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Intervista a Mara Morini, docente presso l’Università degli Studi di Genova In evidenza

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Riguardo al conflitto in Ucraina

Di Matteo Pio Impagnatiello Pilastro di Langhirano, 3 novembre 2022 -

  • Apprendiamo dai media di una seconda telefonata, in tre giorni, tra il ministro della Difesa Sergei Shoigu e il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin. Shoigu ha sentito telefonicamente anche i rappresentanti di altri tre Paesi Nato. Non sono stati forniti dettagli dai russi sulle conversazioni intercorse. Che significato si può dare a questi contatti?

Non è la prima volta dall’inizio del conflitto che si riscontrano contatti telefonici tra le autorità russe e americane. Questo potrebbe significare, e sarebbe un segnale molto positivo, che il dialogo non è mai stato interrotto, ma che ci sono ostacoli di diversa natura, politica e militare, che non facilitano un percorso concreto ed efficace di negoziato tra le parti. Ma l’interpretazione più concreta e plausibile riguarderebbe la preoccupazione russa sull’eventualità dell’uso di una “bomba sporca” da parte dell’Ucraina che ha portato il ministro Shoigu a parlare telefonicamente anche con i ministri della difesa indiano e cinese.

  • Papa Francesco, nel suo libro “Contro la guerra – Il coraggio di costruire la pace”, ha scritto: «La vera risposta dunque non sono altre armi, altre sanzioni». Il cosiddetto “blocco atlantico”, invece, persevera nella direzione opposta, cedendo alle continue richieste di armi da parte ucraina e inasprendo le sanzioni contro la Federazione Russa. Vuole aggiungere un suo commento?

Guardiamo i fatti. Senza l’invio delle armi, non ci sarebbe stata la resistenza e successiva controffensiva ucraina. La Russia avrebbe ottenuto ciò che desiderava: destituzione del presidente Volodymyr Zelensky, sostituito da un presidente più filorusso.

La questione delle sanzioni è più complessa. Se vogliamo rispondere alla domanda: “sono efficaci”? Un’economista risponde “sì, lo sono e abbiamo già visto i primi effetti nel sistema bancario e finanziario russo e nel settore industriale”. Uno scienziato sociale che guarda ad altri obiettivi quali il cambiamento di regime, la sostituzione di Vladimir Putin, la difesa dei diritti civili e politici o il tracollo economico e politico della Russia, non può rispondere con altrettanta sicurezza. Si stima (Global Sanctions Data) che ci vogliono molti anni prima di vedere gli effetti concreti delle sanzioni per queste situazioni. Al momento, Putin è ancora al potere, il sistema economico russo sta dimostrando una forte resilienza, gli oppositori sono incarcerati, etc.. Evidentemente Putin ritiene di avere maggiori chance di successo e conta sulle difficoltà economiche e sociali che l’Occidente sta affrontando. Una guerra di logoramento militare, politica ed economica. In tale contesto, è vero che nessun leader politico, in questa fase del conflitto, sta costruendo quel processo di pace che Papa Francesco sta sostenendo dallo scorso 24 febbraio.

  • Qualche settimana fa, alcuni vescovi europei hanno lanciato un appello alla pace per tutta l’Europa. Nel documento si legge: «Ci sentiamo colmi di profonda tristezza per le orribili sofferenze umane inflitte ai nostri fratelli e sorelle in Ucraina dalla brutale aggressione militare dell’autorità politica russa». Sono, forse, trascurate dai firmatari dell’appello le antecedenti e molteplici esercitazioni militari americane in territorio ucraino, considerate dai russi come vere e proprie provocazioni?

Qualsiasi tipo di provocazione non legittima la scelta politica di invadere un paese. Vero è che dal 2014 nessuno si è preoccupato di comprendere e fermare quanto stava accadendo nel Donbas. I tentativi politici, come gli accordi di Minsk I e II, non sono stati sostenuti efficacemente. Inoltre, la posizione geopolitica dell’Ucraina costituisce un interesse di non poco conto per diversi paesi (Russia, USA, Cina, Europa). Questa situazione è stata gestita pessimamente per meri interessi strumentali. Come sempre, sono le popolazioni che ne subiscono i danni.

  • E’ possibile, secondo lei, ricostruire il vincolo tra i popoli russo e ucraino, spezzato dal conflitto in corso?

Non credo. Ci vorranno decenni per ricostruire un rapporto culturale, per riuscire a superare tanto dolore. Soprattutto da parte degli ucraini, è comprensibile. Certo è che i russi e gli ucraini sono legati da profondi rapporti di amicizia, di lavoro e famigliari. Vedremo se le nuove generazioni sapranno ricucire quello che i loro genitori e nonni non sono riusciti a salvaguardare.

  • In questi giorni si è tenuto a Roma l’incontro organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio, incentrato sul dialogo culturale e religioso. Vi hanno partecipato i presidenti Sergio Mattarella e Emmanuel Macron, che hanno rivolto entrambi un appello alla pace, nonostante l’invio di armi all’Ucraina da parte dell’Italia e della Francia. Cosa ne pensa al riguardo?

Sin dall’inizio del conflitto il presidente francese Macron è stato l’unico leader che ha cercato di mantenere un dialogo con il suo omologo russo, anche su richiesta telefonica di Zelensky. È rimasto, tuttavia, isolato nel tentativo di arrivare quantomeno ad un “cessate il fuoco”. Pochissime sono le voci fuori dal coro che richiedono la pace, anche perché viene associata, erroneamente, alla resa dell’Ucraina. Si tratta di un percorso che va costruito: evidentemente i tempi non sono ancora maturi.

  • Ieri (24 ottobre) ricorrevano i 77 anni dalla nascita dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu). L’invasione russa del territorio ucraino è iniziata il 24 febbraio scorso. E’ corretto affermare che, finora, è mancato il ruolo dell’Onu nel conflitto russo-ucraino?

Non solo quello dell’Onu di cui la Russia è membro permanente. È una guerra declinata con diversi aggettivi: valoriale, economica, militare, politica, internazionale, etc… In tutto questo l’anello più debole è l’UE sia per la sua struttura istituzionale (mancanza di un esercito comune di difesa che porta necessariamente a contare sulla NATO) sia per i diversi interessi nazionali in gioco, come quelli della Germania.