Venerdì, 17 Settembre 2021 10:55

Piena attuazione della Costituzione Repubblicana e ripristino della Sovranità nazionale. In evidenza

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Di Arturo Ferrara 17 settembre 2021 - In questo momento storico particolarmente tragico per i fatti occorsi a seguito della cosiddetta pandemia da Coronavirus, si sta progressivamente perdendo l’attenzione riguardo ad alcuni temi che rivestono un’importanza vitale.

Uno di questi è certamente la violenza di un sistema economico che, anche grazie alla pandemia, sta progressivamente crescendo, fino a stringere la sua morsa fatale attorno agli stati nazionali ed ai loro sistemi giuridico-economici.

Come ha magistralmente illustrato il professor Daniele Trabucco in più di un’occasione, ci troviamo nel tempo in cui le Costituzioni dei paesi Occidentali si trovano come spaesate e compresse dalla crescente globalizzazione, che le pospone a tutta una serie di organizzazioni internazionali, le quali vanno via via sostituendosi alle prime, infiltrandosi nella gestione dei rapporti tra gli individui e tra le comunità, fino a vanificare o addirittura a stravolgere anche i principi costituzionali fondanti. Questo “spostamento” verso una gestione del diritto esterna allo Stato ed al di fuori del potere legislativo, riservato al Parlamento, non comporta semplicemente una sostituzione di soggetti pubblici preposti all’esercizio di tale prerogativa, come per esempio si è visto nel corso dell’Unità d’Italia con l’incorporazione dei vari Stati della Penisola in un unico Regno, ma vede l’ingresso sempre crescente della determinante influenza e capacità di persuasione (anche con mezzi non leciti) di soggetti privati che, al di fuori di ogni legittimazione politica, si arrogano in via di fatto i poteri relativi alla creazione e alla gestione dei rapporti giuridici ed economici.

Si tratta di soggetti privati che, per peso economico ed estensione geografica di interessi (le c.d. multinazionali) esercitano la loro influenza anche a livelli sovrastatuali  e sovranazionali, condizionandone l’attività a proprio vantaggio.

Stando così le cose, viene meno quella che, fin dai tempi di Licurgo, è la primaria funzione del diritto: cioè quella di fornire uno schermo protettivo per il cittadino dall’abuso del potere non solo da parte dell’autorità pubblica, ma soprattutto da parte di quei soggetti privati che, grazie alla loro posizione sociale od economica, si trovino di fatto al di sopra degli altri cittadini e quindi potrebbero essere tentati di sopraffarli (come di fatto sempre avviene, ove non vi sia adeguata tutela).

È per questi motivi, qui brevemente accennati, che riteniamo di vitale importanza la riacquisizione, da parte della Repubblica, della piena sovranità statale e la restituzione della funzione legislativa ad un Parlamento che, in quanto espressione della volontà popolare, abbia la piena legittimazione politica nell’esercizio della stessa.

Ciò può avvenire esclusivamente tramite il ripristino e l’osservanza del dettato costituzionale così come fu originariamente concepito, rimettendo cioè al centro del dibattito concetti fondamentali quali la sovranità popolare e l’irreversibilità della forma repubblicana, giungendo così alla piena attuazione della nostra Costituzione.

Condizione necessaria per la piena attuazione della Costituzione è l’uscita dall’Unione economica e monetaria dell’Unione Europea, tramite l’attivazione dell’art.50 TUE, il quale prevede la possibilità, per ogni Stato membro, di uscire dall’Unione Europea qualora lo ritenesse necessario.

In ottemperanza al disposto del secondo comma dell’art.1 (“La sovranità appartiene al popolo”) e dell’art.139 della Costituzione, il quale prevede la definitività della forma repubblicana, sono da considerarsi in contrasto con la Costituzione, quindi denunciabili, tutti quei trattati che prevedono la cessione a terzi della sovranità o di parti della sovranità dello Stato, compromettendone così la forma repubblicana.

La sovranità dello Stato comprende innanzitutto la sovranità monetaria, strumento indispensabile per l’attuazione delle “politiche monetarie e finanziarie”, prerogativa esclusiva dello Stato, che la esercita tramite il Parlamento. Al fine di ristabilire la piena Sovranità monetaria dello Stato, saranno necessarie riforme istituzionali e legislative dirette a riportare la Banca d’Italia sotto il controllo incondizionato dello Stato. Costituisce priorità assoluta la riforma dell’art.81 Cost., così come è stato sostituito dall’art.1 della legge costituzionale 20/4/2012, n.1 (pareggio di bilancio), in quanto in contrasto con l’art.1, comma 2 Cost. (sovranità popolare), l’art.4, comma 1 Cost. (diritto al lavoro), l’art.32, comma 1 Cost. (tutela della salute), l’art.34, comma 4 Cost. (diritto allo studio), l’art.36, comma 1 Cost. (retribuzione proporzionata), l’art. 38, comma 2 Cost. (previdenza sociale)  e l’art.47 Cost. (tutela del risparmio). La persistenza di tale norma inoltre vanificherebbe la riacquistata sovranità monetaria.

Al fine di garantire l’effettiva Indipendenza della Repubblica e del rispetto dell’art.41, commi 2 e 3 Cost. (utilità sociale dell’attività economica), si prevede la riserva, in favore dello Stato, di determinate imprese o categorie di imprese rilevanti ai fini della difesa e sicurezza dello Stato, dei servizi pubblici essenziali, delle fonti di energia, delle attività in regime di monopolio (anche in regime di concessione regolamentata), o che comunque abbiano carattere di preminente interesse generale ex art. 43 Cost..

Al fine della piena attuazione dell’art. 47 Cost. è necessario  infine ristabilire la separazione delle attività bancarie commerciali da quelle speculative (ad esempio: la riforma/abrogazione del Decreto legislativo 1/9/1993, n. 385) al fine di tutelare le attività finanziarie di raccolta di risparmio tra il pubblico e di esercizio del credito verso l'economia reale, differenziandole dalle attività di investimento e di speculazione sui mercati finanziari nazionali ed internazionali.

(Arturo Ferrara – Professionista del Diritto)

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