Lunedì, 26 Maggio 2014 08:25

Europa. Domanda di cambiamento. E l'Italia si affida ancora a Renzi In evidenza

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Berlino Berlino LGC


Gli italiani affidano l'Italia e l'Europa a Renzi. Un terremoto politico di cui tutti dovranno trarre motivi di riflessione sia in UE sia in Italia. Il popolo italiano ancora una volta dimostra grandissima maturità.

di Lamberto Colla
Parma 26 Maggio 2014 ----
Il tanto vituperato sistema proporzionale, ancora utilizzato nelle elezioni Europee, ha dimostrato che può sorprendere per polarizzazione. Una conferma che, al di là dei meccanismi tecnici più o meno consoni a strategie elettorali dei partiti, il popolo italiano è capace di polarizzare le proprie scelte con grande efficacia anche attraverso il sistema proporzionale. 4 i partiti che di fatto hanno raccolto le preferenze degli italiani: PD (40-41%), M5S (20-22%), Forza Italia (16-17%) e Lega Nord (6-7%). Proporzioni e distanze che ricordano la prima repubblica quando in una classifica analoga vedeva DC seguita da PCI, PSI e infine MSI.
In questa delicata tornata elettorale europea l'Italia ha dato dimostrazione di essere un popolo maturo e sapiente. Quello che si interpreta è il  desiderio di cambiamnento rapido ma affidandosi alla guida di un partito "tradizionale" invece di cavalcare pesantemente i movimenti di protesta come invece accaduto in molti altri paesi.
In Italia, alla vigilia delle elezioni, il M5S era stato dato per vincitore assoluto con una percentuale addirittura superiore al 40%. Invece quella soglia è stata raggiunta dal Matteo Renzi (PD), relegando - si fa per dire- al 22% il movimento di Grillo e Casaleggio che possono ritenersi abbondantemente soddisfatti per il risultato ottenuto.
Già perché, almeno per ora, la vera rivoluzione l'ha fatta Matteo Renzi, cavalcando un simbolo, quello del PD, che ora sarà chiamato a darsi una nuova identità per reggere il futuro.
41,56% (dato non ancora ufficiale) è un risultato che solo la DC prima repubblica era capace di raggiungere.
Oggi il PD, del dopo Bersani, in poco più di un anno dalla presa di potere di Renzi, ha conquistato il Governo e 85 giorni dopo l'Europa diventando il partito di sinistra più forte. Tutta la sinistra europea ha arretrato sotto le spallate dell'euroscetticismo fatto salvo per la sinistra Italiana o meglio il PD designed by Matteo Renzi. Un marchio di fabbrica tutto suo. D'Alema, Bersani, Bindi e forse Prodi (anche se qualche dubbio sulla sua celata presenza ci sia) dovranno fare i conti con una nuova idea di partito e con delle responsabilità non solo verso l'elettorato di sinistra ma anche verso quel "centro moderato" da sempre corteggiato ma che, solo ora, ha bussato alla porta di casa "Renzi".
L'Italia ha quindi raccolto la promessa di cambiamento di Matteo Renzi su entrambi i fronti, quello nazionale e quello europeo dimostrando di voler partecipare alla ricostruzione dell'europa con regole nuove e soprattutto ha detto basta alla politica del cilicio imposta dalla Merkel. Sobrietà sì ma il limite della sofferenza è stato abbondantemente superato.
L'Europa intera però ha mandato un segnale inequivocabile: basta con la trazione 4x4 tedesca. Francia e Inghilterra sconvolte rispettivamente da Marine Le Pen (Fronte Nazionale) e da Ukip di Nigel Farage. Quest'ultimo, rappresentante britannico dell'euroscetticismo, con il 31% dei voti porterà una corposa rappresentanza in parlamento europeo che si aggiungerà alla compagine francese, italiana, austriaca e così via.
Meno Germania e più autonomie è la richiesta degli europei. Intanto, l'alfiere della Merkel, Jean Claude Junker si candida alla presidenza della commissione europea. Chissà se è consapevole del cambiamento.

Staremo a vedere la composizione dell'Europarlamento e soprattutto alle alleanze che si formeranno per meglio comprendere se l'indicazione degli elettori sarà soddisfatta.