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Martedì, 18 Agosto 2020 08:45

Attenti all’Europa. In evidenza

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Non c’è dubbio che il covid abbia sferrato pesanti colpi agli Stati europei, nessuno escluso: i numeri fanno emergere quanto drammatica sia la situazione per il prodotto interno lordo, al ribasso con percentuali a doppia cifra. Per chi, come l’Italia, possedeva un debito pubblico elevato, si ritrova con una condizione debitoria fuori controllo.

Tempi bui per i popoli europei, che stanno pagando un conto salatissimo per l’emergenza sanitaria. Non è dello stesso avviso la presidente della Commissione europea, Ursula Von Der Leyen che, negli ultimi mesi al Parlamento europeo, preferisce porre l’accento sul razzismo e su una maggiore rappresentanza degli immigrati, le cosiddette “quote nere”, nelle Istituzioni europee, nelle Forze armate, nella Pubblica amministrazione, nel mondo accademico e privato: per i vertici di Bruxelles, appare dunque prioritario colmare il gap della mancata rappresentanza della diversità etnica.

Una priorità, questa della Commissione, che, insieme alle richieste avanzate dal mondo lgtb (lesbiche, gay, bisessuali e transgender), potranno essere poste come condizionalità per accedere alle risorse finanziarie del Recovery fund, la cui erogazione avverrà nel 2021: una contropartita che gli Stati dovranno accettare, al netto delle condizionalità economiche, per le politiche sociali nazionali.

Tralasciando il modo della ripartizione dei fondi all’interno degli Stati nazionali, sarebbe opportuno conoscere le altre vere e profonde finalità dello spirito politico del Recovery fund. Fino a quando non vengono resi noti questi significati, ad oggi del tutto nascosti, il Recovery fund può essere considerato un provvedimento delle Istituzioni comunitarie, determinato da una ristretta aristocrazia politico-finanziaria e finalizzato al controllo della vita dei popoli europei, ormai privati della loro autodeterminazione.

In questo scenario si muove una classe politica molto primitiva, che insegue il luccichio del denaro senza cogliere le lusinghe del potere finanziario europeo.

Una classe politica che nega le strategie economiche di sviluppo e di investimento produttivo, affidando il futuro italiano alle politiche pauperistico-assistenziali. Tale prassi di governo incrementa il debito pubblico nazionale, condizione di assoggettamento alla finanza europea.

“Il nostro Paese è perduto. Travolto dalla cattiva politica, sempre più diviso tra ricchi e poveri, guastato dalle ruberie. Che cosa ci accadrà domani?”, così scriveva Pansa, poco prima della sua morte: presagio o triste realtà?
Parma, 16.08.2020

Matteo Impagnatiello
Movimento Sociale Fiamma Tricolore Parma

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