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Sono pronti a muovere i primi passi i “Gruppi di cammino”, nati per dare agli anziani un servizio orientato al movimento e alla socialità. L’Amministrazione comunale di Piacenza offre, agli over 65 o a persone in condizione di fragilità, l'occasione delle camminate di gruppo, svolte con istruttori qualificati, della durata di circa un’ora e trenta minuti. Le camminate avranno frequenza bisettimanale e si svolgeranno lungo l’arco di 10 settimane.

Pubblicato in Cronaca Piacenza

Tentata truffa ad un’azienda carpigiana: denunciato dalla Polizia di Stato un 39enne nigeriano

Pubblicato in Cronaca Modena

Le funzioni fisiologiche dell’organismo, quando il corpo invecchia, si riducono in maniera costante.

I fatti risalgono a ottobre e a novembre dello scorso anno, quando i due, un uomo di 35 anni e una donna di 62, pluripregiudicati, si introdussero nelle abitazioni di due anziane a Soliera. Ma una delle due si è insospettita e ha chiamato i Carabinieri.

Pubblicato in Cronaca Modena

Visto il protrarsi dello stato di emergenza sanitaria e l'elevato numero di persone in quarantena, il Comune di Parma ha deciso di riattivare il numero di telefono 0521 218970 a cui persone anziane sole, persone disabili senza supporto o con familiari in quarantena, persone fragili senza sostegno familiare o amicale o con familiari in quarantena potranno chiedere aiuto per la consegna della spesa a domicilio, di farmaci urgenti, di trasporto o anche solo di compagnia telefonica e sostegno psicologico.

Fa scendere una signora in cortile per consegnarle mascherine ma le strappa il collier che aveva indosso.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

Sul lago di Como Coopselios mette a disposizione residenze e servizi personalizzati per la Terza Età

Sono stati vari gli interventi sul territorio di Gazzola per affrontare l’emergenza in corso.

Dalla consegna di alimenti e medicinali a persone anziane in difficoltà, alla distribuzione a domicilio di mascherine protettive. Sono questi alcuni dei compiti che, da oltre due mesi, dieci cittadini di Gazzola (PC) stanno svolgendo a favore della propria comunità. Un agguerrito gruppo di volontari che, da inizio marzo, ha prontamente risposto all’appello lanciato dal sindaco Simone Maserati.

I piccoli comuni della nostra provincia pur non essendo dotati di vere e proprie strutture di protezione civile hanno comunque trovato soluzioni alternative ma ugualmente efficaci per fronteggiare l’emergenza Coronavirus.

A Gazzola è stato istituito il Centro Operativo Comunale (C.O.C.), uno strumento previsto dalla direttiva del Dipartimento della Protezione Civile Nazionale utile per "adottare ogni misura di contenimento e gestione adeguata e proporzionata all’evolversi della situazione epidemiologica". Ne fanno parte lo stesso sindaco Maserati ed il consigliere con delega alla sicurezza Guido Dotti che coordinano gli operatori e gli uffici comunali.

Su una popolazione di duemila abitanti (che diventano 4 mila conteggiando le abitazioni estive), con l’aiuto del gruppo di volontari, sono già state effettuate quattro distribuzioni di mascherine alla popolazione. Ogni volta, a ciascun nucleo famigliare, è stata consegnata, porta a porta, una busta contenente due maschere per un totale di 8 mila pezzi. Nei prossimi giorni dovrebbe avvenire una quinta distribuzione così da garantire a tutti gli abitanti una certa autonomia sia in questo periodo di quarantena sia nei primi giorni della fase due. Successivamente altre mascherine saranno lasciate a disposizione della popolazione presso la farmacia ed i negozi del territorio.

Una parte consistente delle mascherine è stata messa a disposizione dalla protezione Civile Regionale. Il Comune di Gazzola ha poi provveduto all’acquisto di ulteriori 4.000 pezzi, per integrare le forniture regionali (gratuite) e dare una risposta immediata alle necessità degli abitanti.

Allo stesso modo e sempre in ottica preventiva sono state effettuate due sanificazioni delle strade e dei marciapiedi dell’intero territorio comunale.

Il primo intervento ha visto il coinvolgimento di alcuni agricoltori del comune. Sia gli associati di Confagricoltura sia quelli di Coldiretti avevano dato la propria disponibilità ad intervenire, su richiesta dei primi cittadini della provincia, con trattori ed atomizzatori per la disinfezione delle aree urbane. L’amministrazione di Gazzola ha dunque pianificato un intervento, effettuato dai propri agricoltori, a cui è seguita una seconda sanificazione eseguita invece con mezzi di Iren.

