Giovedì, 02 Marzo 2023 05:09

Studentesse iraniane avvelenate per vendetta. In evidenza

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Già a partire dal mese di novembre, in gran parte dell’Iran si sono verificati centinaia di casi di avvelenamento respiratorio, in particolare nel sud di Teheran e nella seconda città santa del Paese dopo Mashhad, Qom. Vittime le studentesse iraniane. 

Di Flavia de Michetti Roma, 1 marzo 2023 (Quotidianoweb.it) - Negli ultimi giorni, le Autorità iraniane, secondo le indagini in corso, hanno confermato che più di 300 studentesse sono state avvelenate per "vendetta", a causa delle proteste contro l'hijab obbligatorio, nel tentativo di costringerle a smettere di frequentare la scuola.

Inizialmente, i fatti sono stati archiviati come incidenti.

Oggi, invece, sono stati definiti veri e propri attacchi intenzionali che coinvolgono circa 30 scuole. La maggior parte dei media locali ipotizzano che le aggressioni avrebbero come scopo la chiusura definitiva delle scuole in un Paese di oltre 80 milioni di abitanti.

Nelle ultime ore, il viceministro dell'Istruzione iraniano, Younes Panahi, ha dichiarato che “Dopo l'avvelenamento di diversi studenti, si è scoperto che alcune persone volevano che tutte le scuole, specialmente quelle femminili, fossero chiuse”. I media statali, infatti, hanno riferito che anche una scuola maschile è stata presa di mira nella città di Boroujerd.

Anche il Dottor Homayoun Sameyah Najafabadi, membro della Commissione sanitaria del Parlamento, ha confermato che l'avvelenamento delle ragazze “è stato fatto intenzionalmente”.

Questi accadimenti hanno incentivato le studentesse ad abbandonare la scuola e molti istituti sono stati chiusi. Secondo un insegnante della città di Qom, su 250 studenti solo 50 hanno frequentato le lezioni, provocando la rabbia dei genitori che, nella giornata del 14 febbraio, hanno protestato davanti all'ufficio del governatore della città santa.

Masih Alinejad, attivista iraniana per i Diritti umani, con sede a New York, e corrispondente per Radio Farda, ha dichiarato: “Secondo me, questo attacco chimico è una vendetta della Repubblica islamica contro le donne coraggiose che hanno rifiutato l'hijab obbligatorio. Poiché il regime iraniano dello Stato islamico odia le ragazze e le donne, invito le donne di tutto il mondo, in particolare le studentesse, a essere la voce degli studenti iraniani e chiedo ai leader dei Paesi democratici di condannare questa serie di avvelenamenti e di isolare il regime di Khamenei” e ha aggiunto: “Io lo chiamo ‘terrorismo biologico’, e dovrebbe essere indagato dalle Nazioni Unite”.

Lo stesso Iran ha anche chiesto ai Talebani del vicino Afghanistan di far tornare le ragazze e le donne a scuola.

Ricordiamo come nel 2014, i cittadini erano scesi per le strade di Isfahan dopo un'ondata di attacchi con l'acido, mirato a terrorizzare le donne che violavano il rigido codice di abbigliamento islamico del Paese e la politica riformista Azar Mansouri, mediante un post condiviso su Twitter, riflettendo su questi accadimenti passati, ha ritenuto che “Se allora gli operatori degli attacchi con l'acido fossero stati identificati e puniti, oggi un gruppo di reazionari non si sarebbe alleato contro le nostre ragazze innocenti nelle scuole”.

Le Autorità ecclesiastiche, legislatori e politici hanno duramente criticato il Governo per non aver messo fine ai brutali attacchi con il veleno e per averne fornito addirittura giustificazioni che, spesso sono risultate contraddittorie.

I funzionari stanno rilasciando dichiarazioni contraddittorie! Uno dice che è intenzionale, un altro dice che è legato alla sicurezza e un altro ufficiale incolpa i sistemi di riscaldamento delle scuole. Tali affermazioni aumentano la sfiducia delle persone”, hanno riportato i media di Stato, citando il religioso Mohammad Javad Tabatabai – Borujerdi.

Oggi, sui casi di avvelenamento è in corso un’indagine giudiziaria.

Al momento le Autorità non hanno nominato i sospettati, ma gli attacchi hanno sollevato il generale timore che ancora molte altre ragazze possano essere avvelenate solo perché in cerca di un’istruzione. I sospetti, per ora, sarebbero caduti su gruppi intransigenti che operano secondo la loro rigida interpretazione dell'Islam. 

(Foto da il ilpost.it, tramite screenshot, che ritrae alcune studentesse che mostrano il dito medio a un ritratto della guida suprema Ali Khamenei.)