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Di Flavia De Michetti Roma, 28 agosto 203 (Quotidianoweb.it) - Nelle ultime ore, il primo ministro libico Abdul Hamid Dbeibeh ha annunciato la sospensione del ministro degli Esteri Najla Al – Mangoush, accusata di “grande tradimento” e di averla sottoposta a un'indagine.

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Sono state finalmente trovate le 2,5 tonnellate di uranio naturale che nei giorni scorsi erano state dichiarate disperse dall'Osservatorio Nucleare delle Nazioni Unite in Libia.

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Gli ispettori dell’AIEA - Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica hanno dichiarato che circa 2,5 tonnellate di uranio naturale sono scomparse da un sito libico che non è più sotto il controllo del Governo.

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I quattro italiani non sarebbero stati sequestrati per scambiarli con gli scafisti detenuti in Italia. Lo conferma il sottosegretario Minniti: «Sono trafficanti che cercano di monetizzare questa azione». Una lotta contro il tempo per evitare che finiscano in mano a terroristi.

Parma - Nessuna notizia dei quattro tecnici della Bonatti di Parma, rapiti in Libia domenica scorsa, ma prende piede una ipotesi: non si tratterebbe di un atto di terrorismo con l'obiettivo di far liberare trafficanti di migranti in carcere in Italia.
Il governo conferma che il sequestro dei quattro italiani in Libia è da attribuirsi a un'iniziativa di criminali che probabilmente cercano di monetizzare questa azione.

Lo ha detto il sottosegretario con delega ai Servizi Marco Minniti in una audizione al Copasir che ha anche detto che una «ipotesi di scambi con costoro è impercorribile».

Un rischio in più c'è: che le vittime del rapimento possano essere cedute ai terroristi. Il pericolo da evitare è l'allungamento della prigionia, con la possibilità di cessioni degli ostaggi a altri gruppi, magari estremisti.

Questo è quello che è emerso a Palazzo San Macuto durante l'audizione al Copasir di Marco Minniti, sottosegretario con delega ai Servizi.
E' una lotta contro il tempo e tutto si sta svolgendo con la massima riservatezza.

In ogni caso, ha detto Minniti, lo scenario di un possibile scambio con scafisti, ammessa la remota ipotesi che da parte dei sequestratori emerga questa richiesta «non è assolutamente percorribile né accettabile».

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Libia. Rapiti quattro dipendenti della ditta Bonatti di Parma.

Roma 20 luglio 2015 - La Farnesina informa che quattro italiani sono stati rapiti in Libia nei pressi del compound dell'Eni nella zona di Mellitah
Si tratta di dipendenti della società di costruzioni Bonatti.

L'Unità di Crisi si è immediatamente attivata per seguire il caso ed è in contatto costante con le famiglie dei connazionali e con la ditta Bonatti.

Come noto in seguito alla chiusura dell'ambasciata d'Italia in Libia il 15 febbraio, la Farnesina aveva segnalato la situazione di estrema difficoltà del paese invitando tutti i connazionali a lasciare la Libia.

(Fonte Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale)

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Sgozzano 21 egiziani e ne versano il sangue nel mare, bruciano vivi 45 iracheni e rapiscono 35 cristiani il cui destino sarà lo sgozzamento o l'inferno. La Merkel e Hollande candidati a negoziare la resa dell'Isis in Libia.

di Lamberto Colla - Parma, 22 febbraio 2015 -
Sogno o son desto? Con l'ultima dichiarazione dell'ONU che sollecita una azione diplomatica per la Libia un brivido di terrore mi sale dai piedi alla testa. Gli hooligan dell'Isis hanno lanciato l'ennesimo attacco mediatico, che pare una promessa, con l'hashtag su twitter #stiamo arrivando a Roma (#We_ Are_Coming_O_Rome) e l'occidente è pronto a opporre resistenza con una efficace azione diplomatica.

La Giordania e l'Egitto entro le 24 ore successive all'uccisione dei propri connazionali, senza ma e senza se, hanno scagliato i loro aerei sopra le postazioni del Califfato e l'occidente, Italia compresa, opta per una azione diplomatica!

Peraltro non sarà imminente la trasferta libica del team di negoziatori "Pacifix-chic". Gran bagarre all'interno del palazzo di vetro, si stanno già tutti accapigliando per ottenere un posto nella delegazione diplomatica che farà viaggio a Tripoli. I commessi dell'ONU hanno già ricevuto ordine di mettere in pre allarme i sarti che dovranno confezionare le tute arancioni a misura per ciascun componente della delegazione. Non potranno sfigurare quando avranno l'onore della visìbilità. Davanti alle telecamere dell'Isis dovranno mantenere una certa immagine anche una volta inginocchiati con il coltello alla gola. La forma è sostanza, o forse no?

Il nostro inviato da New York ci sta riportando indiscrezioni circa feroci accapigliamenti tra i rappresentanti di tutti i paesi per fare parte della delegazione. E sino a quando l'elenco non sarà deciso non si potranno trasmettere le misure al sarto per confezionare le splendide tute arancioni di rappresentanza.

Speriamo che nel frattempo le bandiere nere con il motto coranico non arrivino a fare i danni che fecero gli hooligans olandesi lo scorso giovedi.

In tutto questo stupisce che la coppia Merkel - Holande non sia partita in avanscoperta a risolvere, da soli, la questione come fecero con Putin.

Ma sorprende anche di non vedere sui cieli libici (ma anche sui cieli di qualche isoletta  italiana - leggi Ustica) i Mig francesi sempre pronti a partire e colpire per un interesse (inter)nazionale come per primi partirono insieme ai britannici, 4 anni fa, per "liberare"  la Libia da Gheddafi e dalle aziende petrolifere italiane.

No, oggi sui cieli della Libia non vola niente e nessuno almeno per ora.

Potrebbe essere che, tra non molto, possano arrivare nuovi armati clandestini da terra e gli scud dell'arsenale di Gheddafi, sulla nostra terra e sulla nostra testa.

Forse i primi cento missili non arriveranno a bersaglio ma presto o tardi anche gli uomini dell'Isis impareranno a usare l'armamento missilistico a medio raggio. Forse ancora prima che le loro cellule dormienti in Italia vengano attivate per agire con la popolazione già in panico.

Il Corano, se questa volta arriverà in Italia, non sarà donato alle 100 ragazze spontaneamente offerte a fare visita a Gheddafi, ma verrà imposto con lama e fuoco con buona pace dei nostri pacifisti radical chic che magari, nel frattempo, si saranno ricongiunti con i loro soldi depositati in svizzera.

 

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