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Mercoledì, 14 Novembre 2018 05:51

In overdose si schianta con il TIR al casello

Guida un tir in autostrada in overdose e si schianta sul casello. È successo sabato mattina sull'A31, all'uscita autostradale di Thiene in provincia di Vicenza. Scattata la denuncia e il ritiro di patente. Linea dura dello Sportello dei Diritti: "I camionisti che si drogano non devono guidare piu'"

Poteva provocare una strage il camionista che sabato mattina alla guida di un tir da 11 tonnellate è finito contro il casello di Thiene sull'autostrada A31, in provincia di Vicenza. I poliziotti che sono intervenuti per soccorrere il camionista 38enne, residente nella zona, che era semi incosciente e con problemi respiratori, ha trovato nel tir anche due siringhe con residui di eroina. Dopo il ricovero in ospedale l'uomo è stato sottoposto al test antidroga, che ha dato esito positivo. Gli inquirenti hanno ricostruito che il camion è arrivato alla barriera autostradale alle 8.30, ha imboccato la corsia del Telepass ma, non avendolo montato a bordo, la sbarra non si è alzata.

La fiancata del mezzo pesante ha quindi danneggiato il box del casello. Al camionista è stata ritirata la licenza di condurre e nei suoi confronti è scattata una denuncia.

"Revoca definitiva della patente di guida" è la richiesta che inoltra Giovanni D'Agata presidente dello "Sportello dei Diritti" al Ministro dei Trasporti e al Presidente del Consiglio nei confronti dei camionisti cui venga attestato lo stato di tossicodipendenza.

Alle ore 04:40 circa di questa mattina, mentre una pattuglia dei Carabinieri della Stazione di San Giorgio di Piano (BO) stava effettuando un posto di controllo alla circolazione stradale in via dell'Industria ad Argelato, sopraggiungeva un veicolo Range Rover che alla vista dei militari, a 200 metri circa, frenava bruscamente, invertendo il senso di marcia e dandosi alla fuga.

I Carabinieri salivano in macchina per intervenire, ma il mezzo si era già dileguato per le vie adiacenti. Ripercorrendo la strada a ritroso, a distanza di qualche kilometro – in via Mascarino, nel Comune di San Giorgio di Piano – lo stesso veniva individuato. Il mezzo, verosimilmente a causa dell'alta velocità era fuoriuscito dalla sede stradale, andando ad impattare contro un palo della pubblica illuminazione.

A bordo i corpi senza vita di due 19enni: il conducente, F.A., residente a Cento e il passeggero, D.M.P., residente a Pieve di Cento.


Foto – Stazione Carabinieri San Giorgio di Piano.

Pubblicato in Cronaca Emilia

Ferrari richiama sei modelli per un problema all'airbag. Il bollettino Rapex segnala "rischio lesioni" livello grave

Ferrari sta richiamando sei modelli tra cui: 458 Italia, 458 Spider, 458 Speciale, California, FF e F12 Berlinetta, numero di lotto/codice a barre: da ZFFLJ65B000161035 fino a ZFF68NHC000198576 venduti o registrati, in Italia e Paesi Bassi. La causa del richiamo è da ravvisare nel fatto che "Un componente del sistema airbag sul lato anteriore può essere inadeguato e provocare una rottura del sistema di gonfiaggio. Di conseguenza, l'airbag del passeggero laterale può essere inserito in modo errato". La segnalazione "A12/1659/18 ", nel bollettino Rapex è stata pubblicata oggi. E il bollettino Rapex conclude sinteticamente ''non si possono escludere condizioni di guida non sicure''.

Pur non essendoci stati incidenti, segnala Giovanni D'Agata presidente dello "Sportello dei Diritti", è consigliabile che i proprietari di queste auto prestino la massima attenzione e che si rivolgano subito alle autofficine autorizzate o ai Concessionari Ferrari in Italia nel caso in cui la propria autovettura corrisponda ai lotti in questione. La difettosità segnalata è potenzialmente ancora più rischiosa se si pensa che le supercar in questione dispongono di un'accelerazione da 0 a 100 km/h che si può realizzare in frazione di secondi e che la velocità massima è di oltre 300 km/h. Ferrari non ha indicato quanti modelli sono stati identificati in Italia.

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(9 novembre 2018)

Pubblicato in Motori Emilia

La Polizia Stradale di Modena non si limita ad effettuare controlli su strada, ma estende la propria attività in tutti i settori connessi alla circolazione dei veicoli e ai titoli abilitativi per la conduzione degli stessi.

