arresta comunque la programmazione dell'associazione per traguardare due importanti obiettivi:
- a livello nazionale diffondere lo sport integrato;
- a livello locale aumentare il numeri di organizzazioni sui territori comunali.

"Abbiamo ottenuto eccellenti riscontri dalle attività sportive integrate, sottolinea Pattini, a tal punto che anche a livello nazionale c'è il sostegno della FIGC e il raduno di "Coverciano" del mese scorso è stata la consacrazione del progetto. Attraverso il progetto "Diamo un calcio alla disabilità" viene dato seguito al percorso di sensibilizzazione verso attività di calcio unificato che dia l'opportunità di includere bambini e giovani con diverse abilità attraverso questo gioco. Ad accoglierci nel tempio del calcio nazionale un "signore" dello sport come Giancarlo de Sisti che ci ha accompagnati per tutto il torneo. Infine, a livello provinciale, vorrei che proliferassero più associazioni territoriali. Una più ampia diffusione comunale consentirebbe di meglio organizzare l'assistenza e la diffusione di queste pratiche sportive integrate. Concludo ringraziando tutti i volontari, una quindicina oltre al sottoscritto e ai miei familiari, senza i quali sarebbe stato impossibile realizzare tutto questo complesso di attività. Perché il sogno di questi 69 atleti e di altri che potrebbero aderire prosegua abbiamo bisogno che qualche istituzione pubblica inizi a seguirci e, sono convinto, si accorgerà molto presto che l'investimento è andato a buon fine."

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