Mercoledì, 29 Settembre 2021 06:14

Green Pass e principio di ragionevolezza

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Di Autori (*) Belluno, 28 settembre 2021 - Il principio di ragionevolezza, che si ricava dal comma 1 dell'art. 3 della Costituzione repubblicana vigente, deve ispirare ogni trattamento differenziato tra cittadini per non scadere nella illegittimità costituzionale della mera discriminazione.

E ragionevolezza vuol dire, secondo figure consolidate nella giurisprudenza costituzionale, non illogicità, non arbitrarietà, ma proporzionalità rispetto allo scopo.

Qui viene in rilievo la scienza: solo l’evidenza di un beneficio oggettivo per la salute collettiva può giustificare la discriminazione indotta dall'obbligo del certificato verde (cartaceo o digitale) Covid-19 per svolgere attività della vita quotidiana.

Una sicurezza su questo ad oggi non esiste, fosse solo per il fatto che tra i possessori ci sono anche "non vaccinati-tamponati", "non vaccinati-guariti", o vaccinati con una sola dose, le cui possibilità di contagiare sono elevate, ma che il pass, avvertito ormai come passaporto per una magica immunità, incoraggia a dismettere le cautele.

Ci si permette di abbassare la guardia, e di entrare in una sorta di giustificato limbo mentale dove si ritrova sicurezza a qualcosa di ancestralmente ben più profondo. Una mera coperta virtuale, mente e cuore rinfrancati dall'illogicità di fronte all'evidenza.

Allora ci si rifugia in una illusoria pseudo normalità dove l'esternazione  di ciò che abbiamo accanto diventa nemico, dove si ergono muri e non c'è più volontà di trovare dialogo e strada comune.

Si diventa freddi e cinici di fronte alla dipartita di giovani come ormai parte di uno stato di passiva accettazione.

Quando ormai nel quotidiano come nel diritto ogni ragionevolezza cessa di esistere.

Autori (*)

Elena Gobbato (Sos Libertà)

Daniele Trabucco (Costituzionalista