Mercoledì, 05 Ottobre 2022 07:00

Gas: “Giallo” tra Italia e Austria In evidenza

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Perché l’Austria blocca il passaggio del gas russo al confine italiano sul Tarvisio?

Di Andrea Caldart Cagliari, 4 ottobre 2022 (Quotidianoweb.it) - È una domanda che ci stiamo facendo da qualche giorno anche perché il nostro Paese, almeno per quest’inverno, ma noi riteniamo anche per i futuri, non può fare a meno del gas proveniente dalla Russia.

A sentire le dichiarazioni dell’AD di Eni Descalzi, rilasciate a “Repubblica”, per lui la questione è questa: “non è dovuto assolutamente a motivi geopolitici ma al fatto che Gazprom avrebbe dovuto pagare una garanzia monetaria per il passaggio di gas al trasportatore austriaco che porta il gas in Italia che prima non c'era. Il problema, secondo quanto è stato possibile ricostruire, è che Gazprom vorrebbe pagare in rubli, mentre gli austriaci vogliono essere pagati in euro.

Inoltre, sempre Claudio Descalzi continua dicendo: "Stiamo vedendo se possiamo subentrare o al trasportatore o a Gazprom, che non ha pagato 20 milioni di euro di garanzia al trasportatore che deve portare il gas dall'Austria all'Italia".

Difficile capire dove stia la verità, anche perché da parte austrica si dichiara che Gazprom non avrebbe firmato i contratti necessari per trasportare il gas in Austria mentre il colosso russo risponde che il problema sono gli aggiornamenti normativi che l’Austria non avrebbe fatto.

Ma come arriva il gas russo in Austria e in Italia?

Viene trasportato attraverso il gasdotto Yamal-Europe che passa per l’Ucraina e poi attraverso il gasdotto Tag Trans Austria Gas Pipeline, ma sta di fatto che, da sabato, lì è rimasto bloccato.

Il gas, quindi, è in mano austriaca e questo ci fa vedere come possano esistere o crearsi variabili, dovute all’interconnessione non tanto del “tubo”, ma delle divergenze politiche che, ormai quotidianamente, registriamo.

Anche se si potrebbe pensare ad un atto di “bullismo” da parte degli austriaci, la situazione per l’importazione di gas russo verso noi, non cambierebbe di molto, perché questa quota, era già inferiore del 10%.

Va sottolineato che l’Austria, dopo il primo pacchetto di sanzioni alla Russia, si è sempre dichiarata contraria nell’inasprirle, soprattutto riguardo ad un embargo del gas russo, attraverso dichiarazioni fatte dal ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg.

E mentre apprendiamo dal portavoce della società di gestione del gasdotto Nordstream2 che la fuga di gas è finita, noi italiani, attraverso Eni, ci accolleremo un costo di 20 milioni di euro pur di avere un po' di gas in più.

Tutto questo mentre migliaia di aziende italiane non possono più far fronte al pagamento delle bollette energetiche recapitate dal venditore, che ne decide il mercato.

Siamo arrivati alla resa dei “tonti” e, tra poco, si dovrà scegliere chi salvare e non ci sarà una riscoperta idilliaca della natura, per intenderci alla Greta, ma ci troveremo davanti il mondo spietato dell’economia, che non fa sconti a nessuno, ovvero prepariamoci ad “un’assistenza sociale meccanizzata” come nuova forma di totalitarismo economico.