Giovedì, 08 Gennaio 2015 10:22

Anniversario del Tricolore, Bonaccini: "E' la nostra memoria e la nostra storia."

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celebrazioni per il 218° anniversario della nascita del Tricolore a Reggio Emilia celebrazioni per il 218° anniversario della nascita del Tricolore a Reggio Emilia

Il Presidente della Regione Emilia-Romagna, ieri a Reggio Emilia in occasione delle celebrazioni per il 218° anniversario della nascita del Tricolore: "E' la nostra memoria e la nostra storia. Le riforme sono un tassello determinante per ridare funzionalità alle Istituzioni, assieme all'Europa che deve diventare motore di sviluppo" -

Reggio Emilia, 8 gennaio 2015 –

"Le celebrazioni del Tricolore non sono un rituale, ma molto importanti, perché tassello decisivo per non disperdere la memoria, dunque la storia, del nostro Paese. E la memoria è fondamentale, affinché non restino vani o vengano dimenticati i sacrifici di chi ha costruito le fondamenta dell'unità nazionale prima, della scrittura della Costituzione poi, dopo la tragedia del nazifascismo e la lotta di Liberazione."
Lo ha detto Stefano Bonaccini, Presidente della Regione Emilia-Romagna, ieri a Reggio Emilia in occasione delle celebrazioni per il 218° anniversario della nascita del Tricolore.
Bonaccini ha anche preannunciato l'intenzione di dare vita ad "un grande progetto di memoria condivisa, chiedendo collaborazione alla Regione Toscana, per mantenere viva l'attenzione sugli eccidi di Marzabotto, Sant'Anna di Stazzema e su altri luoghi drammaticamente protagonisti di tragedie causate dalla follia nazifascista".

Il Presidente ha espresso il suo apprezzamento per la lectio magistralis affidata a Giorgio Diritti, il regista che col film "L'uomo che verrà" ha contribuito in maniera straordinaria al mantenimento della memoria sull'efferato eccidio di Marzabotto.
Sul tema riforme, Bonaccini ha sostenuto che "non bisogna però avere paura del cambiamento, che non e' un valore in se', ma che se orientato nel senso giusti, può condizionare in positivo il futuro. C'è stata una lacerazione in questi anni, confermata dal recente grande astensionismo delle elezioni regionali, tra gli elettori e la politica, tra gli elettori e le istituzioni. Dobbiamo dunque lavorare intensamente tutti assieme per ridare dignità e maggiore funzionalità alle Istituzioni, quindi non temere una sola Camera legislativa, superando il bicameralismo perfetto, con qualche parlamentare in meno, ma con il Senato trasformato in Senato delle autonomie, così come non temere di abbassare da quattro a tre i livelli di governo. Tutto ciò che va nella direzione di semplificare, modernizzare, rendere più rapide nei tempi delle decisioni, le istituzioni, rafforzerà la loro autorevolezza. Peraltro istituzioni più autorevoli e pienamente legittimate aumentano la qualità della nostra democrazia."

"Per questo – ha continuato il Presidente – bisogna poi puntare con decisione ad un nuovo rapporto tra Stato, Regioni e Comuni, col futuro superamento delle Province attraverso processi di area vasta. E allo stesso tempo mettere la sobrietà tra i caposaldi del nostro agire quotidiano".
Sul tema Europa, Bonaccini ha messo in guardia dalla tentazione di rinchiudersi nei confini territoriali e identificare in chi arriva da fuori come fonte di guai. Al contrario "va rafforzata la cooperazione internazionale e bisogna operare in modo che l'Europa non sia solo un'espressione geografica, ma trasformarla negli Stati Uniti d'Europa in cui la propria identità sia un valore messo al servizio di un progetto più ampio, che preveda non solo una moneta unica, ma politiche economiche, fiscali, sociali e di difesa comuni. L'Europa deve uscire dalla stagione che ha premiato la speculazione e la rendita e deve essere invece fautrice di una nuova crescita in cui vengano premiati lavoro e impresa."
"L'Emilia-Romagna – ha concluso il Presidente – darà il proprio contributo a questo processo, non dimenticando che nel corso della propria storia è riuscita, partendo da un livello di povertà diffusa, a dare vita ad un modello di sviluppo e di crescita, garantendo al contempo una redistribuzione della ricchezza che qui e' stata molto più equa che da altre parti".

(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)