Giovedì, 31 Dicembre 2020 14:45

 La politica scelga di farsi misurare sui risultati che porta, questo chiede +Europa   In evidenza

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Pubblicità della qualità dei servizi pubblici e dei risultati concreti che portano le pubbliche amministrazioni; più lavoro e incremento della produttività dei lavoratori italiani con investimenti adeguati che considerino anche le nuove generazioni; una politica lungimirante, europeista, liberale, federalista ed ecologista, sono gli elementi indispensabili per il rilancio della nostra economia e di conseguenza della società intera.

Valerio Federico, tesoriere nazionale di +Europa in una intervista "a ruota libera" ci racconta delle strategie per far ripartire il paese.  

Di Lamberto Colla Reggio Emilia 31 dicembre 2020 -A ben pensarci di "politica", quella con la "P" maiuscola, è quasi un anno che non se ne sente parlare. Fatto salvo i periodi dedicati alle elezioni amministrative di inizio anno e di settembre scorso, di politica non si sente parlare. Negli ultimi 9 mesi la "pandemia" ha giustificato questa aridità politica e oltre alle schermaglie sulle mascherine sì o sulle mascherine no, piuttosto che sull'efficacia delle "app" di Stato e altre amenità sulla pandemia in atto, la politica nazionale non ha certamente espresso il meglio di sé stessa.  

Ma a ben guardare i nostri conti il meglio non è stato espresso nemmeno nei periodi precedenti all'era pandemica, con i partiti troppo impegnati sul breve periodo e ben poco sul lungo, sulla progettazione del futuro della nostra società.  

Se questo è vero per i più grandi partiti, lo è meno per +Europa, il movimento di Emma Bonino - 3,1% dei voti nelle ultime elezioni europee ma con percentuali ben superiori nelle grandi città - che fonda le sue radici nella storia ed esperienza radicale e che continua a lottare per accrescere diritti civili, tutela ambientale, concorrenza e merito, così come perché vengano poste le basi per una rinascita collettiva della società italiana in parallelo a quella europea.  

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"Un futuro di benessere, sottolinea Valerio Federico tesoriere di +Europa d'ascendenza radicale, in tutte le sue possibili declinazioni, non può che passare dall’Unione Europea che oggi, in occasione della pandemia, sta producendo uno sforzo economico e politico comune senza pari. Noi chiediamo in questa fase la costituzione di una forza di regia, intervento sanitario rapido e protezione civile dell’Unione europea per affrontare le pandemie, in un percorso di riforma dei trattati che porti fino a un vero e proprio comparto sanitario federale per le emergenze sanitarie. A ParmaMilanoLucca e Fano è già passata una nostra delibera in tal senso che si appella al Governo perché se ne faccia promotore https://partecipa.piueuropa.eu/eusanita_europea ."  

Una forza di regia d'intervento rapido che abbia risorse autonome e libertà d'azione su tutto il territorio europeo. Oggi esiste l'ECDC (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), che si occupa di fronteggiare le emergenze sanitarie a livello continentale, ma che tra lacci e lacciuoli burocratici e ridotte disponibilità economiche ha avuto un ruolo marginale in questa emergenza sanitaria.  

Ecco quindi che una forza di intervento rapido in ambito sanitario e di protezione civile potrebbe contribuire anche a rafforzare quel sentimento di comunità che l'Unione Europea, almeno fino agli ultimi interventi straordinari a favore in primis dell’Italia, stava perdendo ma che fino all'entrata in vigore dell'euro era forte e diffuso.  

A livello nazionale però molte sono le cose da rifondare. Da un rapporto più trasparente e collaborativo tra pubbliche amministrazioni e cittadino, al miglioramento della qualità della vita che passa attraverso un piano di sviluppo economico e sociale e le misurazioni della qualità dei servizi al cittadino.  

Un piano che deve avere alle spalle un disegno politico ampio, con basi solide e proiettato al futuro.  

