Domenica, 03 Ottobre 2021 09:08

"Dentro la Costituzione” – Il cosiddetto Recovery Fund: ovvero altro debito pubblico In evidenza

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Recovery Fund - Governo Italiano Recovery Fund - Governo Italiano

La rubrica "Dentro la Costituzione" è già giunta al 40esimo appuntamento. Ogni domenica, il Professor Daniele Trabucco, docente di diritto Costituzionale, entrerà tra le pieghe della nostra Costituzione per svelarne i contenuti noti e meno noti. Un'analisi critica spiegata con semplicità, e calata nei  fatti di attualità. Quest'oggi l'argomento riguarda il Recovery Fund e il nuovo Debito Pubblico connesso.

Di Daniele Trabucco Belluno, 3ottobre 2021 - A partire dal 2028 l’onere del rimborso del debito che l'Unione Europea sta cominciando a contrarre emettendo bond, entrerà immediatamente a far parte (in proporzione al reddito nazionale lordo) del debito pubblico degli Stati membri.

In alternativa a questo secco aumento di debito, la UE potrebbe dotarsi di risorse proprie aggiuntive (cioè tasse a carico di imprese e lavoratori). È proprio il vacillare di tale ipotesi che rende molto credibile quanto già previsto da Eurostat.

Infatti, è già saltata la data dello scorso luglio entro la quale la Commissione avrebbe dovuto presentare una proposta per una nuova imposta sul settore digitale, sulle emissioni di CO2 e sui prodotti importati con una elevata "impronta" di CO2.

La prossima scadenza è ora fissata al 22 dicembre 2021.

E non oso immaginare cosa ne sarà di quella del giugno 2024 prevista per il varo di una tassa sulle transazioni finanziarie ed una tassazione del reddito societario.

Da qui l’esigenza formale di costituire gli Stati membri come debitori delle risorse che devono affluire dal 2028 al 2058 al bilancio UE per rimborsare i bond emessi fino al 2026.

Si tratta, beninteso, solo dei bond i cui proventi saranno destinati poi a sussidi (390 miliardi), dal momento che i bond destinati all’erogazione di prestiti (360 miliardi) genereranno da subito un doppio effetto nel bilancio degli Stati: aumenterà il debito pubblico ed aumenterà il deficit al momento dell’esecuzione della spesa.

Invece, la spesa sostenuta dagli Stati e finanziata da sussidi non inciderà sul saldo di bilancio per effetto della compensazione delle due voci.

Si ridimensiona così vistosamente il saldo positivo per l’Italia: i 122 miliardi di prestiti aumenteranno da subito il debito, rimborsato per definizione; gli 84 di sussidi (69 del RRF ed altri 15 di strumenti minori) saranno restituiti alla UE attraverso maggiori contributi che dal 2028 costituiranno debito pubblico.

Il saldo netto si riduce a poco meno di 30 miliardi in 6 anni.

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(Prof. Daniele Trabucco)

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(*) prof. Daniele Trabucco. Costituzionalista presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona/INDEF. 

Associato di Diritto Costituzionale italiano e comparato presso la Libera Accademia degli Studi di Bellinzona (Svizzera)/UNIB – Centro Studi Superiore INDEF (Istituto di Neuroscienze Dinamiche «Erich Fromm»). Dottore di Ricerca in Istituzioni di Diritto Pubblico. Professore a contratto in Diritto Internazionale presso la Scuola Superiore per Mediatori Linguistici/Istituto ad Ordinamento universitario «Prospero Moisè Loria» di Milano.