Martedì, 28 Febbraio 2023 05:54

Alcune idee per frenare l'immigrazione clandestina In evidenza

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Di Daniele Trabucco (*) Belluno, 28 febbraio 2023 - Ogni morte in mare è una vita unica, preziosa ed irripetibile che cessa di essere tale.

Tuttavia, tranne nel periodo in cui Matteo Salvini (Lega) era Ministro dell'Interno nel Governo Conte I, non si può non registrare la mancata volontà politica di porre un freno all'immigrazione clandestina tanto sul piano interno, quanto su quello comunitario.

In primo luogo, e se ne parla da più di un decennio, è necessario modificare il regolamento UE n. 604/2013 (c.d. "Dublino III) che impone agli Stati di primo approdo l'obbligo di prendere in esame le richieste di asilo politico.

In secondo luogo, bisogna creare degli hotspot fuori dai confini degli Stati membri dell'Unione Europea per l'identificazione dei migranti proprio come ha fatto l'Australia.

In terzo luogo, chi non presenta i requisiti per entrare nel territorio nazionale o vede respinta la domanda di asilo (vanno accelerate le procedure) deve essere rimpatriato in modo assistito e fatti sempre salvi i diritti fondamentali della persona.

Lo Stato costiero, ai sensi dell'art. 19, paragrafo 2, della Convenzione di Montego Bay del 1982, può ritenere non inoffensivo e, dunque precludere l'accesso ai propri porti, il transito di navi ove si trovino soggetti in violazione delle norme vigenti in materia di immigrazione.

In quarto ed ultimo luogo, rifinanziare, con contestuale monitoraggio, le guardie costiere dei Paesi dell'Africa settentrionale (Tunisia, Libia), e mettere al bando le ONG che favoriscono un aumento delle partenze dei barconi.

Il decreto-legge n. 1/2023, che disciplina l'attività delle navi da soccorso delle Organizzazioni non governative, oltre a presentare possibili profili di incostituzionalità e violazioni del diritto internazionale consuetudinario e pattizio, in realtà continua a legittimarle sia pure in presenza di alcune precise e stringenti condizioni.

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(Daniele Trabucco)

 

(*) Autore - prof. Daniele Trabucco.
 
Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Professore universitario a contratto in Diritto Internazionale e Diritto Pubblico Comparato e Diritti Umani presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento Universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano. Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico e titolare di Master universitario di I livello in Integrazione europea: politiche e progettazione comunitaria. Già docente nel Master Executive di II livello in «Diritto, Deontologia e Politiche sanitarie» organizzato dal Dipartimento di Economia e Giurisprudenza dell'Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Socio ordinario ARDEF (Associazione per la ricerca e lo sviluppo dei diritti fondamentali nazionali ed europei) e socio SISI (Società italiana di Storia Internazionale). Vice-Referente di UNIDOLOMITI (settore Università ed Alta Formazione) del Centro Consorzi di Belluno.