La gestione dell’emergenza Covid ha anche visto la rapida distribuzione dei buoni alimentari per aiutare i nuclei famigliari in maggiore difficoltà. In tempi record il comune è riuscito ad assegnare gli 11 mila euro, provenienti dal Governo, per le famiglie bisognose. Sono stati predisposti buoni da 25 euro spendibili nei negozi convenzionati del paese. Ogni famiglia ha ricevuto fra i 150 ed i 300 euro in corrispondenti buoni.
Per far fronte alle spese derivanti dall’emergenza sanitaria la Giunta Comunale di Gazzola, attraverso una apposita delibera, ha deciso un primo stanziamento di 10 mila euro, ed è pronta a rendere disponibili ulteriori fondi qualora ve ne fosse l’esigenza.

Intano i volontari si sono occupati di fronteggiare anche situazioni “straordinarie” come il recupero di concittadini rimasti bloccati in altre zone d’Italia ed impossibilitate a rientrare autonomamente a casa o il recapito di medicine a cittadini residenti ma ricoverati presso strutture protette della provincia.

Con la progressiva ripartenza delle attività, prevista fra fine mese ed i primi di maggio, non è escluso che alcuni degli attuali volontari debbano riprendere la propria attività lavorativa ed abbiano meno tempo a disposizione da regalare alla comunità. Ci sono altri volontari pronti ad aiutare, perché, nonostante i momenti difficili e la paura del virus, la solidarietà a Gazzola vince sempre.

Domenica, 30 Dicembre 2018 07:23

In aumento la discriminazione verso gli anziani

Discriminazioni nei confronti degli anziani in aumento. Il 28 % delle persone della terza età si sente discriminato, secondo un sondaggio. Con la crisi chi è anziano diventa il capro espiatorio delle politiche di austerità. L'esperto: "Ageismo diffuso, ma ancora tollerato". Lo "Sportello dei Diritti": colpa anche delle istituzioni che nulla fanno per combatterlo

In termini tecnici si chiama ageismo, un inglesismo che indica la discriminazione nei confronti di una persona in base alla sua età, in particolare verso gli anziani, è un fenomeno diffuso in tutta Europa. Secondo uno studio condotto a livello europeo, il 28% delle persone intervistate ha riferito di episodi di questo tipo, addirittura più di coloro che subiscono atti di sessismo (22%) e razzismo (12%).

In uno dei settori che riguardano gli aspetti principali della vita delle persone della terza età, ossia quello della sanità, il "30% tra quelle di 70 anni e più hanno la sensazione di essere trattate in modo ingiusto a causa della loro età", secondo quanto affermato dal professore Christian Maggiori, docente presso l'Alta scuola per il lavoro sociale di Friburgo, in un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano friburghese "La Liberté".

Secondo Maggiori, vi sono diversi fattori che spiegano l'aumento delle discriminazioni nei confronti degli anziani. Rispetto al razzismo e al sessismo, "l'ageismo è ancora relativamente tollerato": ed, infatti, a differenza dei primi due fenomeni, non esistono leggi che vi si oppongono. Inoltre, le persone anziane sono spesso ritenute responsabili dell'aumento dei costi della sanità. Infine, i più giovani possono percepirle "come una minaccia per la propria pensione".

In novembre, Maggiori è stato premiato dalla Fondazione Leenaards con 50.000 franchi (oltre 44mila euro al cambio attuale), che impiegherà per valutare la fattibilità e la pertinenza di un programma di sensibilizzazione dei bambini sull'ageismo. È importante lavorare con i bimbi perché gli stereotipi vengono integrati a partire dai 4-5 anni, spiega nelle colonne del quotidiano. Quando la persona sarà anziana, applicherà a se stessa questi stereotipi, che avranno un impatto sul suo benessere, aggiunge. Alcune persone anziane tendono ad esempio a trascurare le cure perché ritengono che sia normale essere malati a partire da una certa età.

