Domenica, 05 Febbraio 2023 06:45

Autobomba di Omagh del 1998. La Gran Bretagna avvia un’inchiesta In evidenza

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Nell’agosto del 1998, nell’Irlanda nel Nord un’autobomba ha causato 29 vittime e centinaia di feriti. Oggi, il Governo britannico ha preso la decisione di avviare un'indagine indipendente sull’attentato più sanguinoso della storia del conflitto Nord-irlandese (“The Troubles”, in lingua originale “Na Trioblóidí”, ovvero "I disordini").

Di Flavia De Michetti Roma, 5 febbraio 2023 (Quotidianoweb.it) - Gli anni Sessanta irlandesi sono stati denominati “Era O’Neill”, dal nome del Primo Ministro Nord-irlandese (Terence O’Neill, 1914-1990), un periodo che si sviluppa tra il 1963 e il 1969. Proprio in questi anni la già travagliata situazione irlandese peggiora ulteriormente.

Nel 1966, infatti, nasce l’Ulster Volunteer Force, un’organizzazione paramilitare nordirlandese.

Nel corso degli anni, l’Ulster si macchia di gravi crimini contro i Cattolici e, nell’agosto del 1969, con l’appoggio delle Forze di Polizia locali, interi quartieri di Belfast vengono attaccati dai Protestanti.

A questo punto, i Cattolici creano una loro forza paramilitare, l'IRA (Irish Republican Army) che tra i suoi obiettivi ha la riunificazione con l'Èire e la fine della presenza britannica in Irlanda del Nord). Inoltre, seleziona uomini incaricati di eliminare chiunque fosse sospettato di tradire l’organizzazione con i Servizi Segreti britannici.

In quel periodo, l’Esercito crea perfino un finto servizio di lavanderia porta a porta, con il nome in codice “Operazione Four Square Laundry”. I Servizi Segreti raccoglievano i vestiti con un camioncino, li sottoponevano a svariati test per accertare la presenza di residui di polvere da sparo sui tessuti e li riconsegnavano.

Anche la 14 Intelligence Company, ufficialmente Special Reconnaissance Unit, un'unità per operazioni speciali e intelligence appartenente agli Intelligence Corps dell'Esercito britannico (operante in Irlanda del Nord dal 1972 in poi), apre a Belfast un salone massaggi per captare le conversazioni dai clienti e cercare di ottenere importanti informazioni.

Nei primi anni Settanta, Belfast diventa la città più militarizzata d’Europa, agitata da scontri e paragonata alle zone devastate dalla guerra civile, come Beirut, Tripoli e Damasco.

Il 30 gennaio 1972, nella cittadina di Derry, un gruppo di paracadutisti britannici spara sui manifestanti cattolici, provocando numerose vittime e feriti. Un giorno passato tristemente alla storia con il nome di “Bloody Sunday”.

Da questo episodio, si scatena l’ala più estremista dei Cattolici che, nel tentativo di unificare l’Irlanda, conduce il Paese in un conflitto civile.

Negli anni che seguono, l’IRA organizza numerosi attentati in diverse città britanniche, sia in Irlanda che in Gran Bretagna, guidati dalla mente del gruppo Gerry Adams (deputato al Dáil Éireann irlandese dal 2011), gettando la popolazione nel terrore. Gli attentati sono organizzati per lo più con materiali esplosivi e si verificano in pub o luoghi affollati, colpendo chiunque.

Secondo alcune stime, le vittime di questo conflitto si aggirano intorno alle 3500.

La reazione del Governo inglese e quello Nord-irlandese unionista è molto dura e si concretizza in numerosi divieti, come il Broadcasting ban, che impediva la messa in onda di trasmissioni radiotelevisive che non fossero di provenienza unionista o britannica, i Tribunali monocratici per giudicare chiunque fosse sospettato di terrorismo, torture ai detenuti in attesa di giudizio e internati senza un regolare processo, provocando la dura reazione di Amnesty International, organizzazione internazionale che lotta contro le ingiustizie e in difesa dei diritti umani nel mondo.

Queste sanguinose battaglie non portano a nessun risultato, né per la causa indipendentista, che vuole il ritiro dei britannici dall’isola, né per i governi conservatori che lottano senza tregua contro l’IRA.

Alcuni leader di quest’ultima e del partito politico indipendentista irlandese Sinn Féin, fondato nel 1905 da Arthur Griffith (che lo guidò dal 1908 al 1917), iniziano a cercare una via d’uscita e provano ad intavolare alcune trattative.

