Venerdì, 22 Agosto 2025 07:03

Nuove speranze per i pazienti con paralisi grazie a una ricerca medica israeliana In evidenza

Scritto da Andrea Caldart

Arriva una svolta interessante che apre la strada a importantissimi traguardi in campo medico, regalando nuove speranze per i pazienti con paralisi.

Di Eva Bergamo (Quotidianoweb.it)  Roma, 21 agosto 2025 - Nel 2022, alcuni scienziati dell'autorevole Università di Tel Aviv sono riusciti a far camminare alcuni topi paralizzati somministrando loro impianti di midollo spinale, e dichiarando in seguito che entro tre anni si sarebbe potuto avviare gli studi clinici anche sugli esseri umani.

Ed ora, esattamente tre anni dopo, il Ministero della Salute ha autorizzato il passaggio alla fase decisiva, che riguarda i primi test clinici sull'uomo.

In cosa consiste esattamente questo trattamento?

Un team di ricercatori israeliani - guidati dal Prof. Tal Dvir presso il Sagol Center for Regenerative Biotechnology - ha ingegnerizzato in laboratorio il tessuto del midollo spinale da cellule umane e lo ha impiantato in 15 topi paralizzati da tempo. Dodici di loro sono poi riusciti a camminare.

Lo studio, che è stato pubblicato sulla rivista scientifica statunitense Advanced Science, si è concentrato sulla realizzazione di tessuti funzionali del midollo umano, utilizzando materiali e cellule umane che sono state impiantate in modelli di laboratorio afflitti da paralisi cronica.

Il Professore aveva spiegato al giornale Times of Israel che già la questione degli studi clinici era stata condivisa con la Food and Drug Administration americana, per rendere più facilmente fruibile l'intero lavoro a livello globale.

Se questo dovesse funzionare negli esseri umani, e crediamo che lo farà, potrà offrire a tutte le persone paralizzate la speranza che possano camminare di nuovo”, ha affermato lo scienziato, aggiungendo che, mentre tutti i topi hanno ricevuto impianti spinali da cellule di tre persone, in caso di implementazione sugli umani, il goal sarebbe quello di far crescere una colonna vertebrale unica per ogni paziente utilizzando cellule del proprio corpo. Questo consentirebbe “la rigenerazione del tessuto danneggiato senza rischio di rigetto”, eliminando la necessità di sopprimere il sistema immunitario dei riceventi, come accade nel caso di molti trapianti.

Il Professor Tal Dvir, specializzato in medicina rigenerativa, è Direttore del Centro per le Nanoscienze e le Nanotecnologie, membro della facoltà del Centro Sagol per le Biotecnologie Rigenerative, della Scuola Shemunis di Ricerca Biomedica e Ricerca sul Cancro presso la Facoltà di Scienze della Vita George S. Wise, e del Dipartimento di Ingegneria Biomedica.

Tra gli innumerevoli riconoscimenti, ha ricevuto nel 2023 anche il prestigioso Premio Taobuk - Taormina International Book Festival, assegnato ogni anno in Sicilia a personalità di spicco nel campo della letteratura, dell'arte e della scienza, per i loro valori morali, le loro capacità creative e la loro competenza.

È co-fondatore e responsabile scientifico della biotech israeliana Matricelf, specializzata in medicina rigenerativa personalizzata, che sviluppa terapie curative specifiche per ciascun paziente, volte a ripristinare la funzionalità e l'indipendenza nei malati con gravi lesioni neurologiche, tramite l'utilizzo dell'ingegneria tissutale 3D autologa.

Secondo Dvir, il procedimento può essere paragonato a riparare un filo elettrico tagliato: il trapianto agisce come un ponte conduttivo che permette al segnale di fluire di nuovo senza ostacoli.

Il midollo spinale è infatti una sorta di “cavo elettrico” del corpo: trasmette i segnali dal circuito cerebrale all'apparato muscolare. Pertanto, una lesione può interrompere questo circuito e dal momento che le cellule neuronali non si rigenerano, la zona offesa perde la capacità di trasmettere gli impulsi nervosi, causando paralisi a lungo termine.

Ad oggi, alcuni gruppi scientifici hanno condotto esperimenti producendo cellule staminali di origine umana e iniettandole nel midollo spinale degli animali. Ma il laboratorio di Tel Aviv è il primo riuscito a far crescere pezzi di vera colonna vertebrale ingegnerizzati da cellule umane e a trapiantarli con successo.

Inoltre, va sottolineato che un altro fattore unico di questa ricerca è il fatto di essere rivolta anche al trattamento di pazienti disabili da tempo, perché finora questi studi si sono limitati a soggetti appena paralizzati.

Il processo inizia con una semplice biopsia addominale; in seguito, le cellule adipose estratte vengono separate e riprogrammate tramite processi di ingegneria genetica, facendole quindi specializzare come da necessità. Questa procedura produce un tessuto di micro-neuroni del midollo spinale, che viene in seguito impiantato nel soggetto malato.

Realisticamente, la maggior parte delle persone che necessitano di cure sono lesionati da tempo ormai, quindi questo è importante”, ha affermato Dvir. “Nel nostro esperimento, abbiamo usato sia topi appena paralizzati che topi paralizzati da lungo tempo. Abbiamo avuto successo con entrambi e ci aspettiamo che l’impatto funzioni con gli esseri umani che hanno una paralisi cronica”.

Ha aggiunto che, mentre la percentuale di successo arriva all’80% per i topi con paralisi cronica, si arriva addirittura al 100% in caso di topi con inabilità recente, che hanno quindi ripreso a camminare.

Se i primi test clinici daranno esito positivo, si aprirà un nuovo capitolo nella cura delle paralisi e, più in generale, nella medicina rigenerativa.

Un futuro in cui chi ha perso la capacità di camminare potrà tornare a farlo non è più solo un sogno, ma una concreta possibilità.

Ci sono milioni di persone in tutto il mondo che sono paralizzate a causa di una lesione spinale e non esiste ancora un trattamento efficace per la loro condizione”, ha detto Dvir. “Le persone con lesione in tenera età sono destinate a stare su una sedia a rotelle per il resto della loro vita, sopportando tutti i costi sociali, finanziari e sanitari della paralisi. Speriamo di risolvere questo problema e aiutarli a camminare”.

Il suo team ritiene che il nuovo metodo abbia rilevanza oltre il danno spinale e ora sta esplorando l’utilizzo per una serie di altre malattie e lesioni, come morbo di Parkinson, trauma cerebrale, infarto del miocardio e degenerazione maculare senile.

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Photo Credits: Tel Aviv University

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Iniziano a Tel Aviv  le sperimentazioni sugli esseri umani della tecnologia innovativa che permetterebbe di far tornare a camminare i pazienti paralizzati.

 

 

 

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