Al tempo della Terza Grande Depressione, gli anziani (i non ricchi e non potenti) spesso divengono -insieme ad altri soggetti marginalizzati, discriminati o disprezzati (ancora una volta migranti, rifugiati, rom)- capri espiatori per settori di popolazione che sperimentano direttamente gli effetti sociali della crisi e delle politiche di austerità. E non solo: l'ideologia dell'austerità, le sue pratiche, nonché una certa demografia apocalittica fanno sì che l'invecchiamento della popolazione sia rappresentato -dai poteri ma anche da settori di opinione pubblica- come fardello sociale non più sopportabile. Così i tagli drastici al welfare, in specie alla sanità pubblica, nel nostro e in altri paesi europei incrementano la discriminazione delle persone anziane. In Europa sono soprattutto i medici a denunciare che l'età avanzata è la principale barriera rispetto all'accesso a cure sanitarie adeguate.

Specialmente in periodi di crisi e recessione, il pregiudizio e la discriminazione in ragione dell'età avanzata possono sommarsi a quelli in base al genere, all'origine, allo status, alla condizione sociale, producendo effetti drammatici. La svalorizzazione della vecchiaia, la rappresentazione di giovani e anziani quali unità sociali distinte e rivali è un inganno utile a occultare le fratture di classe e di potere, le crescenti ineguaglianze sociali, l'isolamento dei più deboli, la disoccupazione e l'impoverimento di massa. Colpa, quindi, anche delle istituzioni e dei governi - per Giovanni D'Agata presidente dello "Sportello dei Diritti" - che, anzichè tentare di mitigare le disuguaglianze sociali, in tempi di crisi continuano a soffiare sul vento del sentire comune e della pancia del popolo invece di tentare di superarle ed abbatterle.

(29 dicembre 2018)

AUSL-IRCCS di Reggio Emilia: in merito all'indagine della Procura sui maltrattamenti ad anziani a Correggio.

La Direzione dell'Azienda USL di Reggio Emilia, in merito all'inchiesta della Procura per l'accusa di maltrattamenti da parte di numerosi operatori socio-sanitari dipendenti dell'Ente gestore ai danni di anziani accolti nel Centro Residenza Anziani di Correggio, esprime in primo luogo solidarietà e vicinanza agli ospiti della struttura e alle loro famiglie.

L'Azienda, appresa la notizia dagli organi di stampa, ha richiesto una relazione formale all'Ente gestore, in stretto contatto con il Comune di Correggio e l'Assessorato regionale politiche per la salute.

In attesa di un quadro più chiaro e definito dei fatti e delle risultanze dell'inchiesta, la Direzione si riserva di agire nelle sedi opportune a tutela dei cittadini e della propria funzione istituzionale, con provvedimenti proporzionati alla gravità dell'accaduto.

"Se i fatti fossero confermati ci troveremmo di fronte a una situazione estremamente grave di maltrattamenti e umiliazione, inaccettabile e indegna per i nostri livelli di welfare e di civiltà". commenta il Direttore Generale Fausto Nicolini.

 

Maltrattamenti casa di riposo Reggio Emilia, Venturi: "Fatto gravissimo, indegno e intollerabile, che va al di là dell'umano"

L'assessore regionale alle Politiche per la Salute sull'indagine, condotta dai Carabinieri, che coinvolge numerosi operatrici sociosanitarie: "Fondamentale l'attenzione e la collaborazione dei familiari, che ringraziamo assieme alle Forze dell'Ordine"

Bologna - "Un fatto gravissimo, indegno e intollerabile, che va al di là dell'umano. Tanto più perché coinvolge persone anziane, fragili e indifese, che più di qualsiasi altro avrebbero bisogno di essere protette". Così l'assessore alle Politiche per la salute della Regione Emilia-Romagna, Sergio Venturi, dopo la notizia relativa ai maltrattamenti inflitti da numerose operatrici sociosanitarie agli ospiti di una casa di riposo di Reggio Emilia.

"Ringraziamo l'Arma dei Carabinieri per avere condotto questa indagine- sottolinea Venturi- e ringraziamo anche i parenti degli anziani ospiti, la cui collaborazione è stata fondamentale per far emergere quanto accaduto. E proprio l'attenzione dei parenti conta moltissimo, oltre alle verifiche di legge che vengono regolarmente svolte, rinnovo quindi l'appello a tutti i famigliari di persone che si trovano presso strutture d'accoglienza a segnalare sempre alle autorità locali e alle aziende sanitarie ogni segnale, anche il più piccolo, affinché vengano svolti subito accertamenti".

"Se le accuse saranno confermate- conclude Venturi- parliamo, ribadisco, di reati gravissimi, che rischiano peraltro di infangare l'operato di quanti ogni giorno svolgono in modo ineccepibile un lavoro prezioso all'interno delle case di riposo. Prendendosi cura con scrupolo, professionalità e dedizione delle persone più deboli". /EC

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