Mercoledì, 13 Maggio 2020 00:07

Parma Quality Restaurants: “Riaprire, ma con quali regole? La ristorazione chiede indicazioni precise in tempi rapidi” In evidenza

Scritto da Chiara Marando

Il presidente del Parma Quality Restaurants, Andrea Nizzi, interviene con preoccupazione dopo il via libero all’apertura dei locali lunedì 18 maggio e le indiscrezioni trapelate circa le modalità

Di Chiara Marando -

La riapertura anticipata prevista per le attività di bar e ristoranti si avvicina, ma i dubbi e le paure rimangono.

Perché se da una parte la gioia per uno spiraglio di normalità si fa avanti, dall’altra c’è il timore dato dalla completa mancanza di indicazioni e regole precise da parte delle istituzioni. Non solo, alcune indiscrezioni, non ancora confermate, parlano di normative eccessivamente rigide e difficili da sostenere.

Una tematica che accomuna tutto il comparto della ristorazione e che il Consorzio Parma Quality Restaurants desidera sottolineare con forza.

 "Riaprire il 18 maggio, ma a che condizioni, con quali regole? Come ristoratori la voglia di ripartire è tanta, lo abbiamo dichiarato più volte, ma al contempo abbiamo chiesto di indicarci in modo chiaro e univoco quali saranno le direttive da seguire, sia dal punto di vista organizzativo sia di sicurezza dei nostri locali. Una richiesta che vede unito tutto il comparto, da Nord a Sud Italia, ma quello a cui stiamo assistendo in queste ore è invece un caos totale che alimenta l’incertezza e la frustrazione di lavoratori, imprenditori e clienti”. Queste le parole di Andrea Nizzi, presidente del Parma Quality Restaurants, alla luce della situazione tutt’altro che chiara, a cui fanno seguito notizie di protocolli non ancora ufficiali dove si parla di spazi per persona di 4 mq.

“Se si dichiara che in una certa data si potranno riavviare dei settori, sarebbe opportuno indicare subito quali saranno le regole, altrimenti non serve a nulla. Ma chi può riaprire lunedì senza sapere come? O saperlo solo un paio di giorni prima?” prosegue Andrea Nizzi, esprimendo lo stato d’animo generale dei colleghi: “Stando così le cose si possono ipotizzare le prime aperture solo a metà della prossima settimana e lo si farà solo per dare un segnale di positività e di socialità, di impegno a ricreare, a piccoli passi, una situazione di normalità e serenità nella collettività, perché i primi periodi lavoreremo tutti in perdita. Si deve rimettere in moto una macchina ferma da due mesi, se si lavora si potranno fare ordini nuovi ai fornitori e pagare gli stipendi, riavviando così i meccanismi dell'economia”.

“Non sarà semplice, ma ribadisco, che da parte dei ristoratori c’è tutto l’impegno a collaborare e a rispettare le regole per assicurare a clienti e personale la massima garanzia di sicurezza e salubrità. Per farlo però abbiamo bisogno e lo abbiamo adesso, di regole certe e logiche”. “E speriamo che già oggi si possa avere un po’ più di chiarezza e serietà, le uniche vere cose utili in questo momento”.