Il 15 dicembre del 1993, viene emessa una dichiarazione congiunta, la Downing Street Declaration, grazie al Primo ministro del Regno Unito, John Major, e al Taoiseach (Capo del Governo) della Repubblica d'Irlanda, Albert Reynolds, presso l'ufficio del Primo Ministro britannico in 10 Downing Street.

Secondo questa dichiarazione l’Ulster si sarebbe unito alla Repubblica d’Irlanda solo se la maggioranza della sua popolazione fosse stata favorevole.

Nel 1997, coloro che si dichiarano contrari ai processi di pace si riuniscono in un’altra organizzazione paramilitare prendendo il nome di Real IRA (Real Irish Republican Army) 

Il 10 aprile 1998 si giunge all’accordo detto “del Venerdì Santo”, sottoscritto a Belfast da tutte le fazioni coinvolte e che segnerà la fine degli scontri. Nel 2005, dunque, l’IRA depone ufficialmente le armi e due anni più tardi l’Esercito britannico lascia l’Ulster.

Pochi mesi dopo, si verifica uno dei più sanguinari attentati di questo conflitto, che viene rivendicato proprio dal Real IRA dichiarando, in un comunicato, che i suoi obiettivi erano "commerciali" e porgendo le proprie scuse alle vittime "civili". Un’autobomba uccide 29 persone, tra cui una donna incinta di due gemelli, e ne ferisce altre 220.

Non ci sono state condanne penali, ma quattro membri della Real IRA sono stati ritenuti responsabili in procedimenti civili. Le accuse contro un uomo di 45 anni della Repubblica irlandese sono state ritirate nel 2016 e, nel 2007, l'unico altro uomo accusato dei 29 omicidi, l'elettricista di South Armagh Sean Hoey, allora 38enne, viene dopo un lungo processo senza giuria.

Chris_Heaton-Harris_segretario_dellIrlanda_del_Nord.jpegNei giorni scorsi, il Segretario di Stato per l'Irlanda del Nord, Chris Heaton-Harris, ha annunciato che verrà istituita un'inchiesta legale indipendente (che probabilmente richiederà due anni, se non di più) davanti al Parlamento, in risposta a una sentenza dell'Alta Corte di Belfast nel luglio 2021, che aveva trovato argomenti plausibili secondo i quali la tragedia poteva essere evitata.

Il Segretario di Stato irlandese ha dichiarato "La bomba di Omagh è stata un'orribile atrocità terroristica commessa dalla Real IRA, che ha causato danni incalcolabili alle famiglie di coloro che sono stati tragicamente uccisi e feriti. Il suo impatto è stato avvertito non solo in Irlanda del Nord, ma in tutto il mondo”, aggiungendo "Spero che la decisione di istituire un'inchiesta legale indipendente dia un po' di conforto a quelle famiglie che da tempo si battono per questo risultato”.

Ecco le questioni identificate dall'Alta Corte che verranno esaminate nell'inchiesta: la gestione e la condivisione dell'intelligence, l'uso dell'analisi dei telefoni cellulari, l’esistenza di una conoscenza anticipata o mezzi di conoscenza della bomba e se le operazioni di interruzione avrebbero potuto o dovuto essere organizzate, il che potrebbe aver contribuito a prevenire l'attacco del Real IRA.

L’indagine avrà i pieni poteri dell'Inquiries Act 2005, l'atto in base al quale si svolgono normalmente le inchieste pubbliche. Quest’ultimo afferma, inoltre, che il Presidente di un'inchiesta pubblica "deve adottare le misure che ritiene ragionevoli" per consentire al pubblico e alla stampa di partecipare all'indagine e visualizzare un registro delle prove e dei documenti forniti.

Oggi l’IRA ancora esiste, ma è composta da pochi membri e, a parte un attentato senza vittime nel 2010 contro l’MI5 (ente per la sicurezza e il controspionaggio del Regno Unito), non sembrerebbe, per il momento, creare problemi.

Nonostante i benefici derivati dagli accordi di pace, l’IRA ancora oggi dichiara che il suo obiettivo principale resta l’indipendenza dell’Ulster da Londra.

Ulteriori tensioni, infatti, sono state sollevate dall’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea (Brexit), creando un importante squilibrio: da una parte l’Irlanda, rimasta nei confini dell’UE, e dall’altra l’Ulster legata al Regno Unito e al di fuori del processo di integrazione europea.

Limitare l'inchiesta alle conclusioni specifiche dell'Alta Corte assicurerà che il Governo possa rispettare i suoi obblighi internazionali ai sensi della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo. 

Sarà, dunque, pubblicata una relazione finale che risponderà a ciascuna delle questioni individuate dalla Corte.