In tal senso a Modena funziona da tempo una stretta collaborazione tra Polizia Stradale e Motorizzazione Civile dei Trasporti per verificare che durante le procedure per gli esami, volti all'ottenimento delle varie tipologie di patente di guida, tutto avvenga nella più completa regolarità; accade infatti che talvolta alcune persone, in particolare di nazionalità straniera, forse anche per le difficoltà connesse allo studio della parte teorica per l'esame di guida, tentino con qualche "scorciatoia" ingegnosa, ma illegale, di aggirare l'esame teorico per il conseguimento del titolo.

Si registrano episodi di sostituzione di persona, in cui un soggetto, con adeguata preparazione si presenta al posto dell'esaminando con documenti di identità alterati o contraffatti ed altri più ingegnosi, con microauricolari e microcamere occultati per trasmettere ad un complice esterno i quesiti del test ed ottenere le relative risposte.

Nella seduta di esami dello scorso 24 ottobre, un cittadino straniero si è presentato esibendo un permesso di soggiorno verosimilmente falso a nome di un altro soggetto di nazionalità ghanese, che quel giorno avrebbe effettivamente dovuto sostenere l'esame teorico e l'ottenimento del cd. "foglio rosa" per potersi poi esercitare alla guida pratica.

Accompagnato in Questura per accertamenti sulla sua vera identità, è emerso che lo straniero, un cittadino ivoriano di anni 29, titolare di patente di guida rilasciata in Italia, era stato già denunciato in altre province italiane per aver sostenuto o tentato di sostenere esami teorici di guida al posto di altre persone.
I due stranieri sono stati deferiti all'Autorità Giudiziaria per i reati di sostituzione di persona e falso documentale del permesso di soggiorno.

Nella stessa seduta di esami, personale della Polizia Stradale e della Motorizzazione ha sorpreso due esaminandi di nazionalità pakistana che nascondevano nell'orecchio un auricolare ricevente; un più approfondito controllo ha permesso di accertare che, occultata tra i capi di abbigliamento, vi era anche una microcamera collegata ad un apparecchio telefonico cellulare ed un trasmettitore tipo "bluetooth" per l'invio dei dati all'esterno.

I due, entrambi 42enni, sono stati denunciati in stato di libertà per il reato di falso finalizzato all'induzione in errore di Pubblico Ufficiale ed il materiale tecnico utilizzato per la ricetrasmissione dei dati sottoposto a sequestro.

Si vuole sottolineare come tali comportamenti rivestano una enorme gravità in quanto consentono l'ottenimento della patente di guida da parte di persone che ignorano completamente le regole della circolazione stradale, della precedenza e della segnaletica e che potrebbero pertanto divenire un concreto e grave pericolo per la sicurezza della circolazione stradale e delle persone in genere.

Pubblicato in Cronaca Modena

Lo "Sportello dei Diritti": si preannunciava un maxirichiamo di autovetture, ma al momento, da ogni parte d'Italia, ci giungono solo segnalazioni di veicoli diesel autoincendiatisi. Pronta class action in Italia

Tra la fine dello scorso luglio e l'inizio del mese di agosto anche la stampa nazionale ha rilanciato quanto già segnalato dallo "Sportello dei Diritti" il 5 settembre, circa il possibile maxi richiamo di veicoli BMW con motore diesel che sarebbero stati a rischio incendio, senza che a ciò risulti sia seguita quella campagna massiva di richiamo in officina che ci si attendeva anche in Italia. Ora arriva la conferma dalla casa automobilistica tedesca che oggi ha annunciato il richiamo di più di un milione di veicoli in tutto il mondo per risolvere un problema di raffreddamento. Il problema, che riguarda modelli diesel della Bmw, potrebbe causare perdite di liquido di raffreddamento. In casi estremi, la casa segnala il pericolo di incendio se il liquido venisse a contatto con la marmitta. Lo stesso problema ha portato al richiamo di 480.000 veicoli ad agosto.

Basti pensare che nella sola Corea del Sud, il ministero dei trasporti di Seul aveva dovuto disporre lo scorso 14 agosto, con un proprio provvedimento, il fermo per tutti i 27 mila veicoli non ancora esaminati dal costruttore per i rischi connessi ai possibili incendi. Il problema sarebbe legato al potenziale cattivo funzionamento di uno dei moduli dell'Egr (Exhaust Gas Recirculation), il sistema di ricircolo dei gas di scarico per la riduzione degli ossidi di azoto.