"Noi - continua il tesoriere di +Europa - vediamo nella ridotta produttività media per ora lavorata italiana, la bussola per orientare gli investimenti. Accrescere la produttività dei lavoratori italiani e creare nuove opportunità di lavoro, in un quadro di sostenibilità ambientale, dovrà essere il riferimento anche per le scelte sul recovery plan. Creare ricchezza resta l'unica strada per distribuirla."   

È su questo concetto che +Europa si trova in disaccordo sulle politiche dei governi Conte e la critica cade ovviamente anche sulla gestione della pandemia.  

"Questo Governo e le Regioni - insiste Federico - non hanno adeguatamente preparato il sistema sanitario alla prevista seconda ondata di pandemia e oggi le persone muoiono anche in pronto soccorso in attesa di essere trasferite in reparto, dati questi che non vengono comunicati perché evidenzierebbero drammaticamente le carenze di programmazione. Il MES light andava utilizzato da subito, da maggio, per prepararsi alla seconda ondata, 37 miliardi a tassi negativi, con risparmi enormi dato lo spread del periodo, ma sarebbe ancora utile oggi. Questo è un governo che come il precedente si caratterizza per ciò che dice e che non fa, le terapie intensive dovevano essere raddoppiate per la seconda ondata ma sono aumentate del 28%, i servizi sanitari dovevano essere potenziati con più personale ma medici e infermieri contagiati, e quindi non operativi, sono più degli assunti nello stesso periodo. Il piano di distribuzione dei vaccini incompleto e con dati che ne auto-smentiscono gli obiettivi, non prevede sufficienti operatori per inocularlo agli italiani entro il 2021 oltre ad escludere, ideologicamente, le strutture private convenzionate che potrebbero essere preziose per velocizzarne la distribuzione e ridurre malati e decessi."  

"+Europa – prosegue Valerio Federico - si è data l’obiettivo, ambizioso, partendo dalle componenti parlamentari comuni con Azione, di un patto federativo con le forze liberali, ecologiste ed europeiste di questo Paese". L'idea è quella di un movimento ecologista liberale alla tedesca.  

"In sostanza è di essere alternativi a questo centro destra a guida Salvini/Meloni, al M5S e alla scelta del PD di governare facendosi dettare l’agenda politica dal populismo grillino."  

Una proiezione non solo ideale ma anche concreta, che deve trovare valenza, ispirazione e progettualità ascoltando le esigenze del cittadino e misurando la efficacia dei servizi offerti. E così, anno dopo anno, sulla base dei risultati, espressi numericamente, gli amministratori potranno trarre conclusioni e impostare i miglioramenti e i cittadini commentare e criticare l'azione di governo locale sulla base di risultati oggettivi e non solo percepiti.  

Ed è proprio su queste basi che si fonda il progetto di diffusione di un metodo di individuazione , raccolta elaborazione e pubblicazione di informazioni relative alla qualità di tutti i servizi erogati direttamente o indirettamente dalle amministrazioni (vedi allegato generale).  

Un modello che è stato recentemente adottato dal Comune di Reggio Emilia (Vedi allegato della mozione del Comune di Reggio Emilia).  

"Misurare la qualità, effettiva e percepita, di tutti i servizi del comune, compresi quelli erogati dalle società partecipate - come +Europa ha ottenuto con il consigliere Giacomo Benassi e l’assessora Mariafrancesca Sidoli a Reggio Emilia - vuol dire far qualcosa che oggi, con questa completezza, nessuno fa. Vuol dire rilevare le criticità per poterle affrontare, vuol dire pubblicare dati chiari e fruibili periodicamente in modo da poterli confrontare nel tempo, vuol dire rafforzare il rapporto di fiducia tra i rappresentanti e i rappresentati nei loro bisogni. Vuol dire superare la politica dei proclami e delle promesse lasciando spazio a un'amministrazione che vuole mostrarsi per i risultati concreti che porta."  

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