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Lunedì, 28 Marzo 2022 19:02

LE MESSE DI SUFFRAGIO In evidenza

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di Alessia Bianchini 28 marzo 2022 - Per un cristiano la morte ha una risposta nella fede in Dio e nella speranza sulla morte e risurrezione di Gesù Cristo; in cui la morte si apre alla vita, quella immortale, che è completamente nuova e non simile alla vita terrena appena passata.
La fede ci insegna che la vita eterna non è un’idea ma una relazione di comunione piena con il nostro Creatore: stando nel suo amore e tra le sue braccia, per diventare in Lui una cosa sola con tutti gli altri fratelli e sorelle che Egli ha redento.
 
E’ la speranza nelle parole che Gesù Cristo rivolge al buon ladrone: «In verità ti dico, oggi sarai con me nel paradiso». (Lc 23,43)
 
L’evento della morte è una prova che ci tocca nel profondo: nella perdita di un familiare, di un amico, di un conoscente ma ci permette paradossalmente di rinnovare il legame con loro nel ricordo della loro memoria e dell’auspicare nella certezza che ci sia un dopo vivifico come ammonisce San Paolo (1cor 19-22): “e poi noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini. Ora, invece, Cristo è risuscitato dai morti, primizia di coloro che sono morti. Poiché se a causa di un uomo venne la morte, a causa di un uomo verrà anche la risurrezione dei morti; e come tutti muoiono in Adamo, così tutti riceveranno la vita in Cristo.”
 
Perciò quando un fedele chiede di celebrare l’Eucarestia ricordando in particolare un defunto esprime nei confronti di chi è trapassato un gesto di amore e di compassione perché chiede al Padre che lo immerga nel Sangue dell’Agnello che lava via ogni colpa perché: “ Di questo gioisce il mio cuore, esulta la mia anima; anche il mio corpo riposa al sicuro, perché non abbandonerai la mia vita nel sepolcro” ( cfr. Salmo 15) ciò deve ricordarci che siamo destinati, (tramite il battesimo), alla Gerusalemme celeste, passato quel tempo di purificazione finale nel purgatorio per ogni eletto a cui poi: «…tergerà ogni lacrima dai loro occhi; non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate». (apocalisse 21, 4).
 
Riporto integralmente il punto 1032 del catechismo della chiesa cattolica che ci esorta nella preghiera di intercessione per i defunti: “Questo insegnamento poggia anche sulla pratica della preghiera per i defunti di cui la Sacra Scrittura già parla: « Perciò [Giuda Maccabeo] fece offrire il sacrificio espiatorio per i morti, perché fossero assolti dal peccato » (2 Mac 12,45). Fin dai primi tempi, la Chiesa ha onorato la memoria dei defunti e ha offerto per loro suffragi, in particolare il sacrificio eucaristico, affinché, purificati, possano giungere alla visione beatifica di Dio. La Chiesa raccomanda anche le elemosine, le indulgenze e le opere di penitenza a favore dei defunti:
 
« Rechiamo loro soccorso e commemoriamoli. Se i figli di Giobbe sono stati purificati dal sacrificio del loro padre, perché dovremmo dubitare che le nostre offerte per i morti portino loro qualche consolazione? [...] Non esitiamo a soccorrere coloro che sono morti e ad offrire per loro le nostre preghiere ».

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