Nello specifico, in alcuni casi un liquido, il glicole, potrebbe uscire dal radiatore del sistema di ricircolo e infiammare i gas di scarico assieme ai residui di olio. Il difetto, riguarderebbe diversi modelli BMW ed in particolare serie 3, 4, 5, 6 e 7 oltre che la X3 e la X6 equipaggiate con i motori diesel a 4 cilindri prodotte da aprile 2015 a settembre 2016 e quelle con motori diesel a 6 cilindri dal luglio 2012 al giugno 2015.

Proprio in questi giorni, peraltro, sono giunte numerose segnalazioni allo "Sportello dei Diritti", di autovetture dei tipi ricompresi in quelli che sarebbero dovuti essere oggetto di richiamo, che si sarebbero autoincendiati come, peraltro, documentato dai rapporti dei Vigili del Fuoco che sono intervenuti a domare le combustioni e che abbiamo potuto esaminare. Si tratta di autovetture andate completamente distrutte ed i cui proprietari reclamano il giusto ristoro per i danni subiti che si aggirano su cifre che in alcuni casi andrebbero anche oltre i 50mila euro. Proprio per tali ragioni, ed in assenza di risposte che possano ritenersi soddisfacenti da parte di BMW Italia o dalla casa madre del colosso dell'automobile, Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", evidenzia che stiamo già raccogliendo le adesioni per un'azione collettiva a favore dei proprietari delle autovetture che hanno manifestato le stesse problematiche.

Pubblicato in Motori Emilia

Maxi richiamo nel mondo, Toyota richiama oltre 2,4 milione di ibride. Ecco i modelli. Richiamo separato anche per alcuni camion pickup Tundra dal 2018 al 2019 e SUV Sequoia e modelli Avalon 2019 per riparare un difetto dell'airbag

Ancora automobili destinate a essere ritirate dal mercato in diversi mercati, tra cui l'Europa, per difetti tecnici. Oltre 2,4 milioni di automobili ibride Toyota saranno richiamate dal colosso nipponico a causa del rischio concreto di blocco durante la guida, dovuto a quanto pare a un'anomalia nel dispositivo di protezione (failsafe) che potrebbe fa perdere potenza alle vetture in questione e fermarsi, mentre il servosterzo e la frenata rimarrebbero operativi: "un veicolo in stallo mentre si guida a velocità più elevate potrebbe aumentare il rischio di incidente".

Secondo i risultati delle ispezioni dei veicoli di Toyota, è stato scoperto che il malfunzionamento riguarda gli autoveicoli prodotti in Giappone, in particolare le versioni dei modelli della Prius e Aurius prodotti tra il mese di ottobre 2008 e novembre 2014 che sono state poi commercializzate in quasi tutto il mondo, Italia compresa, anche se circa la metà delle auto coinvolte si trovano di fatto in Giappone. Nello specifico si tratta di 1,25 milioni di vetture vendute in Giappone, 830 mila in nord America e 290 mila in Europa.

La decisione è stata presa dopo che il ministro dei trasporti nipponico ha annunciato una campagna nazionale per il richiamo degli autoveicoli. I proprietari saranno contattati nelle prossime settimane e tutte le riparazioni saranno gratuite. Questo richiamo è stato condotto con la supervisione del Ministero dei trasporti del Giappone. Separatamente, la Toyota ha annunciato anche un richiamo per alcuni camion pickup Tundra dal 2018 al 2019 e SUV Sequoia, così come le vetture Avalon 2019, per riparare un difetto dell'airbag.

Questo richiamo copre circa 188.000 in tutto il mondo, tra cui 168.000 negli Stati Uniti: "A causa di una programmazione inappropriata nell'unità di controllo elettronico dell'airbag (ECU), è possibile che venga rilevato erroneamente un guasto durante l'avvio del veicolo che potrebbe disabilitare uno o più sensori utilizzati per rilevare gli arresti anomali", ha affermato Toyota. "Ciò potrebbe comportare la comparsa di airbag laterali e a tendina e / o airbag anteriori e ginocchia non utilizzati come previsto in caso di incidente, con conseguente aumento del rischio di lesioni in caso di incidente e requisiti normativi in ​​alcuni mercati non essere soddisfatto. "

Nell'attività a tutela dei consumatori e dei proprietari o possessori di veicoli a motore, lo "Sportello dei Diritti", ancora una volta, grazie al servizio che svolge monitorando tutti i richiami tecnici per l'eliminazione di difetti di produzione o di progettazione riguardanti la sicurezza che interessano i veicoli circolanti, anticipa in Italia l'avvio di procedure di tal tipo da parte delle multinazionali automobilistiche anche a scopo preventivo, poiché non sempre tutti coloro che possiedono una vettura tra quelle indicate vengono tempestivamente informati. È necessario, quindi, spiega Giovanni D'Agata presidente dello "Sportello dei Diritti", prestare la massima attenzione e rivolgersi alle autofficine autorizzate o ai Concessionari Toyota Italia, nel caso in cui la propria autovettura corrisponda al modello in questione.

(5 ottobre 2018)

Pubblicato in Motori Emilia

Poche ore sono trascorse dall'appello della Signora Emma, lanciato attraverso il nostro giornale, e il problema della pianta pericolosa di Cevola è stato neutralizzato. 

A racogliere la richiesta d'aiuto e a intervenire con una prontezza encomiabile sono stati, manco a dirlo, i Vigili del Fuoco

Pronti a intervenire in gni circostanza, il Corpo dei Vigili del Fuoco, possono considerarsi gli eroi del nostro tempo e gli "Angeli Custodi". Non esiste problema che non siano in grado di affrontare con una professionalità rarissima.

L'ultima immagine "eroica" è di quel "pompiere", sospeso a 90 metri d'altezza,  che operava per portare in salvo il conducente di un veicolo coinvolto nel crollo del ponte di Genova e sorprendentemente sopravvissuto.

Un Grazie a tutto il Corpo dei Vigili del Fuoco! 

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Pubblicato in Cronaca Parma

Nell'ambito delle iniziative tendenti ad individuare nuove strategie per limitare il grave fenomeno degli incidenti stradali, anche con conseguenze mortali, determinati da abuso di sostanze alcoliche e stupefacenti nonché dalla contestuale violazione delle norme che regolano la velocità, elemento aggravante delle conseguenze del sinistro, che vedono coinvolti quasi esclusivamente giovani frequentatori di discoteche e altri locali pubblici, la Polizia di Stato durante la notte di ieri ha effettuato un servizio dedicato alla verifica delle condizioni psicofisiche dei conducenti.

Il dispositivo di controllo, composto da tre pattuglie della Polizia Stradale, da una unità Cinofila e dal Medico della Polizia di Stato, con la collaborazione con la Croce Rossa Italiana, è stato attivato sulla SS9 in località "EX SALAMINI".

L'attività compiuta ha permesso di verificare 46 conducenti, dei quali 3 sono risultati in stato di ebbrezza alcoolica e 1 alterato dall'assunzione di sostanza stupefacente del tipo cocaina.
I suddetti sono stati deferiti all'Autorità Giudiziaria per i reati previsti dagli Artt.186 e 187 del Codice della Strada; 4 patenti sono state pertanto ritirate per essere inoltrate al Prefetto ai fini della sospensione. Inoltre un veicolo è sottoposto a sequestro ai fini della confisca, con contestuale ritiro della carta di circolazione in quanto uno dei conducenti si trovava in stato di ebbrezza grave con tasso superiore a 1,5 gr/l.

Durante le operazioni di polizia sono state altresì accertate e contestate ulteriori 3 violazioni amministrative per condotte contrastanti le norme del codice stradale.
I servizi proseguiranno nel corso delle prossime settimane.

ESTATE SICURA 

L'impatto dell'operazione ESTATE SICURA su tutto il territorio nazionale ha fatto sì che il confronto dei dati statistici del numero dei furti in abitazione, denunciati nel periodo luglio/agosto 2017 e 2018, consente di rilevare una flessione di tale reato del 13%.

Sulla scorta delle indicazioni del Dipartimento di P.S., la Questura di Parma, ha organizzato specifici servizi di controllo straordinario del territorio, cui hanno partecipato le pattuglie della locale Squadra Volante, le pattuglie del Reparto Prevenzione Crimine di Reggio Emilia, le pattuglie della Polizia Stradale delle Sezioni e dei Distaccamenti di zona nonché pattuglie della locale Polizia Municipale.

Nell'ambito dei servizi di cui sopra, resi maggiormente efficaci dall'uso delle moderne tecnologie - che consentono un accertamento automatizzato diretto sulle targhe dei veicoli attenzionati - nonché dall'effettuazione di numerosi posti di controllo - volti ad eseguire verifiche sui veicoli sospetti alla ricerca di arnesi atti allo scasso o di strumenti utili a neutralizzare i sistemi di videosorveglianza e di allarme, hanno consentito di raggiungere interessanti obiettivi anche a Parma.

Complessivamente, per l'attuazione dell'operazione "Estate sicura", che aveva preso avvio il 2 luglio scorso, sono stati messi in campo 4.186 equipaggi, pari a 9.765 dipendenti. I veicoli controllati sono stati 293.186, le persone controllate
46.485, di cui con precedenti di polizia 9.677, le persone arrestate 81, le persone denunciate 340, i veicoli sequestrati 262, i veicoli contravvenzionati 1.997, gli stupefacenti sequestrati (in grammi)
13442. 


Parma, 8 settembre 2018

Pubblicato in Cronaca Parma

Di Nicola Comparato 6 settembre 2018 - Continuano le segnalazioni dei cittadini parmensi alla redazione della Gazzetta dell'Emilia.

Dopo l'incuria ai Boschi di Carrega, il degrado a Strada Tordenaso e la curva pericolosa di Cevola, è il turno della fermata del bus a Berzola, piccola località del comune di Langhirano.
Uno dei residenti scrive: "Berzola è un posto tranquillo, se pensiamo alle persone che ci vivono, pochi ma buoni. Non si può dire lo stesso della sicurezza stradale. La fermata del bus si trova sul ciglio della strada, le persone in attesa del mezzo di trasporto si trovano in una situazione di pericolo costante. Le auto sfrecciano a gran velocità, non c'è la pensilina e la segnaletica stradale lascia a desiderare. Chiediamo tranquillità e sicurezza. Vi allego le foto, sperando che chi di dovere, dopo aver letto questo articolo, faccia qualcosa al più presto. Grazie."

(In galleria immagini le foto trasmesse)

 

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Pubblicato in Cronaca Parma

Lo "Sportello dei Diritti": si preannunciava un maxirichiamo per oltre 300mila autovetture, ma al momento, da ogni parte d'Italia, ci giungono solo segnalazioni di veicoli diesel autoincendiatisi. Pronta class action in Italia

Tra la fine dello scorso luglio e l'inizio del mese di agosto anche la stampa nazionale ha rilanciato quanto già segnalato dallo "Sportello dei Diritti", circa il possibile richiamo di oltre 300mila veicoli BMW con motore diesel che sarebbero stati a rischio incendio, senza che a ciò risulti sia seguita quella campagna massiva di richiamo in officina che ci si attendeva anche in Italia.

Basti pensare che nella sola Corea del Sud, il ministero dei trasporti di Seul aveva dovuto disporre lo scorso 14 agosto, con un proprio provvedimento, il fermo per tutti i 27 mila veicoli non ancora esaminati dal costruttore per i rischi connessi ai possibili incendi.

Il problema sarebbe legato al potenziale cattivo funzionamento di uno dei moduli dell'Egr (Exhaust Gas Recirculation), il sistema di ricircolo dei gas di scarico per la riduzione degli ossidi di azoto. Nello specifico, in alcuni casi un liquido, il glicole, potrebbe uscire dal radiatore del sistema di ricircolo e infiammare i gas di scarico assieme ai residui di olio. Il difetto, secondo quanto già riportato dal sito dell'Ansa, riguarderebbe diversi modelli BMW ed in particolare serie 3, 4, 5, 6 e 7 oltre che la X3 e la X6 equipaggiate con i motori diesel a 4 cilindri prodotte da aprile 2015 a settembre 2016 e quelle con motori diesel a 6 cilindri dal luglio 2012 al giugno 2015.

Proprio in questi giorni, peraltro, sono giunte numerose segnalazioni allo "Sportello dei Diritti", di autovetture dei tipi ricompresi in quelli che sarebbero dovuti essere oggetto di richiamo, che si sarebbero autoincendiate come, peraltro, documentato dai rapporti dei Vigili del Fuoco che sono intervenuti a domare le combustioni e che abbiamo potuto esaminare.

Si tratta di autovetture andate completamente distrutte ed i cui proprietari reclamano il giusto ristoro per i danni subiti che si aggirano su cifre che in alcuni casi andrebbero anche oltre i 50mila euro. Proprio per tali ragioni, ed in assenza di risposte che possano ritenersi soddisfacenti da parte di BMW Italia o dalla casa madre del colosso dell'automobile, Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", evidenzia che stiamo già raccogliendo le adesioni per un'azione collettiva a favore dei proprietari delle autovetture che hanno manifestato le stesse problematiche.

(5 settembre 2018)

Pubblicato in Motori Emilia